Bridgerton

By lunalightwood394

1.8K 37 6

Premetto che questi personaggi non mi appartengono, né la storia. Tutti i diritti vanno all'autrice Julia Qui... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
spazio autrice
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8

Capitolo 5

83 1 0
By lunalightwood394

Il Duca di Hestings stava aspettando la nascita di un erede da così tanto tempo che, quando sua moglie gli confidò di essere in dolce attesa, non ci credette neppure mentre ascoltava le urla di dolore della Duchessa mentre partoriva. Nell'altra stanza si sentivano le ancelle e balie che gridavano "Respirate, Vostra Grazia". "Spingete". La voce del medico era più calma. "Vostra Grazia, mi serve ancora una spinta". Il Duca camminava avanti e indietro da ore, ormai. "Qualcuno parli. Devo sapere". I valletti, che erano rimasti lì con lui, lo fissavano a disagio. Tutti sapevano quanto irascibile poteva essere il Duca, quando le cose non accadevano come voleva lui. In quel momento Lady Danbury spalancò le porte e di corsa si diresse verso la stanza della Duchessa. "Fate largo". Il Duca, irritato, pose una domanda alla donna, a cui era stato sbarrato il passo. "Cosa volete, Lady Danbury?". Lei rispose con una fierezza, per niente tipica delle donne di fronte a un uomo. "Entrare in quella stanza, Signore". Lo sguardo del Duca si oscurò. "Non è posto per una donna". Lady Danbury lo fissò incredula, chi meglio di una donna potrebbe mai capire ciò che sta succedendo? "Qualcuno deve pur entrare" tentò di replicare, ma fu interrotta da un grido più forte degli altri. Lady Danbury alzò la gonna decisa a irrompere nella stanza, ma i valletti del Duca la fermarono. Avevano ricevuto ordini precisi, non far entrare nessuno. Eppure il Duca non rispettò le sue stesse regole. Una volta dentro la stanza, non notò neanche il sangue in cui era sommersa sua moglie. "Forza, qualcuno mi dica se avrò finalmente un erede". Nessuno rispose. Parlò solo il medico, che esclamò "Si vede la testa". Il Duca finse di non aver sentito. "Ditemelo". La Duchessa sentì il marito e, con la voce impastata dai gemiti, ordinò "Diteglielo". Il medico continuò a incoraggiare la donna che ormai era prossima allo svenimento. "Respirate, Vostra Grazia". L'ancella personale della Duchessa, che fino a quel momento aveva cambiato le pezze, le strinse la mano. "Coraggio un ultimo sforzo" sussurrò. Il Duca ripeté, per l'ennesima volta "Che cos'è? Ditemi cos'è!". Finalmente il bambino uscì del tutto, il medico lo sollevò. "È un maschio, Vostra Grazia". Il Duca aspettò a malapena che venisse pulito, prima di prenderlo in braccio. Uscì dalla camera, annunciando a tutti "Ho un figlio". A Lady Danbury fu permesso di entrare e lei si mise subito al capezzale della Duchessa. "Sarah". La donna era stanca, tanto stanca. "Gli ho dato finalmente un erede". Lady Danbury annuì. "Si, Sarah". Guardò quella donna così minuta, così desiderosa di dare un figlio al marito... all'improvviso si rese conto di ciò che stava accadendo. "Dottore?" chiamò. Se ne era accorto anche lui. "Perde troppo sangue". Stava cercando disperatamente di salvarle la vita, ma era troppo tardi. "Sarah" gemette l'amica. Dall'altra parte della stanza si sentiva il Duca, ignaro di tutto, esultare. "Un figlio perfetto. Simon Arthur Henry Fitzra Basset, futuro Duca di Hestings". E con il sorriso sulle labbra, gli occhi della Duchessa si chiusero.

In quella stessa stanza, parecchi anni dopo, un giovane ragazzo, all'oscuro dei particolari di quella sera, fissava il letto ora immacolato. "Vostra Grazia, vi faccio preparare la stanza della Duchessa?". Simon Hestings alzò lo sguardo, pieno di amarezza. "No grazie, non ce ne sarà bisogno".

Sempre e solo due parole penserà l'Autrice di questo articolo, all'indomani di un ballo ben riuscito: scandalo e delizia. Ebbene Gentili Lettori, l'intrigante resoconto della serata, tenutasi ieri a Vosfol, è in ugual misura scandaloso e delizioso.

Helen StJames era un'ancella della Regina in persona. In quel momento Sua Maestà si stava lavando. Oh quanto avrebbe voluto farlo lei stessa, era da almeno una settimana che non lo faceva. All'improvviso Mark, il maggiordomo, piombò nella stanza squillante. "È arrivato, Vostra Maestà". Teneva in mano un pezzo di carta, finché non si rese conto delle condizioni della regina. Lui abbassò lo sguardo a disagio, ma la Regina non ci fece neanche caso. Helen trattenne una risata e poi prese il sapone, mentre la Regina leggeva voracemente ogni parola del Whisteldown.

Emerge, come un'araba fenice dalle ceneri dell'irrilevanza, la signorina Bridgerton. L'illustre debuttante è stata vista ballare, non una, ma ben due volte con il più ricercato e inafferrato libertino della Stagione: il Duca di Hestings.

Rose, la domestica personale di Daphne, le stava spazzolando i capelli con molta cura. Con quel sorriso sulle labbra, Daphne è molto più bella.

Julian, il valletto di casa Hestings, scorse il Duca non appena mise un piede sulle scale, tre piani più su. Si posizionò con calma davanti alla porta, pronto a offrire il capello al padrone. "Uscite di buon'ora, Vostra Grazia?". Simon accettò il capello con sofferenza repressa. "Ho una promenade". Il valletto sorrise sotto ai baffi, non appena il Duca fu fuori dalla sua vista.

Lady Danbury e Lady Bridgerton, sedute su una panchina al parco, stavano osservando Daphne Bridgerton e Simon Hestings che facevano una passeggiata. "È un sorriso quello? Il Duca non sorride mai" notò Lady Danbury. Lady Bridgerton replicò compiaciuta "Daphne ha un irresistibile umorismo". Lady Danbury annuì. "Buon per lei" poi continuò "La vita di una Duchessa impone numerosi obblighi: ospitare balli, ricevere dignitari stranieri. Daphne non apparterà all'alta società, ne sarà uno dei pilastri". Lady Bridgerton aveva smesso di ascoltare, pensava solo a sua figlia. La mia Daphne, Duchessa. Oh sarebbe un sogno. "L'ho ben istruita, Lady Danbury" commentò con aria sognante.

"Otto balli, Duca" disse Daphne Bridgerton decisa. Aveva un tono che non ammetteva repliche, ma il Duca non accettava ordini. "No". "Otto balli" si impuntò lei. "Volete che il nostro piano funzioni, oppure no?" chiese lei, conoscendo già la risposta. Lui sospirò. "Lo scopo del nostro accordo era di sfuggire alle macchinazioni matrimoniali delle madri, non di finire dritto nella fossa dei leoni". Daphne lo corresse "Lo scopo di questo accordo è di assicurarmi un buon matrimonio entro la mia prima Stagione". Si fissarono un momento, Simon osservò quegli occhi castani così seri, così belli. Distolse lo sguardo. "Quattro balli" cedette infine. "Sei" replicò lei, ma con un tono più dolce. "Cinque" ribatté lui. "Sei" ripeté e aggiunse "E mi manderete dei fiori. Oggi. Costosi, mi raccomando". Poi spiegò "Se davvero mi corteggiaste razziereste ogni fioraio della città". "Se davvero vi corteggiassi non mi servirebbero fiori, mi basterebbero cinque minuti da solo con voi in un salotto". Daphne abbassò lo sguardo e Simon si rese conto dell'errore appena commesso. "Perdonatemi". Daphne lo ignorò, non si era mai trovato in una situazione del genere. "Sei balli". Simon capì che era un'offerta di pace. "Va bene. Ma non prometto i fiori". Daphne si fece seria all'improvviso. "Tenete bene a mente, nessuno dovrà mai sapere del nostro accordo, né di quanto accaduto ieri con Lord Berbrooke". Un gruppo di uomini si girò al passaggio di Daphne Lei sorrise impercettibilmente e voltò la testa, giusto in tempo per notare che Simon li scrutava pensieroso. Appena si rese conto di essere osservato esclamò "Si! Come va la mano oggi?". Lo sguardo di Daphne si rabbuiò. "Sappiate che non è una vergogna" la rassicurò lui. Lei lo guardò dritto negli occhi. "Quello che so, è che si scoprisse che sono rimasta sola con un uomo e che per giunta l'ho colpito in pieno viso, sarebbe la mia rovina". Simon annuì, era vero. "io non ho alcun interesse a sollevare uno scandalo" sentenziò. "Certo, immagino che li attiriate naturalmente" dichiarò con un sorriso sulle labbra. Uno di quei sorrisi che ti fanno sciogliere. Dovrebbero essere proibiti per legge. Daphne guardò in avanti verso un gruppo di gentiluomini, inconsapevole che un paio un occhi azzurro ghiaccio la stavano fissando.

Le sorelle Featherintong stavano prendendo il tè insieme per la prima volta dopo mesi. Di solito ognuna andava, per conto suo, in cucina al pomeriggio, tranne nelle occasioni speciali. Quando avevano ospiti, per esempio, anche se in realtà non avevano spesso ospiti. Però quel giorno avevano un argomento da discutere: Marina. "Non lo so, come faccio a saperlo" rispose Penelope ad una domanda scomoda di Prudence. "Devi chiedere" ripeté Philippa, che non aveva alcuna intenzione di farlo lei stessa. "Va bene, ma potevi farlo tu" ribatté l'altra. "No. Non posso" replicò. Penelope prese un sorso del suo tè, ormai vuoto. "Mi viene il voltastomaco". Lady Featherintong udì l'ultima affermazione della figlia. "Che cosa state confabulando?". Philippa sentì gli sguardi penetranti delle sorelle. "Parlavamo della signorina Thompson". Lady Featherontong mando giù la bile che aveva in gola. Sapeva che sarebbero arrivate le domande prima o poi. "A che proposito?". "Penelope si domandava..." cominciò Prudence, ma si fermò ad una gomitata sulle costole da parte dell'altra. "Chiudi subito quella bocca". Philippa finì per la sorella. "Della condizione della signorina Thompson". Lady Featherintong strabuzzò gli occhi. "Come dite, prego?". La governante, seduta accanto a lei, commentò "L'hanno saputo". Penelope non si trattenne più. A differenza di quanto aveva fatto credere, era davvero preoccupata riguardo all'argomento. "Com'è successo, mamma? Dovrà nascere un bambino?". Lady Featherintong bloccò la figlia con un cenno della mano. "Ferma lì. Non un'altra parola". Si girò verso il marito. "Le hai sentite, caro?". Non ricevette alcuna risposta. "Non dici niente? Che facciamo adesso?". Lord Featherintong alzò a malapena gli occhi dal giornale. "La tua isteria non sarà certo d'aiuto". Penelope pose la domanda che più l'assillava, sin dalla mattina. "Ma perché dev'essere tenuta così isolata?". Lady Featherintong fissò il marito, che non sembrava intenzionato a rispondere, e prese in mano la situazione. "Perché la sua condizione è contagiosa". Un silenzio tomba esplose nella stanza, fatta eccezione per un cucchiaino che tintinnava nella tazza di tè, ancora piena, di Prudence.

Eloise e Penelope stavano passeggiando senza meta per le strade di Londra. "E così Daphne è innamorata..." stava raccontando Eloise. "Dovrebbe essere un traguardo? Quale sarebbe il suo merito?". Non aspettò neppure la risposta dell'amica, che aveva già ricominciato. "Non l'ha cucinato o costruito lei quell'uomo. È solo comparso e ora le sta incollato". Penelope mugugnò qualcosa, ma l'amica non la sentì. "Gli sarà piaciuta la sua faccia o i suoi capelli. Avere un viso carino non è un traguardo, sai che cos'è un traguardo, mia cara?". Penelope scosse la testa impercettibilmente. "Studiare all'università. Esattamente ciò che farei io se fossi un uomo." Non capitava di rado che Eloise si lasciasse prendere la mano ed esprimesse il desiderio di studiare. Ma le donne non possono farlo, Eloise lo sapeva bene, forse meglio di chiunque altro. "Invece devo stare zitta e buona, mentre mia madre si pavoneggia in giro perché un tizio apprezza il visetto di mia sorella e le riempirà la pancia di bambini.".  Eloise era ormai partita in quarta, si bloccò solo quando si accorse che la sua amica sembrava distratta. "Oh Penelope, nemmeno mi ascolti". Penelope si risvegliò come da un sogno. "Qualcuno ha già un figlio, dentro la pancia" sussurrò. L'amica la guardò con occhi sgranati. "Chi è?" chiese, rispondendosi suito da sola. "Tua madre? Non è un po' in là con gli anni? Beh tuo padre spera ancora in un maschio però..." Penelope la interruppe. "Non è mia madre. È..." Non sapeva se poteva dirlo o no. Si fidava di Eloise, ma lei non era la discrezione in persona, e poi il segreto era di Marina. "una domestica". Eloise cercò di far quadrare le informazioni. "Avete domestiche sposate?". Penelope scosse la testa. "Non è sposata". Eloise fissò un sasso poco più in là, sopra il marciapiede. Chiese poi, con il suo solito tono, quando era curiosa: un'ottava più alta del normale. "E come fa a fare un figlio se non è sposata?". Penelope tirò un calcio al sasso che poco prima Eloise aveva visto. "Non lo so. Ma voglio scoprirlo". Eloise annuì con forza. "Per forza, sennò come facciamo ad evitare che capiti anche a noi?". Due gentiluomini, sul lato opposto della strada si voltarono verso di loro e le attraversarono con lo sguardo. Le due ragazze erano invisibili. "Abbiamo traguardi da raggiungere".

Daphne Bridgerton stava suonando il pianoforte che avevano in salotto, con così poca grazia che, se avesse premuto i tasti anche solo leggermente di più, quelli si sarebbero rotti. In realtà non stava stonando, né andando fuori tempo, solo che il piano è uno strumento delicato. Adatto per le damigelle che arrossiscono e svengono, non per chi deve scaricare la tensione. Ma nessuno faceva caso al modo in cui lei suonava, finché la musica riempiva l'aria. Nel frattempo Lady Bridgerton stava raccontando, per l'ennesima volta, il resoconto della serata. "Due balli? Con un Duca?". Hyacinth non era mai stata tanto entusiasta. Mia sorella è grandiosa. Anche Lady Bridgerton pareva eccitata. "Era molto colpito da tua sorella. Anche gli altri, in verità. Tutti gli occhi erano puntati su Daphne". Quel giorno, non riusciva proprio a stare ferma, correva su e giù per la stanza, smangiucchiando un biscotto che la cuoca aveva appena sfornato. "Del pane tostato, cara?" chiese, prendendo il piatto e rimettendolo giù dopo il cenno di diniego di Daphne. "Non ho appetito, mamma?". Colin e Benedict, stravaccati sul divano, sembravano godersi la scena. Non avevano mai visto qualcuno agitarsi tanto per due balli. "Sicura che gli occhi non fossero puntati su uno strappo del vestito?" domandò innocentemente Colin. "O su un passo sbagliato, durante la quadriglia?" aggiunse Benedict. In realtà c'erano anche loro a quel ballo, e avevano visto Daphne ballare col Duca in maniera così affascinante, che si erano chiesti se quella fosse davvero la loro sorellina che li rincorreva da piccoli con un fioretto di legno in mano. Lady Bridgerton ignorò i commenti dei ragazzi. "Credi che potremmo contare sul Duca per il ballo di Crowford?". "Non mi sento di escluderlo" rispose solamente, omettendo che aveva passato la mattinata a cercare di convincerlo. "E quello dei Rasmerey, venerdì prossimo? Perché non lo inviti al picnic?". Daphne accelerò il ritmo della canzone, rischiando di sbagliare note. Avrebbe preferito che sua madre non si affezionasse tanto al Duca, non poteva che farle male. "Vedremo, mamma". Hyacinth, che stava aspettando che la tazzina del tè si raffreddasse, disse "Peccato che Fra deve stare via tutta la Stagione a studiare il piano con la zia Winny, si perderà il fidanzamento di Daphne con il Duca". Daphne sbuffò. Eccone un'altra, qualcun'altro a cui spezzerò il cuore, quando le cose non andranno secondo i piani. "Francesca è già partita per Barton?" s'informò Colin, non così desideroso di sapere la risposta. Voleva solo cambiare argomento. Ma avrebbe potuto anche rimanere zitto, perché ci penso qualcun altro a sviare la conversazione. "Cosa serve a una donna per fare figli?". Eloise irruppe nella stanza, ancora col cappotto addosso. Tutti quanti si girarono verso di lei, qualcuno era sconvolto, qualcuno scandalizzato, mentre un altro era curioso, come se non si fosse mai posto la domanda. C'erano anche un paio di ghigni disegnati sul volto di due dei sei Bridgerton presenti in sala. "Eloise, ma che domanda!" esclamò Lady Bridgerton. Ma lei non ci fece caso. "Non dovrebbe essere sposata?". "Di cosa stai parlando?" domandò Daphne, che nel frattempo aveva smesso di suonare. Eloise continuò "Non sembra neanche indispensabile". Lady Bridgerton fece un respiro profondo. "Chiudiamola qui, signorina". Eloise guardò la madre incredula. Aveva dipinta sul viso un'espressione comica, Lady Bridgerton avrebbe anche riso, in un altro momento. Invece guardò la figlia sedersi sul divano e si rivolse alla pianista. "Daphne suonavi così bene, continua prego". Eloise intanto sentiva i suoi fratelli, ai suoi lati, sogghignare. "Voi lo sapete, non negatelo". Benedict guardò il fratello negli occhi. Aveva un luccichio divertito, che negli anni era l'unica cosa di lui rimasta uguale. Una volta aveva deciso di fare uno scherzo alla cuoca, mettendole un rospo nel letto. Mentre lo catturava, aveva quello scintillio, che voleva dire: sono un adorabile bambino, non sto facendo niente di male. Beh, per l'intera settimana successiva Colin aveva sofferto mangiando minestrone che sapeva di calzino, quindi forse la cuoca non era poi così d'accordo. In quel momento Colin aveva quello stesso sguardo, così innocente eppure così pestifero. "Sei mai stata in una fattoria? Quando...". Benedict gli tirò una pacca, Eloise non doveva sentire certe cose. Lady Bridgerton si voltò, attirata dal trambusto. "Non starete incoraggiando conversazioni sconvenienti con vostra sorella...". "No, madre" rispose Benedict impassibile. Colin aggiunse "No, anzi stavamo giusto pensando di andare a farci una bella sgroppata". La madre lo rimproverò. "Colin Bridgerton". "Cavalcata, intendo" si corresse lui, appena in tempo. I due ragazzi se ne andarono cercando di non scoppiare a ridere di fronte alla famiglia. In quel momento entrò Rose. "Signorina, sta venendo Ambolt" annunciò. Daphne scattò in piedi. "Sta venendo Ambolt?". Lady Bridgerton guardò prima la figlia e poi la cameriera. "Ambolt?". Anche Hyacinth rizzò le orecchie. "Che viene a fare Ambolt". Il famigerato Ambolt varcò la porta e fu colpito in pieno da una raffica di domande. "Abbiamo visite, Ambolt?". Il maggiordomo annuì. "Pretendenti per la signorina Daphne". La diretta interessata emise un urletto di gioia, poi si ricompose. Anche Lady Bridgerton doveva riprendersi dallo shock. "Ma... Il Duca.... Hai già un pretendente, cara". Daphne si girò verso la madre elettrizzata. "E allora? Chi mi vieta di averne più d'uno?".

Casa Bridgerton non era mai stata così piena, si udivano milioni di suoni intrecciati tra di loro. Risate, grida e musica si mescolavano nell'aria con allegria. C'era anche il profumo di biscotti appena sfornati che stuzzicava i passanti. Ogni gentiluomo della città non sposato si era recato in quella casa, sperando di fare breccia nel cuore della bella Daphne Bridgerton. Nessuno avrebbe mai potuto pensare che, appena due giorni prima, quella casa era vuota e silenziosa. Nessuno avrebbe mai saputo delle ore che Daphne aveva trascorso sognando questo momento. Una carrozza si fermò davanti alla casa. Il cocchiere, non molto esperto, ci mise un po' a frenare i cavalli. Ne uscirono due uomini che parevano gli unici a non gradire la vista della casa piena di gente. "Cos'è questo trambusto?" domandò Nigel Berbrooke, a nessuno in particolare. Anthony, al suo fianco, gridò ad un gruppo di uomini, lì accanto "Largo". Nigel lo seguì lamentandosi, cercando di tenere il suo passo. "Quando stamane avete detto che venivo a conoscere la vostra famiglia, credevo che sarei stato l'unico ospite". Poi s'interruppe, perché Anthony aveva sbattuto la porta d'ingresso, senza curarsi che ci fosse lui in mezzo. "Ho indossato i calzoni corti in sakè, per l'occasione, Bridgerton" ricominciò. Anthony, però, lo ignorò. "Togliti dai piedi" ululò a uno con un mazzo di fiori in mano. Quando, finalmente, il Visconte entrò nel salotto, il suo cipiglio si rabbuiò ancora di più, anche se nessuno credeva che fosse possibile. "Buon Dio". Lord Berbrooke, intanto, non aveva smesso di parlare. "Devo parlare con la mia promessa". Anthony si girò, come se lo vedesse per la prima volta. "Voi andate, Lord Berbrooke". L'altro protestò. "Dicevate che avreste risolto. Ho avuto la vostra parola.". Anthony lo fissò negli occhi, erano di uno sgradevole color marrone. "E vi terrò fede. Voi avete chiesto la sua mano e io lo terrò in considerazione. Si tratta solo di un deprecabile equivoco. Quindi è meglio che andiate via, insieme a tutti gli altri". Poi si voltò, guardandosi attorno. Vedeva Daphne che conversava amabilmente con un gentiluomo. Fece un sospiro e si preparò a mandar fuori tutti.

Ci vollero trentatré minuti precisi, per liberare la casa da tutti gli ospiti, ma ne bastarono due perché Anthony venisse travolto dalla furia. "Vorrei saper che succede?". Lady Bridgerton si volse verso il figlio. "Piacerebbe saperlo anche a me. Vorrei sapere perché hai deciso di sciupare questa deliziosa mattinata?". Nonostante un po' di riserbo iniziale, Lady Bridgerton si era integrata subito. "Perché lei è già promessa in matrimonio" sbottò lui. A quelle parole Daphne fece un verso di disgusto mentre Lady Bridgerton si esaltò. "Il Duca ha chiesto la tua mano, Daphne?". Anthony sbuffò. Possibile che la mamma non si sia resa conto, di che razza di persona sia Hestings. Il Duca non chiederà mai la mano a nessuno. Daphne s'intromise, quella era la sua vita, dopotutto. "Io non sono promessa a nessuno. Forse qualcuno si è proposto? Non mi risulta. Mi sono proposta io a qualcuno? Non penso proprio". Anthony era irritato, Daphne doveva darsi una calmata e spegnere quel fuoco che le infiammava gli occhi. "Non essere irrispettosa, sorella". Ma fu come quando getti troppo poca acqua sul fuoco. L'incendiò divampò, anziché spegnersi. "Io irrispettosa? Io davvero non riesco a immaginare niente di meno irrispettoso che promettermi in sposa a Nigel Berbrooke". Come una malattia contagiosa, il falò si accese anche negli occhi di Lady Bridgerton. "Anthony, dimmi che non l'hai fatto". Il ragazzo si mise sulla difensiva. "È un uomo degnissimo. Ho indagato". Anthony arretrò. Sembrava quasi che il fuoco stesse bruciando anche nel resto del corpo, era sicuro di aver visto le mani di sua madre emanare scintille. "Hai promesso tua sorella a quel manichino?". Daphne fece un commento troppo flebile per poter essere udito da orecchio umano. "Forse non hai indagato a fondo". Magari ho sentito male. "Come?". Daphne deglutì. "Non importa". Poi aggiunse "Ora ho molta ho scelta, Anthony. E non ho alcun bisogno di...". Ma il fratello non la lasciò nemmeno finire la frase. "Hai dei corteggiatori, nessuno dei quali si è proposto". Si fermò un momento, per riprendere fiato. "Ad eccezione, ovvio, di Lord Berbrooke". Ad Anthony dispiaceva causare tutti quei dolori, Ma Lord Berbrooke avrebbe reso felice Daphne. O almeno così si diceva. Lady Bridgerton si prese la testa tra le mani. "Che gli è successo all'occhio? Ha un'aria grottesca". Daphne sembrò ritirarsi nell'ombra Sarà un gioco di luci, pensò Anthony. Lady Bridgerton continuò "Daphne ha attirato le attenzioni di un Duca e questo cambia tutto, Anthony. Lo sai". Il ragazzo avrebbe voluto che la madre non si esaltasse così tanto, avrebbe solo subito una peggiore delusione. "Non mi dite che questo ammutinamento ha a che fare con Hestings?". Lady Bridgerton lo fissò, con sguardo fermo. "Si frequentano". Lui alzò gli occhi al soffitto. "Due sole danze, ad una festa da ballo, niente di più". Poi usò un paragone piuttosto ingiusto nei confronti di due persone innocenti. In seguito se ne sarebbe pentito, ma in quel momento non ci pensò due volte. "Colin ha invitato Penelope Featherintong, ma non vuol dire che... ". "Hanno passeggiato insieme stamattina" replicò Lady Bridgerton, continuando poi in tono sempre più convinto. "E lui ha mandato dei fiori. A tutte e due". "E molto costosi, per giunta" rettificò Daphne, con aria compiaciuta. Anthony ripeté per l'ennesima volta le sue ragioni, ma era come parlare al vento. Nessuno lo ascoltava. Lo sentivano, ma non lo ascoltavano. "Il Duca non è un buon candidato. Non si sposerà mai. Ci conosciamo fin da ragazzi e ti assicuro che non è per spavalderia, né per un capriccio, né per immaturità". Lady Bridgerton ribatté con forza. "Sono pronta a scommettere il contrario". Daphne, che era rimasta sul ciglio della conversazione tutto il tempo, intervenne. "Io non sposerò Nigel Berbrooke". Anthony si rivolse direttamente a lei con una calma gelida, pronta ad implodere in una tormenta. "Io ho agito nel tuo interesse, sorella. E un giorno forse o capirai, un giorno mi sarai riconoscente. Il contratto con Berbrooke sarà onorato e tu lo sposerai". Poi uscì a grandi passi dalla stanza, sbattendosi la porta alle spalle. Quando fu certo che nessuno poteva vederlo, si accasciò contro il muro. In quello stesso momento, nella stessa casa, un'altra persona sembrava distrutta. "Mamma". Lady Bridgerton si precipitò a consolare la figlia. "Oh non hai nulla da temere, tesoro. Quando Lord Berbrooke vedrà quanto sono serie le intenzioni del Duca, dovrà battere in ritirata. Potrà non rispettare le scelte di una donna, ma quelle di un uomo le rispetterà". Daphne guardò la madre che parlava con aria sognante. Si sforzò di sorridere. "E se invece il Duca non avesse intenzioni serie.... ne troverò altri". Lady Bridgerton rise, una risata leggera come una farfalla. "Daphne, ho visto con che occhi vi guardavate ieri sera, e anche stamattina. Non c'è nessun altro. C'è solo il Duca, cara". Daphne annuì, cercando di non pensare a un paio di occhi azzurri che la fissavano e le ricordavano "Guardatemi negli occhi. Se vogliamo che funzioni, guardatemi negli occhi". Daphne sospirò. Altroché se ha funzionato.  

Continue Reading

You'll Also Like

2.2M 67.4K 52
Lily Chérie Parker, meglio conosciuta semplicemente come Lily, ha diciannove anni e la sfortuna dalla sua parte, ogni giorno per lei è come una conti...
34K 1.7K 25
Lea ha 24 anni ed é rimasta orfana dei genitori qualche anno prima. Improvvisamente si ritrova senza lavoro e per sbaglio invia un curriculum in uno...
48.2K 733 33
Jessie: ama avere tutto in ordine, gli piace scherzare, una ragazza bellissima, ma un passato traumatico che non l'abbandona mai , si sta per trasfer...
1.6K 238 38
Malia Brooks ha un obiettivo chiaro: diventare la miglior studentessa di Oxford e vincere una prestigiosa borsa di studio assegnata dall'ONU. Harry B...