La Fantasma ~E l'articolo NON...

Από Yuwy_ghost

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🏆STORIA VINCITRICE DEL PREMIO WATTYS 2023 MIGLIORI PERSONAGGI🏆 Vi siete mai imbattuti in una situazione imb... Περισσότερα

✨Riconoscimenti✨
Intervista dedicata
Informazioni utili (o forse no)
~Parte prima~
Prologo
Uno
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
Otto
Nove
Dieci
Undici
Dodici
Tredici
Quattordici
Quindici
Sedici
Diciassette
Diciotto
Diciannove
~Parte seconda~
Venti
Ventuno
Ventidue
Ventitré
Ventiquattro
Venticinque
Ventisei
Ventisette
Ventinove
Trenta
Epilogo

Ventotto

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Από Yuwy_ghost

Osservo la medaglia scintillante appesa al muro. Trasuda orgoglio e vittoria neanche fosse una cascata. Vista da ogni angolazione, mi inietta una tale quantità di gloria da incutermi timore.

«Sei inquietante».

Cado dalle nuvole, ma non precipitando di culo, proprio di faccia.

«Che?» mi strofino gli occhi arrossati e secchi e mi concentro solo su Charlie.

E' seduto alla sua scrivania, gambe incrociate e matita stretta in mano, anche se è palese che non stia facendo i compiti per domani.

«Stavi fissando quella medaglia da più di venti minuti» ridacchia divertito, con la sua tipica arietta affettuosa da scherno.

«Hai tenuto d'occhio l'orologio?»

«No...»

«E allora come sai che la stessi guardando da più di venti minuti?»

«Deduzione... Suppongo»

«Pinocchio, guarda come ti cresce il naso»

«Stai rigirando la frittata a tuo vantaggio, eh?».

Sorrido. Già, sto proprio rigirando tutto a mio vantaggio, nonostante abbia sicuramente ragione lui: stavo guardando veramente quell'oggetto da un bel po', tant'è che mi bruciano ancora gli occhi.

Abbandona i compiti e si butta sul letto, appoggiando il busto sulle mie cosce. E' un'abitudine che si è preso di recente. Dice che sono molto comoda, addirittura meglio del suo cuscino, anche se so già che è una scusa per starmi appiccicato.

Inizio a levare uno alla volta tutti i pelucchi di Seppia dalla sua maglietta bianca, mentre mi perdo di nuovo nei miei pensieri. L'estate si sta avvicinando, sempre di più. Lo percepisco, tanto anche: le giornate si stanno facendo più lunghe, la temperatura si è alzata e ultimamente mi sento molto pigra. Non che prima non lo fossi, ma quando precedentemente avrei dormito per circa un mese, ora invece dormirei anche per metà anno, sognando cibo e... Nient'altro, solo cibo.

«Sei stato fantastico ieri...» mormoro, mentre inizio a fargli i grattini sulle braccia di mia spontanea volontà. Di solito sono io che lo obbligo a farmi i massaggini, ma in questo momento mi sento particolarmente altruista.

«Mmm?» Charlie abbassa il telefono che stava guardando e si concentra su di me «Sai... Credo che tu me l'abbia detto un paio di volte...»

«Non smetterò mai di dirtelo, perché è la verità»

«Sono stato davvero così bravo?» sorride divertito

«Acciminchia se lo sei stato. Sei riuscito a battere tutti, superando le tue paure» sospiro «io non sarei mai riuscita a fare una cosa del genere».

Cala il silenzio. D'un tratto mi sento così stupida... Sono riuscita a rovinare un momento così tenero e tranquillo con una dei miei soliti pensieri passivo-depressivi. Perché sono così? Perché non riesco a tenere a freno la lingua? Devo sempre parlare, dire stronzate, rovinare tutto. Sono una scema. Ormai è chiaro.

«Scusa, son solo pensieri miei pensieri idioti, ignorali»

«Non li ignorerò».

D'un tratto si alza e si mette seduto accanto a me. Tra noi non c'è nemmeno uno spazietto, ma ciò non mi provoca alcun fastidio, anzi, a me sta benissimo così, basta solo che sia Charlie.

«Tu davvero credi di non essere riuscita a fare nulla nella tua vita?».

Lo guardo confusa. «Che vorresti intendere?»

«Se pensi davvero di non essere riuscita a farti strada nella tua fobia»

«Certo che sì, le persone mi provocano ancora disgusto».

Scuote la testa. «Allora proprio non capisci? Guarda come ti sei aperta con me, cosa siamo arrivati a essere»

«Ma tu sei tu, non c'entra nulla»

«C'entra invece».

Non capisco dove voglia arrivare, sono confusa dalle sue parole, e specialmente da questo suo modo serio di affrontare la situazione.

«In questo periodo, ho avuto modo di vedere come tu ti sia aperta con il mondo, non solo con me. Sei passata da non voler mettere assolutamente il naso fuori dalla tua classe, a uscire tutti i giorni. Da non parlare con nessuno, neanche con il cameriere che ti sta servendo, a intraprendere conversazioni con i miei genitori, che di certo non sono per niente l'esempio di socievolezza immediata... Sei venuta sopra a uno schifoso tetto, urlandomi addosso di tutto e di più perché stavo facendo il coglione. Sei rimasta per ore in mezzo al chiasso e alla gente solo per potermi vedere correre in una gara...». Sospira. «E... Be'... Mi sei rimasta accanto quando ne avevo più bisogno, calmando le mie crisi e avendo una pazienza sconfinata nei miei confronti...» si sfiora la protesi con la mano destra.

Non so descrivere come io mi senta in questo momento. Allibita? Spiazzata? In preda allo sconforto o orgogliosa di me stessa?

Mi sembra di aver fatto un viaggio nel tempo, di aver rivissuto a mente, ma anche con il copro, tutto quello che ho fatto in questi ultimi mesi di una vita che ho da sempre considerato squallida e senza alcun valore.

Ma mi sembra così strano... Mi sembra tutto così strano... Possibile che veramente io, io, quella scopofobica, abbia fatto tutto questo? Eppure so che è la verità, e che Charlie non mentirebbe mai.

E' un po' come quando capisci di star tenendo in mano una bottiglia, solo con l'ausilio del tatto e non della vista, perché stai tenendo gli occhi chiusi. Senti il suo collo, il suo tappo e la consistenza plasticosa, ma non riesci a capire se si tratti di una plastica di colore blu, rossa, verde o trasparente, oppure di cosa contenga: se acqua, limonata, succo o altre bibite. Ed è così anche per me: sento tutte quelle piccole azioni e so di averle fatte, ma mi sembrano inverosimili per una come me.

Vorrei dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma non ne sono in grado, sono come bloccata. Riesco solo ad avvicinarmi a lui e affondare la faccia nell'incavo fra la sua spalla e la sua testa.

«Tu continui a dire di essere orgogliosa di me... Ma in realtà sarei io a doverlo essere di te» prende ad accarezzarmi i capelli, con movimento lento e rilassante.

Lo stringo più forte, consapevole di tutto quello che ha detto, ovvero la verità, solo e soltanto la verità. Inizio a ridere e piangere contemporaneamente. Ora posso dirlo: sono orgogliosa di me.

***

Non so come è successo, ma sono a casa di Penny. Sono secoli che non vengo qua, quasi mi ero scordata di come fosse fatta casa sua, tant'è che mi sono persa nel vano tentativo di cercare il bagno. Non che la casa di Penny sia gigantesca, ma diciamo che è decisamente più grande della mia, ma più piccola di quella di Charlie.

Tutto è iniziato quando, all'intervallo, ho deciso di cercare Penny per stare un po' in sua compagnia. Charlie in quell'ora stava facendo una verifica di Scienze, che avrebbe occupato due ore, sebbene spezzate da un intervallo. Così, dopo il discorso affrontato con lui un paio di giorni fa, non avevo voglia di stare sola soletta nella mia classe, cosa che, una volta, sarebbe stata la morte sua, la cura a ogni dolore di Zilla Allen.

Penny era stata molto contenta di vedermi, staccandosi subito dal suo gruppetto di amiche e preferendo fare una chiacchierata con me. Non ho idea da cosa e quando sia emerso il discorso, ma fatto sta che Penny aveva iniziato a farmi un discorso su quanto le venisse difficile studiare Storia, memorizzare tutte le date, i luoghi e gli eventi più importanti.

A parer mio, Storia è forse una delle materie più semplici del mondo, ma mi rendo conto che forse la mia affermazione si basi solamente sulle mie abili capacità in quella materia. Dunque, senza pensare minimamente a quello che stavo dicendo, e con una tale arte oratoria, simile a quella di una traduzione su Google Translate, mi sono cretinamente offerta di aiutarla.

E ora eccomi qui, seduta sul suo letto, intenta a spiegarle la caduta dell'Impero Romano d'Occidente.

«Per questo motivo, oltre alla deposizione dell'ultimo imperatore Romano, gli storici considerano anche il Sacco di Roma come una delle principali cause della caduta dell'impero d'Occidente, avvenuta nel 476 dopo Cristo. Ti sembra di aver capito?» concludo il mio discorso come meglio posso, mostrando un piccolo sorriso intimidito.

«Wow, Zilla, dovresti dare ripetizioni a chiunque, spieghi meglio della mia prof».

Sento le mie guance in fiamme. «Adesso non esagerare»

«No, no, devi credermi, sei pazzesca» chiude il libro e si mette a smanettare con il telefono, mentre rimango accerchiata da pensieri appagati nei confronti di quelle sue parole cariche di complimenti.

Mi soffermo a guardare la camera di Penny, pensierosa. Sulle preti lilla sono appesi poster raffiguranti alcuni cantanti come Harry Styles, Melanie Martinez e Ariana Grande. Mentre sugli scaffali, privi di libri, sono messi ben in mostra alcuni trofei e medaglie di pallavolo e ginnastica ritmica. Penny è da sempre stata una bravissima atleta, al contrario di me. Quando lei prendeva sempre dieci nelle lezioni del professor Scott, alle medie, io prendevo solo e solamente sei, a stento addirittura.

«Hai sentito del ballo?».

Mi distraggo dai miei pensieri e mi concentro nuovamente su Penny.

«Quale ballo?»

«Massì quello della scuola, quest'anno si terrà il primo di giugno».

Giusto, mi ero scordata dell'esistenza di quell'evento. La nostra scuola è solita a organizzare questo "ballo di fine anno", tutti gli anni, verso giugno, per far divertire un po' i poveri studenti martoriati dall'anno scolastico passato. E' un evento in cui ci si ritrova, si balla e si festeggia un po' in compagnia. E' molto simile ai cosiddetti PROM americani, solo più scrausi e idioti.

L'anno scorso mi sono dal principio rifiutata di partecipare. Troppo casino e specialmente troppa gente, che poi, finita la festa, si va a ubriacare in chissà quale bar di strada.

Insomma, non fa per me, la considero una grandissima minchiata, adatta solo per chi vuole sfoggiare vestiti eleganti oppure farsi di erba e alcool.

«Sí, ne ho vagamente sentito parlare...» mento, in realtà lo so benissimo «...ma non parteciperò, non mi va molto».

Penny annuisce e appoggia il telefono fa parte.

«Sai, anche io sono piuttosto convinta di non andarci».

Mi sembra improbabile. Penny Nerton, una delle ragazze più gentili, belle e popolari della scuola, non va a una festa superipermega-fica? Sarebbe come dire che la forbice batte il sasso. É relativamente impossibile.

«Come mai?» prendo a giochicchiare con il tappo della biro nera della Bic. Ho una certa riluttanza nell'usare penne blu... Non le accetto neanche a pagarmi oro. Sono troppo... Allegre.

Penny sospira.

«Speravo che fosse Jack... Il mio "amico" a invitarmi, ma a quanto pare ha intenzione di portarne un'altra».

É triste e delusa, lo si vede a chilometri di distanza. Mi impietosisco a vederla così, poverina, il broncio non le si addice proprio a quel viso di porcellana.

«Che stronzo, non ti merita affatto»

«Be', ma intanto va a spassarsela con qualcun'altra» fa un sorriso ironico, ma carico di tristezza

«E tu vacci lo stesso, no? Vai là e fagli vedere che senza di lui puoi brillare comunque».

Il suo sorriso perde quel lato malinconico che lo rendeva tanto sbavato.

«Ma tu come fai?»

«A fare cosa?» la guardo negli occhi

«A essere così forte. Io non ce la farei mai a prendere le cose di petto così come lo fai tu».

Io? Prendere le cose di petto? Mi sembra quasi più probabile vedere un panda che fa danza classica, piuttosto che vedere una Zilla "forte".

Ultimamente le persone mi stanno dicendo cose strane, che mandano in tilt il mio cervello ingenuo. Forse dovrei smetterla di bere tè alla vaniglia, mi fa male... É tutta colpa di Charlie.

«A volte avere la delicatezza di uno scaricatore di porto non rende molti vantaggi...» borbotto.

Penny scoppia a ridere, ma a ridere sul serio, con tanto di lacrime agli occhi e ventre dolorante trattenuto fra le sue mani.

Alla fine non resisto, la risata di Penny é molto contagiosa. Scoppio anche io a ridere, ritornando con la mente a quei giorni felici delle medie, in cui ero tranquilla con la mia vita.

Che forse stia tornando tutto come prima?

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