Il mattino seguente mi svegliai giusto in tempo per prepararmi, mi alzai dal letto e andai in bagno per farmi una doccia veloce dopodiché presi la divisa di Hogwarts e la toga; mi vestii velocemente e andai al piano inferiore per la colazione. Il tavolo era pieno di cibo e Draco non era al suo posto, con un po' di dispiacere presi posto e comincia a mangiare dei toast.
Finii di fare colazione e di prepararmi, i bagagli si trovavano ai piedi della porta d'ingresso e rimasi ferma ad aspettare qualsiasi segno da parte di Draco. Non tardò ad arrivare quando dalla cima delle scale lo vidi con addosso un completo nero, i capelli sistemati con del gel e una valigetta in mano. Non incrociai il suo sguardo e uscii di casa con i suoi passi alle spalle. Senza dire una parola si mise accanto a me, guardava dritto davanti a lui e mi porse la mano e io appoggiai la mia sulla sua, si girò a lanciarmi uno sguardo e poco dopo ci smaterializzammo. Dobby avrebbe portato i nostri bagagli alla stazione.
La stazione brulicava di maghi, piccoli e grandi, che scappavano da tutte le parti. I bambini che avrebbero cominciato il primo anno salutavano i genitori con le lacrime agli occhi, facendomi spazio tra le persone salii poi sul treno e mi sedetti nel vagone riservato ai Serpeverde. Piano piano i posti si occuparono e il mormorio si fece più forte, una ragazza si era seduta accanto a me ma appena Pansy Parkinson le lanciò un'occhiata maligna, la ragazza si alzò lasciandomi da sola.
Draco entrò nel vagone poco dopo prendendo posto con i suoi amici di scuola, mi lanciava, ogni tanto, mi qualche occhiatina di sfuggita ma niente in più. Il treno prese a camminare e per occupare il tempo mi misi a leggere.
"Aprite il finestrino, c'è un sacco di spazzatura in mezzo a noi." Pansy si tappò il naso guardandomi con cattiveria. Sentii le risatine dei suoi amici riempire l'aria, mi misi più vicina al finestrino ignorandoli. Guardai sott'occhio Draco che teneva gli occhi sulla Gazzetta del Profeta.
Il treno prese più velocità, la voce di Pansy era fastidiosamente forte, alzai gli occhi e la vidi appoggiata a Draco che accarezzava il suo braccio. Una fitta di gelosia mi strinse lo stomaco, vederli così vicini mi ricordava tutti i nostri momenti. Draco non la guardava, parlava con un suo amico; mi sentii un po' sollevata.
Non eravamo ancora arrivati a destinazione quando Pansy si era alzata dal suo posto e stava venendo verso di me muovendosi lentamente. Cercai di ignorarla nonostante tutti gli occhi addosso a noi.
"Hai un gran coraggio a tornare a scuola nonostante nessuno ti consideri." Sorrise passandosi la lingua sui denti, si mise seduta davanti a me. La mia indifferenza, evidentemente, la rendeva nervosa poiché picchiettava le unghie lunghe sul tavolo in mezzo a noi.
"Hai scordato la lingua a casa?" Mi stuzzicò, chiusi con un tonfo il libro e la guardai rivolgendogli un sorriso.
"Non mi interessa quello che pensi tu, Pansy." Le risposi abbassandomi sul tavolo. Un tic nervoso le fece muovere la palpebra destra e arricciò le labbra riprendendosi subito dopo.
"Uh hai le palle." Ridacchiò, spostai lo sguardo verso Draco e vidi che teneva gli occhi fissi su di me con uno sguardo serio. Mi sentii avvampare ma cercai di controllarmi. Mi voltai di nuovo verso Pansy e le feci un cenno con la mano come a dire 'sisi'.
"Credi di essere migliore di me, Grace?" La sua voce si fece più dura e ci ritrovammo faccia a faccia.
"No Parkinson, non lo penso. Lo sono!" La sfidai con gli occhi, fece un'espressione di disgusto e mi prese con la mano una grande ciocca di capelli.
"Sei semplicemente una troia, sei lo scarto della famiglia Malfoy. Fossi in te scenderei dal piedistallo." Disse tirandomi più in basso dai capelli. Mi sentivo la testa formicolare, non le diedi sazio e presi anche io una parte dei suoi capelli e le sorrisi.
"Non dare a me della troia quando ogni ragazzo di questo vagano ti ha scopata come una cagna." Le mormorai, si alzò di scatto lasciando la presa suoi miei capelli, piantò i palmi delle mani sul tavolino e si abbassò su di me, e con la coda dell'occhio vidi una sua mano prendere la rincorsa; chiusi gli occhi aspettando l'incontro tra la sua mano e la mia guancia, ma non arrivò. Aprii gli occhi e vidi Draco accanto a noi che bloccava Pansy dal polso.
Io e Pansy aprimmo la bocca sconcertate allo stesso modo, le voci degli altri ragazzi non si sentivano più e il silenzio incombeva nella carrozza.
"Draco cosa fai?" Pansy grugnì stringendo i denti, lui la guardò con fare serio e scacciò la sua mano.
"Non fare domande!" La voce del biondino non fece trasparire nessuna emozione, rivolse lo guardò su di me mentre Pansy ci guardava scioccata. Non dissi una parola, non avevo il coraggio di sussurrare neanche un 'grazie'.
"Forza, andiamo." Continuò Draco. Per una frazione di secondo credevo che quelle parole fossero rivolte a me, ma prese Pansy dalla mano e la portò via in direzione del piccolo bagno della carrozza.
Rimasi a guardarli andare via ferita e triste, qualche giorno prima stavamo per andare a letto insieme, sembrava che ci tenesse davvero a me. Mi sentivo il cuore in mille pezzi, cercai di scacciare via, di nascosto dagli altri, le piccole lacrime che si erano formate nei miei occhi.
Capii che tutti i momenti passati insieme, per lui non contavano nulla. Ero stata solo una ragazza con cui si era divertito per tre mesi, dovevo iniziare a sopprimere i miei sentimenti nei suoi confronti se volevo rimanere sana di mente.
Qualche ora più tardi Pansy tornò con un sorriso da un orecchio all'altro seguita a ruota da Draco, si sedettero ai loro posti e lui si appoggiò con la schiena sul finestrino, Pansy si spaparanzò sul suo petto giocherellando con i bottoni della sua giacca. Incapace di sopportare altro, mi alzai, presi il mio libro e senza rivolgere uno sguardo a Draco, uscii dalla carrozza; camminai guardando fuori dai finestrini del treno, superai la signora con il carrello dei dolciumi e prima di raggiungere la fine del treno mi schiantai contro qualcuno. Il mio libro cadde per terra, mi inginocchiai e andai a sbattere la testa contro qualcosa di duro, il ragazzo davanti a me si era abbassato contemporaneamente per raccogliere il mio libro.
Ci alzammo e mi resi conto che ero andata a sbattere, di nuovo, su Harry Potter. Non appena mi vide un sorriso gli spuntò sul viso.
"Ei Grace, dovremmo smetterla di incontrarci così." Ridacchio massaggiandosi la fronte, sorrisi anch'io.
"Scusami, avevo la testa fra le nuvole. Come va?" Gli chiesi appoggiandomi sul finestrino, si mise davanti a me mettendo le gambe ai lati delle mie.
"Oh tutto bene, tu? Stai scappando da qualcuno?" Mi chiese toccandomi il braccio. Alzai gli occhi al cielo e ridacchiai, come potevo dirgli che stavo scappando da Draco e la sua fidanzata?
"Mh no, volevo prendere un po' d'aria, e tu invece?"
Ci trovavamo entrambi lontano dalle nostre carrozze, evidentemente anche lui si era allontanato da qualcuno.
"Beh, pure io!" Mi guardò con gli occhi stretti come se non credesse alle mie parole.
Restammo a parlare, ridere e scherzare. Non credevo di incontrarlo prima di arrivare al castello, mi ero preparata solo per quell'incontro cercando di mantenere calmi i nervi. Capii che, anche se il nostro secondo incontro fosse avvenuto alla sprovvista, mi sentivo a mio agio con lui, emanava un senso di sicurezza.
"Un ragazzo del secondo anno ha mangiato una caramella tutti i gusti+1 al peperoncino e la sua bocca sputa fuoco!" Un ragazzo dai capelli arancioni urlò aprendo tutte le porte delle carrozze. Harry lo guardò e sorrise.
"Fred, Ei Fred!" Harry alzò le braccia sventolando la mano nella direzione dell'amico, una ventata del suo profumo invase le mie narici, profumava di muschio bianco e... come una giornata di sole estiva. Rimasi colpita da quel profumo, era impossibile profumare di estate!
Il ragazzo dai capelli arancioni, che capii si chiamasse Fred, venne verso di noi con un sorriso. Subito dopo dalle sue spalle spuntò un altro ragazzo uguale a lui, avevano gli stessi capelli, lo stesso naso, bocca e gli stessi lineamenti. Erano gemelli.
"Grace, questi sono Fred," Harry puntò il dito sul ragazzo che fino a poco prima urlava "e questo è George!" Indicò il fratello gemello. Riuscii a distinguerli semplicemente per il fatto che Fred avesse una maglietta azzurra mentre George verde.
"Piacere di conoscervi!" Gli porsi la mano e gli sorrisi, senza riluttanza i due strinsero la mia mano. Mi sentii felice e cominciai a mordicchiarmi l'interno guancia.
"Venite con noi, ho bisogno di vedere quel bambino sputare fuoco!" Disse Fred tutto euforico, Harry rivolse uno sguardo prima a me e poi a loro.
"Sì, arriviamo tra cinque minuti." Gli disse, i gemelli annuirono e tornarono su i loro passi. Io e Harry ci guardammo e scoppiammo a ridere.
"Beh sono simpatici..." rise grattandosi la testa.
"Sono magnifici!" Risposi io sorridendo come una bambina. Il treno si fermò improvvisamente e io arrivai sopra Harry, proprio tra le sue braccia, alzai lo sguardo verso di lui. Harry mi guardò sorridendo, ero sicura di aver visto i suoi occhi brillare con la luce del sole.
Qualcosa mi suggerii di spostare lo sguardo verso il corridoio e me ne pentii subito dopo. Draco era in piedi davanti la porta del vagone dei Serpeverde e mi guardava furioso, da quella lontananza potevo vedere la sua mascella stretta, distolsi lo sguardo da lui e Harry mi aiutò ad alzarmi. Lo ringraziai sotto voce e gli sorrisi, Draco non si era mosso dal suo posto.
"Raggiungiamo gli altri, ti faccio conoscere i miei amici." Disse Harry facendomi segno verso un cubicolo del treno dei Grifondoro, annuii e tenendo lo sguardo su Draco presi a camminare e subito dopo scomparire con Harry nel cubicolo che aveva indicato.
Spazio autrice:
Mi dispiace così tanto di aver aggiornato solo ora. Ho avuto un sacco di cose da fare, ho finito proprio adesso di scriverlo. Spero vi piaccia. Perdonatemi. Un bacio!❤️