PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.

By GoldSkyAtNight

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«Scott... posso assaggiare?» «Io sono più dolce.» «Mi avevi promesso fragole fresche.» «Siamo fuori stagione... More

1. Blinding Lights
2. Stiamo scherzando?
3. Mutanda Party
4. Pecorelle
5. In filo veritas
6. Paghi uno, prendi due
7. Labbra amare
8. Voce del verbo essere malinconici
9. Fashion blogger
10. Medusina
11. Maledetto vino (½)
12. Maledetto vino
13. YOLO
14. Ogni riccio un capriccio
15. Questione di lingua
16. Fragole fresche
17. Sabbia nel reggiseno
18. Vuoi assaggiarlo?
19. Questo ora è mio
20. Damiano Carrara direbbe sciangommoso
21. Oggi sei a digiuno, Amanda
22. Sadness is a blessing
23. Ops, i did it again
24. Hotter than hell
25. Sweet Candy
26. Tutta colpa del cameraman
27. Paranoia
28. La prima volta di ogni cosa
29. We hold the key of the night
30. Poisoned youth
31. Terza stella a destra
32. Courage
33. To be or not to be
34. Nuvole bianche
35. In grassetto e corsivo
36. Sdentato il drago
37. Eclipse
39. Mordo come un lupo
40. Sì, Signor Agente
41. Locked Out of Heaven
42. Salse piccanti per lingue taglienti
43. ABCDEF U
44. Keep slowing your heart down
45. Come un proiettile che lascia il segno
46. You are so bad, my strawberry boy
47. Un buon kanelbulle non ha mai tolto di mezzo nessuno
48. Answer the phone. Amanda, you're no good alone
49. Answer the phone. Scott, you're no good alone
50. Crema solare persino sul cuore
51. This is the very, very last time I'm ever going to
52. Centimetri che contiamo con righelli di chi in matematica aveva quattro
53. Facing tempests of dust, I'll fight until the end
54. Amor, ch'a nullo amato amar perdona
55. Juliet to your Romeo
56. Darling, all of the city lights never shine as bright as your eyes
57. Half love, half regret (½)
58. Half love, half regret
59. Vieni, posa la testa sul mio petto, ed io t'acquieterò con baci e baci
60. Ti volterai senza vedermi, ma io sarò lì

38. Buongiorno una banana!

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By GoldSkyAtNight

Muovo appena la punta delle dita, sentendole incredibilmente intorpidite. Formicolano per alcuni istanti.
Cerco di muovere un braccio, ma sono ancora troppo assonnata per poter parlare con il mio cervello, che è in letargo da una vita intera.

Quindi rimango immobile. Il leggero venticello mattutino si insinua fra le tendine della finestra, arrivando dritto al mio corpo. Picchietta la pelle ad un ritmo costante, generando una piacevolissima sensazione.

La schiena si riempie di brividi caldi, sottili come chicchi di grano.

«Hai freddo?» la voce di Scott arriva alle mie orecchie come un tuono in lontananza.

Per un istante mi ero dimenticata di tutto, del fatto che sia nel suo letto, che non sia nella mia casa e che entrambi siamo nudi e visceralmente appiccicati.

Non sono abituata a dormire come madre natura mi ha concepita.
Scott, invece, sembra essere molto tranquillo a riguardo.

Non si fa scrupoli.

Prima ancora che io risponda, il suo braccio muscoloso si avvolge attorno alla mia schiena, facendo sì che la mano callosa sfiori appena il mio seno. Graffia con le pellicine delle dita la mia pelle scoperta, causandomi un profondo sospiro all'altezza del petto.

I miei occhi sono ancora chiusi. Il viso appoggiato al suo petto e una mano aggrappata al fianco destro.

Il suo corpo è bollente. Diffonde un calore talmente forte da sembrare rovente come una pietra lasciata per troppo tempo al sole.

Anzi, è marmo. Marmo scolpito dalla mano di uno degli artisti più bravi, che ha creato il suo corpo quasi come avesse paura di lasciarsi indietro qualche dettaglio. Come se avesse paura di non rendergli giustizia.

So che il riccio mi sta guardando. Sento i suoi zaffiri indicarmi le guance già arrossate.
E istintivamente, come ogni volta che il mio corpo viene guardato da lui, queste diventano ancora più scure, fino a fare invidia al vino più rosso e dolce.

Fuoco genera fuoco, no?

Inspiro il profumo delicato della sua pelle ambrata, rilassandomi quando inizia a massaggiare la mia bassa schiena con due dita.
Le fa scorrere come stesse tracciando dei piccoli segmenti su un foglio di carta, mantenendo sempre la stessa intensità.

Potrei stare così per ore.
Solo lui ed io.

Fortuna che sono sdraiata a pancia in giù, altrimenti chissà dove sarebbero finite le sue mani peccaminose.

Scott è attento, vigile come un gufo. Sa che parte di me sfiorare, dove toccarmi per farmi sentire tutto il suo calore.
Lo fa senza nemmeno che io me ne accorga. Agisce di nascosto, al buio anche quando siamo illuminati da un sole cocente.
Non si fa sentire, è silenzioso, ma incredibilmente deciso. Determinato e sicuro.

Scott è vivido.
Ma anche sfocato.
Entrambi.

È tanto. Forse troppo. Ma mai abbastanza.

«È ancora presto» il suo fiato caldo mi scioglie la gola, «Restiamo a letto?».

Annuisco lentamente, sentendo i capelli raggrupparsi all'altezza della guancia, causandomi un leggero prurito.
Ignoro il mio corpo, facendo scorrere la mano sul suo torace rigido e scalfente. I polpastrelli si incastrano sulle costole sporgenti, aggrappandosi ai pettorali ben marcati.
Mi aggancio al suo collo, impigliandomi per qualche istante con la collana in argento, che sembra voler bloccare la mia avanzata.
Io però non mi fermo, attorcigliando le dita sul lato breve, vicino all'attaccatura dei capelli che sicuramente adesso sono spettinati e ancora più voluminosi del solito.

Passo l'indice sui nervi del collo, ora tesi mentre piega il viso leggermente di lato per accogliere la mia carezza.
Mi soffermo per alcuni istanti sulla conca creata proprio al centro di esso, al termine della gola spessa e forte.
Gioco a lungo con quello spazio vuoto, prima di sentire il suo fiato bollente premere sul mio polso scoperto.
Soffi di vento sottile si accerchiano attorno ad esso, che rimane immobile come in attesa di qualcosa di imminente.

Poi, le labbra soffici di Scott lo baciano delicatamente, indugiando a lungo.
Sento il contorno dei suoi lembi vermigli marchiare in maniera invisibile la mia pelle, proprio nella parte più delicata, quella vicino alle due piccole ossa ovali che tracciano il confine con il palmo.
La barba sottile la sfrega, graffiandola come i granelli di sabbia fanno quando sono asciutti.

Il suo bacio, il suo tocco, il suo calore, lui, mi entrano nelle vene, scorrendo ad una velocità paurosa nel mio corpo, fino ad arrivare in quello scrigno che si trova nella parte sinistra, incastrato tra una vertebra e l'altra.

Lui custodisce la chiave.

Quando si stacca, intreccia le nostre dita per qualche istante, prima di guidare la mia mano fra i suoi ricci ribelli.

Sorrido, beandomi della morbidezza e incurvatura di ogni singola ciocca.

Vuole che li tocchi. E lui detesta farsi toccare i capelli.

Ne attorciglio uno tra le dita, giocandoci per istanti che sembrano interminabili. Lo tiro leggermente verso l'esterno, proprio come fosse una fisarmonica, dopodiché lo lascio fuggire, permettendogli di nascondersi tra i rovi scuri.

Intanto, la sua mano continua a muoversi sulla mia schiena leggermente inarcata, conquistando centimetri di pelle ad ogni movimento.
Mi sta toccando con astuzia, proprio come un ladro pronto a rubare ogni parte del mio corpo.

Ma io... non voglio difendermi. Io gli concedo tutto, perché so che lui non prenderebbe mai nulla senza il mio consenso.
Scott non è un ladro. Lui agisce alla luce del sole e lo fa senza scrupoli, guardandomi dritto negli occhi mentre io affondo nella mia perdizione che porta solo il suo nome.

Mi lascio andare, senza rendermi conto di quanto fossi effettivamente rigida e tesa.
Quindi mi spingo maggiorate verso di lui, appoggiando i seni sul fianco del suo torace, che sembra sussultare a quel contatto.

Ho bisogno di sentirlo così: attaccato.
Appiccicato. Ancorato.

«Amanda...» sussurra in un verso gutturale, che fa tremare le ossa di entrambi, «Non così vicina».

Tengo ancora gli occhi chiusi, mentre dentro di me sento galoppare la voglia di farlo rimanere in silenzio, baciando le sue labbra fino a sentire i polmoni bruciare e la testa girare.

«Perché?» domando, fingendomi innocente.

Lo sento sorridere. Con gusto.

«Sono nudo».

Lo so.
Te li ho tolti io i vestiti.

«Anche io» controbatto, alzando leggermente il viso, nonostante la posizione estremamente comoda.

Mi lecco le labbra con un gesto rapido, prima di scoccare un bacio sui suoi addominali definiti, poco sopra ad una delle linee che culminano nella marcata V, nascosta dalle lenzuola bianche come il latte.

Rabbrividisce e le piccole vene del pube si gonfiano, sembrando goccioline troppo piene di acqua.
Le catturo con gli occhi, senza vergogna, senza pudore. Le rincorro mentre si rifugiano al sicuro, lontano dal mio sguardo.

Ma... d'un tratto, un rigonfiamento decisamente visibile, fa alzare appena il lenzuolo, proprio davanti ai miei occhi.

È una sporgenza rigida, che sembra dolorosa, dritta come una stecca di legno acerbo, troppo verde per bruciare.

Sbarro gli occhi, sentendo la gola serrarsi in una morsa più dolorosa di un pugno.
Cerco di rimanere calma, di mantenere ben saldo il mio respiro.
Di non farmi scoprire da Scott, che con i suoi occhi è in grado di percepire ogni particolare.

Tuttavia, lo sento. Lo sento dal modo in cui il suo tocco è cambiato, che se n'è accorto.
Sa che lo sto guardando e sa anche che tra le mie cosce regna un mare in tempesta che sferza le proprie onde da una parte all'altra.

Senza pietà.

«Hai gli occhi aperti, vero?» indugia con le dita sul mio sedere, strizzandolo.

Io quasi non mi strozzo con la saliva, sentendo le guance andare letteralmente all'inferno.
Deglutisco faticosamente, senza però riuscire a staccare gli occhi dalla sporgenza che sembra alzarsi sempre di più, come se sapesse di essere guardata e volesse mettersi in mostra.

«Lo stai guardando?».

Un battito di ciglia e il lenzuolo si scosta, intrappolato tra le dita di Scott, affusolate e decise.
La sua mano finisce a metà coscia, trascina verso il basso l'unica barriera che aveva, sfidandomi a non distogliere lo sguardo.

A che gioco sta giocando?

Faccio fatica a respirare mentre i miei occhi devono lasciare il lenzuolo e aggrapparsi a qualcos'altro di decisamente più interessante, ma peccaminoso.

«Guardalo per bene» mugugna, spogliandosi per l'ennesima volta davanti ai miei occhi.

Li sgrano.
Non sarò mai abituata a questo.
No... proprio no. Come potrei esserlo?

Scott... oh... Scott è... prolisso.

Afferro con i denti il labbro inferiore, stringendolo così tanto da farmi male. Lo sento tagliarsi in due, spezzarsi proprio come il mio autocontrollo.

Le mie iridi verdi si iniettano di una strana sensazione mentre guardo il suo pene risplendere sotto alla leggera luce del mattino, i cui raggi sembrano voler atterrare soltanto su quel punto di pelle scoperta.

La punta arrotondata, leggermente arrossata e pulsante, è ricoperta da una patina chiara che luccica come acqua al sole.
Le vene scure e spesse come fili di un gomitolo, scorrono sotto alla pelle grinzosa, ora tesa a causa del desiderio.
Mi incastro con lo sguardo sulla linea discontinua creata poco sotto al prepuzio, leggermente ripiegata su sé stessa.

Abbasso lo sguardo per tutta la sua lunghezza, arrivando al pube contratto in una morsa rigida, che cerca di controllare qualcosa che entrambi vogliamo.

Un leggero strato di peluria cosparge la pelle chiara , dove posso scorgere la linea del costume da bagno.

Sono curiosa e accaldata, ma la mia voglia di scoprire altro, viene fermata da quel dannato lenzuolo, che sembra volersi prendere gioco di me e dei miei ormoni.

Sospiro, sbattendo le ciglia un'infinità di volte.
Il mio fiato si scontra con la sua carne, proprio come il vento fa con una bandiera.

Il suo membro eretto si arriccia, come se avesse freddo. Vibra con forza, dopodiché si rilassa di nuovo, ma io quasi non rischio di morire soffocata.

Una singola gocciolina gelatinosa, precipita dalla punta, tracciando un contorno ben delineato e umido lungo la pelle, come una strada sterrata in mezzo ad un deserto.
La inseguo, vedendo riflessi i miei occhi in quella piccola macchia chiara, che finisce troppo in fretta in mezzo alle gambe.

«Porca banana!» esclamo ed è troppo tardi per rendermi conto di quello che ho detto.

Ditemi che è un incubo.
Ditemi che Scott ed io siamo finiti all'inferno e ora faremo l'amore tra le fiamme e i vulcani che non sono nulla in confronto al calore della tensione che ci stringe lo stomaco.

Mi tappo la bocca con la pelle di Scott, dato che la mano libera è incastrata sotto al ventre.
Sprofondo il viso sul suo fianco, incurante del mio respiro affannato.

Amanda... perché sei così?

Annaspo in cerca di aria o forse cerco di soffocarmi da sola.
Lo scoppio della sua risata mi fa tremare le gambe. Il suo torace teso vibra proprio contro il mio viso, facendomi leggermente male al naso già ammaccato per colpa della caduta di settimana scorsa.

Il mio udito si riempie della sua voce roca, così spontanea e profonda da farmi rabbrividire.

«Porca...» cerca di prende fiato e io vorrei essere risucchiata da un buco nero, ma è troppo tardi per scappare, perché la sua mano si posa sul retro del mio collo.
Lo stringe delicatamente con le dita, scoprendolo dai capelli annodati.
Sento subito freddo quando riesce nel suo intento.

«Banana» la sua non è una domanda, ma un'esclamazione e ora non ride più.

Mi blocco, alzando a malapena il viso dalla sua carne scoperta, senza però trovare il coraggio di guardarlo negli occhi.
Mordo il labbro inferiore, perdendomi in un punto vuoto della stanza.

Volete fare una figuraccia nel bel mezzo di un momento intimo con qualcuno?
Chiedete pure a me.

«Amanda» mi richiama, sfregando con forza le corde vocali tra di loro.

Le mie pupille tremano e si bloccano un'infinità di volte prima scheggiare ogni punto della camera in cerca di qualcosa su cui fermarsi per non arrivare a Scott.

Ma lui non sembra essere d'accordo con il mio piano, perché stringe le lunghe dita sulla mia mandibola, alzandomi leggermente il mento serrato in un morsa dolorosa.
Sposta il mio viso verso sinistra, obbligando le nostre iridi dello stesso colore a scontrarsi.

Sussulto, risucchiando un sospiro sfuggito dalla mia bocca schiusa.

Mi guarda dall'alto, senza indugiare nemmeno per sbaglio.
I ricci spettinati contornano come una corona di fiori il suo viso asciutto, dagli spigoli così smussati da sembrare poco sicuri.
Seguo con un bisogno disperato il contorno del naso sottile, arricciato all'insù in una maniera pericolosamente carina. Due linee appena marcate scendono in maniera parallela fermandosi sul bordo dell'arco di Cupido delle labbra carnose, ora lasciate rilassate.
Le guance magre sono scavate da ombre scure, che gli conferiscono un'aria ancora più dannata  e... intensa.

Gli occhi sono persi nei miei mentre inumidisce la bocca rosea con la punta della lingua. Uno strato lucido di saliva viene depositato sulla superficie morbida che non vedo l'ora di assaporare e sentire addosso.

Lui lo sa... sa cosa sta facendo.

Lo fa di proposito. Mi sta sfidando con lo sguardo, mi sta chiedendo di non allontanarmi perché stiamo bruciando della stessa identica passione.

Lo sentiamo entrambi. Non c'è bisogno di dire qualcosa.

«Vieni qui, subito».

Deglutisco per la milionesima volta, sbattendo le palpebre come se la sua immagine, che ora mi sembra divina, fosse solo un sogno.

Ci pensa lui a dirmi che è reale, che è qui adesso. Che mi vuole.

La mano che prima era posata sul mio sedere, mi afferra per un fianco, facendomi alzare leggermente.
Piega il busto abbronzato per mettersi seduto, intrappolandomi tra le sue braccia muscolose e spruzzate da vene talmente verdi da sembrare fili d'erba.

La sua bocca avida si fionda sulla mia, bloccando a metà l'unico respiro che mi ero concessa di prendere.

Lo fa suo, trascinandomi sul suo corpo nudo.
I miei seni rimbalzano sulle costole rigide, spezzando in mille pezzi il poco ossigeno che ci era rimasto.

Spinge la mia testa contro la sua, portando le nostre bocche talmente vicine da far scontrare i nostri denti, che provocano un rumore sordo per tutta la camera da letto.

Non c'importa.

Chiudo gli occhi, aggrappandomi alle sue spalle spigolose, travolta da un bacio che è più forte di qualsiasi pensiero che cerca di formarsi nella mia testa.

La sua lingua scorre nella mia bocca come una caramella, lasciandomi un dolce sapore sul palato.
Serro ancora di più gli occhi quando afferra il mio labbro inferiore con i denti, mordendolo piano ma così a lungo da farmi mugugnare dal dolore.

A quel suono, un lupo affamato sembra fargli da ombra, perché mi afferra per i fianchi con entrambe le mani, facendo sì che mi sieda a cavalcioni sul suo corpo sudato.

Non stacca la bocca dalla mia nemmeno quando siamo a corto di fiato e i polmoni bruciano talmente tanto da farmi sentire un buco nel petto.

Infilo le mani tra i suoi capelli, tirando le punte lunghe, in modo da spostare il suo viso per permettermi di respirare.

Mi concede un secondo. Solo uno.
Poi riprende a baciarmi, facendo scorrere la grande mano ricoperta da calli e cicatrici lungo la mia spina dorsale, così delicata e pura in confronto alla sua pelle imperfetta.

Scott sembra... diverso.
È affamato. Vorace. Edace. Irruente. Insaziabile.

E non lo è mai stato. Non così.
Mi fa rabbrividire e infuocare allo stesso tempo.

Mi piace. Mi piace questo Scott.

«Ti voglio» sussurra al mio orecchio, baciandomi dolcemente dietro ad esso.

Piego il viso, immersa in quelle due parole che vogliono dire così tanto che forse è troppo.

Succhia la mia pelle come fosse uno dei nettari più gustosi, lasciandomi una chiazza rossa a forma di fragola.

«Ti voglio così tanto da sentire il petto bruciare, cazzo» impreca sottovoce, riempiendo la mia pelle sensibile di brividi così duri che sono troppo persino per una come me.

Porto il viso di fronte al suo, «Brucia anche me, allora» ansimo quando sento il suo membro sfregare contro la mia natica destra.

No... ora ne sono sicura. Per noi due non c'è posto in paradiso. Non dopo tutto quello che stiamo pensando in questo momento.
Mi dovrei vergognare, ma la verità è che l'unica cosa di cui mi importa adesso è rimanere stretta alle braccia di Scott e sentire quanto mi ama.

Vederlo amarmi. Farlo mio e diventare sua.
Voglio solo questo.

Mi guarda come solo lui sa fare, «Lo sai vero, che le cicatrici non guariscono?» gli occhi sono lucidi.

Annaspo, perdendomi completamente, continuamente, per l'ennesima volta nel suo sguardo magnetico e ancestrale.

Come fa? Come riesce a guardarmi in questo modo?

Lui... si rende conto di come mi faccia sentire?

«Non ho paura di stringerti, anche se questo significa scottarmi» sussurro, senza mai staccare gli occhi dai suoi.

Ringhia con forza, stringendo la mascella con così tanta rabbia che mi sembra di vederla spezzarsi.

Scopre del tutto i nostri corpi. Mi scosta con dolcezza dal suo corpo, alzandosi in piedi.
Rimango confusa quando lo vedo piazzarsi di fronte a me, con le ginocchia che sfiorano il materasso morbido e le braccia tese verso il basso.

Il mio sguardo curioso e senza alcun pudore, si posa sulla lunghezza umida, che si erge in avanti, chiedendomi di farmi più vicina.

Muove alcuni passi e il membro rimbalza tra le gambe, teso come la corda di un violino sul punto di rompersi.

Io rimango immobile, accovacciata sul letto proprio come lui mi aveva lasciata, in un totale stato di falsa innocenza e velato desiderio.

Poi Scott si piega in avanti, affondando i palmi tesi sul materasso, vicino alle mie gambe.
È ad un soffio dalle mie labbra mentre le guarda con bramosia.
Abbasso lo sguardo sulle nocche ossute, leggermente arrossate tra un dito e l'altro.

Sorride di nascosto, «Sei buffa con il naso viola».

Cosa? Oh... me ne ero quasi dimenticata.

«Devi stare più attenta, perché non ci sarà sempre la mia giacca a salvarti» posa un delicato bacio a stampo sulla mia bocca, giusto prima che io mi sciolga in un sorriso spontaneo.

«Quella sera avevo la testa fra le nuvole» ammetto.

«Lo so» soffia sulla mia bocca, «Non ho mai smesso di guardarti».

Lo so. Me lo ricordo.

Ricordo ogni cosa, di quei giorni in cui tutto sembrava così casuale ma fatto apposta da farci incontrare. Sempre.

Non avevo mai visto uno come Scott, nella mia vita e poi... poi, così... all'improvviso, non ci siamo più lasciati andare.

Sono passati soltanto alcuni mesi, ma a me sembra così tanto. Mi sembra di conoscerlo da sempre, di averlo avuto al mio fianco fin dal primo giorno, di averlo incontrato per la prima volta per un numero di volte che sarebbe impossibile contare.

«Continua» lo supplico, guardandolo da sopra le ciglia folte, «Continua a parlare di me all'infinito».

Sorride in modo furbo, «Non riuscivo a capire perché non ti avessi mai notata, perché ti nascondessi così tanto dal mio sguardo».

Schiocco la lingua sul palato con un suono secco, «Perché i tuoi occhi, Scott... allora come adesso sono in grado di leggere parti che io nemmeno sono in grado di scrivere».

Sono gelosa. Lui conosce me, meglio di quanto lo faccia io stessa.
È giusto? È sbagliato? Chi lo sa... forse entrambe le cose.

Non riesco a dare un senso a come io mi senta quando sono con lui, a come abbia fatto ad innamorarmi di un poliziotto irriverente che ha quasi rischiato di farmi investire nel bel mezzo della notte.

Continuo a pensare ad una cosa: cosa sarebbe successo se non mi avesse fermata, quella sera?

Saremmo qui, adesso?

«Solo con te» accarezza la mia guancia destra con il pollice, facendomi socchiudere gli occhi, «Te lo giuro».

«Giurare è pericoloso».

Annuisce, «Non quando lo si fa su qualcosa di cui si è sicuri. E io, Amanda, non sono mai stato più sicuro della nostra storia come adesso».

Mi afferra per una caviglia, trascinandomi con sé sul bordo del letto.

«Sono sicuro di quello che provo per te, di quanto vorrei averti sempre al mio fianco e stringerti fino a farmi male. Sono così sicuro di amarti che mi spavento da solo e lo so che potrebbe sembrare una frase fatta, ma non ho mai provato nulla del genere, se non con te».

Rimango ad ascoltarlo in silenzio, mentre spalanca leggermente le mie gambe, scoprendomi del tutto alla sua vista, che sembra farsi più appannata.

«Sei piombata nella mia vita come un uragano e mi hai travolto. Cazzo... sono passato dal non guardare nemmeno una donna, dal pensare soltanto al lavoro e al presente, al non avere occhi se non per te. Capisci?».

Sussulto, ma lui continua a parlare, strappando pezzi della mia anima ormai lacerata, «Tu mi sei dentro più del mio stesso sangue. Penso a te in continuazione, mi sembra di non averti mai abbastanza. È un pensiero egoista, ma voglio che tu sia felice solo con me, che solo io sia in grado di renderti felice».

Alzo un angolo della bocca, perdendomi nei suoi occhi, «La sono, Scott».

Mi guarda con le labbra gonfie e le vene del collo tremanti e tra le mie gambe si crea una marea in tempesta, che continua ad abbattersi contro il mio pube gonfio.

Sono bagnata fradicia e sento i nervi tirare, talmente desidero il suo corpo.
Mi fa male. Ho bisogno di sentirlo.

«Voglio te, solo te. Ti ho sempre voluta, Amanda. Non ho paura di confessarlo, so che non scapperai dopo tutto quello che ti sto dicendo».

Come potrei farlo? Scott mi ha in pugno.
Il mio cuore è suo.

«Tu?» mi aggrappo alle sue braccia quando entra in me con una spinta decisa, «Tu scapperai?».

Spalanco le labbra dal piacere, mentre lui si addentra nella mia carne come se volesse marchiare ogni centimetro di quello che è solo suo. I fianchi stretti e muscolosi si scontrano con forza contro i miei, che si spingono come per colpa di una calamita contro i suoi, alla ricerca di un piacere sempre maggiore.

Afferra le mie caviglie, facendomi allungare le gambe gelatinose. Le posa sulle spalle, mordendosi il labbro inferiore quando io non riesco a trattenere un sussulto profondo.

«Ti sembro uno che scappa?» domanda in modo retorico, alzando le mie natiche per farmi piegare ulteriormente la schiena.

Affondo sul materasso, buttando la testa all'indietro quando lui aumenta il ritmo dei colpi, facendo cigolare di poco il letto troppo delicato.

«Non ti lascerò andare facilmente, ora che ti ho trovata e che tu hai trovato me».

Mi è difficile sentire quello che dice, perché le mie orecchie sono piene del suono dei nostri corpi che si toccano, regalandosi reciproco calore.

Stringo le lenzuola tra le dita, urlando quando Scott stringe il mio capezzolo destro tra le dita, stuzzicandolo come fosse un giocattolo.

Me lo sfiora nonostante sia già turgido e gonfio, e tremo profondamente quando il metallo freddo e liscio dell'unico anello che indossa mi graffia la parte rosata, lasciandomi un piccolo segno.

Mi faccio forza per alzare la testa e guardarlo in tutta la sua bellezza, rimanendo totalmente ammaliata dalla sua virilità sporca.

Il bacino è contratto. Intensifica i movimenti, roteandolo come si fa quando si immerge un dito nell'acqua per creare una spirale.
Alcune goccioline di sudore scorrono lungo le strisce ben definite degli addominali, scalfiti dai muscoli del piacere.

Le sue mani stringono con ossessione la pelle morbida delle mie cosce, che diventa subito bianca.
La testa è leggermente reclinata da un lato, i ciuffi rimbalzano sulla fronte, gli occhi sono socchiusi e appagati dalla vista del mio corpo.

Bellissimo.

«E non ti lascerò andare finché urlerai solo il mio nome. Questo vale più di una confessione d'amore» mugugna, immerso nel piacere.

Stringe la grande mano attorno al mio collo, piegandosi leggermente in avanti, «Quello che ti sto chiedendo...» soffia sulla mia bocca secca, «È di gridare talmente forte da sentire la gola incenerirsi».

Le sue parole sono sporche. Provocanti. Radicate. Dolciastre.

Flette le ginocchia, riempiendomi completamente del suo sesso. Le gambe sembrano rigide e si scorgono i muscoli dei quadricipiti contrarsi e accavallarsi per lo sforzo.
Tocca ogni parte del mio corpo con quelle mani ruvide.

Spinge. Spinge. Spinge di nuovo.

Io sono al limite, sento il ventre formicolare e la testa andare in perdizione mentre lui accarezza ogni parte di me come se avesse paura di farmi male.

Non siamo solo corpi che si vogliono. Siamo molto di più. Siamo come siamo.
Lo sappiamo.

Sto per lasciarmi andare al suo tocco, quando lui afferra di nuovo le mie gambe, portandole questa volta una vicino all'altra, in modo da serrarmi le cosce. Le alza verso il soffitto, penetrandomi come mai era riuscito a fare, in altre posizioni.
Lo sento completamente, ma sono distratta dalle sue labbra che baciano le mie caviglie unite. Le morde con passione, cercando di liberare il fuoco vivo che gli brucia il petto.
Mi graffia la pelle delle gambe con le unghie corte, lasciandoci sopra dei segni che non sono visibili a chiunque, ma soltanto ad uno sguardo attento come il suo.

Ma anche il mio.

Rotea ancora i fianchi e io grido. Stuzzica le mie grandi labbra con il pollice, accompagnando i movimenti del pene con il dito magro, che pizzica la mia pelle grinzosa e scivolosa.
Veniamo entrambi in un orgasmo che è stato trattenuto a lungo e che impiega troppo tempo ad affievolirsi.
Scott si svuota dentro di me fino all'ultima goccia, accompagnando il suo bisogno con un forte e sonoro verso di approvazione.

Tremo di adrenalina quando si sdraia al mio fianco, abbracciandomi. Poso la testa sul suo petto, non prima di avergli baciato il mento spigoloso.

Lo vedo sorridere, e poi riprende a massaggiare la mia schiena come parecchio tempo prima.
Questa volta è più lento e calmo, ma non rinuncia a strizzare il mio fondoschiena, di tanto in tanto.
Io cerco di riprendere fiato, anche se non è facile, dato che sento il ventre intorpidito e ancora gonfio.

«Ti amo» soffia sulla mia nuca, «Davvero tanto».

Il mio cuore si chiude in una morsa calda e gentile. È bello sentirmi così bene tra le sue braccia.

«Anche io, Scott» mi alzo su un gomito per osservarlo, «Ti amo».

Sancisco le mie parole con un bacio superficiale che dura a lungo.
E lui non smette di sorridere.






BUONASERA SCOTTINE🍓
Sì... lo so che questo aggiornamento potrebbe sembrare un miraggio dopo letteralmente un'eternità che non aggiorno.
Ma (!) ora siamo qui e sono stata anche piuttosto brava, regalandovi un capitolo hot come si deve. 🔥

Questo sì che è un bel ritorno. No?

#scottsaltamiaddosso modalità attivata.
Chi vuole, può unirsi al fun club. Non ve ne pentirete.

A perte gli scherzi, sono molto felice di essere tornata. Mi mancavano Scott e Amanda.
Mi mancava scrivere di loro e leggere i vostri scleri.
Sono contenta di poter riprendere.

Comunque... il nostro bel filetto di Scottona ci dà dentro proprio senza scrupoli. 👀⚡️
Beata Amanda, che di beato non ha nulla.

Io amo letteralmente la chimica che questi due hanno. Sono in grado di capirsi con una sola occhiata ed è assurdo se penso che si conoscono da così poco tempo.
Scott e Amanda hanno legato fin da subito, conoscendosi su un livello che è magistralmente invidiabile.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere. 💜

Grazie ancora per essere qui. Un bacio, a presto.
🌕Continua...🌫

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