One Of The Wolves - Un'Anima...

By Kuma272

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#1🥇in Lupimannari 2/09/23 #3🥉 in Fantascienza 20/08/23 #25 in Fantasia 23/08/23 #3🥉 in Fantascienza 30/06... More

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Prologo
Capitolo 0
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Fine (?)

Capitolo 53

43 4 2
By Kuma272

Niente. Ok? Niente.
Si torna indietro.
Noi non abbiamo visto niente.
Assolutamente nient... aspetta...

Un bagliore metallico e accecante rapì quei labili pensieri cancellandoli definitivamente.

Un bastoncino sottile e argenteo aveva già catturato la mia attenzione.
Era ancora ricoperto dello stesso sangue che aveva versato tagliando la gola del ragazzo. Se ne stava lì: di fianco al pacchetto rovinato. Talmente sottile da risultare quasi invisibile sul quel legno legno sbiancato e vecchio.

Solo dopo aver notato quel piccolo particolare riuscii a rendermi conto di tutto ciò che era disposto lì.
Per ogni oggetto c'era un pizzico di polvere, sottile e leggera. Tranne che per sigarette, che di fianco, avevano l'asticella di metallo.

Per un istante, un solo, fuggente istante, i granelli di quella sabbiolina finissima e l'asticella mi sembrarono avere lo stesso, identico e metallico colore.

Mi girai nuovamente verso gli altri.
Raff diede l'impressione di essere confuso, concentrato, perfino arrabbiato: glielo si poté leggere negli occhi. Sembrò essere venuto improvvisamente a conoscenza di una verità lampante e indiscutibile. Ma, allo stesso tempo, non averne compreso a pieno la natura.

Fatta eccezione che per lui, i due cugini sembrarono esserci rimasti esattamente come me. Che, ancora, cercavo di collegare tutto ciò al nostro amico o alla sua famiglia (per quanto poco ce ne avesse parlato).

Probabilmente a causa di un esaurimento nervoso decisi di non voler vedere altro. Tornai sui miei passi spingendo gli altri fuori da quella stanza.

«Via di qui. Ne parleremo dopo.» Fu l'unica cosa che riuscii a dire.

Tornati sul divano mi limitai a sedermi su uno dei braccioli, guardare il pavimento e, iniziare a domandarmi cosa avesse capito Raff più di me.

Eppure, davanti agli occhi, continuai ad avere solo quell'asticella tagliente.
Com'era possibile che mi desse tutto quel senso di sicurezza? Era pericolosa. Aveva già ucciso qualcuno di parecchie volte più grande e più grosso di me (nonostante non fosse poi difficile superarmi in altezza e/o forza).

Ripensando alla notte in cui l'avevo presa tra le dita riuscii a sentire nuovamente la sensazione provata: protezione. Come poteva essere tanto rassicurante proprio un oggetto del genere? Lo stesso che avevo immaginato fin troppe volte sporco del mio di sangue. Avrei dovuto esserne terrorizzata e invece...
Un brivido passò violentemente lungo la mia schiena facendomi tornare alla realtà. Giusto in tempo per vedere l'Assassino varcare la porta.

Tra le mani solo un sacchetto di pelle scura e rovinata. Riconobbi subito il filo metallico che lo avvolgeva e teneva chiuso. Era la stessa asticella, soltanto più pulita.

Lui non disse nulla. Si sedette soltanto. Semplicemente guardandoci in faccia uno per uno.
Raff. Liam. Lydia. Poi io.

Vidi gli altri scambiarsi occhiate discrete e preoccupate. Mentre io mi ostinai a voler sorreggere quel suo sguardo esaminatore.

«Volevate sapere perché siete finiti qui. Giusto?» chiese con nonchalance.

E lì mi si rizzarono le orecchie.
Nonostante ancora provassi nausea all'idea di dargli del tu, mi costrinsi a parlare.

«Ti ascoltiamo.» Ostentai un'imperturbabilità che mai mi era appartenuta davvero.

«Sono stati ritrovati altri due corpi.» Ci informò.

«Corpi?» chiese Lydia mentre nella mia testa sorgeva invece un'altra domanda.

"Altri due" ha detto?

«Quando?» Fu Raff a chiedere stavolta.

«Subito dopo l'ultima fumata della foresta. La prima portò un solo cadavere. La seconda ci convinse a prendere nuovi lupi...» Ci guardò come se già non sapessimo che stesse parlando di noi.

«...Seppur finì con il rivelarsi innocua. Mentre alla terza, sono abbastanza sicuro abbiate assistito anche voi.» Continuò provocandomi solo rabbia.

«Insomma, non hai certo avuto fretta di dircelo. Sono passati mesi.» Risi sarcastica reprimendo la voglia di ucciderlo con le mie mani.

«È stata la quarta fumata a portare ai cadaveri. C'è stata durante l'ultima luna piena, ma penso siate stati troppo impegnati per notarla.» Precisò quasi prendendosi gioco di me.

«Per ora sembra essere l'ultima, ma ormai si da per scontato che ce ne saranno altre.» Mi zittì.

L'unica cosa che fece fu osservarmi. Forse aspettandosi delle scuse.
Avrei preferito non fargliele affatto ma mi accontantai di non dovergliele porgere esplicitamente. Così abbassai semplicemente lo sguardo sul pavimento e, per quanto inutile potesse sembrare, quel gesto sembrò accontentare l'uomo.

«E cosa dovrebbero voler dire tre caderi per noi?» Chiese Liam.

«Nulla. Se non che qualcuno usa la più pericolosa foresta di questo mondo contro di noi. E che quindi, il vostro branco sarà mandato a controllare.» Quelle parole mi pietrificarono.

«Pericolosa? La maggior parte di voi non è neanche mai arrivato alla radura dei lupi!» Sbottai.

E un suo sguardo, all'apparenza freddo ma in realtà iracondo, mi convinse a correggermi.

«Volevo dire... alla nostra radura.»

Non ebbi neanche la minima idea di cosa importasse a lui se nella mia testa quella era una "nostra" o una "loro" proprietà.

«In tal caso mi chiederei perché nessuno voglia entrarci.» Insistette.

«Perché proprio i lupi allora?» Chiese Lydia.

«Siamo qualcosa di simile a delle forze militari qui. I soldati di Ingr insomma.» Ci sorprese Liam.

Doveva sicuramente averne parlato con Sar. Eppure ancora non riuscivo a farmi un'idea di come fosse riuscito a entrare tanto in confidenza con l'alfa. Gli aveva detto il suo nome. Com'era stato possibile?

L'Assassino annuì, probabilmente compiaciuto di non doverci spiegare proprio tutto.

«In ogni caso davanti a voi ci saranno i vampiri. Se voi siete soldati, loro sono le nostre spie, o vedette se preferite. Se loro trovassero qualcosa di strano o potenzialmente mortale, lungo il tragitto, voi lo sapreste molto prima di arrivarci.»

«Rassicurante.» Commentò sarcasticamente Raff.

Dovevamo fidarci di creature immortali e probabilmente già ansiose di vederci massacrati dalla prima bestia che avremmo trovato? Certo, perché no?

L'uomo continuò a fingere noncuranza nei confronti nostri e delle parole che pronunciava.

«Ora, non so come verrete disposti dal vostro alfa, ma farò in modo che Shira stia con i vampiri.»

E per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.

«Cosa?» Fu Liam a parlare al mio posto, essendo io troppo impegnata a tossire e ripensare alla mano del vampiro stretta sulla mia gola.

Dimenticai come respirare.

L'Assassino ignorò il ragazzo, rivolgendosi direttamente a me.

«Avrai anche vinto contro quasi tutti loro durante l'allenamento, ma ti perdi completamente non appena arriva il momento di affrontare un avversario che non conosci. Riesci a essere stupidamente timida perfino in battaglia. Mi auguro non serva dirti che non puoi permettertelo. E, come se non bastasse, perdi il controllo della situazione non appena a toccarti è qualcosa di diverso dell'avversario davanti a te. Durante una battaglia, non ci sarà tutta la distanza che immagini tra te e gli altri. Tecnicamente sei la meno preparata a uno scontro, le tue vittorie si basano sull'effetto sorpresa e su scivoloni quasi del tutto casuali. In oltre, tendi ad avere un passo silenzioso, non parli troppo, e potresti essere tu stessa ad avvisare i lupi in caso di pericolo. Stavolta sarai la pendolare. Non è una richiesta.» Sentenziò schietto.

Quanto cazzo di tempo hai avuto per osservarci tutti? Pensai disgustata.

Lui continuò a guardarmi, forse cercando una conferma. Come se potessi rifiutarmi.

Mi ostinai a rimanere immobile, senza spiccicare parola, pregando che dalla mia faccia non trasparisse niente di ciò che pensavo. E, fortunatamente, lui lasciò perdere da solo, concentrandosi su altro e aprendo il sacchetto che aveva ancora tra le mani.

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