Wild love - Italian Translati...

By _larry_1D

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"Bene", dice Julia, chiaramente compiaciuta del fatto che entrambi siano a disagio e incapaci di guardarsi. ... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 10
Epilogo

Capitolo 9

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By _larry_1D




"Wild Love"-James Bay

"Let's be reckless, unaffected
Running out until we're breathless
Let's be hopeful, don't get broken
And stay caught up in the moment."

*

LUNEDÌ ~ Giorno 34

Il lunedì è un brusco contrasto con la loro domenica pigra - brulicante di troppe cose da fare e, francamente, con non abbastanza tempo. Louis riesce a malapena a ricordare quanto si sia sentito riposato il giorno prima quando oggi è una prova del fuoco*, con cambiamenti improvvisi  e piccole crisi e con una parte della sua squadra ancora con i postumi della sbornia di sabato. Riesce a farcela grazie a un sacco di caffè e a foglietti adesivi con promemoria appiccicati sulla scrivania.

Lascia l'ufficio dopo il tramonto e manda un messaggio a Harry per vedere dove si trova. Harry gli invia in risposta un messaggio inquietante formato da alcune emoji di teschi, ma segue una telefonata prima che Louis possa effettivamente preoccuparsi. A quanto pare, hanno avuto lo stesso tipo di lunedì, tranne che la voce di Harry si trascina lentamente come se stesse per addormentarsi. Ragionevolmente, Louis sa che dovrebbe lasciarlo andare a dormire - che dovrebbe riposarsi anche un po' lui. Invece, continua a camminare verso il suo appartamento. "Sei già a casa?"

"Quasi," dice Harry sbadigliando. "Sono ai piedi dalla metropolitana."

Louis sorride: "Fantastico. A presto." Riattacca ad un Harry confuso che domanda, "Aspetta, cosa?"

Nonostante non ci siano abbastanza ore durante la giornata, Louis riesce a far piegare il tempo mentre si ferma al minimarket all'angolo per prendere due contenitori di gelato. L'obbligo di mantenere il loro accordo di quaranta giorni e vedersi ogni giorno non gli passa nemmeno per la mente; tutto ciò a cui riesce a pensare è vedere Harry, ascoltare la sua risata e concludere la giornata in modo dolce.

L'espressione sul viso di Harry quando entra nella sua hall e trova Louis già lì scioglie lo stress della giornata in un fruscio. Louis bacia la sorpresa dalla sua faccia con un sorrisetto.

"Cosa ho fatto per meritarmi questo?" chiede Harry quando sono in ascensore.

"Hai deciso di uscire con me", dice Louis. "Il gelato è in omaggio." Harry preme le labbra come se stesse cercando di non sorridere.

Mangiano il gelato sul divano di Harry e guardano un film terribile sul canale Hallmark con le gambe tutte attorcigliate. A metà, Louis rimette i loro contenitori mezzi mangiati nel congelatore, prima che si sciolgano, e quando torna bacia Harry solo per assaporare la dolcezza delle sue labbra - e nemmeno solo per il gelato. Non è sicuro di quando Harry lo abbia fatto diventare così tenero, ma non ha il coraggio di lamentarsene. Si riadattano per la seconda metà del film, Harry è di spalle al petto di Louis, le dita che si intrecciano sui suoi fianchi. Louis non lo ammetterà ad alta voce, ma alla fine smette di prestare attenzione al film e guarda invece le ciglia di Harry, che sbattono lentamente mentre si addormenta.

"Vuoi restare?" Harry chiede quando il film finisce e Louis spegne la televisione. L'unica luce proviene dalla cucina, ma sono per lo più proiettate nell'oscurità, ammorbidendo i loro contorni.

"Ti dispiace?" chiede Louis in una rapida ondata di autocoscienza.

"No", dice Harry. Si gira sulla schiena e bacia il lato del collo di Louis. "Voglio che tu rimanga."

"Bene." Louis gli bacia le labbra, lento e bagnato con una mano che si infila sotto la maglietta per strofinargli lo stomaco. "Rimango."

Harry ha uno spazzolino di riserva per Louis, così si lavano i denti fianco a fianco facendo scontrare i loro fianchi in bagno. Louis non riesce nemmeno a ricordare di essersi lavato i denti accanto al suo ultimo ragazzo, ma in qualche modo con Harry ha senso - per quanto possa essere banale e noioso. Forse è perché hanno fatto cose noiose per così tanto tempo. Ora i baci e il contatto fisico sono nuovi ed eccitanti mentre le cose noiose appartenevano già a loro.

"Oh mio dio," dice Harry con la schiuma che gli ricopre le labbra e gli gocciola sul mento.

Louis sputa e lo guarda nel riflesso dello specchio. "Che cosa?"

Harry non dice niente, gira solo la testa di lato per mostrare a Louis il suo collo. Nelle luci ridicolmente brillanti del bagno Louis può vedere un livido sotto l'orecchio. "Come hai fatto?" Si allunga mentre chiede, premendo delicatamente il pollice contro il segno. È viola al centro e rosso ai bordi.

Harry sibila alla pressione, "Sono abbastanza sicuro che me l'abbia fatto tu."

Louis sussulta quando realizza quello che sta dicendo Harry. "Vuoi dire che sei andato in giro tutto il giorno senza accorgertene?"

Harry sputa e si asciuga la bocca con il dorso della mano. "Avevo fretta stamattina e non mi sono guardato allo specchio". È silenzioso, tranne per il clic del suo spazzolino che viene inserito nel supporto. Lancia un'occhiata veloce a Louis e poi di nuovo quando lo nota sorridere. "Che cosa?"

"È un po' divertente."

Harry si acciglia: "Non lo è. Probabilmente la gente se ne è accorta".

"Probabilmente saranno stati gelosi."

Harry inclina la testa e le sue labbra si contraggono mentre le preme insieme. "Di?"

"Del fatto che ieri hai scopato in tutti i modi possibili", dice Louis. Si sporge per baciare Harry, mordendogli il labbro inferiore e tirandolo. "Probabilmente saranno stati gelosi di me, in realtà."

"Dici così tante stronzate," dice Harry, cercando ancora di non sorridere. La sua voce suona come quando cerca di non far vincere Louis. Tranne, questa volta, vincere significa farlo ridere anche se non vuole e Louis è piuttosto bravo nel farlo.

"No, davvero", dice Louis e Harry incrocia le braccia. "Sono io quello che ha avuto il privilegio di succhiarti il ​​collo così a lungo da far formare quel livido.E dopo ventiquattr'ore è ancora così viola, tesoro. Sei sexy e dovevo farti un succhiotto. Sono la reginetta del ballo, l'invidia della folla". Harry inizia a sorridere da qualche parte nel bel mezzo di quello, ma alla fine Louis riesce a malapena a far uscire le parole per la sua stessa risata, i suoi occhi socchiusi. "Vedi? Te l'avevo detto. È un po' divertente".

Harry scuote lentamente la testa, il suo sorriso gli fa formare le fossette. "Sei terribile."

"Penso che ti piaccia", dice Louis. Non aspetta che Harry dica qualcosa, si sporge in avanti e lo bacia, premendo il pollice sul succhiotto solo per inghiottire il sussulto di Harry.

*

MARTEDÌ ~ Giorno 35

Il martedì mattina inizia con la sveglia di Harry e una scarica di brividi mentre rotola via e porta con sé il suo essere un termosifone vivente. Louis si tira le coperte sulle spalle mentre apre gli occhi. Incontra la distesa muscolosa della schiena e delle spalle di Harry mentre si china verso il comodino dove giace il suo telefono. Non è una brutta prima vista con cui svegliarsi.

"Che ore sono?" chiede Louis, stirando le punte dei piedi per allungarle.

"Le sei." Harry rotola sulla schiena e gira la testa per guardare Louis.

"Le sei?" Geme: "Perché siamo svegli alle sei?"

Harry sorride. "Incontro anticipato. Per me, almeno. Tu puoi dormire di più."

Louis sorride mentre ammira il gonfiore del viso di Harry dopo la notte di sonno, i suoi occhi sembrano ancora stanchi nonostante la sua relativa prontezza. "Che principe."

"Così mi è stato detto," dice Harry, sorridendo. Rotola solo leggermente in modo che possano baciarsi ed è morbido e perfetto per la mattina. Louis si sente più sveglio solo per le labbra di Harry e si ritrova a spingersi in avanti un po' di più, leccando la sua bocca e passandogli la lingua sui denti. Fa scivolare la gamba sopra l'anca di Harry per sigillare i loro corpi insieme, ma l'altro scuote la testa. "Ho seriamente un incontro, non sto scherzando."

"Non ho mai pensato che stessi scherzando," dice Louis, baciandolo di nuovo e poi mordicchiandogli la mascella quando cerca di voltarsi. "Sto solo approfittando della posizione in cui ci troviamo." Lascia cadere la mano tra di loro per trovare Harry mezzo duro. Sa che è normale, dato che è mattina, ma vorrebbe darsi comunque un po' di credito. Harry prende un respiro silenziose e poi raggiunge il polso di Louis per fermarlo.

"Ho bisogno di alzarmi dal letto."

Louis combatte la sua presa e preme di nuovo la mano sull'inguine. "Allora alzati dal letto."

"Hai idea di quanto difficile tu lo stia rendendo?"

Louis sorride, baciandolo lungo la gola. "No."

Harry geme quando Louis gli stringe il cazzo e poi i suoi suoni diventano pieni di rimorso mentre si tira su e rotola fuori dal letto.

"Odio vederti andare via, amo vederti andare via"*,canticchia Louis mentre Harry inizia a scendere le scale del soppalco, i suoi boxer che abbracciano il suo bel culo nel migliore dei modi.

Louis sonnecchia mentre Harry si fa la doccia. Quando lo sente armeggiare al piano di sotto, decide di alzarsi per raggiungerlo. Trova una tuta in fondo al letto e allunga le braccia in aria, poi scende le scale. Ripensandoci all'ultimo secondo, prende il telefono di Harry per lui e getta il piumino sopra il letto, facendolo assomigliare ad un letto mezzo fatto. Mentre scende due gradini, prende parte del bucato sparso sul pavimento e lo porta con sé, spingendolo nel cesto della biancheria di Harry in fondo alle scale.

Harry è ancora in bagno, si muove e apre i cassetti a intervalli casuali. Louis trova una felpa con cappuccio in un cassetto e se la infila mentre si dirige verso la cucina. Potrebbe mettersi i pantaloni e la camicia abbottonata che indossava ieri al lavoro, ma prova una sorta di piacere nell'indossare i vestiti di Harry.

Harry ha già iniziato una caffettiera perché è esattamente il tipo di persona che ha una caffettiera che si sincronizza automaticamente con la sua sveglia. Louis ne versa due tazze, sbadigliando mentre lo fa. Prima sente l'odore della colonia di Harry e poi lo vede avanzare verso di lui, la camicia mezza abbottonata, già infilata nei pantaloni gessati.

"Hai fatto il caffè", dice, un sorriso tranquillo sulle sue parole.

"L'ho versato dalla caffettiera", dice Louis, "ma possiamo fingere che lo abbia fatto io".

"Buongiorno, comunque," ​​dice Harry, sporgendosi in avanti per baciarlo. "Scusa se non ti ho detto dell'incontro anticipato prima che tu accettassi di restare."

"È presto", concorda Louis. "Ma essere qui lo rende migliore."

"Hey," dice Harry, ancora sorridendo. "Questo è quello che stavo per dire."

"Sì?" Louis si trova di fronte ad Harry, le sue dita che gli fanno i bottoni. Non è nemmeno una decisione consapevole mentre liscia il colletto di Harry e si sente stranamente imbarazzato quando se ne rende conto. In qualche modo sembra troppo intimo, come se fosse andato troppo oltre.

Come se gli avesse letto nel pensiero, Harry gli infila un dito sotto il mento e gli alza il viso. "Sono nervoso."

"Come mai?" Louis respira, le parole escono irregolari nonostante siano solo tre sillabe.

Harry studia il suo viso nel silenzio, gli occhi che saltano dai suoi occhi alla sua bocca al soffitto e giù di nuovo; Louis pensa che potrebbe avere il mal di mare se continua così. Harry si ferma per accarezzare alla lingua il labbro inferiore. "Ho paura di potermi abituare a questo."

Le parole si depositano come spine che Louis sente sotto i suoi polmoni, le sue stesse paure che escono dalle labbra di Harry in questo modo. Non sa cosa dire, non è sicuro di come farli sentire meglio mentre marciano verso il potenziale limite che pensano di conoscere. Invece, lo bacia, le sue mani che cadono sui fianchi di Harry e lo tirano a sé. Non è una risposta, una scusa o una rassicurazione. Ma per ora, nella luce spenta del mattino di febbraio, è abbastanza.

*

MERCOLEDÌ ~Giorno 36

"Senza ulteriori indugi, presento il nuovo design con un cenno di ringraziamento al progettista principale, Louis Tomlinson."

Al suo nome, Louis saluta la piccola folla formata da una ventina di persone radunate nel parco in questa giornata particolarmente soleggiata, anche se tipicamente fredda. C'è una serie di applausi da parte dei benefattori del parco e da alcuni media locali che tentano di promuovere la scena artistica locale della una grande città.

La grande rivelazione è un lenzuolo bianco che viene trascinato sul murale dal direttore del parco. A questo punto, il design sembra vecchio. Il pitch del progetto era lo scorso gennaio, i file finali sono stati presentati a giugno. Hanno dovuto installarlo in tutto il parco e su tutti i loro materiali di marketing fino a questo modesto lancio.

La folla emette dei ooh e ah appropriati e Louis sorride, spingendo ulteriormente i suoi aviators sul naso. Adora le strane giornate di febbraio in cui è costretto a tirar fuori i suoi occhiali da sole. Dà un'occhiata alla folla con un'altra ondata di ringraziamento. Semmai, è una buona scusa per uscire presto dall'ufficio. I suoi occhi catturano un volto familiare ai margini della folla, occhiali da sole appollaiati sulla sua testa per spingere indietro i suoi capelli, una fossetta che si arriccia nel suo sorriso quando si accorge che Louis lo sta guardando. Harry .

Louis si fa largo tra la piccola folla con poche strette di mano e piccoli sorrisi, ma i suoi occhi sono fissi solo su una persona. "H", dice quando lo raggiunge, il resto della folla si fa avanti per congratularsi con la squadra del parco e li lascia soli. "Che ci fai qui?"

"Hai detto che dovevi presentare una cosa,"dice Harry, alzando le spalle. "E io avevo alcune ore libere."

Le sopracciglia di Louis si alzano oltre il bordo degli occhiali da sole, "Ah, le avevi?"

Harry preme le labbra e annuisce. Louis porta il labbro inferiore sotto i denti e poi bacia Harry proprio lì, un mercoledì pomeriggio in pieno giorno. "Congratulazioni," dice Harry contro la sua bocca. "Mi rende orgoglioso conoscerti."

Le parole possono far fremere la schiena? Louis stringe i molari inferiori quando si rende conto che a lui succede. "È una bella giornata", dice, cambiando argomento perché è più facile. "Ti va di percorrere la High Line?"

Harry sorride, "Mi piacerebbe."

Le loro mani si sfiorano mentre percorrono i pochi isolati fino all'ingresso più vicino alla High Line a Manhattan. Su insistenza di Harry si fermano alla Levain Bakery per un the e un morbido biscotto al burro di arachidi da condividere. Harry porge un pezzo a Louis mentre salgono le scale fino al passaggio pedonale. Di solito è pieno di turisti nelle belle giornate, ma ora è stranamente vuoto. Sorprendentemente. 

"Questo è davvero buono," dice Harry mentre si infila un secondo pezzo di biscotto in bocca, Louis che ancora ispeziona il suo. "Veramente buono."

Louis ride mentre si infila in bocca il primo pezzo. Harry ha ragione, è incredibile - ricco e amaramente dolce, che si scioglie in bocca. "Cazzo", dice Louis, masticando. "È buono."

"Te l'avevo detto." Harry mette un secondo boccone in bocca e poi offre un altro pezzo a Louis mentre iniziano a camminare.

Quattro anni dopo e la High Line è ancora uno dei luoghi preferiti di Louis in città. Una ferrovia abbandonata trasformata in una passerella sull'orizzonte, deviando attraverso condomini alti dodici piani. Ci sono orti allineati lungo i lati e recinzioni per impedirti di vagare fuori dal passaggio pedonale e cadere nelle strade trafficate sottostanti.

"Siamo ancora d'accordo per questo fine settimana?" chiede Louis mentre getta via il contenitore che conteneva il loro, ora demolito, biscotto.

"Sì." Harry porge a Louis il suo tè mentre riprendono a camminare. "Noleggerò un'auto e possiamo partire venerdì pomeriggio. Va bene?"

Louis annuisce: "Fammi sapere quanto costa la macchina. Lo dividerò con te." Non riesce a credere che stanno per fare un viaggio insieme. Sono già stati in vacanza insieme prima- a snowshoeing * in inverno, negli Hamptons in estate, a nord dello stato in autunno - ma mai soli, mai in coppia.

"Non preoccuparti," dice Harry. Beve un sorso di tè. "Sono emozionato."

"Sì?"

"Non ho ancora sciato in questa stagione e dovrebbe esserci più neve in montagna questo fine settimana."

Louis ride: "E io che pensavo intendessi dire che eri emozionato di andare con me".

"No, no, lo sono," dice Harry, gli occhi spalancati mentre guarda Louis. "L'intera cosa è eccitante."

Louis annuisce, "Sì, sì", ma sta sorridendo. Harry sposta la tazza nella sua mano opposta e prende con l'altra quella di Louis mentre camminano.

È una camminata lenta e le loro guance e il loro naso sono baciati dal freddo quando arrivano alla fine. Scendono i gradini del mercato di Chelsea su decisione comune. Vanno in un'enoteca e si siedono in un accogliente separé, ordinano tutti i tipi di formaggi e campioni di vino, piccoli cracker al rosmarino e pane croccante.

Il fatto che sia il giorno trentasei dovrebbe pesare sopra le loro teste come una nuvola, ma loro non lo permettono. Ridono e si baciano furtivamente mentre il cameriere si allontana; ubriacandosi un po' e imboccandosi a vicenda del formaggio come se fossero in un film. Si comportano come se fosse il quindicesimo giorno e avessero un mondo di giorni davanti a loro e non una decisione incombente che punge la spina dorsale.

Sono le otto passate quando finalmente lasciano il bar e fuori è già buio. Il freddo è paralizzante e un cielo limpido senza nuvole non aiuta. "Fa fottutamente freddo," urla Harry, facendo posare alcuni sguardi su di loro. "Dov'è la primavera?" Louis sorride mentre attira Harry a sé, coprendogli la bocca con la mano mentre entrambi iniziano a ridere.

"Vieni", dice Harry, più tranquillo e solo per loro. "Resta da me."

"Okay," dice Louis, baciando Harry più forte di quanto non abbia fatto per tutta la notte. Il giorno trentasei non incombe, ma qualcosa fa sembrare tutto ciò come se fosse un'ultima volta.

"Vieni, resta da me e fottimi," Harry strascica contro le labbra di Louis.

"Wow," dice Louis ad alta voce, interrompendolo prima che possa continuare. "Ho già detto che resto. Non c'è bisogno di rendere l'offerta più allettante".

Harry gli sorride, brillando sotto il lampione. "Oh, Louis", dice, con una sfumatura di tristezza nella voce. "Cosa stiamo facendo?"

Louis alza il mento e alza una mano per un taxi e una mano la posa sulla vita di Harry. "Prenderemo un taxi, andremo da te, e poi ti scoperò, piccolo."

Non è la risposta che Harry sta cercando, Louis lo sa anche dopo una bottiglia di vino di un mercoledì sera, ma è la risposta che ha adesso. Harry sorride, sbattendo le palpebre lentamente. Louis sa che potrebbe ripetere di nuovo la domanda, capovolgere la stupida risposta di Louis in favore di qualcosa di serio, ma non lo fa. Un taxi giallo si avvicina al loro lato del marciapiede e Harry bacia il lato del collo di Louis. Non è la risposta che vuole, ma sembra essere quella che accetterà. Almeno per ora.

*

GIOVEDÌ ~ Giorno 37

Louis si avvicina all'edificio di Julia con un brivido nostalgico. Hanno fatto solo cinque sessioni insieme, questa è la loro sesta, ma il posto ha ancora qualcosa di speciale. Ha costretto lui e Harry ad ammettere cose che probabilmente non avrebbero mai affrontato in una conversazione normale, e a prendere tutta questa cosa sul serio. Non può dire che gli mancherà, essere psicanalizzato settimanalmente, ma, può ammetterlo, non è stata la cosa peggiore che gli sia mai capitata.

Harry è già fuori dall'ufficio, in piedi con le mani intrecciate dietro la schiena, in attesa. "Hey tu", dice quando vede Louis, un sorriso che sboccia sulle sue labbra. È lo stesso sorriso che Louis ha baciato quella stessa mattina prima di prendere un taxi per tornare al suo appartamento. È anche lo stesso sorriso che ha baciato a mezzanotte della sera precedente quando erano entrambi nudi e stanchi a causa del giro di orgasmi.

"Hey", dice Louis. "Pronto?"

"Quanto potrà essere brutto?" dice Harry, voltandosi per aprire la porta dell'ufficio di Julia. "Lei conosce già tutti i nostri segreti ormai." Louis sorride anche se un prurito allo stomaco lo rende sospettoso.

Julia inizia con le sue solite domande: come è andata l'ultima settimana, cosa hanno fatto. Alla sesta sessione, Louis sa per quello che sta facendo: li sta cullando in un falso senso di sicurezza prima di dire qualcosa che li stravolgerà.

"E state ancora programmando il viaggio?"

Harry annuisce mentre Louis risponde. "Sì. Abbiamo deciso di fare un week end sugli sci, partiamo domani."

"Quindi, state ancora giocando secondo le regole?" Giulia sorride. "Avete fatto tutte le cose che avete programmato all'inizio. Vi siete visti quasi tutti i giorni, siete venuti qui a trovarmi, tre veri appuntamenti a settimana e ora un viaggio nel fine settimana". Louis si sente come se stesse mettendo delle metaforiche stelle d'oro su un grafico per loro, come alle elementari.

"Pensavamo che quella roba ci avrebbe aiutato ad approfondire meglio la relazione", dice Harry in tono solo a metà sulla difensiva.

"Sono d'accordo", dice Julia. "Avere delle linee guide vi ha aiutato a prendere le cose un po' più seriamente. Avete pensato al non avere dei vincoli?"

Louis annuisce con la testa avanti e indietro. "Ad essere onesti, non ho visto queste regole come un vincolo. Se lo erano, non era male avere qualcosa che ci aiutava a rispettare il nostro accordo".

Julia annuisce: "Mettiamola così: non è realistico che vi vedrete ogni giorno dopo la fine di questo esperimento. È difficile farlo per quaranta giorni, ma entrambi vi siete sforzati e ci siete riusciti, rispettando il vostro accordo."

"Abbiamo saltato un giorno," dice Harry, le labbra che si contraggono.

"Giusto." Julia preme le labbra insieme e Louis ha la netta sensazione che stiano perdendo il punto. "Quello che sto cercando di dire qui è che è più facile vedersi ogni giorno quando entrambi state giocando, per così dire." Se nota il modo in cui si irritano al giocando, non lo lascia trapelare. "Ma le cose sono più difficili nella vita reale. Non è così facile fare una faccia felice o guidare attraverso la città quando non c'è niente che ti trattiene a quella cosa".

Louis stringe le mani e le lascia penzolare tra le sue ginocchia. "Se superiamo i quaranta giorni, non credo che nessuno di noi si aspetti di avere delle regole".

"Abbiamo avuto relazioni prima," dice Harry ironicamente. "Sappiamo come funziona non essere obbligati da un esperimento. Sappiamo che è difficile".

"Avete fallito." Julia li guarda sbattendo le palpebre. "Ad essere sinceri, nessuno di voi due ha avuto una relazione che sia durata più di un anno o due al massimo".

Louis ha la sensazione di sbattere le palpebre tre volte prima che qualcuno dica qualcosa. Non sa come spiegare che gli ultimi trentasette giorni non sono stati una passeggiata, ma sono stati migliori di qualsiasi relazione "reale" che abbia mai avuto.

"Questo è, uh, vero," dice Harry e sembra che le parole gli vengano strappate dalla gola.

Julia sorride a entrambi, "Tutta questa cosa è stata come guidare un triciclo, vero?" Louis abbassa lo sguardo a terra e Harry si sposta, tirando il tessuto dei suoi pantaloni. "Voglio solo che voi lo prendiate in considerazione prima di impegnarvi in qualsiasi cosa. I tricicli possono essere una buona cosa", dice, "ma possono anche essere un ostacolo".

"Qualcosa a cui pensare," dice Harry, con voce piatta.

Louis annuisce, senza alzare lo sguardo. Proprio così, per la seconda settimana di fila, Julia li ha lasciati entrambi senza parole. Questa volta, però, non sono autorizzati a sedersi in silenzio fino alla fine della sessione; devono fare facce felici, ringraziare Julia per il suo tempo, baciarla sulla guancia e prometterle di farle sapere come vanno le cose.

Louis è sicuro che non abbiano mai lasciato la terapia come se stessero fluttuando nell'aria, ma questa volta si sente davvero come una gomma sul fondo di una scarpa. In qualche modo Julia è riuscita a far notare i loro difetti con una matita perfettamente affilata e poi a mascherarli come se fossero dei consigli, qualcosa su cui riflettere. Harry segue Louis con le braccia incrociate e una piega tra le sopracciglia. Louis desidera così tanto sapere cosa sta pensando mentre, allo stesso tempo, ha paura di chiederglielo.

Si ferma appena prima di aprire la porta per uscire e Harry gli va addosso. È una piccola collisione che fa ridere entrambi anche se c'è qualcosa di crudo nel suono.

"Che schifo," dice Harry quando escono.

Louis annuisce, le labbra premute in una linea sottile. "Non è stato così eccezionale, no."

Harry guarda Louis con una tempesta negli occhi e non ce la fa. Fa scivolare le mani intorno alla vita di Harry senza preavviso e lo tira finché i loro petti non si scontrano, i loro volti stretti insieme. È solo un abbraccio ma Harry si rilassa abbastanza da permettere a Louis di riprendere fiato.

"È più facile quando siamo solo noi," dice Harry dolcemente mentre si tirano indietro.

"Quando siamo nella nostra bolla", dice Louis, rendendosi conto di non aver mai usato quella metafora ad alta voce prima. Harry annuisce come se avesse capito. "Ma non è così che funziona il mondo, vero?"

Harry scuote la testa, una ruga nell'increspatura delle sue labbra. "No, non lo è."

Louis si infila le mani in tasca, "Vuoi mangiare qualcosa?"

Scuote di nuovo la testa. "Penso che dovrei andare a casa. Non sono dell'umore migliore in questo momento".

Di solito è onesto e Louis vuole alzare le mani in aria. Come si può dire che non saranno così onesti al di fuori dei quaranta giorni? Solo perché non ci sarebbe una linea temporale, perché tutto dovrebbe cambiare? Sarebbero ancora Louis e Harry. Vorrebbe urlare ma invece annuisce, deglutendo. "No, è una buona idea." dice, sapendo che anche il suo cattivo umore non sarà d'aiuto. "E dovremmo fare le valigie", dice, le labbra che si alzano. "Grande viaggio domani."

Harry sembra voler vomitare mentre annuisce.

"Hey," dice Louis, avvicinandosi per fare in modo che Harry lo guardi. "Abbiamo ancora tre giorni, sì? Sfruttiamoli al meglio".

Le labbra di Harry si contraggono tristemente. "Sì, sì, lo so. Sono solo," inclina la testa all'indietro, "Sopraffatto. Sembrava molto più semplice iniziare tutto questo piuttosto che finirlo".

Louis non può fare a meno di essere d'accordo, ma non lo lascia trapelare. "Stiamo bene."

Harry incontra i suoi occhi. "Stiamo bene."

Louis annuisce una volta e poi bacia Harry con gli occhi aperti. Stanno bene. È tutto ok.

*

VENERDÌ ~ Giorno 38

Se ci fosse un premio per l'essere infelice mentre si fanno le valigie per il weekend, Louis lo avrebbe sicuramente vinto. Sa di avere due minuti prima che Harry venga a prenderlo, ma continua a gettare cose a caso nella sua borsa - felpe, pantofole, costumi da bagno - perché non sai mai di cosa potresti aver bisogno. Si passa le mani tra i capelli e sospira guardando la borsa troppo piena sul letto. "Cazzo", dice ad alta voce quando il suo telefono vibra con un messaggio di Harry.

Con un paio di cose in più nella sua borsa - uno spazzolino da denti in più, una torcia elettrica, altre tre paia di calzini - chiude la cerniera e dice che va bene. Gira per l'appartamento come un uragano in miniatura per spegnere tutte le luci, controlla due volte che abbia le chiavi e il telefono e poi si precipita nel corridoio.

Al piano di sotto, Harry è in piedi fuori dall'auto con gli occhiali da sole e il suo cappotto marrone che lo fa assomigliare ad una specie di coniglietto pubblicitario sugli sci. Non è di grande aiuto il fatto che abbia noleggiato una Range Rover e che sembri un po' famoso così.

"Non dovevi scendere dalla macchina", dice Louis mentre preme attraverso le porte dell'atrio. "Non sono una damigella in pericolo."

Harry ride sommessamente. "So che non sei una damigella in difficoltà." Spinge le labbra in avanti: "Ma io lo sono".

"Cioè?" Louis fa una pausa mentre va ad aprire la portiera posteriore della macchina.

"Ho quasi avuto tre incidenti durante il viaggio", dice Harry. "Puoi guidare tu?"

Louis ride, la testa piegata all'indietro sul collo. "Hai dimenticato come si guida da quando vivi qui?" Getta la borsa sul sedile posteriore e chiude la portiera. Harry lo fissa e poi, finalmente, annuisce lentamente. Louis ride e alza gli occhi al cielo. "Sì, H, guido io."

Tende la mano per prendere le chiavi e poi fa il giro al lato del guidatore. Non è mai stato abbastanza fortunato da guidare una Range Rover, ma è sicuro di poter imparare. Harry entra nello stesso momento e lo incontra nel mezzo con un bacio sulla console centrale. "Hey," dice Harry, tirandosi indietro. "Sono emozionato."

Louis sorride dolcemente, "Sì, anch'io."

*

Windham Mountain è a due ore di macchina dalla città che, nello schema delle cose, non è poi così lontano. Ovviamente Harry è preparato con snack e bottiglie d'acqua insieme a una playlist perfettamente curata per guidare attraverso la campagna: Sam Smith, Vance Joy, Lorde. "Non posso credere che siano passati quaranta giorni", dice mentre tira fuori due confezioni di mix di frutta secca e un sacchetto di M&M's. Harry non potrà mai mangiare il mix di frutta secca da solo; aggiunge sempre delle caramelle. Ogni volta.

Louis aspetta di rispondere mentre Harry versa con cura metà degli M&M's nella porzione di Louis prima di dargliela. L'ultima cosa di cui hanno bisogno è Harry che versa distrattamente caramelle sul pavimento di un'auto a noleggio. "Tecnicamente non sono ancora passati i quaranta."

"Tecnicamente a parte". Harry si rimette a sedere. "È difficile da credere."

"È passato velocemente", concorda Louis. Prende un anacardi dal suo mix e lo morde a metà. "E se pensi a quanto sia stato imbarazzante il primo appuntamento rispetto a adesso?"

Harry si copre il viso mentre ride, ripiegandosi su se stesso. "È stato orribile", dice, ancora sorridendo. "Non mi sono mai immaginato in quella situazione e nel non essere in grado di avere una conversazione. Pensavo che sarei strisciato fuori dalla mia pelle".

"Stavo per annullare tutto", dice Louis, ricordando il The Fat Radish così chiaramente. "Non avevamo nemmeno iniziato e pensavo che fossimo già condannati".

Harry alza un piede sul sedile e appoggia il mento sul ginocchio. "Qual è stato il tuo momento preferito? Fuori da tutto questo?"

È una domanda semplice, ma Louis è schiaffeggiato da qualcosa come la nostalgia. Pensare a dove hanno iniziato e dove sono ora, provare a mettere insieme tutte le conversazioni in un'esperienza coesa assomiglia all'ultimo giorno di campo estivo e fa male dover andare via. Prende un respiro profondo e sorride mentre ci pensa. I momenti sporgono, ma niente regge come il migliore, forse ce n'erano troppi da contare. Allunga le labbra, aspettando che qualcosa attiri la concentrazione. La prima visione in cui nuota è la faccia di Harry la prima volta che hanno fatto sesso, il modo in cui le sue sopracciglia si sono unite mentre veniva. Louis cerca di controllare la sua faccia per lo shock del ricordo, anche se non è sicuro di riuscire a farlo bene.

'"Che cos'è?" chiede Harry, sorridendo mentre guarda Louis. "Sembra che tu stia ridendo. A cosa stai pensando?"

Louis sputa la sua risposta senza pensarci troppo, "Il concerto dei Fleetwood Mac. Per tutta la notte". La prima notte che si sono baciati si rende conto in ritardo. Ciò che glielo ha fatto dire, però, è il chiaro ricordo della sensazione dopo che Harry ha lasciato il suo posto, le farfalle che danzano sul suo cuore.

"Con le bolle giganti sul tetto?"

Louis sbuffa, "Sì". Si passa la lingua sul labbro inferiore. "Ho una lunga lista di altri momenti preferiti", dice. "Non ti annoierò, ma spero che tu sappia che ce n'è più di uno." Lancia un'occhiata a Harry e scopre che lo fissa a sua volta con le labbra socchiuse come se fosse sorpreso e ciò spaventa Louis abbastanza da fargli distogliere lo sguardo. "E tu, qual è il tuo preferito?"

Harry getta la testa all'indietro contro il sedile. "Oh no, sapevo che me lo avresti chiesto."

"Tocca a te,tesoro", dice Louis, sorridendo mentre l'ambiente circostante inizia a diventare coperto di neve man mano che si avvicinano a Windham.

"Penso che sia la sera in cui abbiamo ballato per strada", dice Harry. "Dopo il bar degli anni Venti."

Louis sorride, ricordandolo perfettamente, "Non avevo mai ballato per le strade di New York".

"Lo so", dice Harry. "Forse è per questo che mi è piaciuto così tanto. Il fatto che sono riuscito a farti ballare in una strada vuota di New York". Lancia un'occhiata: "Con me".

Louis si gratta la fronte mentre discute la sua prossima domanda prima di provarci. "Penso che sia abbastanza ben documentato che volevo far saltare in aria l'intera faccenda e mollarti un paio di volte." Sorride quando Harry sbuffa. "Ma tu?"

"E io cosa?"

"Hai mai voluto smettere? Non continuare per tutti i quaranta giorni?"

"I quaranta giorni", dice Harry, ridacchiando un po' e poi lasciando che svanisca. "C'è stata una volta, sì." Sembra rassegnato come se non avesse intenzione di ammetterlo.

"Sì?" Louis cerca di tenere a bada la sua sorpresa.

"La notte del mio compleanno."

"Che cosa? Come mai?" Louis cerca di tornare sui propri passi su quello che è successo allora: la cena in cui hanno detto a Zayn e Niall che si stanno frequentando, Harry che canta al karaoke del bar, lui che lo tiene tra le braccia mentre tornano a casa in taxi.

"È la notte in cui ho provato a baciarti e tu ti sei voltato."

La mente veloce di Louis rallenta a passo d'uomo. Aveva dimenticato quella parte. "Oh."

"Sì." Harry annuisce, fissando fuori dal finestrino.

"Era perché mi sono voltato?" Louis si sente una merda, come quando ti rendi conto di aver ferito qualcuno per sbaglio.

"No," dice Harry, premendo le labbra insieme. "Era a causa di quanto volevo baciarti. Il modo in cui mi avesse fatto male quando pensavo che non lo volessi. Ad essere onesti, è stato allora che ho capito quanto tutto questo fosse spaventoso. Quanto ci avrebbe reso vulnerabili".

Louis stringe più forte il volante mentre annuisce nel silenzio. Non c'è molto altro da dire qui. Hanno messo tutto in gioco e non si sa ancora se arriveranno ad atterrare sani e salvi o no. "Hey," dice Louis, la sua voce un po' cruda per le emozioni che non vuole riconoscere.

"Cosa?" Harry chiede mentre lo guarda. Louis guarda la strada e poi si china, baciando dolcemente Harry. "Per che cos'era quello?"

"Scusa per il tuo compleanno", dice Louis. "Avrei dovuto baciarti quella notte."

Harry annuisce, "Va bene". Guarda fuori dalla finestra di fronte, ma Louis lo sorprende a sorridere.

*

Il Windham Lodge è una capanna tentacolare a due piani. Non è sicuramente come le capanne che Louis ha costruito da bambino con blocchi di legno, però; questa ha tre tetti a punta, un balcone che corre lungo il secondo piano, splendidi pilastri di legno che attraversano la parte anteriore, neve accumulata intorno alla base e persino un po' di glassa sulle parti superiori. Secondo Harry, contiene più di venti stanze per gli ospiti, ma per un momento Louis finge che sia tutta una casa - un rifugio tra le colline dei Catskills, come in una favola.

Trattandosi di un rifugio, le strade sono asfaltate in ghiaia a disposizione degli ospiti e il parcheggio è stato sgomberato da neve e ghiaccio. Di fronte al lodge residenziale c'è il resort, un'altra capanna di legno in condizioni di steroidi, e oltre c'è la montagna che sembra proprio come un'immagine coperta di bianco e punteggiata di terreno grigio. Entrambi si siedono in macchina a fissarla per un momento prima di scendere. Prendono le valigie dal sedile posteriore e si avviano verso l'ufficio per il check-in.

La loro stanza è al secondo piano e trovano che sia abbastanza standard con un letto, televisione, caminetto elettrico e un piccolo angolo cottura. Il protagonista è sicuramente il balcone rivolto verso la montagna e due grandi finestre che incorniciano perfettamente il panorama.

"Quel letto sembra un fottuto sogno," dice Harry mentre la porta si chiude silenziosamente dietro di loro.

"È un California King*", dice Louis, citando solo ciò che la signora in ufficio ha detto loro.

"Sono cresciuto in California e non avevo nemmeno un California King."

Louis alza gli occhi al cielo mentre rivendica il suo lato abituale del letto appoggiandoci sopra la borsa. "Lo dici come se fosse un requisito per poter vivere in California."

"Dovrebbe essere così," dice Harry leggermente sottovoce mentre lascia cadere la sua borsa sul pavimento.

Louis controlla il bagno e il piccolo frigorifero prima di uscire sul balcone. Il vento gelido lo fa rabbrividire e subito infila le mani nelle maniche della felpa mentre il suo respiro si annebbia intorno a lui.

"Hai il caricatore del telefono?" Harry chiama dall'interno. "Penso di aver dimenticato il mio."

"Nella mia borsa da qualche parte", dice, incrociando le braccia e sporgendosi dalla ringhiera del balcone per vedere sotto. "Potresti dover scavarci dentro."

Sente la cerniera della sua borsa e poi si distrae guardando il suo respiro ad ogni espirazione. Farà ancora più freddo una volta che saliranno in montagna e all'improvviso è abbastanza grato per aver messo in valigia mutande lunghe e calze di lana. Si concentra di nuovo quando sente uno squittio che suona Harry nella stanza. "Fatto?"

"Ehm, no."

Louis si gira al tono della voce di Harry, confuso. "È un cavo bianco. Quanto è difficile da trovare?" Fa due passi nella stanza per trovare Harry in piedi sopra la sua borsa con la mano stretta intorno a qualcosa di immediatamente familiare e fuori posto allo stesso tempo.

"Mi sono distratto," dice Harry, alzando la mano. "Avevi grandi progetti per questo?"

Louis ride quando realizza il suo errore. "Pensavo di aver preso una torcia dal cassetto stamattina."

"E invece hai afferrato un -"

"Vibratore", Louis finisce la frase per lui. "Sì."

"Vibra?" Harry studia il giocattolo blu scuro che ha in mano, i bordi curvi e l'estremità svasata.

"Fai girare la parte di sotto", dice Louis in mancanza di qualcosa di meglio da aggiungere. È troppo tardi per negare l'ovvio.

Harry usa la sua mano libera per farla ruotare e poi i suoi occhi si spalancano mentre il giocattolo inizia a vibrare leggermente. "Oh mio Dio", dice. Qualcosa nel tono della sua voce gli manda una scintilla nello stomaco di Louis come un accendino difettoso. "Non ho mai usato uno che vibra."

La vista di Louis diventa bianca per un momento mentre il suo sangue scorre nella direzione opposta a cui è abituato il suo corpo. "Ti piace?" La sua bocca è secca, la sua voce calma mentre Harry alza lo sguardo su di lui. Dovrebbe essere imbarazzante ma, come sta scoprendo, gli causa qualcos'altro.

"Sto diventando duro," dice Harry, il classico sorrisetto presente sul viso e nessun segno di nervosismo.

Louis alza le sopracciglia mentre chiude la porta del balcone con una mano sola. "Sì?" Si sente come un cacciatore che si avvicina alla sua preda mentre fa passi lenti verso Harry.

Il sorrisetto di Harry scivola via mentre la stanza diventa silenziosa, tranne per il suono vibrante del giocattolo. Louis lo guarda deglutire, il modo in cui si lecca a malapena il labbro inferiore. "Sì."

Louis sorride mentre si avvicina a lui. Può dire che Harry pensa che gli bacerà le labbra così, allora, gli bacia il lato del collo e poi preme leggermente la parte superiore dei suoi denti sul muscolo. Harry muove delicatamente la testa di lato e Louis non riesce a trattenersi mentre lo bacia sotto l'orecchio e poi sussurra: "Vuoi che lo usi su di te, tesoro?"

La risposta di Harry è un "Lou" piagnucolato sommessamente, ma va bene, così Louis lo afferra e lo bacia tutto in una volta, una mano sulla schiena di Harry e l'altra sul lato del collo mentre usa la lingua per aprirgli la bocca in un accordo tranquillo.

Il vibratore cade da qualche parte tra di loro quando Harry striscia all'indietro sul letto senza staccare le loro labbra. La borsa di Louis cade a terra con un leggero tonfo mentre, probabilmente, si svuota sul pavimento. Davvero, davvero non gli importa. Quello che gli interessa è scivolare giù dal letto e slegare i lacci delle vans nere di Harry, tirandole via mentre lui preme sui talloni per potersele togliere. Fa un rapido lavoro con i jeans di Harry e poi con i suoi, togliendosi la maglietta quando Harry si siede a metà per divincolarsi dalla sua.

"Non è così che ho immaginato il nostro pomeriggio", dice mentre Louis striscia di nuovo su di lui, bilanciandosi sul letto con le ginocchia ai lati dei suoi fianchi.

"No? Dovremmo fermarci?"

Harry alza le sopracciglia mentre le sue mani si posano sulle cosce di Louis. "Assolutamente no." Infila le dita nei boxer di Louis e li tira proprio, facendolo rotolare sulla schiena, entrambi ridono l'uno contro la bocca dell'altro mentre cadono.

*

"Fa fottutamente freddo qui dentro."

Louis ride mentre fa scorrere il dito sul sudore che si sta asciugando lentamente sul petto di Harry. Si scopre che un vibratore e la sua lingua hanno fatto dimenticare ad Harry di accendere il riscaldamento nella loro stanza. Non che Louis se ne fosse davvero accorto mentre gli occhi di Harry ruotavano all'indietro  indietro venendo e poi, come gran finale, si faceva scopare la bocca da Louis.

Ora, però, il sudore e l'appiccicosità li hanno lasciati nudi e infreddoliti, intrecciati sul letto più grande che abbiano mai condiviso. "Dovremmo accendere il caminetto," dice Harry, prendendo la mano di Louis e posandola sul suo cuore.

"Ciò implica il doversi alzare", dice Louis. "Il che sembra miserabile."

"Ma ho freddo."

Louis bacia il lato del suo bicipite e rotola sulla schiena, le dita appoggiate sullo stomaco. "Potresti alzarti dal letto e fare qualcosa al riguardo."

Harry geme come un cucciolo enorme mentre rotola su un fianco e getta la gamba sulle cosce di Louis. "Non pensi di avermi fatto fare abbastanza oggi?"

Louis gira la testa, i suoi capelli che si schiacciano contro il cuscino sotto la sua testa. "Ti sei divertito." Sorride al solo ricordo di Harry che trema mentre lui gli preme il vibratore contro la sua prostata, il modo in cui i suoi occhi hanno iniziato a lacrimare appena prima di ruotare all'indietro, il sorriso sporco sul suo viso quando li ha riaperti nuovamente.

"Si," concorda, le sue labbra che si contraggono. "Ma ora sono esausto."

Louis geme: "Beh, oggi è il tuo giorno fortunato". Si solleva e rotola sul corpo di Harry, la loro pelle che si sfiora mentre Harry esulta. "Ma solo perché ho bisogno di fare pipì." Al suo passaggio accende l'interruttore del camino, tremando leggermente quando si accende.

"C'è odore di sesso qui dentro", dice quando finisce e torna nella stanza.

"Wow," Harry impassibile dal letto, dove è scivolato sotto le lenzuola. "Come sarà successo?"

"Sei insopportabile", dice Louis mentre apre leggermente il balcone per far circolare l'aria fresca. Harry gli sorride e il solito, "Ti piace", rimane inespresso mentre Louis ricambia il sorriso.

Il caldo lento che riempie la stanza gli sta già facendo venire sonno, per non parlare dell'ultima ora trascorsa facendo diversi tipi di cardio. La parte migliore di questa vacanza è che non hanno piani o motivi per non dover strisciare nel letto e fare un pisolino. Non si preoccupa dei vestiti mentre si infila sotto le lenzuola, i brividi che gli salgono sulla pelle a causa della brezza e delle lenzuola fresche. L'idea del fuoco che li riscalda lentamente lo fa sentire meglio mentre si avvicina ad Harry.

"Fai un pisolino," dice Harry, voltandosi e poi girandosi in modo che la sua schiena si scontri con il petto di Louis. "La mia cosa preferita."

Facile come tutto, Louis fa scivolare il braccio intorno alla sua vita, la sua mano che si allarga sulle costole. "Lo so," sussurra, un bacio veloce sulla lentiggine della spalla di Harry prima di far cadere la testa sul cuscino. Un pisolino di venerdì pomeriggio con Harry tra le braccia sembra poter diventare facilmente anche la sua cosa preferita.

*

Louis si sveglia disorientato con la stanza che proietta toni di blu che assomigliano a quelli del post-tramonto. Il fuoco proietta ombre contro il muro e Harry mormora nel sonno mentre sistema la testa sul cuscino. Louis lo lascia mentre si sposta sulla sua schiena. Si stropiccia gli occhi e fa l'inventario dei suoi muscoli doloranti, la stanza calda diluita comodamente dall'aria fresca fuori. Indica le punte dei piedi e allunga le braccia sopra la testa, guardando l'orologio sul comodino. Sono quasi le sette, il che spiega il brontolio nel suo stomaco.

"Che ora è?" Harry borbotta, girandosi per guardarlo. La sua voce è bassa e graffiante e ha la piega della federa impressa sulla guancia.

"Sette", dice Louis mentre Harry sbadiglia. "Ho fame."

"Lo so. Il tuo stomaco brontolante è ciò che mi ha svegliato", dice con un mezzo sorriso.

"Peccato che non ci sia il servizio in camera."

Harry sbuffa: "Non abbiamo guidato fino a qui per fare le stesse cose che facciamo sempre."

"Non le stiamo facendo," dice Louis, sorridendo. "Abbiamo un caminetto e un vibratore."

La risata di Harry è forte ed esplosiva mentre cade sulla schiena. Si copre il viso con le mani ma non attutisce il suono. "Andiamo a cena allo chalet," dice una volta che si è sistemato. "Potrei davvero bere un po' di vino."

"Non hai fame?" chiede Louis, sedendosi lentamente.

"Si", dice Harry. "Prima, il vino. Poi il cibo. Ho tutte le mie priorità in ordine".

Louis ride mentre si toglie le coperte e va a prendere la sua borsa, gli effetti personali sono sparsi dove l'hanno fatta cadere precedentemente dal letto. Finisce per indossare un maglione, un paio di jeans e il suo piumino, più un paio di guanti infilati nelle tasche. Harry indossa quasi le stesso cose di prima tranne per le scarpe, ora indossa un paio di stivali da pioggia neri pesanti con della pelliccia sintetica all'interno. Gli stivali sembrano essere più adatti all'editoriale che alla montagna, ma Louis non commenta.

La passeggiata verso il chalet è breve, ma abbastanza lunga da farli prendere freddo e far diventare i loro nasi rossi, prima di trovare l'ingresso del ristorante. All'interno c'è uno sciame di persone che conversa a bassa voce con la melodia del pianoforte che filtra negli spazi vuoti dall'angolo più lontano. Le pareti sono tutte in legno e le luci sono lampadari antichi, ogni tavolo è distanziato per creare un senso di privacy con separé sparsi lungo le pareti. Il padrone di casa li porta a un tavolo con un sorriso, indicando un gancio per le loro giacche e la carta dei vini.

Appendono le giacche e si prendono un momento per riscaldarsi prima di ordinare una bottiglia di vino e lo speciale di tre portate dalla pagina centrale del menu. È un livello di romanticismo più elevato rispetto ai loro soliti pasti, ma non se ne curano   mentre condividono il vino e parlano di cibo, sciando tra storie dell'orrore della loro giovinezza e confrontando gli infortuni dovuti alla neve.

La cena inizia con delle insalatine seguite da torte di granchio per il piatto principale e crostata alla crema di banana per dessert. Alla fine, sono pieni e il pianista ha lasciato la musica registrata al suo posto mentre il ristorante si svuota lentamente. Non hanno fretta e si soffermano sugli ultimi bicchieri di vino, assaporando il calore e la compagnia. "Non sono sicuro di quali siano i vostri piani", dice il cameriere mentre consegna il conto, "Ma alle nove inizieranno i fuochi d'artificio dal bordo occidentale della montagna. La vista migliore è dal bar al piano di sopra, se siete interessati."

Louis non è sicuro se stia solo cercando una mancia, ma lo ringrazia lo stesso mentre le sopracciglia di Harry si uniscono. "Fuochi d'artificio a febbraio? Questo mi farà venire voglia di un hotdog e una birra".

Louis sorride mentre beve un sorso di vino. "Dobbiamo perderceli, allora, Miss America? I fuochi d'artificio sono così sacri che possiamo vederli solo a luglio?"

"Farò un'eccezione". Harry sorride mentre lecca l'ultima parte della crema di banana dalla sua forchetta. "E non chiamarmi più Miss America. Preferisco Miss Congeniality*.
"Sì? Solo se sai suonare una canzone usando bicchieri d'acqua mezzi pieni".

Harry alza le sopracciglia mentre prende il vino. "Non posso dirti tutti i miei segreti."

"Ovviamente no." Louis sorride. Harry sorride mentre deglutisce, gli occhi che danzano alla luce delle candele.

Una volta che hanno finito, si dirigono verso l'ascensore per controllare il bar. Louis sente gli effetti del vino rosso, le guance rosee come quelle di Harry; il sorriso facile. Le porte dell'ascensore scorrono su una stanza che sembra fatta di vetro, tutte le finestre iniziano dal pavimento e arrivano al soffitto collegate solo da sottili telai metallici. Sembra di essere in una realtà virtuale, la montagna che si estende davanti a loro illuminata dalla luna che luccica sulla neve. "Chi se ne frega dei fuochi d'artificio?" dice Harry mentre escono dall'ascensore e si guardano intorno. "Mi sento come se il cameriere avesse tralasciato la parte più importante di tutto questo."

"Seriamente ", dice Louis, gli occhi che seguono i soffitti alti e l'open space.

Ordinano un altro bicchiere di vino ciascuno e si siedono ad un tavolo alto vicino alla finestra. C'è freddo lì, così decidono di muoversi prima di determinare che il fresco è più rinfrescante che sorprendente. Si scopre che il pianista scomparso dal piano di sotto si è spostato qui e rende l'atmosfera decisamente più di classe rispetto a una playlist mista casuale. Louis beve lentamente a causa di ciò, la sua concentrazione su Harry e la vista fuori dalle finestre, escludendo tutto il resto intorno a loro.

Harry è a metà di una storia sulla sua prima volta che ha bevuto tequila al college - e la strana notte a cui aveva portato - quando Louis è sopraffatto dalla realizzazione che Harry è ancora il suo migliore amico. Viene piuttosto dal nulla, qualcosa sul modo in cui Harry ride di se stesso prima di raccontare la battuta finale della storia. Louis non è sicuro se pensava che ciò sarebbe cambiato negli ultimi trentotto giorni. Eppure, eccoli: ancora amici, ma con qualcosa in più. Tutto ciò che Louis vuole è ascoltare Harry ridere di se stesso per ore e magari baciarlo da qualche parte nel mezzo. Come, si chiede, potrebbe lasciar andare tutto questo? Sbatte le palpebre mentre guarda il sorriso di Harry svanire, il suo viso diventare stranamente serio. "Che cosa?" chiede, picchiettando il dito sulla sommità del bicchiere. "Che cosa?"

"Sai cosa ho appena detto?"

Louis ripete tutto quello che ha sentito, ma inizia a svanire da qualche parte quando Harry ha riso un momento fa e deglutisce, impacciato. "Mi crederesti se dicessi che stavo ammirando quanto tu sia bello?"

Ha il piacere di guardare le guance di Harry arrossire mentre distoglie lo sguardo, il suo sorriso che apre dolcemente le sue labbra. "Forse."

"Beh, non lo stavo facendo", dice Louis. Sorride quando Harry lo guarda leggermente scioccato, le sue labbra che si arrotondano in un cerchio perfetto.

"Qual è la tua scusa allora?"

"Non posso svelare tutti i miei segreti," dice Louis strizzando l'occhio e ride mentre Harry alza gli occhi al cielo. "Sei molto bello, comunque." Harry arrossisce davvero questa volta e Louis non pensa che si stancherà mai di vederlo accadere.

Dopotutto, non prestano molta attenzione allo spettacolo pirotecnico. La loro attenzione viene cattura solo brevemente quando il bar diventa rosso per i riflessi delle luci, ma poi individuano i sentieri scarsamente illuminati intorno allo chalet e decidono di fare una passeggiata notturna invece di finire lo spettacolo.

Anche con l'alcol in circolo, finiscono con le mani infilate in tasca e il mento infilato nei cappotti. I percorsi sono per lo più lisci, solo scivolosi in alcuni punti, con luci posizionate su entrambi i lati della passerella. Gli alberi scuri sembrano rendere tutto inquietante, il cielo limpido sopra la testa lascia che le stelle aggiungano un po' di luce. Un paio di volte Louis riesce a spaventare Harry fingendo di sentire un orso che fruscia tra gli alberi. Si ferma dopo la seconda volta quando Harry sobbalza, scivola e fa quasi cadere Louis nel processo. Proprio quando iniziano a chiedersi se si sono allontanati troppo, il sentiero curva per tornare al rifugio.

"Ho pensato a una cosa."

Il modo in cui Harry lo dice riporta Louis alla notte a Central Park, quando ha proposto di iniziare tutta quella cosa, come una bomba che rotola aspettando l'impatto. Louis lo guarda, "Sì?"

"Come questa sia stata una mia idea."

Louis ha un senso di disagio, incerto su cosa voglia dire Harry con questo. "Voglio dire, l'hai tirato tu fuori per primo", dice, "ma ovviamente ero d'accordo".

Harry stringe le labbra e Louis distoglie lo sguardo prima che possa essere sorpreso a fissarlo. "Se io non l'avessi tirato fuori, non sono sicuro che sarebbe mai successo."

Questa volta Louis sta zitto perché Harry ha ragione. Louis non aveva mai avuto intenzione di riconoscere il modo in cui si sentiva nei confronti di Harry - infatti, prima che Harry lo tirasse fuori, non si era reso conto di provare qualcosa per lui in particolare.

"Comunque," ​​Harry scuote la testa come se fosse fuori strada. "Quello che volevo dire è che non voglio che tu ti senta qualche modo condizionato da ciò."

Louis sbatte le palpebre mentre il suo ritmo rallenta. Anche Harry impiega un secondo a rallentare e poi iniziano a passeggiare lentamente invece di camminare. "Condizionato da cosa?"

Harry deglutisce e tiene gli occhi puntati dritto. "Quando dovremo decidere," fa di nuovo spallucce, "non voglio che tu ti senta come se dovessi fare qualcosa che il tuo cuore non vuole."

Louis non riesce seguire quello che Harry sta cercando di dire, ma lo preoccupa- qualcosa che non dovrebbero accadere con soli due giorni rimasti. "Non preoccupiamoci," dice Louis, e ciò che sembra essere la cosa sbagliata da dire poiché le sopracciglia di Harry tremolano.

Sorride ma questa volta non arriva ai suoi occhi. "Hai ragione. Non è importante, è solo che la mia mente lavora in continuazione".

Louis smette di camminare, e come se fossero connessi, smette anche Harry. Una tempesta di possibili cose da dire inonda la mente di Louis - rassicurazioni vuote a tutte le dichiarazioni fatte da Harry e ha paura di dire qualcosa di cui si pentirà. Per porre,così, fine a tutto, chiude lo spazio tra i loro corpi e lo bacia profondamente, le sue mani che escono dalle tasche per posarsi sugli avambracci di Harry. Quando si tirano indietro in modo che le loro fronti si toccano, il respiro caldo tra di loro, Harry sussurra: "Questo mi piace molto di più di parlare".

Louis ride, lo bacia di nuovo velocemente e poi infila la mano nella tasca del cappotto di Harry per tenergli la mano mentre iniziano a tornare indietro. Prima o poi ne parleranno, lo sa, ma non adesso.

*

SABATO ~ Giorno 39

Essere circondati dalla neve fa sì che il mattino arrivi più velocemente, il sole che nasce si riflette da terra e direttamente nelle finestre spalancate della stanza di Louis e Harry. Avevano lasciato le tende aperte quando si erano addormentati la scorsa notte, qualcosa al limite dell'erotico mentre facevamo sesso in una stanza buia con la vista della montagna e delle stelle allo stesso tempo. Almeno secondo Harry, che ha iniziato a togliersi i vestiti quando sono entrati e poi ha fermato un Louis che cercava di chiudere le tende.

Ora, ovviamente, è Harry quello che si comporta come un procione colpito da una torcia mentre si dimena per girarsi verso Louis e mettere la faccia contro il collo mentre la stanza si riempie di luce solare. "Te l'avevo detto che era una cattiva idea," sussurra Louis, i suoi occhi che sbattono le palpebre assonnati. Muove la mano per sfiorargli il fianco e infila le dita appena sotto la cintura dei boxer mentre chiude di nuovo gli occhi.

*

La seconda volta che Louis si sveglia è perché Harry si muove di nuovo. Tranne, questa volta, sono i movimenti distinti dei suoi fianchi e delle sue mani sul culo di Louis che fanno leva. Gli occhi di Louis si aprono più facilmente questa volta, soprattutto per la curiosità di sapere se Harry sta facendo qualche  sogno erotico. Invece, scopre che Harry lo sta guardando, il labbro stretto tra i denti per la concentrazione. In un attimo, le sue labbra si piegano in un sorrisetto mentre ruota i fianchi più lentamente.

"Ciao," dice e poi si abbassa per baciare Louis lentamente, la sua lingua combacia con il successivo movimento dei suoi fianchi che invia un'ondata di calore in Louis.

"Buongiorno," dice Louis, facendo scivolare la mano sul fianco di Harry e sul suo membro, stringendolo per guardare i suoi occhi chiudersi. Louis sorride mentre li fa rotolare entrambi, Harry che atterra sulla sua schiena. "In realtà," dice, baciandolo sonoramente e spingendogli giù i boxer con una mano. "Meglio di un buongiorno. Un buongiorno eccellente." I fianchi di Harry si spingono verso l'alto mentre ride, le gambe che scalciano per aiutarlo a farsi togliere i boxer più velocemente. Ha ragione; questo è molto più divertente che parlare.

*

Quando finalmente decidono di alzarsi dal letto per iniziare la giornata, il cielo è azzurro con il sole che scintilla sulla montagna. Si vestono con pantaloni da sci spessi e piumini, stivali pesanti e calzini. Louis si sente come se avesse guadagnato quasi dieci libbre di vestiti, mentre escono per prendere la navetta verso il negozio di noleggio dell'attrezzatura. Fortunatamente, è un po' in ritardo, così possono prendere caffè e ciambelle dal bistrot.

Vista la stagione invernale in calo, non sono gli unici ad aver deciso di sciare questo fine settimana. Fare la fila per l'attrezzatura, attrezzarsi e arrancare verso l'ascensore richiede più tempo del previsto, ma sembrano essere gli unici a non avere fretta. Alla fine, sono in grado di infilarsi in un carrello dello skilift, i loro sci e i loro vestiti occupano più spazio di quanto non siano abituati. Entrambi hanno occhiali da sci appollaiati sulla testa, labbra screpolate e nasi rossi.

"C'è stato un periodo in cui ho avuto degli incubi su questa parta", dice Harry mentre lasciano il terreno solido e iniziano a salire. "A proposito di cadere."

Solo le quattro parole fanno sobbalzare lo stomaco di Louis alla possibilità. "Come uno di quegli incubi in cui cadi e ti svegliano?"

"Esatto", dice Harry. Regola i suoi bastoncini da sci in modo da poter tenere la barra sopra la loro vita in modo più sicuro. "Mi svegliavo sempre prima di atterrare, però. Immagino che sia una cosa buona".

"Rimarrai sbalordito nel sapere che scuotevo il carrello degli impianti sullo skilift solo per far urlare le mie sorelle."

Harry ride anche quando dice: "Sei un mostro".

"Ero una specie di mostro, sì. Era anche una di quelle cose che facevo convinto che non sarebbe successo niente di brutto".

"Cosa ti ha fatto smettere? Cosa è successo?"

Louis sorride: "Il karma mi si è ritorto contro. Gli ascensori hanno avuto un malfunzionamento e siamo rimasti bloccati in aria mentre il meccanico veniva a riparare il motore. Per due ore sono stato seduto tra due bambine che non smettevano di urlare come delle pazze fino a quando non siamo tornati a terra".

"Io sarei stato sicuramente il bambino urlante", dice Harry. "Pizzicavo Gemma prima che salisse sull'ascensore. Le dicevo che se l'avesse scosso, l'avrei fatto di nuovo. Come se fosse una tattica intimidatoria".

"Come ti è andata?"

"Mi pizzicava per vendetta e io iniziavo a piangere, così poi mi diceva che non lo avrebbe scosso solo se avessi smesso di piangere. È stata un'esperienza formativa".

"Essere il fratello maggiore è la cosa migliore", dice Louis con soddisfazione.

"E qui che pensavo che essere il più piccolo lo fosse," dice Harry, le sue labbra che si contraggono mentre spinge delicatamente gli sci davanti a sé, facendo sbattere le loro ginocchia insieme.

*

Dopo tre discese, ascoltano i loro corpi e vanno a cercare un posto dove pranzare e il calore del ristorante che si trova ai piedi della montagna. Louis prende in giro Harry per avere il burrocacao in tasca con cui si idrata le labbra una volta che si siedono, ma finisce per rubarglielo e usarlo una volta che anche le sue labbra iniziano a sentirsi screpolate. Ordinano sidro e panini con patatine fritte mentre i loro corpi si riscaldano.

"Cosa facciamo domani?" Harry chiede quando arriva il loro cibo e ha mangiato almeno tre patatine tutte in una volta, se Louis conta bene.

"Quando? Tutto il giorno?"

"Quando prenderemo la nostra decisione. Non abbiamo detto come lo faremo".

La leggerezza della loro avventura sugli sci diventa improvvisamente un po' cupa mentre Louis mastica un boccone del suo panino. "Non ne sono sicuro", dice. La vera fine è stata nel mirino per tutta la settimana, ma l'immediatezza di affrontarla è scoraggiante.

"Possiamo essere drammatici?" chiede Harry. Sorride timidamente come se fosse d'accordo che l'argomento è spinoso ma hanno bisogno di discuterne comunque. "Torniamo a Central Park tipo, al tramonto."

Louis alza gli occhi al cielo, un peso nello stomaco che si solleva leggermente. "Sei incredibile."

Harry sorride, "Tutta questa cosa è ridicola se ci pensi. Finiamola col botto".

"Bene." Louis ride, "Central Park alle sette".

Harry sorride ma svanisce quando iniziano a mangiare di nuovo, mentre il peso nello stomaco di Louis diminuisce. Può dire che Harry sta pensando a domani, dal modo in cui i suoi occhi fissano una piega sul tavolo, masticando con le labbra premute insieme. Louis odia non sapere cosa sta pensando, odia essere seduto proprio qui ma avere un muro tra loro. "Raccontami del tour," sbotta per attirare l'attenzione di Harry. "Ne hanno più parlato?"

Harry deglutisce e si siede un po' più dritto come se si fosse perso per un momento. Qualcosa dietro i suoi occhi si stabilizza e Louis pensa che forse è grato per il brusco cambio di argomento. "Stanno pensando a quindici città all'inizio della primavera", dice. "Solo per una settimana alla volta, forse di più a Los Angeles, Chicago e Miami a seconda dell'accoglienza da parte del pubblico. Andrò per almeno i primi giorni a ciascuno per assicurarmi che l'assetto sia corretto. Probabilmente starò più a lungo nelle grandi città per vedere la reazione generale".

Louis fa domande per la mezz'ora successiva come se ciò fosse il suo lavoro e Harry risponde con calma, felice di parlare di nuovo delle stanze, apparentemente felice di avere Louis ad ascoltarlo. Finché continueranno a parlare, pensa Louis, di tutto quello che c'è sotto il sole a parte la loro relazione, non saranno costretti a confrontarsi con l'elefante nella stanza. L'elefante batte i piedi sempre più forte ogni ora che passa.

*

Fanno un'altra corsa in montagna dopo pranzo, poi rimettono gli sci e gli occhiali e salgono sulla navetta per tornare al rifugio. Scendono alla fermata a metà strada quando vedono una fiera allestita in un grande parcheggio. È una decisione reciproca presa con un semplice sguardo: entrambi amano i mercati.

Si tengono le mani guantate mentre vagano, fermandosi in quasi tutti gli stand per dare un'occhiata ai prodotti fatti a mano. Alcuni degli stand sono artigiani del cibo locale ed entrambi finiscono per acquistare quasi tutto ciò che assaggiano. Ci sono formaggi artigianali e mandorle tartufate, marmellata fatta in casa di cui entrambi si entusiasmano un po' troppo. Harry perde la testa per un chiosco di olio e aceto, acquistando tre bottiglie di oli aromatizzati e due aceti speciali. Allo stesso tempo, Louis finisce allo stand successivo per comprare due pagnotte di pane rustico, una con gli spicchi d'aglio cotti dentro. Entrambi ridono quando si vedono con i loro reperti mentre pagano i rispettivi proprietari del negozio.

"Quello è il tuo ragazzo?" chiede la donna che aiuta Louis. Non gli dà il tempo di rispondere prima di dire: "Lui che compra olio e aceto mentre tu compri il pane vi fa apparire come se foste anime gemelle". Louis ride e spera che non suoni vuoto.

"Cosa ha detto?" chiede Harry mentre iniziano il corridoio successivo.

"Niente", Louis mente. Laddove anche due settimane fa sarebbe stato divertente parlare di come le persone li vedessero come anime gemelle, ora sembra un po' come impilare il mazzo. Anima gemella o no, sa che devono determinarlo da soli.

"Sono abbastanza sicuro che abbiamo tutte le carte in regola per un tagliere di formaggi", dice Harry mentre osserva il bottino tra le loro braccia.

La prospettiva della cena non sembra allettante dopo un pranzo tardivo, ma un tagliere di formaggi lo fa sempre. "Andiamo a farne uno in camera e rilassiamoci accanto al fuoco", dice Louis. "Posso già dire che sarò dolorante da oggi."

"Perfetto," concorda Harry con un facile sorriso.

Vagano un po' di più, ma Louis non riesce a mantenere la concentrazione. Nonostante tutti i suoi discorsi coraggiosi sul non parlare dell'inevitabile, la sua mente sembra avere una sua traccia. Il suo cervello inizia a sottolineare inutilmente tutte le insicurezze che ha mai avuto su se stesso e le sue relazioni passate, lanciando domande sul perché pensa che ora sarà diverso.

Pensa che Harry sappia che sta succedendo qualcosa dal modo in cui non gli parla molto durante il ritorno allo chalet, i suoi soliti commenti e domande cadono nel silenzio. Louis inizia a far lavorare troppo la sua mente, ripetendo la conversazione che hanno avuto la scorsa notte dopo il bar - Harry che gli dice di non fare qualcosa se il suo cuore non è d'accordo. Le bandiere rosse si alzano mentre cerca di ricordare la faccia di Harry mentre l'ha detto - se stava solo cercando di deludere Louis facilmente, sperando che si sarebbe tirato indietro e sarebbe stato lui ad andarsene così da non dover essere lui a farlo.
Comincia a sentirsi come se non fosse parte del suo corpo - la sua mente fluttua a pochi passi dietro i suoi piedi come se stesse bevendo. Il fatto che sia completamente sobrio lo rende ancora più imbarazzante quando si scontra con Harry.

"Stai bene?" gli chiede mentre aiuta Louis a stare dritto.

"Deve essere una roccia", dice prima di sentirsi immediatamente in colpa. Per tutto il tempo è stato onesto con Harry, meticolosamente; e sa che Harry lo è stato lo stesso. Ora essere chiusi sulla parte più importante di tutta la faccenda sembra essere un tradimento.

"Stai attento," dice Harry con un piccolo sorriso e gli occhi dolci.

Louis si ferma all'improvviso, incapace di aspettare. Harry fa qualche altro passo poi si ferma anche lui, tornando sui suoi passi in modo da trovarsi di fronte a Louis. "Che cosa?"

Louis pensa di chiedere a Harry in quel momento, chiedendo se dovrebbero farlo per davvero o dimenticarsene, ma non riesce a pronunciare le parole. "Ieri sera", dice. "Hai detto che non devo fare nulla se non ne sono sicuro, giusto?"

Gli occhi di Harry si allargano e deglutisce, chiaramente non preparato al tipo di discorso, dopo aver parlato di formaggi. "Sì."

"Lo hai detto perché non vuoi che io scelga te? Era questo il tuo modo per provare a non farmi dire di sì a questo?"

Harry sbatte le palpebre. "Cosa?"

Louis si lecca le labbra e alza le spalle. "Quello che ho appena detto. Stavi cercando di dirmi che ti senti responsabile di tutto questo per avere una scappatoia?"

"Io non -" Harry scuote la testa, gli occhi annebbiati. "Da dove ti esce questo?"

Balbetta sulle sue parole e Louis sa allora che si sta sbagliando ma non riesce a stare zitto. "Non ti biasimerei", dice. "Sono una merda nelle relazioni, lo so bene. Non sto con nessuno da molto tempo e capisco che è una responsabilità. Non ti biasimo se è quello che stavi facendo".

Harry sembra confuso e poi si i suoi occhi si riempiono di dolore, ma Louis non dice niente, sposta solo i piedi e si morde l'interno della guancia. La faccia di Harry diventa improvvisamente stoica, annuendo lentamente. "Giusto. Beh, non credo che sia tua responsabilità dirmi cosa voglio o non voglio, prima di tutto. È una decisione che posso prendere e prenderò da solo, grazie tante". La sua voce è ferma ma Louis sente l'emozione negli spazi tra le parole. "Secondo", scuote la testa e inizia ad allontanarsi senza finire. "Ho bisogno di fare una passeggiata", dice sopra la sua spalla. "Ci vediamo in camera."

Louis lo lascia andare; sta in piedi come un idiota e guarda Harry allontanarsi finché non è solo un punto mentre svolta dal sentiero davanti a sé. Nonostante tutti i suoi sforzi per non parlare della loro relazione è riuscito a farli litigare. "Cazzo", sussurra, mentre inizia la sua lenta e solitaria camminata di ritorno allo chalet.

*

La stanza è ghiacciata quando entra e trema quando accende le luci. Si scopre che lasciare le tende aperte tutto il giorno non ha fatto nulla affinché la stanza conservasse una parvenza di calore. Mette i suoi acquisti di pane, formaggio, marmellata e olive sul tavolino e accende il camino, sfregandosi le mani. Chiude le persiane e poi le tende prima di cambiarsi i pantaloni da neve con qualcosa di caldo e più comodo: pantaloni della tuta e una felpa con cappuccio nera.

Dopo mezz'ora, inizia a preoccuparsi per Harry, rimproverandosi per averlo lasciato andare in un posto dove non sono mai stati, ma poi qualcuno bussa piano alla porta e lui sa subito chi è. Deglutisce mentre la apre, sentendo il petto infiammato. Non ha mai litigato con Harry in questo modo. Hanno litigato ma non tanto da doversi allontanarsi l'uno dall'altro. A questo punto del gioco, può ammettere di essere spaventato da ciò che potrebbe accadere. Harry sta lì con la sua borsa del mercato infilata nel braccio, una bottiglia di vino rosso tenuta in mano come un'offerta. "Tregua?" chiede, agitando dolcemente il vino.

Louis dovrebbe essere quello a scusarsi, dovrebbe fare o dire qualcosa di diverso dal fare un passo indietro e dire: "Certo", mentre Harry entra nella stanza. Si sporge quando Harry lo bacia, ignora il modo in cui i suoi occhi restano aperti.

Harry si cambia, infilandosi una felpa con la zip mentre Louis va a cercare un coltello per il pane, piatti per olio e aceto e dei bicchieri per il vino. "Penso che abbiamo bisogno di carne per accompagnare un tagliere di formaggi", osserva Harry mentre si infila un paio di calzini spessi. "Devo chiamare la reception?"

Louis si ferma e cerca di trattenere questo momento. Sempre di più, sente come se tutto stesse per finire e questa,essendo la loro ultima notte, di certo non aiuta. Eppure, sedersi per terra davanti al fuoco mentre Harry si siede sul margine del letto, parlare di carne come se tutto fosse normale, gli fa venire voglia di non lasciarlo mai andare. "Pensi che ci porteranno un piatto di carne?" chiede Louis mentre lascia che il momento voli via.

Harry finisce di mettersi l'altro calzino e striscia verso il telefono sul comodino. "Immagino che lo scopriremo."

Louis usa il coltello da bistecca che ha trovato nell'angolo cottura per finire di affettare il pane mentre Harry è al telefono. È divertente ascoltarlo parlare con altre persone, divertente riconoscere quanto sia fortunato ad avere Harry solo per sé nei momenti tranquilli che nessun altro ha. È ridicolo quanto l'abbia reso miserabile stasera.

"Fatto", dice Harry mentre rimette il telefono al suo posto.

"Qualcuno ti ha mai detto quanto sei affascinante?"

Harry sorride e le sue fossette fanno capolino. "Una o due volte, sì."

Louis arrotola il labbro sotto i denti. "È qualcosa che ho sempre saputo di te, ma a volte è travolgente vederlo in azione."

"In modo brutto?" chiede Harry, attento, come se Louis fosse una bomba a orologeria pronta a esplodere.

"Nel modo migliore," dice Louis, in parte serio ma per lo più esagerato per far ridere Harry.

Nonostante i dubbi di Louis, la reception porta loro,dal ristorante dall'altra parte della strada, un piatto di ceramica con tutti i tipi di carne: salame, prosciutto crudo, altro prosciutto, salsiccia. Si siedono fianco a fianco sul pavimento, le guance che diventano rosse per il fuoco; bevono vino e usano pezzi di pane per assaggiare l'olio e l'aceto, come se fossero dei professionisti, rimpinzandosi di troppo formaggio.

Attraverso la loro conversazione tranquilla e le loro risate sottili, Louis può percepire alcuni bordi frastagliati nella comodità di Harry. Pensa, forse, di sentirli solo perché li vede specchiati in se stesso. Si sente vulnerabile ed esposto stanotte, sapendo che quello che stanno facendo sta per finire rapidamente. Indipendentemente da ciò che accadrà dopo, non sarà mai più così. Quindi forse è come dire addio, forse ha motivi per assaporare ogni momento come zucchero filato che si scioglie sulla sua lingua.

Harry finisce il suo vino prima e tira il piede di Louis in grembo qualche tempo dopo, massaggiandolo con i pollici come se avesse bisogno di qualcosa da fare con le mani. Non per la prima volta, Louis pensa di dire qualcosa. Qualcosa di onesto, qualcosa di rassicurante. Tuttavia, non vuole dire qualcosa di sbagliato. La paura di prendere la decisione di Harry per lui, di fargli cambiare idea dicendogli qualsiasi cosa, gli fa tenere la bocca chiusa, le labbra gentili sul bordo del bicchiere di vino.

Lentamente, Harry si sposta dal piede alla caviglia e su per il polpaccio, premendo attentamente i pollici e lisciando i movimenti delle dita. Come uno schiocco, l'emozione della giornata e il modo in cui Harry appare  è troppo, così Louis tira indietro il piede bruscamente. Harry sembra sorpreso, le mani tenute a mezz'aria, le labbra socchiuse mentre alza lo sguardo. Si guardano negli occhi per la prima volta in tutta la giornata, o almeno così sembra.

Louis non è sicuro di cosa Harry stia cercando di dire solo con il suo sguardo, quindi fa l'unica cosa che sembra giusta, l'unica cosa che ha senso in quel momento; striscia a carponi verso Harry e si arrampica nello spazio tra le sue gambe, le ginocchia ai lati dei fianchi di Harry.

"Non pensiamo a domani," dice Louis mentre inclina con cautela la testa di Harry all'indietro. Passa il dito sull'arco delle labbra di Harry. "Facciamo solo questo." Non dà a Harry la possibilità di dire nulla mentre lo bacia, ma il sospiro silenzioso di Harry nella sua bocca sembra più di una risposta.

Devo ammettere che hanno fatto molto sesso nell'ultima settimana o giù di lì, ma Louis non ricordava fosse così. Fa caldo ma è pesante, i loro corpi rallentano mentre si aggrappano l'uno all'altro. Ogni capo di abbigliamento viene rimosso senza aggiungere spazio tra loro, le loro bocche sono costantemente sulle labbra o sulla pelle dell'altro. C'è una tregua disperata sotto la foschia, qualcosa che fa affondare le unghie di Harry nella spalla di Louis, qualcosa che fa sì che Louis lasci un livido sulla clavicola di Harry che non sarà in grado di coprire. Quando Louis viene giura che sta per piangere, ma si morde la lingua per portare Harry oltre il limite.

Giacciono in disordine appiccicati sul pavimento, silenziosi e immobili. Louis si sente esausto come di solito dopo il sesso, ma si sente anche un po' più distrutto. Sente che lasciare andare Harry significa più che alzarsi per prendere un bicchiere d'acqua, quindi si rifiuta di farlo. Riesce a sentire il battito del cuore di Harry contro il petto grazie al modo in cui sono sdraiati e inizia a farlo addormentare. È solo quando i suoi occhi battono pesantemente le palpebre che si rende conto che questa volta non ci sono state risate o sorrisi baciati. Questa volta hanno resistito come se sperassero di non rompersi.

*

DOMENICA ~ Giorno 40

Dormire per terra dopo una giornata sugli sci è, forse, l'idea peggiore che abbiano mai avuto. Sono entrambi doloranti al mattino e nemmeno una doccia calda scioglie la tensione nei muscoli di Louis. Harry è in piedi fuori dal bagno quando ha finito, gli occhi stanchi e un morso grande quanto la bocca di Louis sul tatuaggio dell'uccello. Louis sorride mentre lo guarda e Harry alza gli occhi al cielo. Non galleggiano più sulle bolle, ma non sembra nemmeno che camminino su del vetro. Non ancora, almeno.

Louis si veste e pulisce il tagliere dai salumi e formaggi massacrati, quindi si mette a sistemare la stanza mentre Harry si fa la doccia. Ripiega i loro vestiti nelle rispettive borse, afferra il suo vibratore da sotto il letto con una leggera risata e toglie le lenzuola in modo che le governanti possano perdonare le macchie discutibili.

Con un paio d'ore prima dell'orario di check-out richiesto, si avventurano in un piccolo ristorante su raccomandazione della reception. Non hanno parlato molto durante la mattinata e anche se Louis vuole dare la colpa alla stanchezza, è abbastanza sicuro che la loro conversazione di ieri, o meno, e il finale ufficiale della sera precedente stia portando la maggior parte del peso.

È più evidente mentre percorrono il sentiero per il ristorante, quando la quiete è assoluta nel mattino luminoso e l'unico rumore che si sente è il ticchettio dei loro stivali. Il silenzio confortevole è una cosa, ma il silenzio acuto ne è tutt'altra. Louis cerca di pensare alle cose da dire, ma tutte le sue idee cadono prima che arrivino alle sue labbra. Alla fine, fa l'unica cosa che gli riesce meglio, e intreccia le loro dita per tenersi per mano. Stringe la mano di Harry una volta mentre continuano a camminare. Scopre che sta trattenendo il respiro fino a quando, finalmente, Harry la stringe in ritorno.

Il ristorante è una piccola casa trasformata in bistrot con tovaglie bianche e vasi di fiori su ogni tavolo. Le pareti sono bianche con boiserie e le grandi finestre forniscono una luce perfettamente luminosa e naturale. La padrona di casa sembra contenta di vederli mentre chiede loro di sedersi e poi li raggiunge con i menu. Louis e Harry ringraziano e poi il silenzio torna a sprofondare. Louis non si rende conto che si sta martoriando il labbro mentre legge il menu fino a quando il pollice di Harry non preme leggermente per farglielo rilasciare. Alza lo sguardo leggermente sorpreso mentre Harry tira indietro la mano. "Sì?" Lui chiede. La sua voce si incrina in modo imbarazzante per non averla usata molto.

Harry fa spallucce e poi si sporge in avanti per baciare Louis, lentamente e dolcemente. Le loro labbra si aprono in un leggero sospiro mentre si tirano indietro. "Mi sono reso conto che non ti avevo ancora baciato stamattina," dice con un mezzo sorriso prima di tornare a guardare il suo menu. Louis deve trattenersi dal premersi le dita sulle labbra. Il retro della sua mente si contorce, chiedendosi se questo sarà il loro ultimo bacio. Interrompe il pensiero scuotendo la testa, sperando che Harry non veda.

La cameriera porta due tazze di caffè prima che possano chiederle e poi prende il loro ordine - un waffle per Harry e un french toast per Louis - prima di svanire al secondo piano. Louis beve un lento sorso del suo caffè, alla disperata ricerca di qualcosa da dire, ma Harry lo precede. "So che non stiamo parlando di lavoro, ma devo chiedertelo. Hai mai contattato Ella?" Louis inclina la testa, confuso. "Del New Yorker?"

La comprensione arriva presto mentre Louis sorride. Non sembra che sia passata una sola settimana dal biglietto da visita portato da Zayn mentre Harry dormiva nel suo letto. Sembra passata una vita da quando lui e Harry hanno trascorso tutto il giorno a spogliarsi in vari modi mentre guardavano la tv e mangiavano cibo da asporto. Una vita fa rispetto ad adesso, con tutto ciò che hanno costruito che incombe su di loro come una nuvola oscura. Ma questo non è ciò che ha chiesto Harry.

"Sì", dice. "Le ho inviato un'e-mail alla fine della scorsa settimana e abbiamo organizzato una telefonata per questa settimana con un editore con cui vuole che parli". Non può ignorare la luce negli occhi di Harry, il suo sorriso.

"E non me l'hai detto?" Non c'è veleno nella sua voce mentre prende la sua tazza di caffè.

"Non volevo portare sfortuna", dice Louis. "Ma ti farò sapere."

"Sarò ansioso. Quand'è?"

"Mercoledì", dice Louis. È il primo giorno concreto di cui hanno discusso negli ultimi quaranta giorni e non è perso per lui.

Harry mormora e annuisce, "Qualunque cosa accada, dovresti sapere che sono orgoglioso di te. Sei tipo, fantastico nel tuo lavoro".

Ridono entrambi e Louis alza gli occhi al cielo. Non può fare a meno di analizzare la parte "qualunque cosa accada". Intende con la chiamata o con loro? Louis non può pensarci per più di un battito di cuore o perderà il fiato.

La conversazione diventa più facile dopo, anche se Louis si ritrova distratto nel migliore dei casi. Sta masticando un boccone di french toast e quasi lo sputa per chiedere: "Ehi, lo stiamo facendo per davvero? Diciamo di sì?" ma non lo fa. Davanti a una tazza di caffè fresco quasi grida: "Cosa volevi dire ieri prima di andartene? Cosa doveva essere il secondo punto ?" ma non fa neanche quello. Si rende conto che mentre Harry paga non ha idea di come risponderebbe Harry e la paura è troppa per il suo cuore tenero e pulsante.

"Abbiamo fretta di tornare?" chiede Harry, posando la penna dopo aver firmato. "Ho pensato che sarebbe stato bello passeggiare un po' di più."

Louis scuote la testa. "Non c'è fretta", dice, sorridendo leggermente. "Sarebbe grandioso."

"Un'altra tazza di caffè," dice Harry e Louis pensa che potrebbe essere sul punto di piangere mentre annuisce. Sta dando di matto dietro il suo piccolo sorriso e il suo gentile cenno del capo. Sta perdendo la testa con domande, dubbi, risposte che non vuole riconoscere.

Prima che si alzino per andarsene, Harry scorre le sue e-mail e Louis lo guarda, i suoi occhi fissi in cima alla sua testa. Grida domande nel vuoto silenzioso della sua mente: hai intenzione di scegliere me? Sono io la persona giusta per te? È questo che stavamo aspettando? È di questo che parlano tutti quando dicono come dovrebbe essere l'amore?
Ma Harry non alza lo sguardo.

*

Camminano in un grande cerchio intorno agli chalet e si arrampicano sulle colline innevate, ma c'è solo così tanto che possono fare prima di essere costretti a lasciare l'hotel e tornare a casa. "Guiderò io", dice Louis mentre gettano le valigie sul sedile posteriore.

"Sei sicuro?" chiede Harry. Si mette gli occhiali da sole e li poggia sul ponte del naso. "Potrei imparare a guidare sulla neve."

Louis sbuffa: "Lasciamolo per un'altra volta. Mi piacerebbe tornare a casa tutto intero".

"Pensavo non avessimo fretta," dice Harry con un sorriso buffo mentre sale sul sedile del passeggero.

Se Louis avesse fatto a modo suo, non sarebbero mai tornati a casa. Il quarantesimo giorno non sarebbe finito e non avrebbero dovuto affrontare l'inevitabilità di quella sera. Così com'è, le miglia tra Windham e New York City svaniscono in una domenica pomeriggio sulla strada aperta. Va esattamente al limite di velocità, a volte al di sotto di essa, ma non ferma la loro marcia costante verso la città. Harry canticchia la sua playlist, ma non cerca di conversare mentre guarda fuori dal finestrino. Di nuovo, Louis vuole chiedergli cosa sta pensando ma si morde la lingua. Aspetterà stasera; giocherà secondo le regole, anche se questo lo uccide.

A metà strada, Louis cerca di razionalizzare gli scenari davanti a loro e fa così:

Entrambi possono decidere di restare insieme o entrambi possono decidere di andarsene. Può digerire queste possibilità; tutti dentro o tutti fuori. L'altra opzione è se prendono decisioni opposte - l'opzione che Julia ha proposto loro due settimane fa. Ha detto loro di pensarci, ma Louis l'ha voluta evitare come se fosse un brutto sogno.

Pensa che potrebbe sopportarlo se Harry dicesse di no e fosse lui a dire di sì. Pensa che potrebbe guarirlo, superarlo come qualsiasi altro crepacuore avuto e andare avanti senza sentimenti aspri. Quasi ride ad alta voce per la palese bugia. Si è aperto ad Harry in ogni modo possibile, se Harry decidesse che non gli piace quello che vede gli spezzerebbe il cuore. A pensarci, fa un respiro profondo e stringe le mani sul volante.

Harry lancia un'occhiata al movimento, sorridendo mentre si sincronizza con il "Louvre" di Lorde. Louis ricambia il sorriso e annuisce come se Harry avesse fatto una domanda prima di concentrarsi di nuovo sulla strada. Harry non ha la faccia di qualcuno che gli farebbe del male ma, ripete, nessuno di solito definisce il loro comportamento con la faccia. A volte feriamo le persone senza provarci affatto.

Louis deglutisce mentre gli viene in mente l'ultima opzione: la possibilità che Harry dica di sì mentre é lui quello ad andarsene. Non riesce a immaginarlo, se non per sapere che ciò distruggerebbe Harry nello stesso modo in cui Harry ,dicendo di no, distruggerebbe lui. La parte peggiore, forse, è che sa che Harry farebbe finta che sia tutto a posto. Harry, bellissimo, meraviglioso, sorriderebbe e se andrebbe. Nasconderebbe il suo cuore spezzato,come fa sempre, e ci vorrebbe un occhio ben allenato per sapere quanto gli fa male.

Sfortunatamente, Louis pensa, mentre si adatta al suo posto, ha l'occhio allenato; se ferisce Harry, saprà esattamente quanto è grave. La domanda, se potrebbe vivere sapendo di esserne lui la causa, indugia sotto la sua lingua.

Troppo presto tornano a Manhattan e davanti all'appartamento di Louis. Scendono entrambi dall'auto e si incontrano sul marciapiede; ci vuole tutto quello che Louis ha per non girarsi e scappare. Per qualche ragione correre sembra più facile di questo- affrontare Harry per un addio tranquillo prima che si separino per capire cosa fare

"Beh, ce l'abbiamo fatta", dice Louis con un sorriso. "Quaranta giorni."

"Quasi," dice Harry, il suo sorriso corrisponde a quello di Louis, ma non raggiunge i suoi occhi.

"Quasi" concorda Louis con un cenno del capo. Si fissano negli occhi, ma Louis distoglie lo sguardo per primo, nel caso Harry possa leggere il tumulto lì. "Grazie per questo fine settimana. È stato," scuote la testa "Davvero bello."

"Davvero bello," concorda Harry con un sorriso. "Grazie per essere venuto con me. E per l'intera cosa. Quaranta giorni, questo fine settimana, tutto quanto".

"Naturalmente," dice Louis, un improvviso groppo in gola che rende le parole più dure. "Ci vediamo stasera?"

Harry annuisce, le sue labbra premute insieme. "Central Park alle sette."

Louis sorride, "Strano". Non aspetta di vedere cosa farà Harry dopo, lo raggiunge. La sua mano scivola al lato del collo di Harry mentre lo bacia, il pollice che gli scorre lungo la mascella. Il bacio è finito troppo presto e Louis fa del suo meglio per non analizzare troppo il modo lento con cui Harry lo ha baciato.

"Ci vediamo", dice, salutandolo mentre fa un passo verso il suo edificio. Si sistema la borsa e Harry rimane lì a guardarlo. Louis si ferma per vedere se ha intenzione di dire qualcosa, ma non arriva nulla, quindi si dirige nell'atrio. Quando sale sull'ascensore, Harry è ancora in piedi sul marciapiede ma i suoi occhi non sono su Louis. Sta guardando il cielo, le mani infilate nelle tasche. Se Louis fosse religioso, giurerebbe che sembra che stia pregando.

*

All'interno del suo appartamento Louis è come un gatto intrappolato. Non può sedersi e pensare per più di qualche secondo e camminare davanti all'isola della cucina diventa noioso in fretta. Disimballa la borsa e beve una birra, fa il letto e riordina il bagno prima di prendere la giacca e le chiavi e lasciare del tutto il suo appartamento.

Il suo istinto è di andare da Harry; Harry è il suo punto di riferimento, il suo default. Se questo fosse un altro giorno, ecco dove andrebbe senza dubbio. Una telefonata e se ne sarebbe andato.

Non oggi.

Non può parlare con Harry di questo, non può far sapere a Harry l'angoscia che la decisione sta causando nel suo cuore. Harry ha bisogno di prendere una decisione senza un Louis disperato sulla sua soglia di casa. Quindi, sceglie la migliore opzione successiva, mentre si dirige verso la metropolitana. Chiama Zayn.

*

Niall è fuori per il pomeriggio e Louis è allo stesso tempo grato e dispiaciuto. Ama Niall come un fratello, tanto quanto ama Zayn, ma ha bisogno di qualcuno che sia obiettivo con lui e sa, tra loro due, chi lo sarà.

Zayn risponde alla porta con il telefono all'orecchio mentre Louis entra. "Niall", spiega mentre termina la chiamata. "Gli ho detto di stare fuori ancora un po'. Che stai attraversando una crisi".

"Grazie," dice Louis, passandosi le mani tra i capelli e lasciandoli cadere. "Hey", si gira verso Zayn, "non sto avendo una crisi".

Zayn inclina la testa, "Certo".

Louis si lascia cadere sul divano con i gomiti sulle ginocchia. Il suo stomaco sembra in caduta libera ma non si muove nemmeno. Non sa perché pensava che Zayn potesse aiutarlo; ha bisogno di qualcun altro e lo sa.

"Com'è stato sciare?" chiede Zayn mentre si siede sulla poltrona dall'altra parte del divano. "Siete tornati a casa tutti interi?"

"Penso di starmi innamorando di Harry," dice Louis ad alta voce, le parole che corrono avanti come cavalieri con le spade sguainate.

"Innamorando?" Zayn ripete.

Louis apre la bocca e poi la chiude, la bocca asciutta. "Potrei già esserlo."

Zayn si accascia di nuovo sulla sedia mentre Louis si copre il viso con le mani. "Vuoi iniziare dall'inizio?"

Louis non ha tempo per iniziare dall'inizio, quindi inizia da qualche parte nel mezzo della storia, ma non ha molto senso detto ad alta voce. Molto di quello che è successo tra loro è successo nei piccoli spazi tra tutto il resto: il modo in cui Harry ride e lo guarda, come si toccano, come si leggono i pensieri l'uno l'altro e finiscono le frasi, tutte le loro battute. Il fatto che Harry sia l'ultima cosa a cui pensa ogni notte e la prima ogni mattina, sono tutti i segreti che si sono raccontati, il modo in cui si sono rivolti a vicenda. Sono i momenti segreti che nessun altro conosce, sono i sorrisi nascosti sul collo e i desideri pressati sulle clavicole. È tutto in una volta e niente può essere riassunto a parole.

Quando Louis finisce la sua spiegazione, non è sicuro di aver capito bene. Non sa come spiegare che si è innamorato senza provarci, si è ritrovato a scivolare in profondità senza nulla a cui aggrapparsi. Nient'altro che Harry.

"E stasera glielo dirai?"

La confusione nella voce di Zayn dice a Louis tutto ciò che ha bisogno di sapere sul suo fallimento nel raccontare la storia nel modo giusto. Annuisce. Zayn stringe le labbra e i suoi occhi sono stanchi. "Non credo che nessuno possa dirti cosa fare qui, Lou. Deve essere una tua decisione".

"Lo so", dice Louis. "E penso di sapere cosa voglio dirgli." Improvvisamente lo sa con ogni battito del suo cuore.

"Giusto",Zayn fa un respiro profondo, "Sai cosa ha intenzione di dirti? Se vuole continuare ad uscire con te?"

Louis si sgonfia leggermente. "Penso di saperlo, ma non ne sono sicuro. Quando dico che non ne abbiamo parlato, non l'abbiamo davvero fatto".

Zayn annuisce di nuovo. Stringe le mani in grembo e Louis pensa subito a Julia. "Ti dirò esattamente cosa direi a Harry se fossi quello seduto qui, se dicessi tutte le cose che hai appena detto."

"Va bene," dice Louis lentamente, esitante.

"Dovete prendervi cura l'uno dell'altro," dice, facendo eco al suo sentimento della notte del compleanno di Harry. Non è quello che Louis si aspetta di sentire. "So che entrambi siete entrati in questo insieme e volete ricavarne qualcosa di reale, ma dovete pensare a proteggervi da, beh, voi stessi."

"Che cosa?" Louis scuote la testa. Non è un videogioco, non c'è motivo di protezione.

"È diventato disordinato, Louis." Zayn alza le spalle, rassegnato, "Ci sono emozioni coinvolte che non sapevi ci sarebbero state. Hai davvero pensato a tutte le possibilità?"

"Sì", dice Louis, sulla difensiva. "Ho attraversato ogni scenario due volte."

"Hai pensato al giorno quarantatré?"

"Che cosa?" Louis alza gli occhi al cielo, "No. È un esperimento di quaranta giorni".

"Lo so", dice Zayn, la sua voce che perde la pazienza. "Ma hai pensato di dire di sì stasera e poi di rompere il quarantatreesimo giorno? Salvi la tua amicizia ora solo per rovinarla mercoledì?"

Louis sbatte le palpebre nel silenzio, lo stomaco che trema. Aveva solo quattro scenari in macchina: non si è permesso di arrivare al quinto. Cosa succede se dicono di sì stasera e poi cadono a pezzi? È inevitabile che la loro relazione non durerà, vero? Non sono bravi a tenere insieme le cose, nessuno dei due. Loro lo sanno, lo hanno ammesso ad alta voce. Che importa se superano il quarantesimo giorno, non importa se si perdono comunque. Non fanno altro che prolungare l'inevitabile.

"Oh mio dio," dice Louis, il cuore in gola mentre si preme i palmi delle mani sugli occhi. "Cosa abbiamo fatto?"

"Non hai fatto niente di male, Lou. Nessuno di voi l'ha fatto. Non l'hai ancora fatto." La voce di Zayn è dolce ma Louis ha paura di vedere i suoi occhi. "Ma devi pensare al rischio e decidere se ne vale la pena."

Louis alza di nuovo lo sguardo, l'emozione che gli zampilla sotto i polmoni. Zayn sembra triste, come se non volesse essere stato lui a dargli la notizia, ma Louis sa che ne aveva bisogno. Aveva bisogno di qualcuno che gli aprisse di più gli occhi; semplicemente non si rendeva conto di cosa avrebbe trovato.

"Mi dispiace, Lou."

Louis scuote la testa e resta in silenzio. Julia ha provato ad avvertirli e ora Zayn l'ha detto di nuovo: non sono bravi nelle relazioni e solo perché sono migliori amici non cambia la situazione. Farsi del male a vicenda è inevitabile, che lo facciano ora o più tardi. La verità fa male e Louis pensa che potrebbe crollare proprio qui sul divano di Zayn se non sta attento. 

Il cielo sta già iniziando a diventare scuro quando Louis si alza e sa che non c'è più tempo per rimuginare sulle cose adesso. Deve incontrare Harry.

"Louis", dice Zayn, alzandosi anche lui. "Non voglio essere io a decidere per te, ok? Non lasciare che quello che dico ti condizioni. Voglio solo che tu abbia una prospettiva di tutto."

Louis annuisce, gli occhi vuoti. "No, è bello avere più, uh, prospettiva, penso." Cerca di sorridere ma la smorfia tesa di Zayn gli dice che ha sbagliato.

Prende il cappotto dal bancone della cucina e lo indossa, la sua mente un disordine sparso mentre il suo cuore batte sporadicamente. Niall sta aprendo la porta proprio mentre Louis va a girare la maniglia e riesce a vedere il suo sorriso sorpreso sciogliersi in uno di allarme mentre Louis lo supera senza una parola. "Cosa gli hai detto?" Niall sibila a Zayn, ma Louis non riesce nemmeno a ridere nel suo cuore. Preme il pulsante dell'ascensore senza voltarsi indietro, già convinto che il suo cuore si stia spezzando nel profondo del petto.

*

Si prende il suo dolce tempo camminando verso Central Park. Potrebbe essere come un film, pensa. La camminata lenta è il momento perfetto per rivivere le ultime sei settimane con Harry, ma lui non lo lascia succedere. Questo è un film che nessuno vorrebbe vedere.

Tiene intenzionalmente la mente vuota, gli occhi bassi. Continua a pensare a ciò che Zayn ha detto sul proteggersi l'un l'altro. Come, si chiede, possono proteggersi a vicenda dicendosi si stanotte e poi lasciarsi andare a pezzi un altro giorno, una settimana, un mese, per quanto tempo ci vorrà? È inevitabile. La fine è inevitabile, importa solo dove finiscono. Qualcuno deve mostrare loro pietà prima che il taglio sia doloroso e frastagliato, infetto. Hanno bisogno che sia pulito.

Dalla direzione in cui Louis entra nel parco, può vedere Harry che cammina davanti a una panchina. Il crepuscolo ha proiettato ombre intorno, ma i lampioni sono ancora abbastanza luminosi da impedire che il marciapiede diventi buio. Louis rallenta la sua camminata mentre guarda Harry camminare avanti e indietro, le mani intrecciate dietro la schiena. Louis cerca di vedere la sua faccia e quando lo intravede trova Harry che morde un sorriso. Conosce intimamente il sorriso - il modo in cui appare con grandi notizie o qualcosa di eccitante da dire.

In quel momento, si rende conto che sa già cosa sceglierà Harry. Louis può leggerglielo addosso come le parole su una pagina. Harry dirà che dovrebbero andare avanti, guarderà Louis con occhi luminosi e un sorriso controvato dalle fossette. Sottolineerà quanto sia facile, come non è mai stato così con nessuno prima. Per un momento, Louis vuole che accada. Vuole sentire cosa ha da dire Harry e lasciarsi cadere tra le sue braccia senza fare domande.

Non può. Lo sa ora.

Prende un respiro profondo mentre si prepara a girare l'angolo ed entrare nel campo visivo di Harry. L'unico modo per tagliare questo in modo netto è essere il primo a parlare. Ha bisogno di spezzare il cuore di Harry mentre finge di non pugnalarsi allo stesso tempo. È il ruolo di una vita ed è appena stato scelto come protagonista.

Alza il mento quando Harry lo vede, il suo viso si illumina nel modo in cui Louis sapeva che sarebbe successo. Non corrisponde al suo sorriso, come fa di solito, tiene il viso passivo e annoiato. Il sorriso di Harry si spegne ed è la prima crepa nella sua armatura; non sa che Louis sta per portarglielo via.

Louis non è sicuro di cosa dirà fino a quando non si trova proprio di fronte ad Harry e poi le parole si mettono in fila proprio in fondo alla sua gola. Ha ancora un respiro, che può ancora permettergli che tutto ciò che vuole accada, ma non lo lascia uscire. Mi dispiace così tanto, piccolo , dice in silenzio poco prima di aprire la bocca per parlare ad alta voce.

"Dobbiamo per forza fare anche questa parte?" chiede, un sorriso che non è il suo che gli scivola sulle labbra. È la parte più triste quando potrebbe essere la migliore - Ne abbiamo bisogno? Dovrebbe dire. Dobbiamo stare qui come se fosse The Bachelor solo per decidere che è esattamente quello che stavamo aspettando? Harry deglutisce, le sue sopracciglia tremano e Louis continua a sorridere come un maniaco con un fiammifero e una tanica di benzina. "O possiamo semplicemente ammettere che è stato divertente ma non è possibile che questo funzioni davvero?"

Osserva ogni parola mentre si riversa su Harry, la sorpresa nei suoi occhi perché non capisce. "Cosa?"

"Noi, H." Louis sente l'acido inciampargli in gola. "Non funzioniamo. Questo è stato," scuote la testa in modo che la sua voce non si spezzi, ma lo fa comunque. "È stato incredibile." È la prima cosa vera che ha detto ancora. Alza il mento e indurisce le parole. "Ma dobbiamo guardare a questo realisticamente. Solo perché siamo migliori amici non significa che dobbiamo uscire insieme. Ci abbiamo provato". Non ha funzionato. Non riesce a far uscire quella parte perché è la bugia che ha il sapore peggiore. Naturalmente ha funzionato; si sono innamorati. Ha potuto leggerlo su Harry settimane fa, ma non si è mai dato la possibilità di riconoscerlo.

La confusione negli occhi di Harry lampeggia di dolore quando inizia a capire; le sue labbra si schiudono ma poi si stringono forte tutto in una volta e sembra sconfitto. Louis ha fatto tesoro della sua responsabilità nelle risate, nel piacere e nella felicità di Harry nelle ultime sei settimane; ma odia la sua parte in questo. "Dannazione, Louis," dice, disgusto nella sua voce e una beffa per il suo nome.

Louis guarda per terra perché pensa, anche adesso, che se Harry lo guardasse negli occhi potrebbe ancora vedere la verità.

"Perché stai facendo questo?"

Louis digrigna i denti posteriori. Harry è un libro che poche persone possono leggere e si considera fortunato ad essere uno dei pochi; non ha mai ammesso che anche Harry potesse leggere lui. Lentamente, alza lo sguardo. "È più facile", dice. "Altrimenti sarà un casino, lo sai?"

La faccia di Harry si accartoccia e poi scuote di nuovo la testa. Si passa le mani tra i capelli e le lascia entrambe lungo i fianchi. Sembra che stia per ribattere ed è senza molto permesso che Louis dice: "Giusto? Siamo sulla stessa pagina qui, giusto?" Sente la disperazione nella sua voce e la odia. Tuttavia, sta dando a Harry una possibilità.

Harry lo guarda, gli occhi verdi duri e la mascella serrata. Lentamente, scuote la testa e come una luce che si affievolisce, Louis sa di essersi arreso. C'è stato un lampo in cui stava per combattere, ma qualcosa lo ha tirato indietro. "Stessa pagina", dice, a voce bassa. "Sì."

Louis stringe il pugno contro l'impulso di urlare: "Sto scherzando! Ovviamente sto scherzando". Deglutisce. Questa è la parte più difficile. Se riesce a superare tutto questo, staranno bene. Strappare il cerotto. La puntura iniziale è sempre la peggiore. "Ci vedremo ancora", dice Louis. "Non è che la nostra amicizia sia finita o qualcosa del genere."

Harry annuisce ma non c'è niente nei suoi occhi. Louis può rivendicare la responsabilità anche per questo. "Giusto."

Louis annuisce e questa, pensa, potrebbe essere la parte peggiore della parte peggiore. In piedi qui nel silenzio mentre cala l'oscurità e il freddo aumenta. Dove è iniziato tutto  è dove finisce. Non pensava che l'ironia poetica avrebbe fatto così male.

"Penso-"

Louis alza lo sguardo alla voce di Harry, c'è qualcosa di strano.

Harry si schiarisce la voce, "Penso di aver bisogno di qualche giorno."

Louis annuisce e Harry distoglie rapidamente lo sguardo. È mentre Louis guarda le sue ciglia sbattere che si rende conto che la sua voce è densa per il tentativo di non piangere. Louis deglutisce e realizza che il suo groppo in gola sta facendo la stessa cosa. Harry si guarda indietro, le labbra dischiuse come se stesse per dire qualcos'altro. Louis aspetta pazientemente nel caso arrivi, ma il silenzio persiste. Louis potrebbe dire qualcosa di più, ma pensa di aver detto abbastanza. Non vuole mai più sentire la propria voce, se può farne a meno.

Senza un'altra parola, Harry si gira e se ne va. Nessun addio, o ci vediamo domani. Solo silenzio che lo segue come nebbia. Louis è abbastanza sicuro di meritare qualcosa di molto peggio. Rimane lì ancora un po' prima di voltarsi da dove è venuto e ricominciare a camminare verso il suo appartamento. Non si rende conto che ci sono lacrime sul suo viso, finché una non gli scivola sulle labbra, salata e amara. La spazza via e tira su il naso una volta. Continua a camminare.

Per tutto il tempo, hanno detto che alla fine sarebbe andato tutto bene. Qualunque cosa accada, sarebbero rimasti amici. "Siamo io e te." Quante volte Louis l'ha detto negli ultimi quaranta giorni? Si morde il labbro mentre attraversa le strisce pedonali di un incrocio trafficato. Non può fare a meno di sentirsi come se fosse stata una bugia fin dall'inizio. Il modo in cui i pezzi spezzati del suo cuore si stanno ancora allontanando l'uno dall'altro, il modo in cui trova difficile riprendere fiato, non pensa che andrà tutto bene. Affatto.

*

*In inglese è trial by fire, si fa riferimento ad una pratica antica del Medioevo e indica una situazione in cui le abilità dei partecipanti vengono messe alla prova;

*Hate to see you leave, love to watch you go di My New Life;

*Le snowshoes sono una species di scii specializzati per passeggiare sulla neve;

*É un tipo particolare di letto molto grande; curiosità: c'è anche una canzone di Rihanna intitolata "California King Bed";

*Si sta facendo riferimento ad un film americano intitolato appunto Miss Congeniality: Harry dice di preferire MC perché appunto la protagonista, Gracie Hart(MC), è l'unica agente FBI in servizio che può infiltrarsi nel concorso di Miss America e salvarlo, poiché un gruppo di terroristi vuole sabotarlo;

*


Chiedo umilmente perdono per il ritardo.
Lo ammetto, ha fatto parecchio male. Mi piacerebbe prendere a sberle Zayn e urlargli a dosso, ma non posso farlo per ovvie ragioni. Non concordo con il suo discorso, perché, altrimenti, se ci focalizzassimo solo sul giorno quarantatré e non sul goderci il momento nessuno intraprenderebbe  mai delle relazioni. Tralasciando la mia indole polemica, io vi avevo avvisat* . Giuro, mentre traducevo ho iniziato a piangere, piango per tutto e questo è vero, ma non ce l'ho fatta.
Questo è stato il capitolo più lungo e più difficile da tradurre, quindi perdonatemi se troverete qualche errore. Dopo questo c'è l'ultimo capitolo e poi un epilogo lungo 31k parole, quindi perdonatemi già da ora se farò ulteriore ritardo, ma avendo gli esami quest'anno è molto più difficile.
Vi lascio così, ma ci risentiamo tra una settimana, o almeno lo spero; nel frattempo vi aspetto su Twitter per poter parlare della storia.
Un bacio x

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