Capitolo 12.

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Ero rimasta al piano di sotto, Narcissa entrava ed usciva continuamente con la scusa di essersi dimenticata qualcosa ma io sapevo che lo faceva nel caso avessi cambiato idea e volessi partire con loro.

La vidi entrare e dirigersi nel salone, frugava nei cassetti e furtivamente mi guardava sottocchio. Alzai gli occhi al cielo e la seguii.

"Cissy, hai finito?" Le chiesi tranquillamente, si voltò e con un viso innocente e mi guardò. Rimase ferma in mezzo alla stanza, in silenzio. "Cissy, ci sei?" Dissi sventolandole la mano davanti al viso, tornò alla realtà e mi accennò un sorriso vero.

"Sicura di non voler venire?" Mi domandò ansiosa. Mi sentii sciogliere il cuore dalla tenerezza, i suoi occhi sembravano quelli di una bambina che non vedeva l'ora di scartare il suo regalo a Natale. Era ansiosa di sentire la mia risposta.

"Narcissa..." mi avvicinai a lei "Sono sicura, non dispiacerti, al tuo ritorno sarò qui." Continuai, abbassò gli occhi.

Mi dispiaceva recarle tanto dispiacere, era come una madre per me, le volevo un mondo di bene. Non poteva sapere cosa provassi io per tutta quella situazione ma era in grado di immaginarlo, non avrei cambiato idea, volevo starmene da sola per un po'.

"E poi ci scriveremo tutti i giorni." Le dissi cercando di alleviarla da quel dispiacere che ormai le aveva marchiato il viso. Alzò gli occhi, mi rivolse un sorriso a trentadue denti e mi abbracciò, tutto in una frazione di secondo. Non ero abituata al contatto fisico, mi sentivo un po' in imbarazzo, cercai di non pensarci e ricambiai il suo abbraccio impacciatamente. "Forza, aspettano te per partire." Mormorai con il mento appoggiato sulla sua spalla, ebbi l'impressione che mi avesse stretta un po' più forte.

Non potevo immaginare una vita senza di lei.

"Mi raccomando sta' attenta, se dovessi avere bisogno manda un gufo e sarò subito qui!" Mi disse stancandosi dall'abbraccio, portò una mano sulla mia testa e mi accarezzò i capelli. Le rivolsi un cenno con il capo e se ne andò. Non appena varcò la porta e la chiuse alle sue spalle, tirai un sospiro di sollievo.

Rimasi ferma in mezzo alla stanza, mi concentrai un po' e quel silenzio che riempiva l'ambiente mi provocò una sensazione strana allo stomaco. Potevo finalmente essere me stessa senza essere giudicata da Draco o Lucius, allo stesso tempo pensai a quanto mi sarei sentita ancora più sola di quanto non lo fossi già, pensai a Narcissa. Con quel pensiero mi recai nella mia stanza e decisi di tirare fuori qualche libro e cominciare a studiare le prime pagine di pozioni, dopo le vacanze estive avrei cominciato il sesto anno ad Hogwarts, Piton ci aveva assegnato metà libro e, gentilmente, aveva deciso che al nostro rientro ci sarebbe stato un esame.

Avevo dedicato me stessa allo studio dato che a scuola non avevo altre distrazioni, andavo bene in tutte le materie soprattutto nel volo, tanto che un giorno mi chiesero di partecipare alle selezioni di Quiddich. Ero davvero interessata ad un ruolo nella squadra ma come al solito, Draco aveva spaventato gli altri giocatori fino a fargli ritirare la proposta, così non mi era rimasto altro che lo studio.

Ero talmente brava che me la giocavo con Hermione Granger, una ragazza magra e non tanto alta, aveva i capelli corti, ricci e bruni. Era molto intelligente e bella, amava lo studio e diventava molto suscettibile quando le facevano notare che anch'io avevo una predisposizione per lo studio, d'altro canto io non ero minimamente interessata a competere con lei, volevo semplicemente fare il mio percorso e finire la scuola. Hermione faceva parte di un gruppetto insieme ad Harry Potter e Ronald Weasley, erano praticamente inseparabili e tutta la scuola pensava che lei avesse una cotta per Ron, ma ovviamente, lei negava categoricamente. Il mio pensiero era che lei fosse innamorata di Harry, passavano molto tempo insieme e più di una volta li avevo sorpresi ad abbracciarsi, ma poteva provare semplicemente un sentimento di amicizia verso quel ragazzo, chi poteva saperlo.

Rimasi col naso sui libri fino all'ora di cena, un colpetto sulla porta mi riportò alla realtà e mi alzai per aprirla, mi ritrovai Dobby, uno degli elfi domestici, in piedi che mi fissava con i suoi grandi occhi verdi.

"Signorina, le ho preparato la cena. Faccia una pausa." La sua voce era dolce tanto quanto lo sguardo che aveva. Gli annuii e con un sorriso chiusi la porta alle mie spalle e lo seguii giù per le scale e verso il salone. La tavola era stata già apparecchiata per una sola persona, guardando quel grande tavolo mi salii un nodo in gola. Dobby mi fece strada verso la sedia e la tirò un po' per darmi lo spazio necessario per sedermi. Gli sussurrai un grazie e presi posto, in un piatto c'erano piselli e del pollo a fettine e nel secondo c'era una zuppa di carne, le posate erano ben disposte e il bicchiere era stato riempito con dell'acqua.

"Dobby, ti va di farmi compagnia?" Gli chiesi, si voltò improvvisamente e mi guardò con paura, le sue mani furono portare ai lati della sua grande testa e si guardò intorno. Era la prima volta che gli facevo una domanda simile, non era abituato alla gentilezza ma io mi sentivo tanto sola.

"Signorina non credo sia possibile.." mi rispose quasi terrorizzato, faceva attenzione ad ogni parola che usava e se capitava che facesse qualcosa in modo sbagliato, si puniva da solo. Io abbassai lo sguardo dispiaciuta, fissai il piatto e quasi mi passò la fame.

"Per favore.." mormorai a bassa voce, non era passato neanche un giorno dalla loro partenza e già mi sentivo sola. Dobby si avvicinò al tavolo e mi rivolse uno sguardo dispiaciuto.

"Mancherei di rispetto alla sua famiglia se mi sedessi a questo tavolo." Mi spiegò, presi il piatto con la zuppa con una mano e con l'altra afferrai il secondo piatto, mi alzai attenta a non far cadere nulla e mi sedetti sul pavimento. Dobby mi aveva seguita con uno sguardo di stupore e tenerezza.

"Allora? Mi fai compagnia adesso?" Chiesi sorridendo, lui avanzò imbarazzato e si mise seduto davanti a me, gli porsi il piatto con la zuppa e lui con uno schiocco di dita fece volteggiare le posate, che si trovavano sul tavolo, verso di noi. Guardai gli oggetti avvicinarsi poco a poco e quando arrivarono sulle nostre teste si fermarono, con la mano libera afferrai la forchetta e Dobby fece lo stesso col cucchiaio. Cominciammo a mangiare in silenzio, percepivo il dubbio di Dobby e forse anche la sua paura. Mi rendeva triste pensare a quello che dovevano subire lui e i suoi amici, era un elfo gentile e disponibile.

"Complimenti Dobby, tutto squisito!" Parlai con la bocca piena, lui mi guardò dolcemente e sorrise.

"La ringrazio signorina Grace, è il mio lavoro." Rispose continuando a mangiare, lo fissai qualche secondo prima di ingurgitare l'ultimo boccone.

Forse alla fine, un amico ce l'avevo e non era assolutamente male.

Spazio autrice:
Capitolo un po' vuoto, ma vorrei che capiste il personaggio di Grace a 360 gradi poiché ho messo un po' di me in lei.
Grazie per le 23k letture e altrettanto per i voti e commenti, mi spronate ogni giorno a scrivere nel modo migliore possibile.
Domani alla stessa ora ci sarà l'altro capitolo, buona domenica❤️

Stepbrothers; Draco Malfoy حيث تعيش القصص. اكتشف الآن