Capitolo 4.Vortici emotivi

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Quando ci separiamo rimaniamo a guardarci negli occhi per momenti interminabili, anche quando lui asciuga i residui di alcune lacrime sfuggite dal mio controllo non distogliamo mai lo sguardo.

Nei suoi occhi non leggo altro se non rabbia, sofferenza e la solita intensa comprensione che anche adesso mi lascia quasi sconvolta, mai avrei creduto che un giorno avrei trovato qualcuno in grado di comprendermi così profondamente eppure eccolo qui davanti a me.

-Ce la farai lo so, anzi ce la faremo vedrai.- mi dice con una tale determinazione nello sguardo che per un attimo non so proprio cosa rispondere, vorrei solo avere anche io quella stessa determinazione.

-Sarà difficile mettere per iscritto ogni cosa.- mi ritrovo a riflettere ad alta voce quasi senza rendermene conto.

-Lo so, e sarò con te ad ogni passo Julieth, adesso hai me su cui contare.- mi dice estremamente convinto di ogni singola parola, una scintilla di gioia si insinua nel mio cuore per le parole che mi ha rivolto.

-Adesso ne sono consapevole, non negherò di essere spaventata da tutto quello che affronterò in queste settimane ma sapere di non dover affrontare di nuovo tutto da sola è confortante.- gli dico con un sorriso tirato e triste sulle labbra, forse non è tipicamente degna di un intrepida questa affermazione ma con lui non ho la minima intenzione di indossare stupide maschere, voglio solo essere la vera me stessa con Eric proprio come fa lui con me.

-La paura è naturale Julieth, fa parte degli esseri umani e non devi vergognarti per questo.
L'unica cosa che conta è non farsi dominare da essa ma sfruttarla al massimo per reagire, e tu sei in grado di farlo lo so.- mi dice con un sorriso tranquillo e spontaneo sulle labbra che mi ritrovo a ricambiare in un solo istante.

-Come va il braccio?- mi chiede dopo qualche altro attimo di silenzio in cui ci siamo guardati tranquillamente negli occhi, è strano ma lui è in grado di calmarmi e di farmi sentire al sicuro solo rimanendomi accanto.

-Brucia un po' ma niente di insopportabile.- gli dico ruotando un po' il braccio per capire quanto il dolore limita il movimento, ma per fortuna ho solo un po' di fastidio per il momento, probabilmente l'analgesico di prima non ha ancora perso il suo effetto.

-Andiamo a divertirci allora.- mi dice con un sorriso tranquillo mentre entrambi ci alziamo dagli sgabelli.

In pochi minuti sistemiamo la cucina, come se lo avessimo fatto molte altre volte laviamo e asciughiamo le stoviglie usate in una coordinazione perfetta.

Dopo essermi data una sistemata veloce e aver cambiato il maglione sporco di sangue e lacerato sul braccio, usciamo insieme dall'alloggio proprio come abbiamo fatto questa mattina.

Di nuovo gli sguardi sorpresi e incuriositi degli intrepidi che incrociamo ci accompagnano nel nostro tragitto, fino a quando entriamo nell'ascensore e torniamo ad essere finalmente soli.

Eric mi spiega brevemente che sul tetto troveremo già tutto pronto fucile compreso, e che solitamente gli iniziati non usano il fucile di precisione fino alla seconda settimana di addestramento, ma considerando come me la sono cavata con pugnali e pistola possiamo permetterci di accelerare le cose.

Una volta sul tetto il sole mi bacia i capelli e il volto, la leggera brezza pomeridiana mi accarezza le guance ed io non potrei sentirmi più a casa di così... Tutto nella residenza degli intrepidi sa di casa, e non ha niente a che vedere con la residenza dei pacifici dove mi sentivo più come un animale in gabbia.

-Vieni, ti faccio vedere questo gioiellino.- mi dice Eric andando a prendere il fucile di precisione appoggiato al muretto.

Così passo i minuti successivi a smontare e rimontare quel gioiello fino a quando riesco a farlo in pochissimo tempo e senza alcun tentennamento.

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⏰ Last updated: Feb 22, 2021 ⏰

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