LOVE AND LOSS

Autorstwa cristinastories

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Le persone vengono spesso date per scontato, soprattutto quando le si vive sempre nella vita quotidiana. Ci s... Więcej

Prologo
1. Silenzio
2. Vite complicate
3. Chiudi gli occhi e respira
4. Casualità
5. Chi è stato?
6. Cuore leggero, testa vuota
7. Persone su persone
8. Rimandare
9. Tu sei compresa nella mia solitudine
10. Disposta a tutto
11. Fine Novembre
12. Se alle tre del mattino ti senti mancare l'aria...
13. Ti renderò la vita un inferno
14. Hanno riaperto le indagini, quindi?
15. Ci sono delle novità
16. E come ti senti?
17. Perché mi stai mentendo?
18. Lei sta giocando con il fuoco
19. Lo stesso motivo
20. Fallimento
21. Devi
23. Moore
24. La conoscevo molto bene
25. Lo vedo che stai dubitando di me

22. Little Joy

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Autorstwa cristinastories

Nella nostra cittadina era usanza organizzare queste feste e, nonostante non fossero particolarmente apprezzate dagli adulti, solo una singola volta erano intervenuti gli agenti per fermare tutto. Il motivo? Un ragazzo incosciente si era messo a nuotare da ubriaco nel lago, stava rischiando di affogare.

Quella sera la festa era stata organizzata da uno dei migliori amici di Ricky, il mio ex fidanzato. Speravo con tutta me stessa che non ci fosse anche lui, che in qualche modo si perdesse l'evento della settimana, ma mi stavo mentendo da sola, certo che si sarebbe presentato. L'avrei evitato come mio solito, non ci sarebbe voluto molto.

«Non c'è ancora, arriverà a momenti me lo sento» disse Clary chiudendo gli occhi come per visualizzare l'arrivo del ragazzo per il quale aveva la cotta.

«Sei pure sensitiva adesso?» Le domandai ridendo.

«Sì e lo vedo arrivare, sta solo facendo tardi per farsi desiderare» commentò lei, facendomi ridere ancora di più.

La mia migliore amica sapeva essere strana in certe circostanze e per circostanze intendevo l'approccio con il sesso opposto. Aveva tentato più di una volta di presentarsi a quel ragazzo, non sapevamo ancora il suo nome, ma aveva fallito miseramente. Il primo tentativo era stato disastroso: eravamo a una festa di compleanno e lei per incoraggiamento aveva deciso di bere qualcosa. Naturalmente aveva esagerato e, quando era arrivato il momento di andare da lui e rivolgergli parola, arrivata davanti a quel ragazzo era caduta letteralmente davanti ai suoi piedi. Svenuta.

«Questa volta fai finta di essere un po' brilla, non esserlo sul serio, mi raccomando» le ricordai.

«Grazie per l'incoraggiamento Lili, te l'ho già detto che non sei capace a dare coraggio alle persone?»

«Un paio di volte» no, i discorsi di incoraggiamento non erano il mio forte.

«Ah e ricordati che ti chiami Clary» la presi di nuovo in giro.

Già, perché al secondo tentativo aveva detto di chiamarsi Amelie, poi Lili, poi Catherine, senza mai azzeccare il suo vero nome. Divertente no? Non per lei sicuramente. Se non fosse stata la mia migliore amica, l'avrei presa per una pazza squilibrata. Ma le volevo bene lo stesso, in fondo doveva solo trovare la chiave per stare tranquilla.

«Andiamo a bere qualcosa? Qualcuno qui ha bisogno di rilassarsi un po'» rispose a tono.

Stavamo scherzando, lo capivamo solo noi. Decidemmo di avvicinarci a un gruppo di ragazze che si occupavano di tenere al sicuro i bicchieri di plastica e le bottiglie di birra, domandammo loro di averne un po'. Non ero un amante degli alcolici, quello mi sarebbe bastato per tutta la serata e con massima probabilità l'avrei anche buttato via.

Afferrai il bicchiere in mano e lo allungai verso il collo della bottiglia per farlo riempire. Poi sollevai lo sguardo per qualche istante, sorpresa dall'arrivo di una persona, anzi due per essere precisi. Noah era arrivato insieme alla sua fidanzata alla festa, non mi aveva ancora vista perché continuava a guardarsi attorno. Le teneva stretta la mano, aveva il volto così rilassato e sereno. Mi incantai ad ammirarlo a tal punto che non sentii più la presa sul bicchiere e solo dopo l'avvertimento di Clary:«Lili hai appena sprecato un bicchiere intero» mi accorsi che era finito a terra.

Tornai con la testa alla festa, quella in cui mi sarei dovuta divertire ad aiutare la mia migliore amica a conoscere un ragazzo.

«Ehm... Scusatemi, non volevo, non so che cosa mi sia preso» dissi, scusandomi con le ragazze e prendendo un altro bicchiere.

«Io lo so che cosa ti è preso» commentò Clary ammiccando in direzione di Noah.

«Ah sì? Non credo» risposi.

Le ragazze si voltarono tutte nella direzione in cui stai guardando Clary e una di loro sorrise:«É carino, peccato che pare sia incasinato»

«Non ha avuto un vita molto facile» disse un'altra.

Tutta la scuola ormai sapeva la sua storia, ma questo perché la cittadina non era molto grande e ogni nuovo arrivato veniva studiato dal giorno della sua nascita fino al suo arrivo. Era una cosa molto normale. Tutti conoscevano quasi tutto di tutti.

«Sai, mia madre mi ha raccontato che ha cambiato un paio di famiglie ma che in realtà sia stato per molti anni nell'orfanotrofio Little Joy, quello in cui...»

«...Quello in cui lavorava mia madre come volontaria?» Chiesi confusa.

Le ragazze davanti a me le conoscevo molto bene. Erano state mie amiche all'asilo, frequentavamo anche le stesse superiori, ma non avevamo mai avuto un rapporto strettissimo. L'unica persona della quale mi fidavo ciecamente era Clary, nonostante con loro io non avessi mai avuto alcun tipo di litigio. La mamma di Deborah, la ragazza che mi aveva appena rivelato la notizia su Noah, era stata una volontaria come la mia in quello stesso orfanotrofio.

«Proprio così, non lo sapevi?»

«No » sollevai lo sguardo verso Noah. Non mi aveva detto nulla riguardo il suo passato, ma ero anche convinta che non fosse sempre vissuto così vicino a noi.

«Si prospetta una serata molto interessante» sorseggiò Clary dal suo bicchiere.

Già, le scoperte sembravano non avere più fine. Così decisi di allontanarmi con il mio bicchiere in mano e la mia migliore amica, avevamo questa abitudine di metterci in un angolino a chiacchierare in attesa che qualche persona conosciuta a noi si presentasse alla festa. La persona conosciuta, in realtà, c'era ma non avevo alcuna intenzione di rivolgergli parola. La sua fidanzata mi spaventava e sicuro non le avevo fatto una buona impressione, visto che mi ero presentata a casa del suo fidanzato senza preavviso e di notte.

Fortunatamente arrivarono anche altre nostre compagne di classe, formammo un gruppetto abbastanza numeroso di ragazzi e ragazze. Non che mi interessassero i loro discorsi, sinceramente non li stavo nemmeno ascoltando, ma se quello era un modo giusto per mischiarsi tra la gente, allora mi andava bene.

«E così mi ha messo la nota e mi ha mandato dal preside» raccontò Steve, un ragazzo della nostra classe. Era noto per avere un atteggiamento poco carino nei confronti dei professori, se non prendeva una nota a settimana voleva dire che aveva la febbre e che non stava bene.

«Immagino non ti abbia sospeso» commentai.

«Sospeso? Ma figurati, mi è bastato chiedergli scusa e mi ha rimandato in aula. Un gioco da ragazzi» mi spiegò lui.

«A me ha sospeso per aver consegnato il computo di matematica in bianco» dissi.

«COSA?? » domandarono in coro.

«Ecco perché oggi non c'eri a lezione» era stupita Valery.

«Il preside ce l'ha con lei, è ovvio» commentò Clary accanto a me.

«O semplicemente la nostra Lili è diventata una ribelle» rispose qualcuno alle mie spalle e quando mi voltai, mi pentii di averlo fatto.

Ricky si trovava dietro di me con la sua solita aria da sbruffone. Ovviamente aveva già bevuto un bel po', lo capivo dalle guance leggermente arrossate e dal modo in cui non era stato in grado di pronunciare bene la r. Sì, era un suo problema alle feste.

«Ti va di fare due passi?» Mi chiese.

«Certo» risposi, afferrando la mano di Clary e facendo un passo in avanti per andare via con lei.

« Intendevo con me» sottolineò lui.

«No » risposi secca.

«Peccato, volevo presentare Ray a Clary, so che ci teneva a conoscerlo.

« Si chiama Ray?!» Si fece abbindolare la mia migliore amica:«Non ti va di andare a fare due passi con lui?»

« A cosa ti serve? Adesso sai il suo nome, ti baserà scrivergli su Instagram no?» Le dissi irritata.

Non avevo per niente voglia di andare a parlare con Ricky, qualsiasi cosa che lo riguardasse mi dava altamente sui nervi. E poi, Clary sapeva benissimo che non avevamo chiuso bene la relazione. Mi aveva tradita con un'altra e quello era poco in confronto al coraggio che aveva avuto nell'inventarsi una frasetta fastidiosa su mia madre.

«Instagram? Se Ray trova un messaggio su Instagram lo cancella senza nemmeno rispondere» rise Ricky.

«Vedi? É pure sbruffone, non fa per te» cercai di convincere la mia migliore amica, ma lei mi guardò con gli occhi dolci e lucidi. Come potevo non schierarmi dalla sua parte e darle una mano?

Spostai lo sguardo sul ragazzo di fronte a me, una chiacchierata e me ne sarei andata via. Era solo questione di qualche scambio di parola, nulla di più. Senza aggiungere altro, feci cenno a Ricky di seguirmi e mi allontanai dal nostro gruppetto per andare a chiacchierare con lui.

«Sei disposta a tutto quando si tratta di Clary, eh?» Provocò lui.

«É la mia migliore amica, mi sembra una cosa scontata»

« Non lo è del tutto»

«Lo è per chi dà valore all'amicizia... Valori, scusami, ti devo cercare il significato sul vocabolario?» chiesi.

«Perché?» Ridacchiò lui.

« Ah non saprei... L'ultima volta mi sembrava non sapessi il significato»

Per me era impossibile non fare frecciatine su ciò che era stata la nostra relazione. Non riuscivo a tenere i miei pensieri per me.

«Vorrei parlare seriamente con te» si fermò immobile, davanti alle sponde del lago.

Non eravamo distanti dalle persone, ma almeno riuscivano a parlare a un tono di voce normale vista la musica ad alto volume.

«Di che cosa dovresti parlarmi?»

«Noi»

«Non mi risulta esisti un noi» fui onesta con lui, come sempre.

«É esistito»

«Nel passato, un passato abbastanza lontano ormai»

« Ho commesso un grandissimo sbaglio» ammise, sedendosi a terra.

« Lo so» gli risposi convinta.

«Ma me ne sono reso conto solo ultimamente, quando camminando per la scuola sentivo che mi mancava qualcosa... Sai che avevamo l'abitudine di nasconderci dietro alla scuola per guardarci le puntate di The Crown? Ecco, qualche giorno fa senza pensarci stavo andando proprio dietro al scuola... Poi mi sono accorto che non c'eri anche tu con me...» confessò.

La relazione con Ricky non era stata perfetta, motivo per il quale poi si era conclusa anche male. Ma c'erano stati degli spiragli di luce, momenti in cui mi ero sentita quasi a casa. Quasi. Era come se non fosse mai abbastanza. Nonostante lui, non mi ero sentita completa. Forse perché dovevamo ancora conoscerci bene... Ma non ce n'era stata occasione.

«Sai, sono quelle cose che quando le vivi le dai per scontato... Ed è quando mancano che capisci di quanto avessero valore» continuò.

«Queste frasi te le sei fatte suggerire da qualcuno?» Chiesi, sedendomi accanto a lui.

«Non ti ricordavo così tanto dura con le persone, ma lo capisco»

«Mi dispiace che sia finita così Ricky, avrei preferito che tu me ne parlassi senza che dovessi scoprirlo io. Ma forse è meglio così, abbiamo capito che dobbiamo prendere due strade diverse» dissi.

«Il punto è che io ho capito il contrario» sentivo il suo sguardo su di me, ma non avevo il coraggio di ricambiarlo, continuai a guardare davanti a me e a focalizzarmi sul riflesso della luna:«Ho capito che voglio prendere sul serio la nostra relazione, darci una seconda possibilità»

Non la pensavo come lui. Non davo seconde possibilità ed ero convinta che se una relazione non aveva funzionato la prima volta, sicuramente non avrebbe potuto avere un finale diverso al secondo tentativo.

Aprii bocca per rispondergli, ma fui interrotta dalla risata di una persona. Una risata dolce e femminile. Quando mi voltai, vidi Noah e la sua ragazza arrivare nella nostra stessa direzione, probabilmente non si erano resi conto della nostra presenza perché la ragazza, appena mi vide, sbiancò in volto.

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