The Omega - Blue Eyes

By zerby_lena

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Sequel di The Omega, racconta la prima parte del lungo viaggio che dovranno compiere Ethan e Kayla per sfuggi... More

CAPITOLO 1 - Nuovi incontri
CAPITOLO 3 - Rivelazioni
CAPITOLO 4 - Preparativi
CAPITOLO 5 - L'incubo
CAPITOLO 6 - Zenit
CAPITOLO 7 - Agonie
CAPITOLO 8 - Rick
CAPITOLO INEDITO 1 - Neve!
CAPITOLO INEDITO 2 - La moto
Spazio Autrice
the Omega-revenge

CAPITOLO 2 - Attesa

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By zerby_lena

Le ore passano. Inizialmente penso di mettermi a dormire, ma non ci riesco. Allora comincio a fissare le immagini delle persone che passano davanti alle telecamere. Io ed Ethan proviamo a prenderle in giro per le facce, ma alla fine si rivela un attività molto noiosa. Allora provo a disegnare nella polvere che c'è per terra. Mi viene un mostro che sembra un budino.

Decido di lasciare perdere l'arte e mi comincio ad arrampicare sulla stanza.

Quando ho raggiunto tutti i punti più nascosti del soffitto, scendo. Intanto Ethan ha tirato fuori un coltellino e si diverte a fare la punta ad un bastone.

- Perché fai la punta a quel bastone?- gli chiedo avvicinandomi.

- Per passare il tempo. E anche per non dover contare sempre solo sugli artigli.- mi dice sorridendomi.

- Non ha senso. Se non puoi usare gli artigli, di conseguenza hai le mani legate, quindi non puoi usare neanche il bastone.

- Può darsi.- mi dice lui sorridendomi.

- Finito!- esclama Alex, allontanandosi dal computer.

- Adesso possiamo vedere?

- No, bisogna aspettare che il programma sblocchi il file. Ancora...dieci minuti.- dice controllando lo schermo.

Annuisco.

- Come ti sei fatto quella cicatrice?- gli chiede Ethan.

- Questa?- gli chiede lui, indicando i tagli sul collo.

- Sì.

- Diversamente da come uno può pensare, non mi sono trasformato per questo graffio. Mi è stato fatto dopo la prima luna piena. Più precisamente, due settimane fa.

- Da quanto tempo sei un lupo?

- Da due anni. Questo graffio me lo ha fatto il mio Alfa quando ho lasciato il branco.

- E perché non è guarito?

Lui cerca di mantenere il suo sorrisetto da "è una figata", ma non gli riesce molto bene.

- Diciamo che è una mia caratteristica. Io non guarisco. O, almeno, guarisco come tutti gli altri licantropi, ma mi rimane sempre la cicatrice. E poi dipende anche dalla gravità del taglio.

- Perché?

Questa volta perde completamente il sorriso. Aspetta un po' prima di rispondere. Poi abbassa lo sguardo.

- Perché sono troppo debole. Non ho la forza di guarire completamente. Io sono un licantropo solo a metà. Non sarò mai forte come un vero lupo mannaro, ma sarò sempre più forte di un essere umano.

Il computer emette uno strano rumore, un fischio leggero. Poi il file si apre. Salto verso il computer.

Comincio a scorrere tutti i dati.

- Ti conviene ridurre il campo di ricerca.- mi consiglia Alex.

Clicco sull'icona con la lente d'ingrandimento e scrivo il mese e l'anno in cui sono nata. Novembre, 1998.

Le ricerche si riducono di molto. Quel mese sono nati cinque bambini e sono morte sette persone.

Controllo i nati.

Chiara Antolini, Liam Bernes, Jenny Chant, Kayla Niken...

Mi blocco. Non può essere.

Marie Niken.

Ho una sorella gemella! Ma dove si trova?

Mi alzo di scatto e corro verso la porta. Devo trovare mia sorella! Anche a costo di bussare a tutte le porte di questa città.

Corro fuori dall'ospedale e non mi fermo fino a che non raggiungo la prima casa. Controllo i cognomi sul campanello. Niente.

Passo alla seconda casa. Ancora niente. Poi arrivo alla terza, poi alla quarta, alla quinta, alla sesta, alla settima. Continuo così fino a sera.

Qualcosa mi riscuote. Penso alla fame. Ma non è quello. Tendo le orecchie.

Un ululato mi raggiunge. Ethan.

Una seconda voce si aggiunge a quel richiamo, e lo rende più forte e deciso.

Lascio perdere la mia ricerca e corro verso il suono. Corro fino a che non arrivo alla moto di Ethan.

Guardo raggiante i miei compagni. Ethan mi corre in contro, ma non per rassicurarmi. Quando vedo la sua espressione mi blocco per il terrore. Non lo ho mai visto così arrabbiato!

Mi afferra per le spalle e le sue unghie entrano nella mia pelle.

- Cosa credevi di fare?- mi urla contro.

- Volevo trovare mia sorella!- ribatto io con forza.

Mi tira un ceffone. Io salto indietro.

- Non ci hai nemmeno lasciato il tempo di organizzarci!- continua lui.

Guardo Alex, cercando aiuto, ma mi restituisce uno sguardo carico di rabbia.

- Volevo solo...

- No! Ci hai abbandonato come due scemi! Ti abbiamo pure cercato di raggiungere, ma ti eri come volatilizzata!

- Adesso però ci siamo ritrovati!

- Ma a che costo? Ora tutti i branchi nelle vicinanze sapranno dove siamo! Dobbiamo partire subito.- dice salendo in moto.

- No! Devo trovare mia sorella!

- Invece no! Devi scappare con noi! A meno che tu non voglia restare sola.- mi risponde duramente.

Io abbasso lo sguardo. Ha ragione. Non dovevo abbandonarli così. Ma non voglio ammetterlo davanti a loro.

- D'accordo.- dico, avvicinandomi alla moto.

Ma lui mi blocca.

- Credo che potresti anche andare con Alex.

Trattengo il fiato. È peggio di uno schiaffo questo!

Gli volto le spalle e salgo sulla jeep.

Sento la moto partire. Alex entra in macchina e segue Ethan. Io mi rannicchio sul sedile.

- Ha ragione.- mi dice lui.

Io mi volto dall'altra parte.

- Guarda che non devi aver paura di dire quello che credi realmente!

Io continuo a non guardarlo.

- A meno che tu non voglia perdere questa libertà.- dice lui.

Bam! Colpita ed affondata. Ha scoperto il mio punto forte e debole.

- So che ha ragione, solo che non mi va di ammetterlo.- dico infine.

- Bé, sarebbe come mentire a se stessi.

Annuisco.

Continuiamo a viaggiare fino a che non è notte.

A mezzanotte ci fermiamo.

Scendiamo dalla macchina.

- Io ho una tenda, se può servire.- dice Alex.

Ethan annuisce.

Alex va a prenderla. Io non oso guardare Ethan. Sono arrabbiata con lui, ma non voglio litigare.

Quando Alex torna con la tenda, la montiamo ed entriamo. Ci stiamo a malapena in tre. Io vado a destra, Ethan al centro ed Alex a sinistra. Lentamente mi addormento.

****

Mi sveglio improvvisamente. Fa freddo. Mi volto. Ethan ed Alex non ci sono.

Mi alzo e ascolto quello che succede fuori dalla tenda.

- E quando intendi dirglielo?

È Alex che parla.

- Quando si sarà calmata. Ultimamente è troppo agitata.

Questo è Ethan.

- Io ti suggerirei di dirglielo domani. Più la farai aspettare, più ti odierà quando glielo dirai.

C'è un attimo di silenzio.

- Ci penserò. Per ora, è meglio se torniamo a dormire.

Io mi ributto subito sul mio giaciglio. Sento la zip della tenda. Ethan si distende accanto a me. Io gli do ancora le spalle. Quando sente che Alex si è riaddormentato, lo sento muoversi. Si solleva sul gomito e mi da un bacio sulla guancia.

- Notte.

Mi rilasso e ricado nel sonno.

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