Anna e Marco non erano i soli preoccupati per Ilaria; Sara aveva capito più di quel che aveva detto a Marco il giorno del battesimo; non sapeva ovviamente tutti i retroscena che noi sappiamo, Anna con lei non si era mai confidata su questo, ma cominciava anche lei a temere che la relazione, qualunque fosse, fra i due fratelli potesse condizionare la vita di sua figlia e voleva sincerarsi che Anna ne fosse consapevole oltre che capire se, effettivamente, ciò che vedevano i suoi occhi, un amore tra i due, fosse reale e non un effetto, improbabile ma possibile, di un equivoco dovuto al carattere affettuoso, espansivo... in una parola, detto con affetto però, "meridionale" di Ilaria così diverso dall'affettuosità presente, ma di una tonalità più fredda, "nordica", sua e di Anna.
Si guardò bene dal confessare i suoi dubbi al marito che, per fortuna, sembrava non sospettare ancora nulla; ne aveva avuta la conferma il giorno stesso del battesimo quando, tornati a casa insieme ad Anna, Walter e Franco, Luigi aveva subito collegato la videocamera al televisore e avviata la riproduzione per curiosità di vedere le riprese fatte. In una delle prime scene si era vista proprio Ilaria che dava la coccarda azzurra a Marco per appenderla alla sua giacca con lei, Sara, lì vicino; l'audio tra i due non era intellegibile, coperto da rumori di fondo e da Luigi stesso che parlava a Walter a fianco mentre riprendeva, tuttavia era estremamente evidente, forse ancora di più in video che nella realtà, almeno ai suoi occhi di donna, lo sguardo estasiato di Ilaria quando Marco, ella aveva sentito invece, le aveva fatto i complimenti per il suo abito e avevano anche detto qualcosa più a bassa voce, che non aveva capito, sull'essere 'salvi'.
Luigi per quella scena aveva solo commentato:
"Eh, peccato che non si senta, devo ricordarmi di non parlare quando registro. Certo che però Marco vestito elegante fa un'altra figura rispetto a quando viene da noi in maglietta e jeans. Ma Anna, perché non lo obblighi un po' a cambiare guardaroba? E' un ingegnere, ormai, che si vesta da ingegnere tutti i giorni."
"E tu papà?", lo aveva stuzzicato Walter, "Pensi di essere alla moda o elegante? Sei un cardiologo e metti sempre le stesse polo da vent'anni, da quando sono nato ti ho visto sempre in polo, se mamma non avesse insistito saresti andato in polo anche al battesimo, ne hai un armadio pieno con tutti i colori."
"Che c'entra Walter? Un medico è un medico: deve vestirsi sempre pratico, io sono qui tranquillo ma il telefono può squillare dall'ospedale, puoi avere un'emergenza da un momento all'altro, se hai un aneurisma all'improvviso da operare non devi perdere tempo a toglierti cravatta e polsini, corri in sala, ti metti camice, maschera e guanti e sei pronto. Un ingegnere è diverso, deve fare anche la sua figura. Tu ti fideresti a costruire un ponte fatto da un ingegnere che si presenta in polo e bermuda? No, ogni mestiere ha il suo aspetto."
Sara, però, mentre Walter e il papà si erano rimbeccati, aveva dato uno sguardo ad Anna come per dire: "Hai visto?" ed Anna le aveva dato di rimando uno sguardo mesto come per dire: "Sì, lo so... è così mamma, non ci posso far nulla.". In quella sera non avevano avuto modo di parlarne a quattr'occhi ma Sara si era ripromessa di farlo appena fosse possibile perché, se anche la figlia, che conosceva Marco molto bene, sembrava confermarlo, allora la situazione era più grave di quanto temesse. Già sappiamo che aveva parlato a Marco durante il rinfresco ma ovviamente il suo timore era più per la figlia che per il futuro genero.
Ne ebbe l'occasione due giorni dopo, venerdì 20 giugno, quando Marco avrebbe portato la mamma di Ilaria in stazione; Sara aveva saputo che Anna e Marco per quel giorno non si sarebbero visti e ne aveva approfittato per proporre alla figlia un giro per negozi per fare un po' di shopping estivo; Anna aveva ereditato dal padre la praticità nel vestire, se fosse stato solo per lei avrebbe vissuto come il papà in pantaloni e maglietta e la madre, invece, aveva insistito per comprarle anche qualche abito:
"Sei quasi laureata e farai famiglia, Marco sarà pure ingegnere ma anche tu sarai dottoressa, non stare a sentire papà, io li vedo i dottori in cravatta, è lui che si vuole giustificare; devi cominciare a vestirti da signora, non hai più sedici anni."
Dopo aver girato svariati negozi, provato e riprovato capi e accessori e accumulato un po' di borse si erano sedute ad un bar per prendersi qualcosa di fresco da bere; Sara entrò subito in argomento con la figlia:
"Anna, cosa c'è realmente tra Marco e Ilaria? Io li ho visti di nuovo al battesimo; è talmente evidente che... sembra quasi impossibile. La mente non vuole accettarlo, è una cosa così... strana, eppure i miei occhi la vedono, nel video del battesimo è ancora più evidente, quando lei gli dà la coccarda, lo so che l'hai notato anche tu. Ma... cosa c'è tra loro? Tu lo sai, vero?"
Anna non rispose subito; per tutto il giorno era stata pensierosa; dopo aver ascoltato il giorno prima la telefonata tra Marco ad Andrea aveva riflettuto a lungo sulla sua posizione con Marco alla luce dei nuovi avvenimenti; sicuramente Ilaria, senza Andrea, avrebbe avuto più occasioni di vedere Marco e più occasioni di condividerlo con lei. Questo sembrava qualcosa di negativo, un'intromissione sempre più profonda nella loro vita tanto da costituire, per usare l'espressione di Andrea, un 'ménage a trois', per allora, almeno, solo emotivo. Sua madre aveva visto bene, era donna, intelligente, capiva il linguaggio non verbale. Però Anna aveva notato anche un'altra cosa nel video, due giorni prima, una cosa che forse la madre non aveva visto, perché più attenta a vedere lo sguardo di Ilaria e non Marco, e quel qualcosa le aveva fatto riconsiderare tutta la sua posizione e le motivazioni di Ilaria nel continuare il suo amore per Marco.
Anna aveva notato che Marco, di fianco ad Ilaria, acquisiva una serenità diversa, lo si vedeva dalla postura, dal modo in cui teneva le mani distanti dal corpo come per un abbraccio, da un sorriso per certi aspetti ambiguo, perché sembrava scaturire da una parte oscura del suo animo, era un sorriso ombroso, o, meglio, un'ombra che si tramutava in sorriso; quell'ombra che ogni tanto vedeva sul suo volto e che, con molte sue coccole, riusciva in parte a far andar via, mentre vedeva che Ilaria, solo con uno sguardo, la cacciava. Aveva saputo molte cose del passato di Marco, anche grazie a Irene che periodicamente le aveva fatto il riassunto della sua vita --- negli ultimi tempi di meno perché era diventato Franco il destinatario privilegiato --- e aveva capito che Ilaria aveva accesso a una parte di Marco, il suo passato di bimbo abbandonato, che a lei era negata, ma non perché Marco non l'amasse abbastanza, Marco l'amava più di qualunque altro uomo l'avesse mai amata e a lei avrebbe detto tutto, ma era come se le anime di Marco ed Ilaria fossero unite a un livello più profondo, un livello dove la parola "amore", se anche si sarebbe potuta usare, non era più un amore umano, romantico, sebbene si potesse esprimere con sguardi e atteggiamenti romantici, ma un amore di fusione di anime che, cominciava a capire, se anche essi ne fossero stati nel passato gli artefici, non avevano più la forza di distruggere.
Aveva promesso al suo gattino di comprarlo, quel gattino di gesso lo avrebbe preso e fatto suo, come principe: non sarebbe rimasto invenduto; Ilaria aveva sicuramente ceduto a lei quella parte, anche perché lei, come sorella, non avrebbe potuto sposarlo. Ma non aveva ceduto tutto Marco, quella parte profonda se l'era tenuta, era evidente; ma consapevolmente? per un secondo fine? Fino ad allora aveva dubitato della buona fede di Ilaria, pensando che ella si fosse tenuta il nodo profondo fra le loro anime per tenere Marco sempre legato a sé pur dandolo a lei per avere un cuneo per innestarsi nel loro matrimonio e non rimanere sola, pur lasciando Andrea. Dopo il battesimo, dopo aver rivisto la scena in video e dopo la telefonata del giorno prima, con molte riflessioni aveva cominciato a considerare l'altra possibile spiegazione del comportamento di Ilaria; una spiegazione che non era migliore nelle conseguenze, ma nelle premesse. Aveva cominciato a pensare alla possibilità che Ilaria stesse agendo solo per amore di Marco e non per andare contro di lei e che, per quanto strano potesse dirsi, Ilaria, avendo accesso e curando quella parte profonda, rendeva Marco completo, più adatto ad essere suo marito e padre dei loro futuri figli, più che un Marco lasciato con quella parte irrisolta; il pensiero, che all'inizio aveva considerato come irrazionale e giustificatorio, di una Ilaria necessaria a Marco, e non un ostacolo, aveva cominciato a formarsi nella sua mente in quel giorno e che Ilaria, chiedendole quel giorno di fare la sua parte nel Disegno, le aveva voluto semplicemente far intendere che fare la parte, in quel caso, significava per lei accettare che, solo attraverso l'accettazione di quel nodo fra le anime di Marco e Ilaria, ella e Marco avrebbero potuto sposarsi come coppia felice.
Ella aveva saputo, da Irene, del padre di Marco, Antonio, alcolizzato, debole e portato alla violenza. Ilaria le stava dicendo che Marco aveva ereditato quella parte; la sua oscurità derivava non solo dall'abbandono del padre, ma anche dalla sua continua lotta interiore per non esser come lui, per distanziarsene e, in questa lotta, in questa continua autodisciplina, si era formato quel carattere, chiuso, preciso, metodico, portato alla riflessione. Anna non aveva paura che, dopo il matrimonio, Marco potesse diventare come suo padre però quella parte esisteva, Marco poteva essere Marco solo attraverso questo suo continuo autocontrollo che però non lo rendeva un uomo completo, libero di esprimere il vero sé; Marco sapeva bene le sue origini, questo suo autocontrollo gli era necessario per avere la certezza di non essere come suo padre, forse, anche se si fosse lasciato andare, egli sarebbe stato diverso. Ma negli anni si era costruito questa auto censura che era ben visibile con lei ma che, con Ilaria, sembrava non necessaria. Marco con la sorella era veramente Marco, buono perché buono, non buono perché si sforzasse di esserlo, mentre Marco con Anna era Marco con quella autocensura attiva; Marco con Anna aveva paura di essere come suo padre, questa paura con Ilaria non c'era. Ilaria teneva a bada quella paura fondamentale di Marco, quella di perdere il controllo e di esser, in fondo, esattamente come suo padre, Ilaria era necessaria per Marco per poter essere un marito buono non facendone la parte, ma lo fosse e basta. Fare la parte nel Disegno, per Anna, significava dunque o scacciare Ilaria e avere un marito che facesse la parte del marito buono, ma non avere un marito completo, o accettarla e avere un marito buono perché buono, senza più quel freno interiore, perché Ilaria aveva accesso a quell'abisso di violenza e di incuria che Marco aveva visto nei primi anni di vita, lo poteva colmare e tenere a freno, e allora, per la prima volta, Anna aveva visto in un'altra luce la parola "sacrificio" che Ilaria aveva usato a suo tempo. Ilaria, continuando ad amare Marco e rinunciando a farsi una sua vita si era sacrificata per Marco ma anche un po' per Anna, per darle un uomo che non avesse paura di esser uomo.
Con queste riflessioni ella rispose alla madre:
"Mamma, so che ti sembrerà strano, lo so: non c'è nulla di facile in questa situazione. Tra Marco ed Ilaria c'è amore, questo è chiaro, ma è un amore che, per ragioni complesse da spiegarti, è necessario a Marco per poter esser Marco."
La mamma guardò la figlia attentamente; di lei si fidava, sapeva che era intelligente, ma sapeva anche che era molto buona e aveva paura che la sua bontà stesse giustificando in modo razionale un comportamento comunque deprecabile dei due.
"Però, Anna, scusa se te lo dico, ma cosa significa? Senza Ilaria Marco cosa sarebbe? Non sarebbe sempre Marco?"
"Sì e no, mamma. Marco con Ilaria a fianco si può lasciare andare, mentre se non ha la sorella vicino ha costantemente una paura di perdere il controllo e di diventare come suo padre. Ora, non è una paura stabile, sempre presente; ma nella sua vita di uomo egli non è mai stato violento o neppure arrabbiato non solo perché non lo è di carattere ma perché c'è sempre stata una sua autocensura. Con Ilaria Marco è veramente Marco, senza Ilaria Marco è Marco e il censore di sé stesso insieme."
Sara capiva in parte ciò che le voleva dire Anna, ella la storia di Marco la conosceva di seconda mano, raccontata da Irene e non da Marco stesso e non sapeva tutto il retroscena del papà violento anche sul figlio. Le disse semplicemente:
"Ma ti rendi conto che praticamente ti sposi Marco che ha già un'amante... sorella? Ora, amante fisica non so, ma sicuramente amante emotiva. Tu stessa non lo neghi."
"Sì, mamma, lo so... ma lo amo. E in questi ultimi due giorni sto cominciando a capire che lo amo anche per questa sua particolare storia con Ilaria. Negli anni in cui non lo conoscevo, egli è cresciuto così buono anche per la sorella che gli ha permesso di maturare come uomo senza aver paura di prendere la strada del padre. In un certo senso Ilaria me l'ha preparato, come se avesse sopperito alla mancanza del padre."
"Sì, d'accordo, ma ora il suo compito è finito, o no? Marco non è un uomo, adesso? Amare non è, non dovrebbe essere una condanna, figlia. Marco ti obbliga in questo? E' lui che ti dice di accettare il suo amore per Ilaria?"
Anna comprese che la sua accettazione doveva essere pubblica altrimenti la mamma avrebbe sempre sospettato e, forse, prima o poi, avrebbe cercato di ostacolarla. Perciò le disse:
"No, affatto, mamma, è per questo che sono così convinta, perché Marco e Ilaria non mi stanno obbligando, mi danno una situazione da accettare e io la accetto. E' come se per qualche miracolosa coincidenza Ilaria abbia scelto la donna giusta per Marco, suo fratello, una donna in grado di capire quel legame e la cosa che mi fa quasi paura, è che Ilaria ha ragione! Io amo Marco anche se è amato da lei; sono arrivata a questa conclusione che sembra di vittima, come se io, non avendo altra scelta, o solo perché sono buona, accetto una situazione a mio svantaggio. E invece sono arrivata alla conclusione che Ilaria, continuando ad amare Marco, mi sta facendo un favore. Lei a volte mi parla di un disegno, come se vedesse delle cose che non vediamo. Io, non so... mamma... forse lei è di un carattere più spirituale, può darsi, ma, ti giuro, io non sono obbligata in tutto questo e, cosa ancora più strana, è che in questo momento io sento di dovertelo dire perché so che anche tu, come mia madre, dovrai accettare che io, tua figlia, avrò una vita di questo genere."
"Vuoi dire che anche io... devo fare una scelta?"
"Sì, mamma, devi scegliere se accettare che tua figlia stia in una situazione simile e, soprattutto, direi, accettare che papà non lo sappia. Lo hai visto anche al battesimo: lui stravede per Marco e non vede assolutamente il legame tra lui e la sorella: o non lo vuole vedere o non lo giudica importante. Ti prego mamma, non fargliene parola, io credo che non capirebbe e non voglio che perda la stima per Marco, rovinerebbe tutto."
"Sì, certo... tuo padre no, di queste cose non capirebbe nulla, questo è sicuro, non gliele dico, certo. Ma quindi tu sei convinta di proseguire con Marco... e Ilaria a suo fianco?"
"Sì, mamma, ne sono convinta e, credimi, sono libera nel dire ciò per quanto ti sembri strano."
Sara guardò la figlia e cercò in tutti i modi di vedere nel suo sguardo una traccia di imposizione, ma non la vide: le sembrò che una calma interiore l'avesse presa, una calma che non le aveva mai visto. Come madre non poté far altro che poggiarle la mano sul tavolo e sorriderle. Anche lei, ora, faceva parte del Disegno.