Redamancy: "L'Amore che ritor...

By AnnabelBlack129

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"Ho perso tutto, ogni cosa io abbia mai amato, mi è scivolata tra le dita, come sabbia in un giorno di vento... More

.Prologo.
.Capitolo 1.
.Capitolo 2.
.Capitolo 3.
.Capitolo 4.
.Capitolo 5.
.Capitolo 6.
.Capitolo 7.
.Capitolo 8.
.Capitolo 9.
.Capitolo 10.
.Capitolo 11.
.Capitolo 12.
.Capitolo 13.
.Capitolo 14.
.Capitolo 15.
.Capitolo 16.
.Capitolo 18.
.Capitolo 19.
.Capitolo 20.
.Capitolo 21.
. Capitolo 22.
.Capitolo 23.
.Capitolo 24.
.Capitolo 25.
.Capitolo 26.
.Capitolo 27.
.Capitolo 28.
.Capitolo 29.
.Capitolo 30.
.Capitolo 31.
.Capitolo 32.
.Capitolo 33.
.Capitolo 34.
Spazio autrice
.Capitolo 35.
.Capitolo 36.
.Capitolo 37.
.Capitolo 38.
.Capitolo 39.

.Capitolo 17.

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By AnnabelBlack129

Sbuffai, spalmandomi sulla seggiolina di plastica della sala d'attesa dello studio di Louis, accanto ad Agnese, anche lei oltremodo scocciata. Eravamo lì da 20 minuti, ma a quanto pare c'era stata un'eergenza e eravamo stati costretti ad aspettare. Il mio amico era rimasto spiacevolmente colpito che io mi fossi portato appresso "lei" e con molta riluttanza l'aveva fatta entrare nell'edificio: si erano scambiati un'occhiatacchia reciproca da accapponare la pelle, non si sopportano proprio!
Brontolai ulteriormente, forse un pò anche per richiamare le attenzioni di mamma su di me, così che passasse a lei l'incazzatura e a me l'ansia:<< che hai eh? Quando fai il brontolino vuol dire che hai qualcosa per la testa!>> mi stuzzicò amorevolmente, punzecchiandomi la pancia che sporgeva data la posizione poco ortodossa che avevo assunto sulla sedia.

<<sto pensando tanto....>> le risposi sbuffando tanto e lei capì al volo. Si avvicinò a me, offrendomi la spalla per appoggiare la testa per poi iniziare a coccolarmi, accarezzandomi i capelli e la barba. <<pensiamo a cose serie, stasera ti va la pizza?>> mi suggerì cercando di ammontanarmi da tutti i vari pensieri che mi affollavano la calotta cranica. Ormai sapeva che parlare di cibo mi risollevava l'umore, ancora di più mangiare!!!
Annuì tutto contento, accoccolato a lei: << potremmo andare in pizzeria, oppure prenderla d'asporto e finire una delle nostre serie tv... o anche meglio potremmo farla noi!>> mi disse sottovoce, stuzzicando il mio entusiasmo. Avevo iniziato anche di apprezzare quelle porcherie di serie tv che proponeva la televisione, in particolare GOT! Io sono dalla parte dei Targaryen, Agnese ovviamente Lannister...una battaglia costante!

<<fare la pizza da zero? Ma non è complicato???>> le chiesi, un pò titubante, mi scocciava metterla in difficoltà a cucinare cose strane, e lei lo sapeva benissimo! Non che io non sapessi cucinare, ovvio, ma ho vissuto con una serba per 15 anni, conosco un certo tipo di cucina, abbastanza lontana da quella italiana.
<<ma no! Prendiamo la pasta già lievitata alla gastonomia del supermercato e gli ingredienti da metterci sopra. Ti piacerebbe?>> mi rassicurò. Appena annuì mi sbaciucchiò la guancia tutta contenta, mi riempiva sempre d'affetto quando non mi facevo prendere dalle mie paranoie e mi buttavo all'avventura. Purtroppo per noi, proprio all'ennesimo bacione, Louis uscì dal suo studio per congedare il paziente prima di me, e ci vide. Inutile dire che faccia fece, tra lo sconvolto e il disgustato, per poi tossire teatralmente, attirando la nostra attenzione.
<<è ora, tocca a te forza...>> mi disse freddamente.

Io sbuffai silenziosamente, incontrando lo sguardo spazientito di Agnese che fece le spallucce. Ci alzammo e avviammo entrambi verso lo studio, ma Louis ci fermò:<< è possibile parlare con te in privato?!? Sei tu il mio paziente, non lei...>> disse scorbutico.
Mentre mamma faceva per tornare a sedersi, io mi impuntai:<<Cosa? NO! >> la mia risposta stupì entrambi, per questo continuai:<< vorrei che ci fosse anche lei! Ha visto in prima persona i miei cambiamenti in questi 10 giorni, ed è stata lei a prendersi cura di me, pillole e tutto il resto. Vorrei che ti dicesse cosa è cambiato secondo lei e su cosa dovrei lavorare, ne sa più di me, dato che sono ancora un pò compromesso da quello che è successo, non sarei coerente! >>

Mentre Louis mi guardava sconvolto, non aspettandosi forse che io tenessi così ad Agnese, lei mi regalò un sorrisone, sporgendosi per cercare la mia mano.
Il dottore sbuffò incazzato, innervosito oltremodo dall'intera situazione:<< allora voglio parlare con LEI, DA SOLO, o temo che possiate fare comunella e dirmi cose che non sono successe.... perchè ho acconsentito a questa buffonata...>> l'ultima frase era sussurrata, ma l'avevamo sentita entrambi.
Guardai Agnese con sguardo mesto e preoccupato, ma lei mi spinse dolcemente sulla seggiola di plastica:<< su dai ci penso io a quel cafone! Gliene dico quattro e anche cinque!!! Tu stai qui sereno e pensa a cosa vuoi mettere sulla pizza stasera, va bene?>>

Mi prese per il mento, costringendomi a guardarla: fui accolto da un dolce sorriso e presto un bacione mi arrivò sulla fronte, rassicurandomi. Le sorrisi di rimando, sospirando. <<...e nel mentre che pensi...ti lascio una cosa....>> aggiunse, tenendomi sulle spine. Ovviamente quello accese la mia curiosità come una scintilla sul gas, e per poco non mi misi a piangere quando lei mi avvolse nella sua sciarpa, bianca con dei fiorellini ricamati sopra. Sapeva di Agrumi! Sapeva di lei...
<< ..sono qui anche se sono dentro, ok?>> mi sussurrò dolcemente, guardandomi negli occhi. Prima che potessi risponderle, Louis rovinò tutto, richiamandola:<<ALLORA?!?! Io avrei degli impegni...>>

Agnese fece una faccia che mi fece scoppiare a ridere, tra lo scocciato e "ora lo ammazzo". Mi diede un ultimo bacino sulla testa, sparendo dietro la porta di vetro zigrinato dello studio di Louis, lasciandomi solo nella sala d'attesa. Mi sistemai la sciarpa intorno al collo per sentire il suo profumo, e cercai di pensare a cose belle, ma la paura viscerale di essere lasciato lì o essere rinchiuso in qualche ospedale non mi abbandonava. E se i miei cambiamenti non erano stati sufficienti? E se avessi avuto troppe crisi in questi 10 giorni???
E se Agnese dicesse a Louis che l'avevo quasi ammazzata? Che sarebbe successo???
Questi pensieri mi riempivano la testa, aumentati qualora i toni dentro la stanza si facessero più accesi.

Dopo 45 minuti di stress e agonia che mi avevano sicuramente trascinato sul limite, Agnese uscì teatralmente dallo studio, con sguardo trionfante: si era fatta valere!
Cose da me per stringermi, era come se sapesse che avevi bisogno di sentirla, di sapere che sarebbe rimasta con me. Gettai un occhio a Louis, sullo stipite dello studio: era nero! Furioso e irritato da quella donna come un cristiano al Gaypride!
<<ora posso parlare con te, in privato?!?!>> mi domandò con tono esasperato. Agnese mi lasciò andare, incoraggiandomi con un sguardo che avrei potuto leggere come una lettera: "togliti sto dente, digli due scemate così si va di pizza e Netflix!>>
Inutile dire che ridacchiai e mi alzai in piedi, pronto ad andare a casa il prima possibile.

Entrai nello studio, con Louis che sbattè la porta dietro di noi. Non era cambiato niente dall'ultima volta, così tranquillo mi sedetti sulla solita sedia.
<<che c'è? C'hai una faccia!>> domandai al mio amico appena si sedette davanti a me.
<<Lei...hai dimenticato Selene così velocemente?>> disse solo, con un ringhio. Alzai gli occhi al cielo:<<non dire 'ste cazzate! Non sto fidanzato...e poi non ero io quello malato? Che centra lei?>> domandai scocciato. Mi dava veramente fastidio che si accanisse così contro Agnese.
<<Lei non mi piace>> mi rispose. Quando mi da fastidio quando mi risponde a monosillabi e fa il criptico!
<<Questo lo avevo capito....>> sbuffai.
<<E poi mi sembra fin troppo strano che tu stia così bene!>> aggiunse, settando il timer per una mia bomba interna, pronta ad esplodere.

60....

59......

58..........

Non mi piaceva dove stava andando a finire questo discorso.
<<Che vorresti dire?? Non sei contento del fatto che sto meglio? Che sono in salute e mangio?>> dissi, un pò sulla difensiva, non troppo aggressivo perchè avevo il sesto senso che mi sarebbe arrivata una ciabatta dall'altra stanza tipo boomerang. E non era un pensiero irrazionale, era già successo........più di una volta.......ahio.......
<<due settimane fa, tu per poco non ti ammazzi. Anzi ti stavi ammazzando e per puro culo e caso ti sei salvato...ora magicamente 'sta donna ha trovato la soluzione a tutti i tuoi problemi e ti ha fatto rinsavire? Che è? Astolfo sulla luna che ti ha riportato il senno?!?!>> mi rimproverò, con toni molto aggressivi.

Mi passai una mano sul viso, cercando di calmarmi:<< Louis ascolta, io sto meglio, quello è vero, ma non sto sempre bene. Lei non ha fatto un miracolo, non mi ha curato, ma è l'unica che ha saputo essere lì e gestirmi quando stavo male....lei.......lei mi capisce, sa leggere le mie necessità quando la depressione mi toglie la voglia di parlare, sa prendermi quando la parte brutta di me si fa viva...insomma....mi fido di lei!>> dissi sincero ma Louis non se la bevve.
<<cosa mi tocca sentire! Tu che ti fidi di qualcuno? Stronzate!!! Quella donna ti ha fatto il lavaggio del cervello, sai quante ne ho viste come lei? Sai quante sono state ferite dai loro mariti, figli e fratelli perchè non sapevano cosa cazzo stavano facendo?  Sai a quanti suicidi ho dovuto assistere per colpa loro? Uomini spezzati dalla guerra e poi fatti a pezzi dalla stampa perchè avevano alzato le mani su queste coglione incompetenti?? Lei non sta dietro a te, ma ai tuoi soldi!>> di disse, con cattiveria, cercando di farmi vedere una verità che non c'era.

Mi rizzai in piedi, indignato:<< non ti azzardare Louis!! Agnese è in una condizione economica forse migliore della mia, non ci ricava niente a stare con me, e non ti credere che io ci abbia discusso poco su questo fronte con lei.... sta con me perchè ci vuole stare....strano, lo so, ma vero!>> conclusi.
Appena Louis riprese a parlare io mi misi a  cammianare per lo studio, irritato e stressato, stavo per scoppiare.

34......

33......

32......

<< non ti sei fatto qualche domanda? Scusa se lei non ci ricava niente a stare con te, perchè mai è di là ad aspettarti? Non te lo sei chiesto?>> mi chiese Louis, ma non risposi, c'era già la mia testa a nutrire la mia psiche di queste stronzate:<< Sirio, io sono solo preoccupato che lei possa approfittarsene, e farti più male di quello dal quale ti ha curato!>>

<<NON POSSO SEMPRE ESSERE L'ORFANELLO NON VOLUTO LOUIS! Ci sarà qualcuno a 'sto cazzo di mondo che mi vuole per quello che sono, diamine!>> urlai, stava veramente stuzzicando tutti i miei punti deboli e le mie insicurezze. Ma quello che disse dopo mi fece fermare e mi bloccai al solo udire di quelle parole:<<..... non sono tutti come Tito, Sirio.... non puoi pretendere che tutti ti vogliano bene così senza ottenere niente in cambio.... non funziona così il mondo e lo sai...>>

Al solo sentir quel nome, mi spezzai. <<non metterlo in mezzo, non ti azzardare a nominarlo... ti avviso, non è un argomento con il quale sono pronto a scendere a compromessi e parlarne tranquillamente....>> dissi solo, a pugni stretti, con tutta la forza e rabbia che avevo in corpo che si stavano condansando.
Non ero pronto per affrontare quella realtà, cos'era successo tra me e Tito, ma soprattutto quello che era accaduto a lui a Sarajevo. Per me era ancora al bar del mio paesino, accanto l'accademia a bere spuma e rimorchiare male in uniforme.
Una furia senza eguali era pronta ad esplodere solo per proteggermi da quella realtà!
<< ..... chi? TITO?>> scandì le parole, apposta per farmi incazzare.
Mi girai verso di lui, con l'omicidio negli occhi. <<non osare chiamarlo in causa, lui non c'entra...>> ringhiai. Non riuscivo neanche a nominarlo.

<<lui era un buon uomo, e lo capisco. Non ti avrebbe "adottato" se non ci fossero state quelle circostanze! E lo sai..... non puoi pretendere che tutti ti vogliano bene come lui....>> continuò Louis, senza badare ai miei segnali chiari e tondi.
<<smettila.....>> ringhiai di nuovo. Agnese non mi impedirà di staccarti la testa!
<<...ma sai benissimo che lui NON avrebbe approvato questo!>> concluse.

3....

2.....

1..........

0.

Tirai un pugno al tavolo di legno e cristalli che era davanti Louis così forte, che il vetro si spezzo in due pezzi sotto alla mia mano, tagliandomi.
<<TU NON SAI COSA AVREBBE VOLUTO PER ME! TU NON HAI IDEA DI CHI FOSSE PER ME ATTILIO, SMETTILA DI RICORDARMI CHE NESSUNO MI VUOLE AD ECCEZIONE DI LUI CHE ORA NON C'È PIÙ!!!>> Urlai dal apice dei miei polmoni.

Mentre Louis mi guardava terrorizzato per la sua vita, vidi Agnese alzarsi dal suo posto attraverso il vetro zigrinato. Oramai era troppo tardi, la peggiore parte di me era stata liberata. Non volevo affrontare quel lutto, non volevo ricordare quei momenti.

Un rivolo di sangue iniziò a nascere da sotto al mio pugno, di certo mi ero causato un taglio profondo.

Non volevo ricordare che era morto, di come era morto, a Sarajevo.

Ma soprattutto non volevo ricordarmi che era stata colpa mia.....

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