ᴇxᴘᴇʀɪᴍᴇɴᴛ 6735 ; ʰᵉˢ

By -hookies

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« Cosa c'è dietro quella porta? » chiese Lux mentre osservava la porta in metallo che metteva fine al corrido... More

PRIMA DI INIZIARE
Cast
Disclaimer
Prologo
Capitolo Uno
Capitolo Due
Capitolo Tre
Capitolo Quattro
Capitolo Cinque
Capitolo Sei
Capitolo Sette
Capitolo Otto
Capitolo Nove
Capitolo Dieci
Capitolo Undici
Capitolo Tredici
Capitolo Quattordici
Capitolo Quindici
Capitolo Sedici
Capitolo Diciasette
Capitolo Diciotto
Capitolo Diciannove
Capitolo Venti
Capitolo Ventuno
Capitolo Ventidue
Capitolo Ventitre
Capitolo Ventiquattro
Capitolo Venticinque
Capitolo Ventisei
Capitolo Ventisette
Capitolo Ventotto
Capitolo Ventinove
Capitolo Trenta
Capitolo Trentuno
Capitolo Trentadue
Capitolo Trentatré
Capitolo Trentaquattro
Capitolo Trentacinque
Capitolo Trentasei
Capitolo Trentasette
Capitolo Trentotto
Capitolo Trentanove
Capitolo Quaranta
Ringraziamenti
SEQUEL
The Whisper Academy
Una piccola sorpresa!
Haut Monde

Capitolo Dodici

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By -hookies

Dedicato a malikwrite

Wish we could turn back time, to the good ol' days,
When our momma sang us to sleep but now we're stressed out.
( Stressed Out - Twenty One Pilots )



Gli occhi privi di colore di Louis le si piantarono adosso, investendola e privandola della propria autorevolezza. Le iridi sembravano senza di vita e insieme al loro colore, era andata via anche l'anima del ragazzo. Luxia sentiva le palpebre pesanti e diffcile le risultava aprire gli occhi, ma nell'oscurità che lei stessa si stata avaramente dando, vedeva gli occhi divertiti del suo amico, che la scrutavano curiosi e pieni di divertimento. Poi una risata languida e colma di risentimenti le perforò i timpani. Lamenti di dolore e paura le morivano in gola, mentre pian piano si risvegliava e prendeva piena coscienza della realtà.

Una luce bianca ed accecante la travolse non appena si decise ad aprire gli occhi. L'odore pungente di alcol circondava l'intero laboratorio. Lux, poggiò il proprio peso sull'avambraccio destro alzando il busto e osservandosi intorno. Una smorfia le si piantò in viso non appena riconobbe il laboratorio che con grande sorpresa e felicità l'aveva accolta tra le sue mura. Questa volta però accanto a lei non c'erano Josh o Fred, un volto amico le sedeva vicino e sorridente di tutto punto le disse « Buongiorno sua maestà. » con tono divertito ma al contempo sollevato. Dave aveva passato l'intera notte a badare alla ragazza che tra mormorii e gemiti di dolore era riuscita a superare la notte, sotto le cure di Mercedes - una delle infermiere - che si era occupata personalmente di medicare la ferita, constatando che essa non era stata poi così profonda da danneggiare i muscoli. Lo shock invece era stato quello a contribuire al malessere della ragazza che per quelle ore della notte, non aveva avuto affatto intenzione di svegliarsi. Più volte aveva sentito le urla di Louis chiedendo di vederla, ma Josh e Fred che si trovavano di guaria alla stanza glielo avevano vietato. Dave sapeva bene che quella non era stata intenzione dell'amico che di certo non avrebbe mai fatto male a nessuno in quel luogo, ma gli esperimenti a cui la Grinbell faceva sottoporre i suoi pazienti, erano così agghiaccianti da uccidere per prima la stessa persona che assumeva le sostanze. Cosa ancor più sorprendente per lui, fu l'insistenza di 6735 nel voler stare lui in quel laboratorio a sorvegliare Luxia e più volte aveva cercato di superare i due infermieri che prontamente lo avevano respinto e mandato in camera. La dottoressa Grinbell aveva fatto inoltre la sua parte, venendo più volte durante la notte a darle un occhiata, sebbene lo avesse fatto con delle scuse più che stupide. E forse in quel momento Dave trovò in quella ragazza, che fin dal principio aveva considerato irritante e snob, utile.

Gli rivolse un sorriso per poi cercare di mettersi seduta in maniera eretta, causando alla sua spalla ora cucita e medicata, una pressione fin troppo forte facendole storcere il naso. Mercedes la guardò con disappunto « Hai forse intenzione di far riaprire la ferita? » il tono di voce era acido. Anche lei come Dave era stata costetta a passare la notte insieme alla ragazza, odiava già abbastanza quell'Istituto e dover passarci persino la notte per lei era come far parte del settimo cerchio dell'Inferno.

Lux non fece molto caso alle parole dell'infermiera poiché ad occupare i suoi pensieri c'erano solo il volto di Louis e le sue parole piene d'odio verso di lei. Allora Dave rispose al posto suo « Non si preoccupì, farà attenzione. » borbottò per poi aiutarla ad alzarsi, le poggiò una mano sul fianco prendendola quasi di peso, e allora i piedi di lei si attaccarono al pavimento.

La donna emise solamente un verso per poi precisare « Mi aspetto che tu venga ogni giorno a fartela controllare, non è il caso che si infetti. » le raccomandò e subito dopo li liquidò con un cenno della mano ritornando a rovistare tra vecchi scaffali colmi si fascicoli vecchi di circa venti anni prima.

I ragazzi uscirono dal laboratorio - che a quanto pareva svolgeva la funzione anche di infermeria - e sorpassarono Fred e Josh che con la coda dell'occhio seguivano ogni singolo movimento. « Come va la spalla? » le chiese dunque aspettandosi di sentire finalmente la voce dell'amica che fino ad allora aveva tenuto le labbra serrate.

Si guardò per qualche secondo le mani, scommettendo che anche il suo viso aveva assunto lo stesso colorito pallido e cadaverico « Non fa poi tanto male. » osservò lei, sfiorando con l'indice il punto in cui le era stata inflitta la coltellata « Grazie per essere stato con me. » disse poi guardandolo e accennando un timido sorriso. Le era nota l'impressione che aveva fatto a Dave, del resto ne aveva avuto la conferma dopo che lui l'aveva etichettata come sua maestà. Ma in realtà Lux aveva smesso di sentirsi superiore da ormai un paio di giorni, si sentiva alla pari con i suoi nuovi compagni, consapevole di essere anche lei uno scarto di cui nessuno avrebbe mai sentito la mancanza.

Dave scrollò le spalle « Qualcuno doveva pur farlo. » sentenziò

La domanda di Lux quindi sorse spontaneamente « Come mai non è rimasto 6735? » il primo vero interesse della ragazza fu Harry, nonostante avesse dovuto pensare a Louis e a chiedergli spiegazioni - benché effettivamente non ce n'era bisogno - eppure, il suo unico ricordo riguardava la sua persona che si lasciava andare tra le braccia di lui.

« La Grinbell non si fidava e direi che ha più che ragione. » disse nascondendo le mani infreddolite nelle tasche della tuta « Anche se tu non sei della stessa opinione, è pur sempre un assassino. » e a quelle parole Lux si ritrovò spiazzata, con la bocca socchiusa e con un nodo alla gola ad impedirle di emettere alcun tipo di suono.

Lui aveva ragione, ma quando lo guardava, Luxia non vedeva altro che il ragazzo dal sorriso raggiante che frequentava la sua scuola. Quasi si era dimentica della ragione per la quale il ragazzo si trovava in quel luogo. Sotto lo sguardo attento di Dave, la ragazza fece qualche passo più avanti superandolo « Vado a farmi una doccia. » gli accenò un sorriso « Grazie di tutto Dave, ci vediamo dopo. » e scappò letteralmente via, allungando il passo per quanto le sue gambe potessero permetterglielo. Le parole del ragazzo l'avevano fatta sentire in colpa, lei che nell'ultimo periodo si era preoccupata solamente di Harry piuttosto che pensare ai suoi amici. Avrebbe dovuto fermare gli esperimenti che stavano svolgendo su Louis e allora nulla di tutto ciò sarebbe mai accaduto, ma come la codarda qual era aveva lasciato spazio ai suoi obbiettivi che in parte riguardavano il riccio.

Quando si ritrovò nel bagno, un ondata di vapore aleggiava nell'aria, facendola sospira di tanto in tanto per il dolce calore che esso aveva racchiuso. Era chiaro che qualcuno stava utilizzando una delle docce, ma a Lux non importava. Aveva perso la sua vergogna nel momento in cui anche lei era stata etichettata come un esperimento e del resto, non si sarebbe privata di un bagno caldo solo perché la presenza di qualcuno l'avrebbe messa a disagio. Sgattaiolò in una delle docce riponendo i suoi indumenti al di fuori di essa. Il getto d'acqua calda si scontrò sulla sua pelle fredda e lattea, domandole una leggera tinta di rosso dopo un paio di minuti. Bagnò anche i capelli, lasciando anche che i residui di sangue sulla sua spalla scivolassero via. La ferita bruciava sotto di essa, ma il colpo era stato molto più doloroso. O forse lo erano state di più le parole. E ancora una volta la voce di Louis si espanse nella sua testa. Non aveva paura, tutt'altro, sperava di poterlo vedere il prima possibile e dirgli che lei non ce l'aveva affatto con lui e che capiva la sua rabbia. In cuor suo Lux sapeva che il ragazzo aveva ragione. La colpa di quei massacri era sua, la morte di Dallas  e persino il cambiamento di colore degli occhi di Louis lo erano. Le labbra erano increscapate in una smorfia. E forse aveva anche il timore di aver disarmato Louis, di averlo lasciato in balia dei suoi stessi demoni e che essi avessero preso il sopravvento perché lei, non era normale. Con le dita sfiorò appena il taglio, mugnando appena liberò la mente lasciando rilassare il suo intero corpo. Non aveva affatto voglia di porsi domande, di cercare una giustificazione logica a ciò che le stava capitando, semplicemente voleva dimenticare. E in quei pochi istanti le sembrò quasi di ritrovarsi nel bagno di casa, dove il bagnoschiuma alle fragole le scivolava dolcemente sulla pelle e il profumo che la faceva sorridire ogni singola volta. Il Redwood grazie al cielo non mancava di igiene. Le stesse docce sembravano ogni volta perfettamente pulite, nonostante ad utilizzarle ci fossero tutti i ragazzi senza distinzioni di sesso.

Poi si costrinse ad uscire, convinta di aver perso fin troppo tempo in un azione che doveva richiedere solamente una manciata di minuti. Avvolse il corpo bagnato nell'asciugamano rosa, uscendo così dalla doccia. Gocce d'acqua ricadevano ritmicamente dalla punta dei capelli al pavimento gelido. L'alone di vapore continuava ad abbracciare l'intera stanza dandole un aria ancora più accogliente. Percorse qualche passo più avanti, uscendo dal perimetro occupato dalle varie docce, passando le dita tra i capelli bagnati. Il rituale si fermò quando la ragazza andò a scontrarsi - seppur senza farsi poi tanto male - con qualcuno. Alzò istintivamente lo sguardo, che si incastrò perfettamente con la persona che ora le stava davanti a qualche centimetro di distanza da lei. Tanto era la loro vicinanza che Lux poteva sentire il calore del corpo di Harry schiacciarla e avvolgendola completamente. Il corpo ancora bagnato del ragazzo era coperto dalla vita in giù con un asciugamano, intento anche lui nel cercare di asciugare i ricci ribelli, al contatto e alla vista di lei sembrò pietrificarsi.
Gli occhi di Lux si fecero curiosi, essi presero a scrutare il corpo scolpito del ragazzo senza alcun ritegno. I vecchi racconti di Elise su di esso, le tornarono alla mente con una tale velocità da farle diventare le guance più rosse di quanto non lo fossero già. Il tatuaggio della farfalla era situata esattamente al centro del petto, due rondini poi erano impresse sulla pelle poco più giusto delle clavicole. Oltre ai tatuaggi, poté notare i numeri tagli e le ferite che l'adome e le braccia possedevano. Tagli dalle forme varie e sbizzarrite che percorrevano il corpo del ragazzo. Cicatrici vecchie, ma non abbastanza da farle sbiadire e attraverso quella poca luce, sembravano quasi color dell'argento. Il fisico asciutto appariva rinvigorito rispetto al primo giorno in cui l'aveva visto al Redwood e questo le fece intuire che senza gli effetti degli esperimenti, Harry era del tutto normale e soprattutto in forze.

Harry dal canto suo non perse l'occasione per poterla osservare al meglio. Il rossore delle sue gote la rendeva innocente ai suoi occhi che di purezza ne avevano vista ben poca. I capelli mossi e color del rame gli ricadevano sulle spalle bagnate mentre delle gocce d'acqua scivolavano all'interno della piccola scollatura che l'asciugamano aveva creato. Le labbra rosee e apparentemente morbide erano schiuse, probabilmente per lo stupore che anche lui aveva provato. Lo sguardo vagò persino sulle gambe nude e snelle di lei e senza nemmeno prenderne atto, deglutì a fatica. Il suo imbarazzo in quel momento si offuscò, proprio quando guardò la ferita di lei e con cautela poggiò la mano sulle sua spalla, sfiorando appena la cucitura che le era stata fatta « Ti fa molto male? » chiese interrompendo quegli attimi infiniti di silenzio e di sguardi che non si sarebbero mai dovuti incontrare.

Lux scosse piano la testa, il cuore prese a batterle velocemente. L'ultima volta che i due avevano accorciato le distanze, Harry le aveva stretto una mano alla gola con l'intento di ucciderla. Il suo tocco così leggero su di sé, la lasciò quasi senza fiato. Priva di alcuna voglia di allontanarsi e di non concedere a sé stessa quella piccola dimostrazione di vita « Non molto, Louis poteva almeno centrare il cuore. » sdrammatizzò sul momento sfoggiando un lieve sorriso.

« Non devi essere arrabbiata con lui. » disse continuando a guardare la ferita, la mano poi scese lungo il braccio di lei accarezzandolo lievemente, poi si allontanò del tutto riprendendo a guardarla in viso e tenendo la mascella serrata con la solita espressione che fino ad allora aveva sempre mostrato « Non era in sé. » fossero state altre le circostanze, Harry non lo avrebbe mai difeso. Ma sapeva benissimo che nessuno in quel luogo faceva intenzionalmente del male, se non perché era stato inconsciamente costretto a farlo e Louis era quel caso. Nella sua permanenza all'Istituto aveva visto più volte le buone intenzioni del ragazzo e mai avrebbe pensato che proprio lui avrebbe mai fatto del male ad uno dei pazienti. Avrebbe scommesso forse più su sé stesso in quel campo.

« Non ce l'ho con lui. » ammise alzando le spalle « Forse ha fatto bene a farlo. » borbottò, le sue preoccupazioni eppure non erano sparite. I sensi di colpa continuavano a poggiarsi sulle sue spalle che di peso non potevano sopportarne molto.

Harry non la riteneva in fin dei conti responsabile, ma il suo essere 6735 non gli permetteva di ammetterlo. L'espressione di Luxia però era così abbattuta e priva di alcuna felicità che ne ebbe quasi compassione. Un essere così innocente non dovrebbe stare qui dentro, gli disse la sua coscienza e quindi disse - un po' perché lo pensava e un po' perché credeva fosse la cosa giusta da dire - « Non meriti di essere ferita. »






Io e camovflage e @apolodies abbiamo deciso di organizzare un concorso di scrittura. Vi invito a partecipare se vi va. Troverete il libro sul profilo di @apolodies.

Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto.
Vi ringrazio per le 40,600 letture! xx

Vi ricordo che da ora in avanti i prossimi capitoli verranno dedicati alla prima persona che commenterà il capitolo. Vi chiedo quindi di seguirmi se volete essere in un qualche modo "taggate" per ricevere la dedica. 🌺

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