Redamancy: "L'Amore che ritor...

By AnnabelBlack129

20.6K 1.8K 536

"Ho perso tutto, ogni cosa io abbia mai amato, mi è scivolata tra le dita, come sabbia in un giorno di vento... More

.Prologo.
.Capitolo 1.
.Capitolo 2.
.Capitolo 3.
.Capitolo 4.
.Capitolo 5.
.Capitolo 6.
.Capitolo 7.
.Capitolo 8.
.Capitolo 10.
.Capitolo 11.
.Capitolo 12.
.Capitolo 13.
.Capitolo 14.
.Capitolo 15.
.Capitolo 16.
.Capitolo 17.
.Capitolo 18.
.Capitolo 19.
.Capitolo 20.
.Capitolo 21.
. Capitolo 22.
.Capitolo 23.
.Capitolo 24.
.Capitolo 25.
.Capitolo 26.
.Capitolo 27.
.Capitolo 28.
.Capitolo 29.
.Capitolo 30.
.Capitolo 31.
.Capitolo 32.
.Capitolo 33.
.Capitolo 34.
Spazio autrice
.Capitolo 35.
.Capitolo 36.
.Capitolo 37.
.Capitolo 38.
.Capitolo 39.

.Capitolo 9.

507 46 9
By AnnabelBlack129

Ero steso sul divano, teso come una corda di violino battuta dall'archetto. Inutile che mi ripeta dal dirvi che non sopporto gli aghi e ne ho una paura viscerale!
Agnese, dopo avermi fatto sdraiare per aiutarmi a "rilassarmi", probabilmente perchè mi aveva visto non solo poco collaborativo ma anche pallido come un fantasma, si era messa a sistemare una serie di cose. A quanto pare, gliele aveva date Louis in persona, appositamente per occuparsi di me dal punto di vista clinico durante il mio recupero, quindi materiale ospedaliero e farmaci come se piovesse. Avevo riconosciuto facilmente uno dei secchielli giallo fluo dei rifiuti speciali, altre due sacche di fluidi che avrei per forza dovuto fare quella sera, in aggiunta a fiale e fialette per medicare il mio corpo tritato dalla mia incuria, cerotti, garze, guanti e tante altre cose dal puzzo di sterile che non potevo davvero sopportare. Povero me, alla sola visione di un pacco di siringhe già mi stavo pentendo di essere lì.

Agnese, che stava appositamente preparando uno spazio in uno degli scaffali del salotto solo per le mie cose, probabilmente per tergiversare e darmi tempo di venire a patti con l'idea che quell'agocannula me la dovevo levare prima o poi, notò che stavo guardando scatola di freccette un pò troppo appuntite per dottori con fare terrorizzato, e subito cercò di spiegarmi il da farsi e rassicurarmi:<< stellina, stai tranquillo... molte siringhe mi servono solo per recuperare il contenuto delle fiale, non vedrai nè sentirai troppi aghi in questi giorni, lo giuro!>>
Non nego che quelle parole mi rassicurarono ben poco:<< mi spieghi perchè tutte queste medicine? Sto davvero così male di cervello oppure sono per tenermi a cuccia???>> ringhiai, diventando un pò aggressivo e sulla difensiva. Agnese ridacchiò, smontando un pò la paura che avevo addosso:<< ma no! Non ti servono farmaci per stare a cuccia, nè sei malato di testa, te l'assicuro! Però devi tenere in considerazione che il tuo corpo ha sofferto tanto, tutto quell'alcol e quei farmaci non gli hanno fatto bene, come la mancanza di cibo e sonno. Ne abbiamo parlato io e Louis mentre ti riposavi, era molto preoccupato.>> mi spiegò con la sua solita calma. Ma soprattutto, la sua voce era dolce, non mi stava accusando o deridendo per quello che avevo combinato e fatto passare al mio fisico, ma mi stava incoraggiando a dargli anche io una mano a riprendersi.

<<sarà una settimana un pò impegnativa, non posso negartelo: hai tante medicine da perdere prima di tutto per aiutarti a guarire nel fisico. Una volta che sarai tornato in forze al 100%, vedrai che sarà più facile migliorare anche la tua salute mentale, in primis perchè potrai fare un pò più cose per tenere alto il tuo umore, ma soprattutto perchè non starai più in questo stato intorpidito dal dolore. Poi per rispondere alla tua domanda, di psicofarmaci davvero non ce ne sono molti nel piano che mi ha dato Louis, stabilizzante e antidepressivo, molto blando come terapia...anzi se vuoi possiamo vedere insieme che farmaci ti ha prescritto, poi ci penso io a ricordati di prenderli, così non ti devi neanche stressare... >>
Sospirai con fare plateale, cercando di mascherale quale enorme peso effettivo mi aveva tolto di dosso il suo aiuto, date le mie angosce:<< meno male! Ero già preoccupato di dover fare tutto da solo!!>>

Agnese scoppiò a ridere, scuotendo la testa:<< sono qui anche per questo eh! E poi...>> mi richiamò all'attenzione, facendomi capire che doveva dirmi qualcosa di importante:<< ....tu non stai male di testa Sirio, tu sei solo tanto ferito e devi darti tempo di guarire e chiudere quelle ferite... smettila di insultarti e dire brutte cose a te stesso, che sennò ti meno! >> mi sgridò, anche se le sue parole avevano l'intenzione più remota di essere un rimprovero, con estrema empatia e dolcezza.
<< ma poi se posso chiedertelo, perchè tutta questa paura degli aghi? Ho notato che sei molto schivo e cerchi di creare una bella distanza quando sei infortunato o vulnerabile....>> mi domandò con innocenza.

Le ringhiai, ignorandola:<< non mi piacciono gli aghi, fine della storia.>> chiusi lì la conversazione. Ma ormai lo sappremmo o no se Agnese molla l'osso quando non ottiene ciò che vuole? Ecco appunto....
<<strano.... perchè ho visto che cerchi sempre di proteggerti, nascondi la mano con l'agocannula timoroso di non so cosa, insomma più che una fobia mi sembra altro...>> disse, buttandola lì. Uffa.
<< se te lo dico, la smetti di importunarmi?>> le domandai, dopo essermi spalmato sul divano, scoglionato al massimo. Lei annuì e io sbuffai di nuovo.
<<non ho un buon rapporto con gli aghi, ma con la roba medica in generale, perchè non ho belle esperienze legate ad essi. Non ho mai avuto il famoso "ti tengo la mano che così non ti fa paura" o "dopo ti do una caramella" e altre cazzate del genere. Di solito.......>> presi un respiro profondo, abbracciandomi le ginocchia e tornando insietro nel tempo:<<... di solito le infermiere erano molto brusche e sbrigative, stare male voleva dire solitudine e freddo, da soli nell'infermeria, con delle menopausate che non sanno tenere i bambini e aiutarli con delle paure "da bambini" appunto. Anzi, sapevano che avevo paura degli aghi, cosí per tenermi sotto controllo mi minacciavano con quelli, arrivando persino a tenermi immobilizzato con una siringa alla gola pur di farmi obbedire. Ho....ho sempre paura di quel dolore, di quel pungente fastidio e bruciore che danno le punture... mi fa tornare indietro. Per non parlare di Selene e della chemio...l'ho vissuta malissimo, e lei stava così male... >>

<<lo sai che non eri tu il problema vero? Con le suore dico.... Erano loro le sadiche perverse che ti hanno portato a queste fobie? Capisco perchè non mi vuoi vicino alla mano adesso, e perchè eri così su tutte le furie all'idea di andare in un istituto o in ospedale. Ti stavi solo proteggendo insomma...  scusa se ho insistito ma dovevo tastare il terreno per capire il motivo di questo tuo comportamento...ovviamente perchè non voglio farti male e farti stare peggio!>> mi rispose Agnese. La guardai, aveva uno sguardo amorevole, non biasimava le mie scelte, anche se davvero stupide, e per la prima volta mi sentii io la vittima di tutto quello che mi era successo: non era stata sempre e solo colpa mia, avevo sofferto ma non perchè ero io il problema.

Appena abbassai lo sguardo, perso in quei pensieri, Agnese mi raggiunse per riempirmi di baci, facendomi sorridere.
<< la mia povera stellina! Te non ti preoccupare che ora ci sono io...>> mi sussurrò, abbracciandomi e facendomi avvampare. Era diventata estremamente fisica, dimostrando apertamente il suo affetto (che ancora non mi spiego) nei miei confronti, e io ero ancora in imbarazzo e un pò stordito, dato che quel tipo di contatto per me era quasi sconosciuto. Non perchè non mi sentissi a mio agio, ovvio, anzi mi piaceva così tanto prendermi tutto quell'affetto e quelle carezze da lei che mi faceva strano!
Mi accarezzò i capelli, lasciando che lentamente mi abituassi al suo contatto e la abbracciai di rimando, un pò in ritardo, per poi sdrammatizzare un pò:<< devo anche dire che non ti ho mai visto con i capelli e la barba così lunghi>> mi disse, continuando ad accarezzarli.

Sbuffai scocciato, non mi ero molto preso cura del mio aspetto in quell'ultimo mese, per questo ero un pò innervosito che lei me lo facesse notare:<< sono da uomo distinto!>> mi difesi, male:<< e poi non ho un barbiere vicino casa, non potevo mica affidarli a un cialtrone qualunque>> dissi, gonfiando il petto e passandomi la mano nella barba incolta. Agnese scoppiò a ridere, innondandomi di calore. Stavo manifestando con estrema naturalezza il mio lato più giocoso, che pochissime persone avevano potuto vedere, da contarle sulle dita di una mano. Ma lei, lo tirava fuori senza problemi, accompagnato da quel non so che di bambino capriccioso, che da piccolo non mi era potuto appartenere.

<<se ti fidi abbastanza di questa cialtrona, te li possi tagliare io...>> mi suggerì, cercando di confondermi mentre prendeva le cose per toglierli l'agovannula dalla mano.
Feci finta di non vederla, sperando che la mia paura non mi iniziasse a far venire le paranoie, e cercai di portare avanti la conversazione con la gola secca:<< ah perchè t-tu sai tagliare i capelli? Da quando?>> le chiesi. Guardai attentamente i suoi movimenti mentre prendeva varie cose come cotone e disinfettante, portandosi dietro una ciotolina metallica per mettere il tutto.
Appena si sedette accanto a me sul divano, feci un salto, allontanandomi in maniera abbastanza violenta.

<<hey hey, calmati, non ti tocco finchè tu non mi dai il permesso, va bene? Comunque...>> appoggiò la ciotola davanti a sè sul tavolino da caffè:<< ...ho fatto la parrucchiera per un periodo quando ero giovane, mentre cercavo lavoro e prima di finire a fare l'insegnante. Poi l'università mi ha chiamato e io non sapevo gestire i clienti, mi incazzavo troppo alla svelta!>> mi disse, mentre si disinfettaca le mani con del gel.
Prese un batuffolo di cotone e lo impregnò di un liquido per poi allungare la mano:<< su, forza! Leviamoci quella schifezza così ti puoi finalmente rilassare un pò...>> mi sorrise, senza pressarmi.
Io ero tutt'altro che calmo, la vocina nella mia testa stava già dando il panico come se fossi nell'infermeria del collegio, così decisi di tergiversare:<< ma se poi devo rimetterla prima di andare a dormire, perchè non posso tenere questa? E che è quella roba lì, disinfettante???>>....PERCHÈ CON LEI SUONO SEMPRE COME UNA LAGNA!

Agnese cambiò sguardo, diventando più calma e tranquilla, rilassandosi, come se sapeva che ci avremmo messo un pò, ma era pronta a metterci il tempo che ci voleva:<< allora, dobbiamo toglierla per due motivi: il primo è che il sangue nella cannulina che sta dentro probabilmente è secco ormai, quindi il liquido non passerebbe; secondo perchè senza agocannula hai....6 ore....per poterti rilassare, lavare e molto altro, senza quello stress. Infatti la rimettiamo prima di andare a dormire così ti riposi e non ci devi pensare. Poi...>> prese la bottiglietta del prodotto che aveva messo nel cotone:<< ...questo è solvente per la colla nei cerotti. Non mi piace strapparli via, è un ansia e un dolore stupido: insomma ho messo un cerotto per proteggere la "bua", che senso ha se anche il cerotto stesso la causa quando lo tolgo, no?>>

Mi parlava come se fossi un bambino, ma non con quella vocina fastidiosa che si usa con i neonati, ma cercando di spiegarsi nel modo più semplice e genuino possibile, forse proprio per calmare quel piccolo ragazzino in infermeria circondato da suore impazienti e sadiche. Finalmente mi rimisi sul divano composto, guardandola spaesato, ma ci pensò lei ad aiutarmi:<< non posso dirti che non farà male, perchè tu direi una bugia. Più che male, ti darà un pò fastidio, e durerà per 3-4 secondi.... promesso!>> mi sorrise d'incoraggiamento, per poi allungare di nuovo la mano:<<facciamo un piccolo atto di coraggio e ti fidi di me?>> mi chiese.
Lei sapeva parlare a quella parte di me più piccola, quella spaventata e angosciata dentro al collegio, le quali paure si erano trasporate nella mia vita da uomo adulto.
Le porsi la mano, cercando di calmare i nervi e sperando che dal bambino spaventato non scattasse il soldato e le facessi male. Non me lo sarei perdonato.

Agnese mi prese con decisione ma delicatezza la mano, impregnando il cerotto con il liquido del batuffolo di cotone, il quale agì subito rendendo la colla pastosa e facendo si che i bordi del cerotto si alzassero da soli. <<visto? Nessun strappo richiesto! Ora però la tolta e questo ti darà un pochino noia, immaginati un pizzicotto forte. Tu respira e concentrati su quello, va bene?>> mi incoraggiò la donna, che stava già preparando il disinfettante.
Non feci in tempo a mettermi a respirare che in un lampo, lei aveva già il cotone sul buchino e l'agocannula in mano! <<......ahio?...>> dissi, sconcertato. Lei scoppiò a ridere, buttando tutto il materiale sporco nella ciotolina di prima, per poi mettermi un altro cerottino, di quelli normali, sulla mano. <<ecco fatto, tanto questo andrà via con una doccia....vieni qui dai!>>

Mi strinse forte a sè, mentre io non sapevo cosa dire. Tutto il casino che avevo in testa si zittì per un secondo, mentre ricambiai l'abbraccio. Sentii la sua mano accarezzarmi la schiena, facendomi calmare da tutto quello stress che avevo addosso. Chiusi gli occhi, per la prima volta sentii un senso di protezione e appartenenza che mai prima avevo potuto sentire. Sì i ragazzi quando non si comportavano da teste di cazzo e Selene mi avevano dato sensazioni simili, ma mai così precise e forti. È come se avessi ricevuto qualcosa di cui avevo bisogno da anni, e devo ammettere che per nulla al mondo mi sarei mosso da lì.

Continue Reading

You'll Also Like

4.2K 222 31
Louis e Zayn sono fidanzati da molto tempo, tutto sembra andare bene...ma degli occhi verdi smeraldo cambieranno tutto. ~ "people do write books for...
175K 5.1K 60
(((Continuo della storia "Per la Giusta strada"))) Un nuovo inizio per il piccolo Max, dopo la morte della madre e la vita con il fratellastro Marcus...
2.5M 73.3K 63
Caden Miller. Attraente, cinico e da tutti conosciuto come il cattivo ragazzo della Crestmont High. Chi cerca attenzione flirta con lui. Chi è idiota...