PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.

By GoldSkyAtNight

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«Scott... posso assaggiare?» «Io sono più dolce.» «Mi avevi promesso fragole fresche.» «Siamo fuori stagione... More

1. Blinding Lights
2. Stiamo scherzando?
3. Mutanda Party
4. Pecorelle
5. In filo veritas
6. Paghi uno, prendi due
7. Labbra amare
8. Voce del verbo essere malinconici
9. Fashion blogger
10. Medusina
11. Maledetto vino (½)
12. Maledetto vino
13. YOLO
14. Ogni riccio un capriccio
15. Questione di lingua
16. Fragole fresche
17. Sabbia nel reggiseno
18. Vuoi assaggiarlo?
19. Questo ora è mio
20. Damiano Carrara direbbe sciangommoso
21. Oggi sei a digiuno, Amanda
22. Sadness is a blessing
23. Ops, i did it again
24. Hotter than hell
25. Sweet Candy
26. Tutta colpa del cameraman
27. Paranoia
28. La prima volta di ogni cosa
29. We hold the key of the night
30. Poisoned youth
31. Terza stella a destra
32. Courage
33. To be or not to be
34. Nuvole bianche
35. In grassetto e corsivo
36. Sdentato il drago
37. Eclipse
38. Buongiorno una banana!
39. Mordo come un lupo
40. Sì, Signor Agente
41. Locked Out of Heaven
43. ABCDEF U
44. Keep slowing your heart down
45. Come un proiettile che lascia il segno
46. You are so bad, my strawberry boy
47. Un buon kanelbulle non ha mai tolto di mezzo nessuno
48. Answer the phone. Amanda, you're no good alone
49. Answer the phone. Scott, you're no good alone
50. Crema solare persino sul cuore
51. This is the very, very last time I'm ever going to
52. Centimetri che contiamo con righelli di chi in matematica aveva quattro
53. Facing tempests of dust, I'll fight until the end
54. Amor, ch'a nullo amato amar perdona
55. Juliet to your Romeo
56. Darling, all of the city lights never shine as bright as your eyes
57. Half love, half regret (½)
58. Half love, half regret
59. Vieni, posa la testa sul mio petto, ed io t'acquieterò con baci e baci
60. Ti volterai senza vedermi, ma io sarò lì

42. Salse piccanti per lingue taglienti

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By GoldSkyAtNight

Sono ancora seduta sui gradini di casa, quando il rombo di un motore mi fa subito alzare il viso.

Devo ammettere di aver pensato di nascondermi dentro qualche cespuglio o intrufolarmi dalla porta sul retro per fargli una vera e propria sorpresa, ma ho pensato che sicuramente sarebbe andato qualcosa storto, come prendermi un cazzotto in faccia o diventare un covo di rovi.

Quindi mi sono limitata a comprare delle prelibatezze d'asporto e appollaiarmi davanti alla sua porta.
Ho parcheggiato nella strada accanto, non si accorgerà di me, se non all'ultimo.

Forse sarebbe una buona idea chiedergli delle chiavi di scorta.

Tremo sul posto al solo pensiero; sia per la felicità, che per il mio essere così precipitosa.
Voglio dire, avere le chiavi della sua casa non è cosa da poco. Giusto?
Non dico di volerle per un determinato motivo. Non lo so... non si sa mai...
Insomma, potrebbero tornare utili nel caso di emergenza o bisogno.

Tuttavia, non credo di avere il coraggio per chiedergli una cosa simile. O almeno, non ancora.

Oltretutto... a cosa mi servono se siamo sempre insieme? E poi, quando partirò dovrò comunque ridargliele.

Attendo Scott in silenzio, trattenendo appena il fiato. La sua macchina si ferma esattamente davanti all'inizio del viale.
Stringo ancora più forte le ginocchia al petto, sorridendo d'istinto.

Spero che il cibo sia ancora caldo. Da quanto mi ha detto, non fa un pasto che si possa definire tale da parecchio tempo.

Il suo turno è finito mezz'ora fa. Oggi è stato impegnato tutto il giorno, tanto che non è riuscito a cenare. Forse, mangiare messicano non è l'ideale alle undici di sera.
Avrei dovuto pensarci prima alla questione "digestione".

Lascio perdere le paranoie e osservo davanti a me. Tutto quello che riesco a vedere è un'ombra che si muove nell'abitacolo. Poi sento il rumore della portiera che si apre e la sua chioma riccioluta spuntare sopra la carrozzeria.

Non si è ancora accorto di me.
Perfetto.

Fremo dalla voglia di urlare il suo nome, ma mi trattengo, perché potrei svegliare i vicini e non voglio spaventarlo. Immagino sia esausto dopo questa giornata pesante.

Mi sento in colpa per non avergli detto niente. Ci siamo messaggiati e ho dovuto rifiutare il suo invito a restare a dormire, pur di fargli una sorpresa.
È stato terribile mentire e mantenere il segreto, soprattutto per una come me.

I passi di Scott sono stanchi e meccanici. Le gambe si muovono lentamente, come se i muscoli tirassero e le scarpe fossero mattoni.

Rimango un po' delusa nel vedere il suo volto illuminato dal cellulare.
Non sta facendo minimamente caso a me, nonostante mi trovi a nemmeno dieci passi di distanza.
Dovrò salutarlo, se non voglio che inciampi sul mio corpo e ruzzoli per terra.

Schiudo le labbra e muovo la lingua per pronunciare il suo nome, quando vengo fermata dalla suoneria del mio telefono.

Si tratta di una notifica.
Un messaggio.

Il tintinnio è breve ma rumoroso, dato il silenzio che ci circonda. Mi fa sobbalzare dalla sorpresa.

Scott alza di scatto gli occhi, quasi spaventato.
Quando mi vede, una scintilla gli attraversa le pupille e l'espressione cupa che aveva sul viso cambia completamente tono.

Un sorriso raggiante ed un paio di occhi sorpresi spazzano via tutto il mio sconforto, innescando nel mio corpo un moto elettrico che è inarrestabile e completamente comandato da lui.

Mi alzo, le ginocchia scricchiolano e il sacchetto per poco non cade dal gradino.
Il mio ragazzo avanza più velocemente, arrivandomi di fronte quando io devo ancora muovere un passo.

«Amanda» la sua lingua si scioglie. «Sei qui».

Rimango chiusa nel suo abbraccio gentile, appoggiando la fronte sulla clavicola ossuta. Inspiro un profumo di cui non mi stancherò mai e bacio lembi di pelle che sono dolci come nient'altro al mondo.

«Come stai? Sei stanco?» glielo devo sussurrare all'orecchio, perché lui non ha ancora intenzione di lasciarmi andare.

Voglio tanto baciarlo.

«A pezzi» anche se non lo posso vedere, giuro che lo sento sorridere.
«È bello vederti dopo una giornata del genere».

Sorrido anche io, aggrappandomi alle sue braccia per allontanarlo quel che basta da permettermi di guardarlo negli occhi.
Sono verdissimi nonostante il buio. Sono meravigliosi.

«Ho portato la cena. Immagino tu sia affamato».

Socchiude gli occhi, formando un'espressione appagata. «Sei un angelo, lo sai questo?».

Ridacchio, alzando gli occhi al cielo con fare giocoso. Poi torno improvvisamente seria: «Ho comprato messicano. Forse ho esagerato».

Scuote il capo, incurvando le labbra in un'espressione languida.
«Sei un angelo che presto andrà all'inferno, Amanda mia».

Conosco fin troppo bene il motivo per cui il mio corpo reagisce in questo modo e non me ne vergogno.
Arrossisco, «Scemo».

Gli afferro la mano, entrando subito in contatto con una striscia di calli alla base delle dita lunghe.
Il riccio apre la porta di casa, non prima di aver recuperato le buste ancora fumanti.

Quando entriamo in casa è tutto buio e sul tavolo della cucina ci sono ancora una tazza e un pacco di biscotti.

«Scusami, stamattina ero in ritardo» se ne accorge anche lui.

«Ti aiuto» lo seguo in silenzio, iniziando ad apparecchiare.

«Come è andata a lavoro?» domando mite.

Solitamente non parliamo molto di questo argomento. Probabilmente a Scott non piace condividere con me la parte più difficile e pericolosa di quello che lo coinvolge.
Mi preoccupo troppo e preferisco non sapere certe cose, piuttosto che venirne a conoscenza e starci male.

Insomma, so che non è sempre tutto pistole e arresti, ma si tratta comunque di qualcosa che a volte deve affrontare e mi spaventa saperlo in pericolo.

Si volta, forse sorpreso, «C'è parecchio trambusto in centrale. Ci hanno affidato un lavoro che di solito non facciamo, eppure sembra una bella spina nel fianco».

«Che genere di lavoro?».

«Spaccio. Ci sono state denunce e avvistamenti di minori della zona e la gente sta incominciando ad avere paura. Soprattutto quelli del Nord».

Mi trema il cuore. Sono consapevole che Scott sappia cosa fare e sia preparato, ma non posso fingermi indifferente.

Percepisce il mio malessere, tanto che lascia perdere i bicchieri e mi viene vicino. Non appena sento il suo profumo, mi sento subito meglio.
«Stai tranquilla. Non è niente di pericoloso» massaggia la mia guancia e gli occhi mi parlano ad ogni battito, «E poi non sono solo. Ho il mio partner. Se fosse qualcosa di pericoloso te lo direi».

Annuisco, lasciandomi andare al suo tocco quando mi afferra dietro al collo.
Si avvicina lentamente, facendo toccare i nostri nasi.
Ha il respiro così caldo e accogliente.
Lo fa fluttuare sulle mie labbra e mi sembra di impazzire, perché non ci siamo ancora baciati.

Che cosa sta aspettando?

«Era da tanto che qualcuno non si preoccupava in questo modo per me».

«Davvero?».
Mi fa sentire speciale.

«Sì...» annuisce, aggrappandosi con la mano libera al mio fianco ossuto, sotto alla maglietta. «Odio vederti così, ma amo il motivo per cui lo fai».

Trattengo un sorriso, sfregando la fronte sulla sua guancia, con gli occhi ancora chiusi.
La pelle è morbida e i capelli si incastrano alla barba ispida.

«Impazzirei se ti succedesse qualcosa».

Gli vibra il petto, «Non mi succederà nulla. Te lo prometto».

«Lo sai che sei importante nella mia vita, vero?».

Ridacchia, ma so che non si è divertito. Non so nemmeno il perché di questa mia improvvisa necessità di chiarezza, eppure mi sento di dirgli tutto quello che mi passa per il cuore.

«Certo che lo so. Perché mi stai dicendo queste cose?» cerca di alzarmi il viso, ma io glielo impedisco.
Desidero tenere gli occhi chiusi per ancora un altro po'.

«Voglio che non te ne dimentichi mai».

«Come potrei dimenticarmene, Amanda?».
È un'accusa dolce, smussata dalla voce tiepida e le carezze bollenti.

«Non lo so».

Prende una grossa boccata di aria. «C'è qualcosa che non va?».

Nego, «No, è che ultimamente ci vediamo poco e mi sei mancato. Scusami se ti sembro strana, sono solo tanto felice di passare finalmente del tempo insieme».

«Guardami».

Mi tremano le pupille, ma riesco comunque ad aprire gli occhi. Sollevo il mento, scontrandomi con la chiarezza delle sue iridi.
Sorride non appena ci guardiamo e il mio stomaco si contorce.

Queste farfalle che ho nella pancia non spariranno mai.
Non finché sarà lui ad accudirle.

«Non devi scusarti per aver espresso i tuoi sentimenti. Te l'ho già detto un miliardo di volte».

Distolgo lo sguardo. «Lo so».

Mi afferra il mento con due dita. «E continua a guardarmi, per favore. Ne ho bisogno».

La gola si riempie di granelli simili alle sabbie roventi del deserto. Mi brucia da morire.

«Non smetto di pensarti. Ero incazzato fino a mezz'ora fa solo perché avevo una voglia matta di vederti e pensavo mi avessi dato buca» umetta le labbra.
«Capisci la gravità della mia situazione? Mi sembra di non essere razionale quando si tratta di te».
Mi accarezza la schiena, facendo sentire ancora più vive quelle parole.
«E sono felice così. Queste sensazioni così nuove le sento solo con te, Amanda. Non sopporterei di esserne privato».

«Mi stai dicendo che ti sono mancata anche io?» gli sfioro il collo con le dita, facendolo rabbrividire.

«Ti sto dicendo molto di più e sono tutte cose che sai già. Devo imparare a stupirti più spesso».

Scuoto il capo, «Non essere stupido, mi sorprendi ogni volta».

Mi lancia un'occhiata furba e circoscritta, «Sei troppo gentile».

«È la verità» mi difendo.

«Non preoccuparti, va bene?».

Rilascio un sospiro, «Sono tranquillissima».

Annuisce, alzando le mani in segno di resa. «Mangiamo, che ho una fame da lupi e non vedo l'ora di assaggiare il dessert».

«Dessert? Non ho preso niente di dolce. Ho guardato il menù, però-».

«Amanda» mi interrompe, «Sei tu il mio dessert».




ᚷ ᚷ ᚷ






Siamo entrambi sdraiati sul letto che profuma di bucato fresco.
Il petto di Scott è nudo e tiepido, totalmente differente dalla mia pelle gelida.

Mi fa male la pancia quando rido per l'ennesima volta a qualcosa che dice. Non lo sto ascoltando – in realtà.
Ci sono una serie di distrazioni che me lo impediscono, prima tra cui le sue labbra.

Se non mi darà un bacio almeno prima di dormire, non lo perdonerò tanto facilmente.
Si è forse dimenticato che ho bisogno di contatto fisico? Di solito ci baciamo ad ogni minuto vuoto.

«Stamattina ero sotto la doccia».
Mi coglie di sorpresa, tanto che aggrotto le sopracciglia.

«Okay» è più una domanda, la mia.

«E ti stavo pensando».

Oh...

Deglutisco a fatica, smettendo senza rendermene conto di massaggiargli il braccio. «Mentre facevi la doccia» ripeto.

«Sì».

Passano istanti di silenzio durante i quali non riesco proprio a respirare.
Ci guardiamo e basta e la vista da qui in basso è rovente.

Il suo volto, la sua espressione, il suo sguardo... Tutto sta grondando di sensualità e controllo.
Perfino il modo in cui alza l'angolo destro della bocca mi intima di stare in guardia.

Sto per essere catturata.

«Mi sono toccato con l'immagine del tuo corpo nudo addosso al mio».

Una scarica elettrica attraversa in verticale l'intera sagoma del mio corpo, facendomi stringere involontariamente le cosce tra di loro.

Mi vergogno quando percepisco gli slip inumidirsi.
Arrossisco di pieno volto e lui mi guarda soddisfatto, sbattendo le ciglia lentamente.

«S... Scott».
Faccio fatica. Sono immobile ma sento un desiderio felino di saltargli addosso e farlo mio per vendicarmi di tutti i baci che non ci siamo dati.

Sta giocando con i miei desideri. È così bravo ad avermi in pugno.

«Mhm?» afferra il labbro inferiore con i denti, lasciandolo rimbalzare subito dopo.

Da quel momento in poi, vengo ammaliata da ogni suo movimento, fino a trovarmi a cavalcioni sul suo bacino pulsante e duro come pietra.

Sento chiaramente il membro spingere contro la coscia destra, poco distante dal tessuto morbido e appiccicoso delle mutandine.

Ho la mano che trema mentre allento l'elastico dei boxer con due dita.
Sto guardando verso il basso, ma sento il suo sguardo bruciarmi la fronte.
Glieli abbasso sui fianchi, scoprendo centimetro per centimetro la pelle olivastra.

Mi fermo per prendere aria non appena scorgo i peli scuri del pube. Poi prendo coraggio e lo libero del tutto.

Schiudo le labbra, sussultando di nascosto.
I suoi centimetri non smetteranno mai di farmi sentire una peccatrice.

Le vene corpulente e le striature anche più piccole, sembrano fare di tutto per farsi notare da me. Pulsano e si muovono.
Lo prendo con una mano, massaggiandogli dolcemente la punta gonfia e scivolosa.

Tra le mie gambe scorre un fiume e quando le sue mani iniziano a toccarmi, impazzisco senza più possibilità di ritorno.

«Sei bagnata?».

Annaspo e non riesco proprio a rispondergli.

«Fammi vedere». Non mi lascia il tempo di muovermi, che le sue dita morbide si trovano già sul mio monte di Venere.

Stringo la presa sul pene, facendolo sobbalzare leggermente.
«Scusa» bofonchio, tornando ad essere gentile.

«Rifallo» sussurra, avvicinandosi al mio orecchio, «Appoggialo alla coscia».

Mi risulta difficile concentrarmi, ora che le dita giocano con il mio clitoride doloroso.
Lo sfrega con decisione, pizzicandolo ad ogni lamento che esce dalla mia bocca.

Ho la mente appannata e il respiro strozzato. Mi gira così tanto la testa, che devo appoggiarla alla sua fronte, per poter rimanere con la schiena dritta.

Due dita vagano nel mio corpo, alla ricerca del piacere infinito.
Muovo i fianchi, alzando ed abbassando la mano lungo la lunghezza sempre più bagnata e spessa.

«Spogliati, ti prego. Voglio che tu sia completamente nuda».
Morde il mio collo, succhiandolo con la lingua.

È così bravo ad aiutarmi a liberarmi di tutto ciò che è di troppo e rimanere nudi.

Aspetta a lungo prima di guardarmi. Resta a fissarmi negli occhi e carezzarmi la guancia, prima di tornare famelico e torturarmi un capezzolo grumoso con i denti.

Grido di piacere ad ogni segno rossastro che vi lascia vicino. Mi aggrappo ai capelli, strattonandoli con la passione rovente che mi corrode.

Sento la pelle sudare e i fianchi far male a causa della rigidità dei muscoli del bacino.
Ho bisogno di altro. Devo sentirlo di più.

Mi stacco controvoglia, facendo scorrere le mani lungo le sue braccia toniche.
Indietreggio con le ginocchia, iniziando ad abbassarmi.

«Dove stai andando?».

Sorrido flebile, «Qui sotto».

«Aspetta» mi ferma con uno scatto, «Sei sicura?».

Annuisco, continuando la mia discesa, «Voglio sentire il tuo sapore, Scott».

È la mia prima volta. Sia con lui che con chiunque altro.
Ad essere sincera, mi ha sempre spaventata l'idea di trovarmi con la gola serrata e il respiro mozzato. In passato, anche soltanto il pensiero di fare qualcosa del genere mi disgustava; ma ora è diverso.

Non so nemmeno da dove iniziare, ma sono sicurissima di voler regalare questo genere di piacere a Scott.

Deglutisco un boccone amaro quando mi ritrovo con il suo pene in mezzo agli occhi.
Rimango in apnea per un tempo che sembra infinito e gli sono grata per non dire o fare nulla.
Ho bisogno di fare le cose con calma.

Poi – lentamente – sporgo le labbra, baciando con uno sfioro la pelle tesa.
Si raggrinzisce non appena ci soffio sopra e una gocciolina color perla scivola dalla punta.

«Alza i fianchi. Fammi vedere per bene la vista del tuo culo».
Poggia una mano sulla mia schiena, tra le scapole, ma nel fare quel movimento spinge in avanti il bacino.

Mi ritrovo con il membro appoggiato alla guancia e un occhio chiuso.

Sussulto, sentendomi tremendamente in imbarazzo.
Scott mi accarezza dolcemente, così riprendo coraggio e apro piano la bocca.
Piego il polso e accolgo la cappella liscia sulle labbra piene.

«Cazzo!» mugugna appagato e rimango affascinata da come il suo bacino si rilassi nell'immediato secondo in cui lo spingo più in fondo.

Faccio piano e sto attenta a non usare i denti. Per le prime volte è faticoso e non riesco ad andare in profondità.
Ma quando la mia gola inizia a farsi più viscosa e la sua mano mi raccoglie i capelli, i movimenti sono decisamente più fluidi e sento l'adrenalina scorrermi nelle vene.

«Apri di più la bocca. Prendimi tutto, so che puoi farlo».
Supplica, abbassandomi il capo.

Muovo la lingua, leccando e succhiando fino a quando non mi manca il respiro. Sento le labbra gonfie e la lingua tirare.

«Ancora» rabbrividisce, alzando con un colpo lieve ma deciso i fianchi, riempiendomi del tutto la gola.

Il mio corpo reagisce d'istinto e sono costretta a divaricargli le cosce, per riuscire ad arrivare dove entrambi vogliamo.

La temperatura della stanza sale a picco e probabilmente l'afa ci fa perdere il poco autocontrollo, tanto che non si sente altro che i nostri mugugni di piacere e il suono di una bocca che fa cose che non dovrebbe fare così presto.

Le mani rudi vagano per tutto il mio corpo, palpandolo e graffiandomi.
Ho voglia di sentirlo dentro. Ho bisogno di quella ventata di calore talmente dolciastro da scaldarmi anche le ossa.

«Più veloce. Usa anche le mani».

Ho gli occhi lucidi ma non ho intenzione di fermarmi. Sono all'apice del piacere. Lui vi è già sprofondato.

Arriccio il naso, sforzandomi di alzare lo sguardo per poterlo guardare in viso.

Le guance sono tese a causa della fronte corrucciata. Gli occhi serrati e le labbra spalancate.
Ha il respiro che galoppa e il petto non fa altro che alzarsi ed abbassarsi ad un ritmo decisamente eccessivo.

È bellissimo.

Credo di non averlo mai visto così appagato e rigido. Mi domando perché si stia trattenendo, quando il mio unico desiderio è sentirlo gridare dal piacere.

Come se lo avessi chiamato a voce alta, apre di scatto le palpebre trepide, scontrandosi con le mie iridi brillanti.

Ci guardiamo.
Lo sfido e succhio la punta con più intensità. Un grugnito animalesco si dirama lungo la gola, si incastra all'altezza del pomo d'Adamo ma esce dalle labbra in un suono forte e viscerale.

Lo faccio di nuovo e questa volta il suo sguardo cambia. Si intensifica, si appuntisce come fosse una freccia velenosa.
Me la scaglia addosso, facendola precipitare sulla bocca, racchiusa attorno al suo piacere.

Allunga una mano, appoggiando il palmo sulla mia. La fa spostare.
La trascina lungo il basso ventre corposo, fermandola davanti ai miei occhi.

«Se vuoi assaggiarmi, devi darmi tutto quello che hai».

Accarezza la mia guancia prima di invitarmi a tormentarlo ancora. Questa volta con più decisione.
Mi stringe la mano, facendomi richiudere le dita attorno al suo testicolo destro.

Oramai non capisco più nulla e non riesco a separare in maniera razionale quello che il mio corpo percepisce. Riesco soltanto a pensare a quanto la sua carne sia selvaggia e saporita.
Un miscuglio agrodolce mi scivola attraverso il varco delle tonsille.

«Sono al limite. Sto per venire» borbotta, «Sei fantastica, Amanda».

Un ultimo bacio sensibile e la sua presa mi porta ad indietreggiare. Viene copiosamente sulle lenzuola, schizzando macchie bianche perfino sulle sue gambe.

Rimango incantata. Il suo pene sembra essersi ingrossato e tra le mie gambe si scatena il putiferio.

Prima c'è ancora una cosa che voglio.
Mi piego nuovamente, facendo spuntare la punta della lingua appena fuori dalle labbra.
Lo lecco sul prepuzio, raccogliendo il liquido appiccicoso rimasto come residuo.

È amaro e rimane in fondo al palato. Devo deglutire per riuscire a respirare.

«Come sono?» sembra divertito da quello che ha appena visto.

«Saporito».

Pulisco un angolo con l'indice, ma Scott non mi lascia altro spazio libero.
Mi afferra per il collo, riportandomi alla sua altezza.
Lascia sulla mia bocca un bacio lungo. Questa volta non gli permetto di scappare e invado il suo confine con la lingua.

Sospiro di sollievo non appena inizia la nostra danza. Ribalta le nostre posizioni, facendomi appoggiare la schiena al materasso morbido e leggermente bagnato di sudore.

«Ti amo» sussurra, dopo aver preso un respiro.

«Ti amo».

Spalanco le gambe non appena lo vedo afferrare il membro e abbassarlo sul mio bacino.
Sono impressionata dal fatto che si sia ripreso così velocemente. È tornato nuovamente duro come il marmo.
Ho come l'impressione che sarà una lunga serata.

Entra in me lentamente. Infrange ogni mia barriera con la sua dolcezza, procurandomi un piacere denso e rosso.

Inarco la schiena, aggrappandomi alle sue spalle solide. Bacia il mio seno, tracciando una linea fino al collo, che morsica e punge con i denti.

I nostri corpi nudi sono sudati e caldissimi. Provocano un rumore schiaffante ogni volta che si scontrano.
Rimbalzo sul materasso ad ogni spinta, finendo sempre più verso la tastiera.

«È da tanto che non facciamo l'amore in questo modo».
Mi sorride e sento le farfalle nello stomaco sbattere le loro ali.

Gli scosto i ricci dalla fronte, lasciandovi un dolce bacetto.
«Forse, stare lontani ci fa uno strano effetto».

«Non voglio starti lontano. Mai».
Spinge fino in fondo, afferrandomi per mano.
Ha le guance rosse; la sua frase sembra ancora più sincera detta da un viso tanto fragile.

«Nemmeno io» faccio intrecciare le dita.

«Sei bella» sorride ampiamente, facendomi arrossire.

«Bugiardo. Sono sicuramente un disastro, in questo momento».
Sto imparando a far fronte all'imbarazzo di farmi vedere in certe condizioni da lui, tanto da non farci più caso. Non m'importa, fino a che mi sento a mio agio.

«Non è vero» abbassa lo sguardo sul mio collo, poi sul seno, «Sei davvero bella».

Distolgo lo sguardo, senza riuscire a smettere di sorridere.

Scoppia a ridere, «Ti ho messa in imbarazzo?».

«Un pochino» torno a guardarlo lentamente, ammaliata dal suono vivace della sua risata.

Nella stanza buia, il suo sorriso sembra la superficie della luna. È quasi abbagliante.

Ai miei occhi – in questo preciso momento – sembra un'altra persona.
Ha ragione, era da tempo che non stavamo così bene insieme. Mi sembra di riscoprirlo per l'ennesima volta.
Domattina spero proprio di non dimenticarmi di tutto quello che sto provando nel cuore.

«Ho una proposta da farti».

Alzo un sopracciglio, «In questo momento?».

Insomma... siamo ancora nudi e ci stiamo dando dentro. Mi stupisco di riuscire a parlare, considerando il fiato corto.
Di solito siamo di poche parole mentre facciamo l'amore. Questa è davvero una serata speciale.

«Mi sembra il momento giusto» proclama, sporgendosi per farsi più vicino alle mie labbra.

Mugugno quando porta le mie ginocchia al petto, facendomi piegare leggermente su me stessa.

«Parla, prima che sia troppo tardi, Scott» lo supplico, annaspando.

Mi stringe forte, prendendosi il suo tempo per mangiarmi un capezzolo.
«Passiamo il prossimo weekend insieme. Da qualche parte lontani da qui. Decidi tu la meta».

Sento il cuore esplodere. Spalanco gli occhi, afferrandogli il viso con le mani, «Dici sul serio? E il lavoro?».

«Ho praticamente coperto tutti gli straordinari di quest'anno. Mi merito un po' di riposo».

Sorrido, sorrido e sorrido. Non riesco a smettere.
Lo porto più vicino, stringendolo in un soffocante abbraccio.

Mi elettrizza l'idea di passare un weekend romantico insieme.
Da quando siamo diventati ufficialmente una coppia, non abbiamo avuto né il tempo né la possibilità di fare un viaggio.
In fin dei conti siamo sempre rimasti a Santa Monica.
Non che mi dispiaccia, ma qui c'è tutto: lavoro, famiglia, preoccupazioni e caos.

«Sì, sì, sì» lo bacio a stampo, «Facciamolo».

È bello quello che sta facendo. Sono così contenta che anche lui voglia un momento per soltanto noi due.

«Mi prendo quattro giorni, quindi niente di troppo lontano. D'accordo?».

Annuisco, iniziando già a fantasticare.
Non ha detto di no all'idea di prendere un aereo, giusto?
Ci sono troppe città che voglio visitare, ma capisco che debba essere qualcosa di più tranquillo, dato il poco tempo e preavviso.

Mi farò consigliare da Ginni. Non vedo l'ora di dirglielo.

«Tu hai già pensato a qualcosa?».

Dissente, facendo scuotere i ricci scomposti. «Lascio fare tutto a te».

«Va bene» gli lascio un bacio, «Ma voglio che anche tu sia d'accordo. Deve essere bello per entrambi».

«Per me l'importante è che ci sia tu, ma se vuoi domattina cerchiamo qualcosa. Inizio il turno alle due».

«Perfetto».

«Ora possiamo tornare a noi?» ridacchia, lanciando una veloce occhiata verso il basso, fra i nostri sessi.

Solo ora mi rendo conto del fatto che si sia fermato. Ero troppo elettrizzata per la proposta.

Cerco di ritornare al nostro momento di fuoco, liberando la mente.
«Sì».

«Te l'ho detto che saresti stata il mio dessert. È l'ora di mangiarti».
Mi prende per i fianchi stretti, facendomi alzare con uno scatto.

Finisco a cavalcioni sul suo corpo e il basso ventre trema non appena mi penetra in questa posizione scomoda ma profondissima.

Cerco di dire nemmeno io so cosa, però tutto quello che mi esce dalle labbra è un soffio.

«Scott» mugugno al suo orecchio, mordendogli il lobo, «Perché? Perché questo viaggio improvvisato?».
Mi fanno male i polmoni.

Continua senza fermarsi, guidando i miei movimenti con attenzione.

«Abbiamo entrambi bisogno di capirci di nuovo. Proprio come adesso».

Le sue parole mi colpiscono al petto.
Pesano ma sono leggere allo stesso tempo. Fanno male, ma anche bene.
Scheggiano e smussano.
Perché?

«Farò tutto quello che è possibile. Te lo prometto» mi rassicura.

«Scott» lo chiamo anche se siamo appiccicati. «Non lasciarmi mai».

Ho paura.

«Non lo farò».

Davvero?

«Ora lasciati andare. È il momento».
Spinge ancora mentre io roteo i fianchi stanchi.

Appoggio la testa nell'incavo del suo collo, cercando di resistere per far durare questo momento ancora un altro po'.

Scott accelera il conto alla rovescia, facendomi urlare a pieni polmoni dal piacere.
Veniamo uno dopo l'altro. Rimaniamo immobili per riprendere fiato, perché la stanza è decisamente in carenza di ossigeno.

Ho la vista appannata e la gola secca come una foglia. Dovrei bere. Entrambi abbiamo sudato più del solito.

«Vieni qui. Voglio stringerti ancora un altro po'».

Mi trascina con sé sul materasso. Incrocio le gambe alle sue, coprendoci fino alla vita.
Le mie labbra diventano salate quando gli bacio il petto appena villoso.

Massaggia lentamente e con movimenti circolari la mia spalla destra, guardando distrattamente il soffitto.

«Hai sonno?» gli domando.
I suoi occhi sono stanchi e pesanti.

«Sì» schiarisce la gola, «Tu?».

«Non tanto».

Faccio per alzarmi con il busto, ma lui mi blocca, «Riesco a stare sveglio ancora».

È una bugia, perché ha le pupille iniettate di sangue.

Gli sorrido, tranquillizzandolo.
«Vado solo a prendere un goccio d'acqua».

«Vuoi che ti accompagni?».

Quasi gli scoppio a ridere in faccia.
Perché è così protettivo? Sembra non mi voglia assolutamente lasciar allontanare.

«No, amore. Tutto bene?».

Distoglie lo sguardo, liberandomi il polso. Le guance si fanno più tese e l'espressione bambinesca.
«Sì, è che volevo coccolarti fino ad addormentarci».

Lo guardo a lungo, innamorandomi di un cuore in più ad ogni secondo che passa.

Se ne sta lì, mezzo nudo e scolpito nel buio come fosse uno dei pezzi di marmo più pregiati.
Le labbra sono gonfie e sul collo intravedo alcuni segni rossi lasciati dalla sottoscritta.
I boccoli castani sono sparpagliati sul cuscino, sotto il quale si nasconde una mano.

Sembra così innocente ma virile.

Mille prospettive differenti si diramano lungo il suo corpo, arrivando ad un centro comune:
gli occhi.

Ne rimango catturata anche se non mi stanno guardando. Anzi, è solo grazie al fatto che sta cercando di ignorarmi, che riesco a cogliere sfumature di verde che non avevo mai visto.

La sua bellezza mi lascia sempre a bocca aperta. Stasera particolarmente.

«Resto qui, allora» mi rimetto al suo fianco.

«Vado a prenderti io l'acqua. Hai detto di avere sete».

Ora sono io a fermarlo.
«Tu non vai da nessuna parte».

Ascolto il battito del suo cuore attraverso la cassa toracica, domandandomi il perché di un suono così soave.

«Sei testarda».

«Alle volte» mi sento colta sul fatto.

«Tra due minuti andiamo di sotto a bere» mentre parla mi vibra l'orecchio.

Sogghigno, «Sei testardo».

«Solo con te».

Riposiamo in silenzio, contando ognuno i suoi secondi.

Prendo tanto fiato soltanto per un piccolo sussurro: «Grazie, Scott».

«Per cosa?».

Mi stringo nelle spalle, tamburellando le dita sulla sua pelle.
«Per tutto quello che fai per me. È importante».

Non risponde. Eppure mi porta ad alzare la testa. Le parole non servono quando a parlare sono labbra come le sue.
Mi bacia profondamente, in modo romantico e premuroso.

Non occorre altro per poter capire.

«Voglio solo che tu sia felice» sussurra sulla mia bocca.

E cosa mi dici di te? Io ti rendo felice?

Non ho il coraggio di chiederglielo, quindi fingo di dimenticarlo anche quando indaga nel mio sguardo, cogliendo probabilmente il mio timore.

Restiamo entrambi in silenzio.

«Non ti amerei se fosse il contrario».
Lui risponde, nonostante la mia domanda sia rimasta muta.

Ascolta anche questo:
Restami accanto anche se un giorno saremo infelici.






BUONASERA SCOTTINE 🌸
Ci ho messo anima e cuore in questo capitolo.
Mi sono sentita veramente coinvolta sul piano emotivo, tanto che alle volte non riuscivo a trovare le parole esattamente perfette.

Probabilmente molte di voi saranno confuse e non capiranno certe frasi o certi pensieri, ma sappiate che è tutto quanto un unico anello.
Quello che si perde si rincontra. 🔗

Scott e Amanda ne sono l'esempio.
Loro due mi piacciono perché si amano in maniera differente a seconda delle loro sensazioni e possono essere rari i momenti in cui si è sulla stessa lunghezza d'onda.

Questo capitolo è stato uno di quei momenti. 💘
Qui, loro due sono combaciati alla perfezione.

Ci sono ancora tante cose che dovremo affrontare. Nel frattempo, vi dico a presto.

🗝Vi aspetto su IG: @thalia.owl_autrice
Sul mio profilo trovate foto, parti inedite e scleri. Oh... e anche il cast con i personaggi della storia.

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