𝐓𝐄𝐋𝐋 πŒπ„ 𝐀 𝐒𝐄𝐂𝐑𝐄𝐓

By MartinaOwensStories

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«𝑡𝒐𝒏 𝒂𝒑𝒑𝒆𝒏𝒂 π’Š π’”π’–π’π’Š π’π’„π’„π’‰π’Š π’π’π’„π’„π’Šπ’π’π’‚, π’„π’‚π’π’…π’Š π’„π’π’Žπ’† π’Šπ’ π’„π’Šπ’π’„π’„π’π’π’‚π’•π’ οΏ½... More

Bα₯™t fΞΉrst
Cα₯²st
Dα₯±dΞΉα₯΄α₯²
Dα₯±dΞΉα₯΄α₯² 2.0
0. Mყ gα₯²mα₯±, mყ rα₯™α₯£α₯±s.
𝟏. Pα₯±rfα₯™mα₯±s α₯²α₯’d ρα₯²ssΞΉoα₯’s
2. FΞΉrα₯± oα₯’ fΞΉrα₯±
3. Iα₯’fα₯±rα₯™s
4.Nα₯±vα₯±r α₯£ΞΉα₯± to thα₯± Dα₯±vΞΉα₯£
5. IΞ·Ρ•ΞΉΙ—Ρ” Ρ‚Π½Ρ” Rσσм
6.FΞΉα₯’ΞΉsh or stα₯²rt?
7. It's α₯² bα₯²d ΞΉdα₯±α₯²
8. VoꙆtα₯²Ι α₯±
9. Hoodα₯±d
10. Thα₯± α₯’ΞΉght of mα₯±morΞΉα₯±s
11. SΙ‘ve me
12. DreΙ‘m or Nightmere?
13. Chα₯²ΞΉα₯’-α₯£ΞΉt dΞΉα₯’α₯’α₯±r
14. Hooα‘―α₯±α‘―
15. A NΞΉghtmα₯±rα₯± GΞΉft
16. Thα₯±rα₯± ΞΉs α₯’o room for tα₯™rmoΞΉα₯£ hα₯±rα₯±
17.Oρα₯±α₯’ ყoα₯™ΙΎ α₯±αƒ§α₯±β³½
18. Aα₯£α₯•α₯²αƒ§s
19. Aα₯•α₯²kα₯±α₯’ΞΉα₯’gs
20. Shα₯²rα₯±d ρα₯²ΞΉα₯’s
21.A dΔ±fferent shΞ±me
22. Coα₯’α₯΄α₯±ssΞΉoα₯’ dα₯±α₯’ΞΉα₯±d
23.Problems never reject the cΞ±ll
24. Twins dΙ‘y
25. HΙ‘ppy B-DΙ‘y, PiccolΙ‘ frutti di bosco

0.2 Wα₯±α₯£α₯΄omα₯± to thα₯± PoΞΉsoα₯’

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By MartinaOwensStories

⚠️ ATTENZIONE ⚠️

Prima di iniziare con la lettura del capitolo vi chiedo gentilmente di riempire la stellina che trovate in fondo a sinistra.
So che molti di voi sono lettori silenziosi e neanche ci prestano attenzione ma per noi autrici è molto importante così come lo sono i commenti, non solo perché ci aiutano a capire quanti di voi sono coinvolti ma anche per sapere cosa ne pensate di ciò che scriviamo.
Banalmente, anche se non molto, è anche un modo per gratificarci e soprattutto per farci capire che il nostro duro lavoro e il nostro tempo, non sono vani.
Ora vi lascio alla lettura del capitolo.

Sempre ed immensamente vostra, Marty ♥️

Ivყ


Cosa stesse accadendo in questo momento della mia vita ancora non era molto chiaro. Del resto molte cose non lo erano mai state e stavo solo impazzendo nel tentativo, vano, di far combaciare ogni tassello del puzzle.

Ero esausta. Ogni cosa sembrava percorrere la strada sbagliata. Giravo in tondo, quasi alla cieca, e più camminavo, più inciampavo sui miei stessi passi.

Avevo bisogno di distrarmi, di non pensare almeno per una sera e insieme a Leo, avevamo deciso di raggiungere qualche suo amico al Poison, il locale più bello e in voga di tutta Miami.

Giravano molte voci in merito, si diceva che paradiso, purgatorio e inferno convivessero sotto lo stesso tetto, sotto lo stesso Re.

Ares James.

Ma sinceramente, chi fosse di preciso, non ne avevo la più pallida idea.

Circolavano molte storie su di lui, sul suo aspetto da diavolo tentatore, dai penetranti occhi color ghiaccio e movenze predatorie.

Le ragazze raccontavano di lui che fosse bello a tal punto da fare male.

Avete presente quando vostra madre si raccomandava di non accettare caramelle dagli sconosciuti? di tenervi lontano dai guai, di mangiare tutto o l'uomo nero sarebbe venuto nella notte per portarvi via? Bene! Ares James era molto, ma molto peggio.

O almeno questo è quanto si vociferava tra le strade della città, di notte, quando,ogni più bramoso desiderio, divampava nelle viscere delle bocche fameliche delle femme fatale nubili di Miami.

Quando il taxi si fermò poco distante dalla discoteca, Leo non tardò a farsi strada tra la folla per arrivare al cordone rosso dell'entrata.

Camminava lentamente, con il suo solito portamento felino e sensuale che riusciva a catturare l'attenzione di tutti i presenti su di se.

Mentre la sua lunga chioma bionda oscillava sfiorandole la scollatura profonda del vestito in seta nero sulla schiena, il profumo di vaniglia si mescolava a quello della salsedine.

Nessun ragazzo ignorò la sua presenza e ad ogni suo passo, vidi sempre più volti girarsi verso di lei.

Eleanor Parsson era la ragazza più bella che avessi mai visto e non solo per il suo fisico snello e asciutto che faceva invidia alle modelle di Victoria's Secret ma anche per il suo carattere combattivo, deciso è sempre pronto ad aiutare chiunque ne avesse bisogno.

Leo era bella sia dentro che fuori e la nostra ormai storica amicizia era una delle pochissime cose della quale ero grata alla vita.

Davanti alla porta d'entrata, con le braccia incrociate sotto il petto marmoreo e muscoloso, fasciato da una camicia bianca di almeno un paio di taglie più piccola, Grayson, il buttafuori, selezionava con estrema serietà chi poteva entrare e chi no.

Infatti, proprio in quello stesso istante, un ragazzo mingherlino, dall'aria smunta e apatica, si stava lamentando del fatto che non lo stesse facendo entrare.

Che poi, sinceramente, se un energumeno come Grayson si rifiutasse di farmi entrare, non tenterei la fortuna pregandolo di fare il contrario. Mi sarebbe bastato un suo sguardo per darmela a gambe levate.

«Sei al Poison razza di coglione, dove pensi di andare con quella camicia hawaiana? Sveglia amico, non sei in vacanza a Honolulu.» schioccò la lingua tra i denti, piegandosi verso il suo viso per mettersi alla sua altezza. «E puzzi, cazzo. Vai a casa e fatti una doccia, poi forse la prossima volta ti farò entrare.»

Conoscevo Grayson da ormai un paio di anni, da quando mi ero trasferita nuovamente a Miami dopo la conclusione del college e di tanto in tanto accompagnavo Leo nelle sue notti brave in giro per la città.

«È per questo che il Poison è così famoso.» esordì Leo, girandosi verso di me. «La selezione è in assoluto la migliore della città.»

Abbozzai un sorriso, passando il braccio intorno al suo mentre percorrevamo gli ultimi metri che ci dividevano dalla tanto attesa e meritata serata che avevamo programmato da giorni.

Alzai gli occhi verso l'edificio immenso, girando di poco il viso mano a mano che continuavamo a camminare e l'insegna del locale posta sopra di noi quasi mi sembrò bella ed eccitate come la notte di Natale per i bambini.

L'insegna al neon fucsia aveva all'interno una sfumatura di rosso scarlatto e i mattoni neri dell'edificio contrastavano alla perfezione con quel colore peccaminoso e accattivante. Si percepiva come tutto questo fosse stato accuratamente studiato e reso poi reale.

Solo a guardarlo ti veniva voglia di sfiorarne le pareti consapevole che non appena la tua pelle fosse entrata in contatto con quella superficie, la sua aura oscura ti avrebbe risucchiato nel vortice della sua essenza.

«Sempre a polemizzare sull'outfit maschile, Graygray?»

Leo impostò la voce in modalità flirt e mi girai verso la sua vittima.

Avevo visto Grayson provarci spudoratamente con la mia migliore amica diverse volte senza mai ottenere niente di più di un bacio a fior di labbra da ubriaca, ma nonostante questo lui sembrava sempre molto felice di vederci.

Le labbra sottili gli si allargarono in un ampio e sincero sorriso mentre la mascella marcata divenne più morbida e rilassata. 

«Ecco le ragazze più belle di tutta Miami.» rise spostando bruscamente il ragazzo davanti a lui che vacillò per l'impatto prima di arrendersi definitivamente e andare via con il capo chino e le spalle molli.

«Il solito adulatore.» ridacchiò Leo alzandosi in punta di piedi per posargli un bacio sulla guancia.

Grayson sorrise e rimase con il viso rivolto verso di lei per qualche istante.

«Era ora che vi decideste a venire.» commentò.

«Si hai ragione.» rispose la mia migliore amica facendo un passo indietro.

Mi avvicinai e imitai il suo gesto, baciandolo sulla guancia opposta a quella dove lo aveva baciato lei.

«Ci manca solo questo locale da conquistare, dopodiché tutta Miami è nostra.» civettò facendogli l'occhiolino.

Leo adorava flirtare con lui e ormai ero giunto alla conclusione che, tutto sommato, anche a lui non dispiacesse, nonostante i continui due di picche.

«Direi che il primo giro di shot è offerto dalla casa.» rispose lui passandoci le enormi braccia intorno alle nostre minuscole spalle.

In confronto a lui sembravamo tutte formiche.

«È il minimo.» rispose Leo puntandogli l'indice laccato di bordeaux sul petto.

Gli occhi scuri di Grayson si abbassarono sul suo gesto e la guardò da sotto le ciglia nere. «È il minimo se poi ti fai portare a cena fuori.»

Scosse la testa sorridendo e si liberò dal suo braccio facendo oscillare l'indice che poco prima era sul suo petto, davanti ai suoi occhi. «Graygray lo sai che non esco con nessuno.»

Grayson si girò verso di me, guardandomi rassegnato.

«La tua amica è proprio cattiva, non fa altro che spezzarmi il cuore.» rispose mettendosi una mano sul petto.

Risi. «Il problema sei tu, Grayson perché ancora glielo permetti.»

Grayson alzò le mani in segno di resa e scoppiò a ridere. «Siete due streghe, non c'è alcun dubbio.»

Inciampai sui miei piedi quando, a causa di una spinta, un ragazzo mi venne addosso.

Fortunatamente non caddi, riuscii a tenermi a Grayson che rivolse uno sguardo truce alle persone dietro le mie spalle.

«Quanto ci scommettete che non faccio entrate nessuna delle vostre facce da cazzo?!» ringhiò. «Indietro o l'ultima cosa che vedrete e l'asfalto.»

L'aumento del vociferare intorno a noi mi fece capire che l'afflusso di gente stava prendendo piede tanto che dalla porta fuoriuscirono altri buttafuori per venire in aiuto degli unici due che fino ad ora avevano tenuto a bada la folla.

Mi schiarii la voce, percependo una strana sensazione addosso.

Mi sentivo osservata, no anzi, studiata e non ci misi molto a capire da dove venisse.

Un ragazzo dai capelli corti, mossi e castani e la faccia imbronciata se ne stava con le braccia conserte appoggiato al muro mentre e ci squadrava dalla testa ai piedi.

Gli occhi verde smeraldo luccicavano con la luce al neon dell'insegna mentre la t-shirt bianca metteva in risalto i tatuaggi sulle braccia e quelli sul collo.

«Hai finito di farci la lastra?» sputai inacidita imitando la sua stessa postura.

Il ragazzo sorrise, mostrando i denti bianchi e dritti prima di posarsi sulla figura al mio fianco.

Girai il viso portando l'attenzione sulla mia migliore amica e vidi le sue gote avvampare.

Sbattei le palpebre, incredula di ciò che i miei occhi avevano appena visto.

Il ragazzo si staccò dal muro per avvicinarsi «Grayson...» la voce rude ma delicata allo stesso tempo, richiamò l'attenzione del buttafuori «Conosci queste ragazze?»

Grayson si girò verso di lui ricomponendosi seduta stante e si avvicinò. «Hey Alex, si sono due amiche di vecchia data.» rispose porgendogli il braccio in segno di saluto.

I due si strinsero gli avambracci con forza, senza staccarsi gli occhi di dosso.

«Bene! Allora cosa aspetti a farle passare? Due ragazze così belle non posso rimanere qui fuori!»

Il ragazzo annuii, togliendo il cordone rosso per farci passare.

Alex, così lo aveva chiamato Grayson, non distolse gli occhi dalla mia migliore amica neanche per un istante e quando lei gli si avvicinò con fare sensuale, potrei giurare di averlo visto mordersi il labbro.

Sospirai e scossi la testa trattenendo un sorriso. Scintille, ecco cosa prevedevo.

«Grazie»

Lo sussurrò semplicemente, mentre con fare seducente gli sfiorò prima il bicipite e poi la mano.

Alzai gli occhi al cielo e afferrai la mano della mia amica per trascinarla velocemente dentro il locale.

Va bene flirtare, ma qui stavamo esagerando e io avevo bisogno di bere, ai ragazzi, ad Alex in particolare modo, ci avrebbe pensato poi.

Percorremmo lo stretto corridoio, aspettando che la fila davanti a noi fluisse in modo tale da permetterci di entrare finalmente all'interno della discoteca.

«Mi raccomando stammi vicino.» sussurrò Leo al mio orecchio.

Annuii guardandomi attorno di tanto in tanto, ma oltre al nero delle pareti, l'unica cosa che si vedeva era la striscia al led posta ai lati del corridoio che illuminava il percorso.

«Ho sentito dire che parte della discoteca sia stata rinominata purgatorio.» sussurrò ancora una volta Leo mentre facevamo alcuni passi in avanti.

«Perché mai?» sussurrai a mia volta.

Leo si strinse nelle spalle. «Nessuno lo sa.»

Schiusi le labbra e annuii. «A me sembra un locale come tutti gli altri a dire il vero.» constatai.

Leo si girò di scatto verso di me guardandomi come se avessi appena bestemmiato mentre cavalcavo uno di quei tori meccanici con in testa un cappello a forma di pinna di squalo fluorescente cosparsa di glitter oleografici.

Ma proprio quando feci per risponderle, la fila si aprì e tutte le persone davanti a noi si sparsero mostrandomi finalmente l'interno del locale e...

«Oh mio Dio...» gridò Leo in preda all'euforia guardandosi intorno.

Spalancai gli occhi, sorridendo.

Avvolte da telo bianchi in cerchi adornati da fiori colorati e piante rampicanti intersecate da minuscole luci gialle, fluttuavano su di noi, sinuose figure femminili.

Oscillavano a intermittenza, alternandosi in una sensuale danza dall'aspetto antico e fatato.

Fiumi di alcol scorrevano tra i vari prive situati intorno al perimetro del locale mentre la pista pullulava di persone che ballava a ritmo di musica commerciale.

Oltre la pista, all'esatto opposta da dove eravamo entrate, il palco occupava gran parte dello spazio e il Dj mixava le tracce accompagnato dalle ballerine che si muovevano sensualmente.

Non avevo mai visto niente del genere.

Le voci avevano ragione. Il Poison era dannatamente bello.

«Non posso crederci che ci stavamo perdendo tutto questo.» urlò Leo girandosi verso di me con un sorriso così ampio da farle salire gli zigomi quasi finito a chiuderle gli occhi. «Andiamo a bere amica mia, che la serata abbia inizio.»

Mi afferrò la mano e senza indugio, ci trascinò entrambe verso l'esterno della pista dove individuammo il bar.

Leo si fece strada ignorando le occhiatacce e le male parole che alcuni ci stavano riservando a causa del suo impeto e quando, finalmente, raggiungemmo il bancone, Leo si sporse richiamando l'attenzione del barman.

Ero già rassegnata all'idea che nessuno sarebbe arrivato a servirci nel giro di pochi minuti e invece, con mia grande sorpresa, non appena un ragazzo si girò casualmente verso di noi, Leo lo catturò con lo sguardo e prima di quanto mi aspettassi, lui era davanti a noi.

«Cosa prendete ragazze?» chiese urlando mentre porgeva l'orecchio verso la mia amica.

«Tequila, sale e limone» rispose lei, urlando a sua volta e alzando due dita.

Il cameriere sorrise «Arrivano!»

Leo si girò verso di me, sorrise vittoriosa e poggiò i gomiti sulla superficie di marmo del bancone, passando in rassegna la pista.

«Sei alla ricerca di una preda?» domandai dandole una leggera spallata sorridendo.

Leo annuii muovendo la testa a tempo di musica.

«Grayson ti spoglia con gli occhi.» Poggiai entrambi i gomiti sul bancone, piegando un ginocchio «Perché non gli dai una possibilità?» domandai.

Leo scoppiò a ridere «E privarmi la possibilità di conoscere qualche bel ragazzo? Passo!»

Scossi la testa continuando a ridere.

«Tipo il tizio all'entrata?» continuai a ridere conoscendo già la risposta «Ho visto come lo guardavi.»

Leo arrossì «Tipo...» rispose.

Adoravo la mia migliore amica.

Quella pazza bionda sempre allegra e sorridente.

«Piuttosto» incalzò. Dal tono che aveva assunto, sapevo già dove volesse andare a parare. «Lo hai più visto?» domandò facendosi improvvisamente seria.

Scossi la testa «Per il momento è meglio lasciar perdere.» risposi.

Le note di Miss Fatty di Million Stylez iniziarono a pompare nelle casse e mossi i fianchi a ritmo di musica.

La pista pullulava di corpi aggrovigliati che ballavano sensuali e Leo sorrideva spensierata scuotendo la folta chioma bionda.

E finalmente, sul bancone il barman ci servì i due shot di tequila ordinati poco prima.

«Cincin.» Urlò Le0.

Portai alcuni granelli di sale sulla mezza luna tra indice e pollice, leccai il sale e subito dopo portai il bicchierino in vetro alle labbra macchiando di rosso il bordo.

Con gesto secco ingoiai il contenuto che prese a pizzicarmi fin dentro la bocca dello stomaco, attutendo poi, il sapore con uno spicchio di limone.

«Dio quanto amo questo locale.» sussurrai alla mia amica.

«Andiamo a scatenarci allora.» suggerì Leo.

Annuii e mano nella mano c'inoltrammo al centro della pista ancheggiando e canticchiando.

Se prima le persone si muovevano in modo sensuale, ora con questa canzone di sottofondo, la loro danza era un vero e proprio inno al sesso.

Si strusciavano gli uni contro gli altri e i respiri ansanti accompagnavano la musica.

Arrivammo al centro della pista e Leo iniziò a ballare sensualmente attirando lo sguardo di molti dei ragazzi attorno a noi.

Sorrideva e ammiccava ad ognuno di loro che la guardavano incantati.

Si muoveva come una sirena, danzava come un incantatrice, ma il suo sguardo era fermo su un punto ben preciso dietro le sue spalle.

Leo intrecciò la sua mano alla mia portando in alto le braccia, ci piegammo all'unisono sulle ginocchia, scendendo lentamente senza mai staccarci, restai così, per alcuni istanti accennando a qualche mossa di twerking, o almeno ci provai.

Ero accaldata. La gola secca. La testa leggera e finalmente non pensavo a niente.

Alcune ciocche di capelli si appiccicarono al collo ma non importava, ci stavamo divertendo, ridendo tra una battuta e l'altra.

Risalimmo lentamente, tenendo il fondoschiena arcuato all'indietro, lasciai la mano di Leo per scostarmi ma due mani ruvide, calde e grandi, s'impossessarono delle mie posandosi sui fianchi.

Li strinse facendomi sussultare e il tessuto dell'abito succinto si arricciò sulle cosce, scoprendo una buona parte della mia pelle.

Sentii il pantalone sfregare contro le mie gambe mentre la patta dei jeans spingeva tra i glutei.

Rabbrividii, ma non dallo spavento ma bensì dall'eccitazione che mi fece sentire febbricitante.

Solitamente questo genere di approccio m'infastidiva, sentivo il sangue ribollire per la sensazione di viscido che mi causavano certi atteggiamenti ma non questa volta.

Non so se fosse a causa dell'aria viziata o del modo in cui le persone si sfioravano accaldate, ma ogni centimetro del mio corpo stava prendendo fuoco. Un vero e proprio incendio doloso che aveva appiccato il corpo possente e mascolino dietro di me.

Abbassai lo sguardo sulle sue mani, notando due enormi rose rosse tatuate sul dorso dalla pelle ambrata.

Spostai lo sguardo poco più su, notando le maniche della camicia bianca arricciate fino agli avambracci anch'essi ricoperti di inchiostro nero.

Il profumo di cuoio misto a whiskey, mi penetrò sin dentro le narici, avvolgendomi tutti i sensi in una presa ferrea e tremendamente sensuale.

Sapeva di maschio alpha, di possessivo - ossessivo e fermezza.

Dio, ma cosa diavolo stavo pensando?!.

E lentamente, molto lentamente, le sue mani scivolarono lungo le cosce, arrivando a sfiorare lo spacco laterale con estrema delicatezza. La sua pelle, bollente, entrò a contatto con la mia e un brivido mi percorse la spina dorsale facendomi accapponare la pelle e arricciare persino le dita dei piedi.

Boccheggiai alla ricerca di aria ma poggiai entrambe le mani sulle sue, assecondando quel tocco. Avrei voluto girarmi per guardarlo in faccia, ma quando provai a staccarmi per farlo, la presa si fece più intensa e mi attirò a se, facendomi sbattere la schiena contro il suo petto marmoreo. Sfiorai la patta dei suoi pantaloni con il sedere a causa del suo gesto brusco e percepii un ringhio gutturale provenire dalla sua gola.

Stavo andando a fuoco e la temperatura non aveva niente a che vedere con questa sensazione.

«Ciao...» sussurrò lascivamente, sfiorandomi il lobo con le sue labbra carnose.

Era calda, roca e così profonda da inabissarmi.

Una scossa di puro e semplice piacere prese il sopravvento su ogni singolo centimetro del mio corpo ormai succube del suo.

Portai le braccia in alto continuando ad ancheggiare seguendo il ritmo del suo corpo, cosi vicini da fondersi, così uniti da non riuscire più a capire dove finissi io e dove iniziasse lui.

Mi sfiorò i fianchi accarezzandoli e marchiandoli imprimendo i polpastrelli su di me. Lo sentii muoversi, accompagnare i miei movimenti premendosi contro di me.

Abbassai le braccia, portandole dietro il suo collo, iniziai ad accarezzarlo con il palmo delle mani movendole e graffiando delicatamente la sua pelle liscia.

Un suono gutturale, animalesco, fuoriuscì dalle sue labbra e piegò la testa sull'incavo del mio collo, dapprima sfiorandomi con la punta del naso per poi lasciare una scia di baci, bollenti, infuocati e umidi fino a lambire un punto ben preciso del collo in modo delicato e tremendamente sensuale.

Brividi di eccitazione s'impossessarono delle mie gambe, quando percepii l'erezione crescergli da sopra il tessuto duro dei jeans e premermi contro il sedere.

Torreggiava su di me, imponendosi sulla mia figura.

Sorrisi compiaciuta e lusingata da quella reazione nonostante mi sentissi una preda pronta per essere braccata dal suo cacciatore.

«Se non fossimo circondati da tutte queste persone...» mi sussurrò dentro l'orecchio. «Ti divorerei!»

Riportai lo sguardo davanti a me, Leo continuava a ballare, immersa in chissà quale pensiero fino a quando la nostra tensione erotica non divenne così forte e palpabile che sembrò richiamare anche lei, costringendola a voltarsi nella nostra direzione.

Gli occhi verdi della mia migliore amica, in un primo momento, si spalancarono, increduli, la vidi persino trattenere il fiato, ma dopo aver realizzato quanto stesse accadendo e, a giudicare da come mi stava scrutando, dal mio sguardo calmo e vibrante di eccitazione, un sorriso apparve sulle sue labbra sottili facendomi capire che l'uomo dietro di me era bello da mozzare il fiato e che avevo tutto il suo appoggio.

Qualcosa si mosse vicino alla mia testa, un semplice movimento, quasi impercettibile, la chioma bionda della mia migliore amica si mosse in un movimento di consenso, come se la persona alle mie spalle le avesse detto qualcosa, e nel giro di una frazione di secondo, tornò a darci le spalle.

La curiosità mi stava logorando. Non riuscivo più a resistere, dovevo guardarlo negli occhi, associare un viso e un corpo a quei movimenti.

Provai a fare un passo in avanti per liberarmi dalla presa e quando lo sentii scostarsi dal mio corpo, la sensazione di vuoto che venne dopo mi fece, per un istante, vacillare.

Sentii lo stomaco sprofondarmi nel vuoto, giù fino ai piedi e le mie gambe tremarono.

Mi girai di colpo ma dietro di me, oltre ad alcune coppie intente a ballare e baciarsi, non trovai nessuno.

Solo il vuoto.



• ANGOLO AUTRICE •
❄️🫐

Sono scappata la prima volta e scapperò anche questa 🌝
Vi aspetto su Instagram per i commenti.
Se vi va lasciate un commento e riempite la stellina
Xoxo
Marty ♥️

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