Capitolo 3. Addestramento

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Pov's Eric
Stento a riconoscermi.
Io, il gelido leader degli intrepidi che consolo una trasfazione?
Impossibile, eppure la sto ancora stringendo al mio petto attendendo con pazienza - si proprio così, pazienza - che il suo dolore si estingua, un dolore così intenso e prolungato che sento di nuovo la furia crescere di pari passo alla sofferenza.
Già, quando mi ha mostrato cosa le ha fatto quel pezzo di merda ho sentito il mio cuore risvegliarsi dal gelo e soffrire... Si, soffrire per ciò che questa ragazza ha dovuto sopportare per tutti quei dannati anni, proprio dall'uomo che avrebbe dovuto proteggerla da ogni tipo di male e dolore.
Come può un padre ridurre così la figlia?
Come può averle inflitto un simile dolore solamente perché non si sentiva parte della loro fazione?
Invece di comprenderla, come avrebbe dovuto fare, e rassicurarla che prima o poi avrebbe trovato il suo posto nel mondo, che cosa ha fatto? L'ha torturata fin da quando era solamente una bambina, le ha inflitto un simile dolore che continuo a chiedermi come abbia fatto a mantenere la sanità mentale.
Ma lei è una guerriera, l'ho capito subito alla cerimonia quando ha sfidato pubblicamente l'uomo che voleva sottometterla ancora una volta, e anche stasera quando non si e' lasciata intimorire da quel patetico idiota di Quattro, anzi lo ha affrontato a testa alta guadagnandosi tutta la mia stima e il mio rispetto... E si il mio orgoglio.
Ma adesso sentire tutto il dolore che si porta dentro da tutta la vita, mi fa venire il fortissimo impulso di andare dritto dai pacifici e ammazzarli a suon di botte!
Tutti quanti dal primo all'ultimo, da tutti coloro che non hanno mosso un dito mentre veniva brutalizzata, e lasciare per ultimi Johanna e i suoi genitori.
Johanna... La capo fazione dei pacifici che non ha fatto niente per proteggere questa ragazza dalla follia del padre e della madre, anzi sembrava appoggiare quel trattamento immondo.
Anche dopo la cerimonia appoggiava il desiderio folle dei suoi di impedirle di andarsene, in quel momento la abbiamo visto per quella che e' veramente, senza la maschera da perfetta altruista è solamente un egoista, folle e brutale esaltata maniaca del controllo!
Ma la pagheranno, quegli schifosi bastardi la pagheranno pubblicamente, convocheremo il processo, li accuseremo dannazione fosse l'ultima cosa che faccio!
E Max mi appoggerà lo so, nessuno può rimanere impassibile di fronte ad un simile orrore, siamo intrepidi certo ma almeno noi siamo ancora capaci di provare emozioni, ed io non faccio eccezione per quanto ancora sia sconvolto da come questa ragazza sembra aver risvegliato il mio cuore assopito da troppo tempo.
Domani mattina prima di iniziare l'addestramento andremo a parlare con Max, ho visto la decisione nei suoi occhi di voler inchiodare quei bastardi, anzi probabilmente è tutto quello che ha sognato di poter fare una volta libera, e io la aiuterò in ogni modo a farlo.
La sto ancora stringendo così forte da riuscire a sentire il battito forte e veloce del suo cuore, ho la maglietta zuppa delle sue lacrime e questo mi provoca una nuova ondata di sofferenza.

-Va' tutto bene, tutto bene.- le sussurro per l'ennesima volta riconoscendo a stento la mia voce per quanto è intrisa di gentilezza, se non dolcezza.

Che diavolo mi prende?!

-Non riesco... A smettere... Eric aiutami...- sussurra tra i vari singhiozzi che la scuotono da troppi minuti per i miei gusti, ma non perché mi infastidiscono bensì perché mi fa male udirli.

-Concentrati sul mio respiro, concentrati su di me.- le dico ritornando a massaggiarle la schiena con entrambe le mani questa volta.
Sento che lotta disperatamente contro se stessa per fare quello che le ho detto, con estrema difficoltà inizia a tentare di respirare ed espirare al mio stesso ritmo, ma solo dopo diversi minuti e molti tentativi ci riesce.

-Così, respira con me.- le dico sollevato che stia lentamente tornando in sé, avevo iniziato a temere che sarebbe scivolata nella follia di questo passo.
Continuo a massaggiarle la schiena, a lisciarle i capelli, le braccia, le spalle, fino a quando finalmente riesce a riprendere il controllo sulla sua mente e sul suo corpo e ritorna da me.
Si abbandona del tutto tra le mie braccia esausta da quel crollo, e anche dalla nottata fin troppo movimentata per causa di quei pezzi di merda, se veramente Quattro è il mandante lo farò a pezzi con le miei mani questa volta!

RebirthWhere stories live. Discover now