3. Zitto. Stai zitto. Sei un mostro.

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Elysa ebbe una bruttissima sensazione.
Cosa le stava chiedendo esattamente?

-Beh, d-dipende... C-cosa vuoi?-

Elysa aveva questo difetto sin da piccola, il nervoso, la tensione, la rendevano leggermente balbuziente.

-Beh, qualcosa che voglio c'è, dolce Elysa, non posso nemmeno permettermi di lasciarti una scelta, non accetteresti- aveva spiegato quell'uomo pressoché affascinante.

Elysa sentiva un dolore, un dolore lancinante nel bel mezzo del petto.

-C-cosa...?-

Erik si alzò in piedi e si avvicinò pericolosamente. Le prese il viso tra le mani e lo schiacciò contro la sua erezione.

-Tu qui. Eternamente-

Elysa si alzò di scatto, cercò addirittura di spingerlo via, ma poi pensò che quello era il genere di uomo che non si sarebbe mai rassegnato. Fece fatica a mandare giù la saliva. Oddio. E ora come avrebbe fatto ad uscirne?

Erik aveva il sorriso di un sadico in viso.

-Hai due alternative, per come la vedo io, Elysa. La prima è accettare e sottometterti completamente a me. La seconda è rifiutare, ma ti assicuro che so essere molto cattivo, fidati. Quale scegli?-

La ragazza sentì bruciare il cuore. Non poteva rifiutare, ma non poteva nemmeno accettare.

-Ovviamente non sono così irragionevole da metterti fretta. Puoi prenderti tutto il tempo che vuoi per pensarci. Tieni però in considerazione che se tu non dovessi accettare potrei farti molto male-
Zitto. Stai zitto. Sei un mostro. La coscienza di Elysa urlava a squarciagola, ma la ragazza non riusciva a dare voce ai pensieri. Due lacrime, una dopo l'altra, scesero lentamente sul suo viso.

-Angy annulla tutti i miei appuntamenti di oggi- lo sentì dire all'interfono.

Poi lui si avvicinò, la premette con forza a terra e sbottonò la patta evidente. Quel mostro di dimensioni abnormi era ancora imprigionato dai boxer... Elysa poteva contemplarne la grandezza e sentire la paura attanagliarle lo stomaco. Il reale problema era che la sua momentanea paura era quella di non soddisfarlo.

Erik aveva appena abbassato i pantaloni, poi come nulla fosse, aveva fatto lo stesso con le mutande. Aveva aperto con forza la bocca di Elysa e glielo aveva messo dentro.

Spingeva talmente tanto che la povera ragazza aveva un'infinita paura di vomitare.

Dopo un po di su e giù, lui stava arrivando al momento cruciale e stava spingendo molto più forte e molto più in fondo, tanto che, dopo essere venuto nella bocca di Elysa, la ragazza aveva violentemente vomitato tutto.

Sconvolta, prese a piangere.

-Ricordatelo, questo è solo l'inizio di ciò che ti aspetta se non accetti. Raccontare la verità ai tuoi genitori è il meno-

L'uomo aveva sogghignato, prima di sbatterla fuori e chiamare la segretaria per fare pulire a terra.

Elysa aveva pianto lacrime amare, si era vista usare da un uomo praticamente sconosciuto a lei, che le aveva non solo esplicitamente chiesto un pompino, ma che l'aveva addirittura obbligata. E si sentiva una stupida, non avrebbe potuto fare altrimenti, perché lei glielo aveva permesso. Poi si ritrovò a pensare che, a parte il rigurgito finale, non le era proprio dispiaciuto. Infondo si trattava dell'ennesima prova a cui le sue spoglie venivano sottoposte: Elysa si era sempre trovata in situazioni spiacevoli, a lei piaceva vederle come prove, ma la realtà era che continuava a farsi del male.

Le sembrò di essere tornata a quattordici anni, quando era diventata anoressica per via dei requisiti fondamentali per la danza classica ed aveva cominciato a tagliarsi.

Una giovane sadomaso (In Sospeso)Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang