Come le Maschere di Pirandell...

By shin_eline

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Dove Christian non si rende conto di quanto Mattia gli somigli. More

La prima volta 1/2.
Chiasso.
Aspetterò.
Sei mio 1/2.
Sei mio 2/2.
Non andare.
Staccare la spina.
Stupido ego maschile.
Sfortuna, o no?
Paranoie.
Come le Maschere di Pirandello.
Come il sole e le foglie.
In ogni modo.
Amici.
Simili.
Chiamata. 1/2
Chiamata. 2/2
Come il fumo di una sigaretta.
Un po' meno nero.
Rose rosse.
Colazione.
Tornare a casa.
Quando le bugie crollano.
Videochiamata.
Amore.
Ti importa ancora?
Il meglio di me. 1/2
Il meglio di me. 2/2
Un cuore in due.
This Side of Paradise.
La persona adatta.
Uno sporco profumo.
La cosa giusta.
make you mine.
Tra apatia, rabbia e amore.
Un palmo dal cielo.
Mettere in moto.
A pranzo da amici.
Lezioni di ballo.
Prepararsi insieme.
Presentazioni.
Non ci sarebbe stato Universo alcuno.
Mattina.
Non abbiamo età. 1/2
Non abbiamo età. 2/2
Ogni posto ti conosce.
L'aria di famiglia.
Povera mente.
Ogni secondo di più.
Promettimelo.
Nonni. 1/3
Nonni. 2/3
Nonni. 3/3
La banalità del male.
Il bello dell'amico.
Non so se stringerti o lasciarti andare.
Pasta e gelosia.
In a dream, I saw my mother...
Complici.
Complici. 2

La prima volta 2/2.

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By shin_eline

Lasciò lentamente la presa dietro al suo collo, ma quando, dopo qualche istante, riprese conoscenza, sorrise.

Gli prese il colletto della maglia e se lo tirò letteralmente addosso; unì le loro labbra in un dolce bacio e strinse le braccia dietro al suo collo.

Christian ricambiò, mentre la vicinanza con il corpo mezzo nudo del minore non faceva che causargli altri problemi.

Ma quello ora sembrava calmo, ora che aveva risolto i suoi di problemi.

Ma poi si staccò di poco, e mostrò a Christian uno sguardo che non gli aveva mai visto fare.

Dolce e comprensivo, piccolo e tenero, come quello che gli rivolgeva ogni giorno quando si beccavano nei corridoi.
Riconobbe in quel momento un Mattia diverso, eppure la voglia di andare oltre non lo fermó nemmeno quel faccino dolce.

E infatti sembrò essere lo stesso pensiero dell'altro, che mentre rimase un braccio attorno alle sue spalle, un altro prese a percorrergli il corpo.

«Allora che mi dici, Christian?»
Sorrise innocente. «Ti senti come le altre volte?»

E nemmeno il tempo di rispondere che si sentì afferrare.

Il moro sobbalzò appena, abbassando la testa a quella stretta così decisa; quasi iniziava a non sperarci più.

«Parlami, altrimenti smetto e sai che lo faccio.»

«No.»
Scosse la testa. «Non é stata come le altre volte.»

Mattia sorrise.
«Piccolo, non parlare al passato: il meglio deve ancora arrivare.»
Rise, prima di sbottonargli i pantaloni.

Introdusse senza un filo di timidezza le mani all'interno di quelli, e il moro prese a sospirare pesantemente. Tirò la testa verso il basso, facendosi leva sugli avambracci sul materasso, e chiuse gli occhi.

«Sappi...»
Sussurrò l'altro, mentre iniziava a muovere su e giù la mano. «...che non mi accontenterò di farti venire ora e basta, quindi risparmia l'energie, mh?» Domandò al suo orecchio, prima di prendergli il lobo fra i denti e iniziare a torturarlo.

Christian gemette, mentre in un gesto spontaneo spinse il bacino nella direzione della mano.

Il biondo inizió a baciargli il collo, mentre, utilizzando entrambe le mani, spostò i boxer quel tanto che bastava.

«Uooh- i miei complimenti.»

«Smettila...»

«Mi hai fatto un pompino, ciò non ti autorizza a darmi del "tu."»
Gli sorrise nuovamente, e anche se il moro aveva gli occhi chiusi lo sapeva che lo stesse facendo.

D'un tratto aumentò la velocitá della mano con cui lo stava toccando, e i gemiti di Christian iniziarono ad aumentare.

Mattia lo guardò mordendosi il labbro, non riuscendo a smettere di pensare a quanto tempo avesse desiderato toccarlo in quel modo, da quanto tempo voleva averlo nel suo letto e spogliarlo.

Si avvicinó al suo collo, iniziando a lasciargli una scia di baci sopra cui finiva per soffiarci sopra; amava quando l'altro aveva la pelle d'oca.

E gli baciò il collo, finendo per leccarlo e infine succhiarlo, lasciandogli i suoi marchi ovunque, e di quello non poteva che andarne fiero.

Christian gemeva rocamente; gli sembrava uno sforzo essersi trattenuto così tanto che ora non riusciva a godersi a pieno il momento; sembrava essere già arrivato al limite per quanto era eccitato e aveva solo voglia di svuotarsi.

Ma evidentemente Mattia non riusciva proprio ad essere stabile nelle decisioni.

E infatti tolse presto la mano; e Christian aprì di scatto gli occhi guardandolo.

Lui sorrise beffardo.

«Odio quando non la gente non mi dá del "lei", lo sai?»

Il moro lo guardò, in un misto fra "sei serio" e il terrore per paura di essere lasciato così, in quel modo, con un'erezione che iniziava a fargli seriamente male.

Il biondo mise entrambe le mani sulle sue guance, avvicinandolo al suo viso.
«Lubrificami, non ce la faccio più ad aspettare.»
Sussurrò.

Christian sgranò gli occhi, e quasi ringraziò il momento in cui Mattia aveva smesso di segarlo.

Si avvicinò due dita alla bocca ma quello si mise a ridere.

«Non hai capito.»
Sorrise di nuovo, prima di mordersi il lbbro inferiore.
«Voglio che mi lecchi.»

Il moro pensò realmente di aver capito male, ma no, era esattamente così come sembrava.

Eppure, anche se non si sarebbe mai sognato di farlo, lo trovava terribilmente eccitante.

Così finì per distanziarsi di nuovo da lui, e quando Mattia aprì le gambe Christian scosse la testa.

«Stavolta no.»

Il biondo corrugò la fronte, ma tempo due secondi si ritrovò a pancia in giù sul letto, con il corpo dell'altro sopra al suo.

Il moro si avvicinò al suo orecchio.
«Siamo in due in questo letto, le ricordo.»
Sorrise, prima di alzarsi in piedi e afferrargli i fianchi.

Il biondo stava per ribattere, ma quando si ritrovò il bacino all'aria si morse il labbro: non era male quando decideva di prendere il controllo.

«Stai diventando più sicuro o sbaglio?»
Chiese il biondino, poggiando la guancia contro il materasso.

«Sto esplodendo dalla voglia di scoparla.»
Rimarcò l'utilizzo del "lei".

«Al massimo é il contrario.»
Disse con tono orgoglioso, mettendo i palmi sul materasso e facendo leva per alzarse la schiena, mantenendola sempre inarcata.

«Intanto sei tu quello a pecora.»

«Smettila di darmi del tu.»
Disse, irritato. «E poi sono io che ti ho sedotto, conta questo.»

Christian alzò gli occhi al cielo, prima di guardare la sua schiena. Fece passare le mani lungo la colonna vertebrale, per metà coperta dalla felpa azzurra, e guardò le fossette di Venere alla base del sua schiena e si morse il labbro.

Era tremendamente bello quel ragazzo, ancora non capiva perché avesse avuto bisogno di ricattare proprio lui per divertirsi un po'.

Forse lo eccitava solo il pericolo.

Finì ad accarezzare i suoi glutei, e Christian mentirebbe se dicesse che anche quando quest'ultimi erano fasciati dai pantaloni, non si era mai fermato a guardarli.

Senza pensarci troppo, finì per spogliarsi, gettando i vestiti dove capitavano.

Si chinò con la schiena, iniziando a lasciargli dolci baci seguendo il percorso della colonna vertebrale, e sentì un piccolo sospiro da parte del più basso.

«Amo i baci sulla schiena.»
Specificó, e a Christian parve strano che d'improvviso se ne uscisse con una frase su di sè.

Il moro però sorrise, stavolta dolcemente.
«Sì?»
Domandò, in un tono che non credeva nemmeno lui potesse cacciare.

Continuó a baciarlo tenendogli stretti i fianchi, e quando arrivò alle natiche le tenne separate grazie alle proprie mani.

Guardò quello che sarebbe stato oggetto delle sue attenzioni, e senza troppi indugi, si chinò per leccarne piano il contorno.

Mattia gemette nuovamente, abbassando d'improvviso la testa.

Christian corrugò la fronte; sembrava terribilmente inesperto, tutto d'un tratto.

«É la prima volta?»

«Cosa-? Credi sia la mia prima volta?»

«Intendo... che qualcuno ti lecchi qui.»
Disse, senza sapere bene come dirlo.

Mattia non rispose, e Christian sorrise.

«Lo prendo per un sì.»
Si leccò le labbra. «E dimmi, regali le tue prime volte a gente a caso?»
Domandó, prima di chinarsi nuovamente e iniziare a leccare.

Il biondo quasi tremò.
«Non- non a caso.»
Sussurró, cercando di smettere di ansimare. «La- la mia prima volta l'ho data al mio ex. Uno stronzo, spero che un uccello gli caghi in testa mentre si dichiara a qualcuno.»

Christian si mise a ridere.

«C-Christian, sii più delicato...»

«Scusa.»
Sussurrò, accorgendosi che stava iniziando a stringere un po' troppo forte con le mani sulle sue cosce, proprio dove erano i graffi.

«Ho fatto di- di tutto con lui.»
Sussurrò, chiudendo gli occhi. «Dico... a letto, per il resto non ha mai fatto nulla per me.»

«Da quanto tempo non state più insieme?»

«Un anno.»
Sospirò. «Entra.»

«Senza prepararti?»

«No, non ne ho voglia.»

Christian arricciò il naso, alzandosi dalla posizione di prima. Si chinò sulla sua schiena, arrivando al suo orecchio.

«I ricordi lasciamoli al passato, mh?»
Sussurrò piano, accarezzandogli un fianco.
«L'idiota é stato lui a perderti.»
Gli baciò una spalla.
«Il sesso rude non cancellerà il dolore.»

Mattia si voltó nella sua direzione, con il cuore che all'improvviso aveva iniziato a battere più forte del dovuto.

Socchiuse gli occhi, sentendoli inumidirsi; a volte era vero che uno sconosciuto ti capisce meglio di chi ti sta vicino.

Si voltó verso di lui, e unì le loro labbra in un bacio talmente dolce che per un attimo si scordarono di essere nudi.

Mattia strinse le braccia attorno al suo collo e Christian lo spinse delicatamente sul letto, e si mise sopra di lui.

Quel ragazzino era strano, terribilmente strano, eppure forse un po' di amore era ciò di cui aveva realmente bisogno.

Il moro si staccò lentamente da lui, permettendosi di guardare in viso il più basso. Le guance rossastre dovute dalla situazione, dal bacio, dalla mancanza di aria e dall'eccitazione: le labbra gonfie socchiuse che gli facevano sperare che un giorno sarebbero di nuovo finiti su quel letto a rifare esattamente la stessa cosa, gli occhi azzurri che quel giorno sembravano brillare.

Christian non aveva parole per dirgli quanto fosse bello, e quando si chinò verso di lui e gli regalò un bacio a stampo, si sentì come se in qualche modo glielo avesse fatto capire.

Ma forse il biondo pensava a tutt'altro, dietro quegli occhi luccicanti.

E chissà, forse pensava la stessa cosa di lui.

Il più alto poggiò le mani sulle sue cosce, accarezzandole piano.

Avvicinò due delle sue dita alle labbra dell'altro e quello non si lasciò tradire da nessuna emozione; le accolse fra le sue labbra carnose e si prese la briga di leccarle e bagnarle lui per l'altro, e Christian non potè fare altro che sperare che presto avrebbe fatto la stessa cosa altro.

E quando finì, fece scendere le mani fra i suoi glutei, e guardandolo negli occhi, finì per inserire due dita.

Mattia mugolò infastidito, guardandolo come per dire "perché?"

Il moro alzò entrambe le sopracciglia, sorridendo.
«Non mi piace proprio darti del "lei."»

Il biondo chiuse gli occhi come per mandarlo a quel paese, mentre sentiva la nuova presenza dentro di sè muoversi con più decisione.

Poggiò una mano dietro la nuca del più alto e lo condusse nella sua direzione. Unì per appena qualche secondo le loro labbra in un bacio bagnato, prima di spingerlo contro il proprio petto. Stefanelli capì al volo il messaggio dell'altro, iniziando a concentrarsi sui suoi capezzoli.
Li leccò tutt'intorno, succhiandoli e tirandoli mentre li intrappolava fra i denti, e aggiunse un terzo dito.

Mattia gemette.

«Vai- vai più piano, te lo ricordi che non é lo stesso di una donna?»

Christian gemette frustrato.
«Sono al limite, io sto per farti venire per la seconda volta e tu mi hai bloccato a metà strada.»

Il biondo si mise a ridere, e con la mano sinistra iniziò a toccarsi in mezzo alle gambe, per alleviare il fastidio che aveva iniziato a sentire.

«Vuol dire che avrai un orgasmo molto intenso, proprio grazie a me.»

L'altro fece un verso infastidito, come per dire che non gli sarebbe di certo bastato quello per giustificare la non curanza del più basso, e continuò.

Iniziò a muovere le dita dentro di lui, spingendole all'interno, e si accorse di come le sue carni fossero molto più strette rispetto a quelle di una ragazza. Sarà perché erano due organi completamente diversi, ma quel particolare non riusciva a non fargli immaginare quanto avrebbe goduto quando avrebbe smesso di prepararlo.
Quando finalmente avrebbe spinto dentro di lui.

Allargò le dita, iniziando a sforbiciare dentro di lui, sperando di rendere la sua entrata il più possibile accogliente.

E dopo qualche istante, senza aspettare il consenso dell'altro, cacciò le dita.

Si inginocchiò sul letto, poggiò le mani sulle sue ginocchia e le distanziò per bene.

Mattia lo guardava con un sorrisetto divertito, quasi come se lo divertisse come l'altro avesse ormai perso la pazienza.
«Mi diverti da impazzire.»
Si mise a ridere, prima di mettersi entrambe le mani sopra la testa. «Vedi di non lamentarti più da adesso.»

Christian si afferrò con la mano destra il membro, e lo allineò alla sua entrata. Non ci pensò nemmeno una volta, prima di entrare di sbotto.

Mattia gemette dal dolore, stringendo le lenzuola, e chiuse gli occhi.

Il moro aveva preso a muoversi, badando solo al proprio piacere, proprio come aveva fatto l'altro per tutto quel tempo e il più basso non poteva che esserne più eccitato.

A letto non amava prendersi cura dell'altro, ma amava usare ed essere usato per il piacere di uno.

Aveva amato giostrarsi il moro mentre era con la testa fra le sue gambe per il proprio personale piacere, e ora che l'altro faceva lo stesso spingendo al suo interno, non poteva dire di non starsi eccitando.

A letto in fondo si era un po' l'oggetto di goduria l'uno dell'altro.

«Andiamo Christian...»
Sorrise il ragazzo sotto. «Dimmi cosa senti.»

«S-Sei fottutamente stretto.»
Parlò a fatica il moro, mentre continuava ad affondare dentro di lui.

Ed era vero, quello che aveva detto.

Non era mai stato così dentro qualcuno.
Non si era mai sentito prossimo a venire anche solo ad entrare dentro.
E forse sarà stato perché la situazione era eccitante, perché non era stato sfiorato nemmeno per sbaglio fino a quel momento, e forse saranno tante cose, ma iniziò a girargli per la testa che fosse perché quello sotto di lui, quella volta, era un ragazzo.

E più iniziava a spingere più si rendeva conto di quanto fosse vero; di quanto avesse amato mettersi in ginocchio davanti a lui per succhiarlo, di quanto avesse amato quel prendere posizione a differenza di tutte le altre volte in cui era sempre lui e solo lui a comandare.
Lui amava avere controllo, ma a volte sembrava davvero che a letto dovesse fare tutto lui.
E invece con quel ragazzino si sposava alla perfezione tanto quanto sembrava esser fatto apposta che le sue carni lo accogliessero così bene: gli parlava sporco, lo obbligava a parlare, prendeva le redini del gioco e gli teneva testa.

A stento lo aveva spogliato, eppure lo aveva fatto eccitare come nessuna aveva mai fatto nemmeno quando era inginocchiata davanti a lui.

«Quanto cazzo sei stretto...»
Gemette di nuovo, prima di poggiare di nuovo le mani sulle sue cosce per stringerle forte.

Mattia manteneva quel sorriso mentre lo guardava; a volte gemeva e finiva per ansimare senza riuscir a dire molto, ma era come se di tutta quella situazione, lui fosse il solo a mantenere una parte razionale e lucida che gli permetteva di fare quelle dannatissime battutine.
«Hai mai scopato con qualcuna così?»

Christian spinse più forte; forse perché sapeva che quella domanda gliel'avrebbe fatta.
«Nessuna mi ha mai portato in questo stato.»
Gemette di nuovo.

«Allora mi sa che dovrai decisamente ringraziarmi.»
Si mise a ridere, prima di poggiare una mano sul suo braccio e tirarlo verso di sè.

Christian finì con le braccia accanto al suo busto, e appena trovato un equilibrio, riprese a spingere, mentre il biondo allacciò le braccia attornò al suo collo.

«T-te l'ho detto da quando eri vicino a quella porta, no?»
Sorrise, ad un centimetro dalle sue labbra. «Ti avrei aiutato a-a capire perché non ce la fai a rimanere con una sola ragazza.» Si morse forte il labbro, gemendo senza alcuna vergogna.
«Guardati: prima eri così bagnato che non c'é stato nemmeno bisogno di lubrificarti.«
Si mise a ridere.
«S-Spingi più forte.»
Gli impose, mettendogli una mano nei capelli per tirarli con forza.

«Supplicami.»
Sussurrò, non cambiando di una virgola il movimento che stava facendo.

Mattia sgranò gli occhi.

«Cosa?»

«Supplicami, voglio sentirti supplicarmi.»
Disse con tono duro, stringendo i suoi fianchi in una morsa tutt'altro che delicata.

Il biondo cacciò uno sbuffo divertito.
«Fra i due non sei tu quello che dovrebbe ricevere suppliche.»

«Che peccato, perché senza suppliche non ho intenzione di muovermi, e tu hai la faccia di uno che inizia a sentirne il bisogno, o sbaglio?»
Domandò, rallentando fino ad arrestare le proprie spinte.

Mattia lo fissò impalato, quasi come se fra tutte le reazioni, atteggiamenti e risposte che aveva previsto, quelle non ci rientrassero proprio.

«Non ho intenzione di supplicarti.»

«Sicuro?»
Domandò, prima di uscire quasi completamente da lui e affondare tutto d'un tratto in una spinta che fece tremare Mattia.

Il biondo gemette, in una maniera che non si sarebbe mai sognato di fare, e tiró il viso dall'altro lato.

«Christian-.»
Gemette una seconda volta, al sentire la pelle della mano del nominato sbattere con forza su una sua coscia.

«Allora?»

«Scopami e basta Christian, andiamo...»
Sussurrò, iniziando a perdere le staffe.

Christian ebbe un brivido al sentirlo dire quello che effettivamente stavano facendo.
«No, supplicami.»

«Devo supplicarti di scoparmi? Di sbattermi come se non fosse quello che anche tu vuoi?»

«Voglio che tu me lo chieda come se io non ne ricavassi nulla, come se fosse un favore quello che ti sto facendo. Vuoi che sia il tuo giocattolo personale, ma non lo sono e voglio che tu me lo dica.»
Ringhiò quasi, reggendo il contatto visivo in una maniera che nemmeno Mattia sarebbe stato in grado di fare.

Il biondo lo guardò, e alla fine cedette.

Voleva che spingesse dentro di lui senza sosta, che lo facesse gemere fino a perdere il fiato, che gli lasciasse morsi e graffi ovunque, e supplicarlo sembrava l'unico modo per arrivarci.

E al diavolo l'orgoglio, avrebbe imparato anche a stare sotto se questo avrebbe spinto Christian a prenderlo su quel dannato letto.

«Ti prego scopami.»
Sussurrò, e sembrò liberarsi dicendo solo quello; Christian sorrise e prese a spingere dentro di lui e proprio in quel momento la testa di entrambi si spense completamente.

Le spinte si fecero forti e veloci, e Mattia aveva perso il conto di quante volte gli aveva detto "ti prego", e Christian aveva notato che quelle due parole gli donassero particolarmente.

Gli strinse forte i fianchi quando il biondo prese a graffiargli la schiena quasi prendendoci gusto, perché lasciare i segni sul corpo dell'altro sembrava essere diventato il loro gioco preferito.

Christian perse il conto di quante volte l'altro gli aveva morso le spalle, e anche di quante volte gli aveva preso a succhiare il collo e le labbra, e non si sarebbe stupito se il giorno dopo si sarebbe trovato dei segni perfino sulle guance.

E mentre lo pensava, pensò che quel momento avrebbe voluto farlo durare per sempre, e fece scivolare le mani sui suoi glutei perché voleva renderlo suo in tutte le posizioni per farlo soffrire almeno un quarto di quanto lui lo aveva fatto fare mentre si divertiva per fatti suoi poco prima.

Lo fece mettere a quattro zampe davanti a lui, e si accorse di quanto cazzo amava avere il controllo di quel corpo, e diede un forte schiaffo sulla natica destra.

Rientrò per la seconda volta, e andò subito velocemente, mentre l'altro sotto di sè perdeva la voce a furia di chiamarlo per nome.

Guardò il cappuccio della sua felpa, quando il più basso aveva iniziato ad abbassare la testa rilassandosi sotto le sue attenzioni, ma Christian non aveva voglia di lasciargli così tanto agio.
Lo afferrò e lo tirò nella sua direzione; Mattia gemette e tirò la testa all'indietro, mentre i gemiti sembravano ora farsi più forti.

Ma non bastava, non bastava quel cappuccio; voleva sentirlo più vicino, e perciò gli afferrò le ciocche di capelli e gliele tirò con forza.

«C-Ch-Christian, se fai- ah-.»
Si mise a ridere, preso dal piacere. «Se fai così m-mi farai venire subito.»

«Sarebbe divertente se tu fosti alla tua seconda volta e io nemmeno alla prima.»
Si mise a ridere al suo orecchio, prima di riprendete a dare forti spinte.

Amava quel ragazzo, amava quel corpo, amava quel letto e amava fin troppo quella situazione.

Mattia gemette, prima di impuntarsi e farlo allontanare.

Christian alzò un sopracciglio per guardarlo divertito; sapeva che con quella frase avrebbe colpito l'orgoglio dell'altro. E quello, pur sempre con un sorriso, finì per spingere il moro a letto, con la testa fra i cuscini comodi del materasso spazioso di cui loro sembravano voler utilizzare al meglio ogni angolo; poggiò le mani sul suo petto e le fece scorrere.

«Hai avuto per fin troppo il controllo.»

«Uh...»
Sorrise il ragazzo a letto capendo a cosa l'altro volesse arrivare e il più basso si mise a cavalcioni su di lui.

Allineò la sua lunghezza alla sua entrata, e lentamente si sedette.

Entrambi cacciarono un profondo sospiro, e Mattia non ci mise molto a decidere a muoversi.

Christian gemette, poggiando le mani sui suoi fianchi, e il biondo si leccò le labbra.

«T-ti sento anche meglio così...»
Gemette, muovendosi lento ma facendolo affondare.

«Mh?»
Domandò retorico Christian, guardandolo con un sorriso che avrebbe fatto invidia a chiunque.

Lo fissava con gli occhi che brillavano perché vedeva in Mattia una bellezza innata in quel momento, e quasi soffriva per quanto volesse venire.

Ma si stava trattenendo, ormai da qualche minuto, sperando di arrivare al più tardi possibile e godersi a pieno quel ragazzo.

E stava arrivando al limite della sua sopportazione; voleva venire, voleva svuotarsi, ma voleva che quell'orgasmo fosse intenso come non era mai stato nessuno.

Mattia prese a muoversi, più velocemente rispetto a prima e Christian non poteva che esserne più felice.

Il biondo si poggiò al suo corpo, ai suoi pettorali e ai suoi addominali marcati, e gli occhi del moro non potevano fare a meno di concentrarsi su come Mattia scendesse e salisse dal suo membro, e la scena lo eccitava come poche.
Nessuno lo aveva mai cavalcato, ma a saperlo che ci si sentiva così...

Afferrò i suoi fianchi, portandolo ad un ritmo più veloce, più animalesco, e da quel punto ogni filo di dolcezza, se da quando avevano iniziato, c'era mai stato, sparì totalmente.

Il moro strinse a fargli male i fianchi, iniziando a obbligarlo ad andare più veloce.

«C-Cazzo, muoviti.»
Disse a denti stretti il più alto, finendo per tirargli schiaffi tutt'altro che deboli sulle natiche.

Mattia gemeva, cercando di velocizzare il ritmo e di roteare i fianchi in movimenti che a Christian facevano girare la testa; si mosse veloce come l'altro richiedeva, come l'altro voleva, e ogni schiaffo anche se gli arrossava la pelle, nemmeno lo sentiva da quanto fosse fottutamente eccitato. Finì per lasciare graffi lievi sui suoi fianchi, sul suo petto, ovunque le sue mani capitassero, perchè ormai quello era il loro segno, il loro passaggio, il loro modo per ricordarsi nei prossimi giorni, ad ogni ora, quello che avevano fatto e di quanto fottutamente fossero stati bene insieme.

Mattia si tirò i capelli all'indietro in un gesto che fece impazzire Christian; quello si tirò su con la schiena e con una mano gli mantenne la schiena e con l'altra gli strinse forte un gluteo.

«Non ti fermare, non ti fermare.»
Sussurrò veloce più volte sulle sue labbra, mentre iniziava a muoversi anche lui.

Il biondo gemeva a bocca aperta, mentre anche il suo respiro si faceva spezzato come il suo tono mentre rispondeva ad ogni spinta.
«C-Christian, Christian.»
Non faceva altro che dire, e con la mano destra afferrò il suo collo, portandolo nella sua direzione.

Strinse forte che l'altro quasi perse il fiato, mentre attaccava le loro labbra, ma quel bacio durò appena qualche secondo.

«Mattia sto- sto per venire.»

«N-No, aspetta.»

Il moro gemette dalla frustrazione; aspettare, ancora?

Mattia si mise a ridere, tirando la testa all'indietro. Poggiò le mani sulle sue spalle, cercando di darsi una sbrigata.
«C-cazzo, cazzo, cazzo.»
Piagnucolò, mentre la sua presa aumentava.

«M-Mattia ti prego, non- non ce la faccio più.»

«A-Aspetta.»
Rispose l'altro, per poi afferrare il suo stesso membro e iniziare a darsi piacere.

Ma iniziava ad essere doloroso non venire, tanto di più non farlo mentre quel ragazzino affondava velocemente dentro di sè in quel modo.

«C-Christian, C-Christian!»
Urlò più forte, finendo per poggiare la fronte sulla sua spalla.
«T-Ti prego, di nuovo lì.»

Sembrava vicino alla disperazione, e Christian voleva fargli vedere cos'era la vera disperazione, ma decise di lasciar perdere i rancori.
Anche perché doveva venire, non riusciva più a trattenersi, ma non aveva voglia di lasciare le cose a metá.

Strinse forte le braccia attorno alla vita del biondo mentre l'altro le strinse attorno alle sue spalle; iniziò a dare forti e veloci spinte proprio in quel punto, per poi uscire quasi completamente e rientrare tutto d'un tratto, e poi di nuovo veloce, e poi di nuovo lento, cercando di beccare di nuovo lo stesso punto.

Mattia iniziò a tremare fra le sue braccia.

«C-Christian!»
Urlò il più basso, prima di venire fra i loro corpi.

Il più alto diede ancora qualche spinta, mentre iniziava a sentirsi letteralmente al limite.

«N-Non ce la faccio più...»
Sussurrò all'altro, nella speranza che si alzasse e gli desse la possibilità di uscire; non avevano usato nemmeno il preservativo.

Ma l'altro lo fece uscire, e lo spinse di nuovo a letto.

Si mise in ginocchio davanti a lui e Christian non poteva crederci; Mattia si stava chinando per succhiarglielo?

«S-Sembra un sogno...»
Si mise a ridere il moro.

«Ritieniti fortunato, non li concedo a tutti questi tipi di trattamenti.»
Lo rimproveró, prima di prendere a muovere la mano destra sulla sua erezione pulsante.

Quella stessa erezione che era dentro di lui appena due minuti prima.

Christian inizió a cacciare gemiti vicini ai lamenti; non ce la faceva più, e l'immagine di lui a leccargli il cazzo non era per niente d'aiuto.

«Vieni Christian, vieni, voglio leccarti.»
Sussurrò, prima di sorridere.
«Vienimi in faccia.»

L'altro non riuscì a trattenersi; mise una mano fra i suoi capelli mentre vedeva quello guardarlo negli occhi e aprire la bocca cacciando la lingua; si prese in mano l'erezione e appena un secondo dopo gli arrivò sul viso, cacciando un profondo e roco gemito.

Mattia chiuse d'istinto gli occhi, mentre il suo sperma gli finiva sugli zigomi e sulle labbra, e quando l'altro finì, iniziò a leccare ciò che ne rimaneva sul suo membro.

Si alzò dal più alto, iniziando a pulirsi il viso con le dita per poi portarsele successivamente alle labbra.

Christian lo guardò e si godè quella scena per i pochi secondi di autonomia che gli restarono, prima che un forte abbattimento gli facesse venire tanto sonno da non avere nemmeno la forza di rialzarsi.

Mattia sorrise.

«É stato stupendo.»
Sussurrò, prima di avvicinarsi a lui.
«Di solito non dormo mai con chi scopo.»

«Vado sbandando se mi alzo adesso.»
Lo avvertì, mezzo addormentato.

Mattia poggiò la testa sulla sua spalla, intrecciando una gamba con le sue e strinse una mano attorno alla sua vita.
«Va bene, dormi qui, ma se quando ci svegliamo mi verrà voglia di scopare di nuovo, assumiti le responsabilitá.»

«Ho diciannove anni e tanta voglia di scopare, sta' sicuro che quello non sarà un problema.»
Sussurrò, prima di voltarsi verso di lui.

Si guardarono per qualche istante, prima di unire le loro labbra in un bacio a stampo, e accucciarsi l'un l'altro per dormire.


Non ho riletto, scusate eventuali errori.

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lucifero decide di andare qualche giorno sulla terra e fa incontri.... interessanti Charlie ancora non è nata Omegaverse