2. Colpo di fortuna

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Erik faceva avanti e indietro nel suo grande e ben arredato studio. Appena aveva visto quella ragazza, Elysa, aveva capito che la voleva nel suo cazzo di letto. Pensò che avrebbe voluto sfondarla con forza, ma poi bloccò il flusso dei suoi pensieri; non gli era mai capitato di avere comportamenti violenti nei confronti delle donne, perché ora si ritrovava a bramare la sofferenza della timida ragazza che lo aveva tamponato?

Erik non sapeva spiegarselo.
Voglio sculacciarla fino a farla sanguinare e poi sfondarle il culo... Oh, anche la figa, ce ne sarà anche per la figa...

"E datti una svegliata!" si rimproverò.

Erik smise di pensare a cosa le avrebbe fatto nel letto, solo per capire come portarcela. Ok, la ragazza aveva vent'anni, no? Frequentava la Sidney Academy of dance, una scuola molto rigida e prestigiosa.

Ovviamente non era lei a pagare la permanenza all'accademia, Erik avrebbe scommesso che, come la cabriolet, anche l'accademia fosse pagata dai genitori. Ricconi esattamente come lui, che la ricchezza se l'erano guadagnata lavorando.

Ovviamente la ragazza si sentiva in colpa a lasciar pagare tutto ai suoi genitori, doveva essere per quello che arrotondava lavorando in un negozio di dischi in vinile.

Certo, tutto questo non poteva saperlo dopo una costatazione amichevole, ma Erik si era dato talmente da fare per scovare informazioni utili su quel bonbon di ragazza che gli era capitata tra le mani.

Sarebbe capitato 'casualmente' nel negozio in cui lei lavorava e avrebbe cercato di affascinarla ma anche di intimidirla. Ma prima l'avrebbe chiamata.
No. Si. No. Si. No. Si. Uffa.

Erik non riusciva a capire se chiamarla fosse una buona idea oppure no. Continuava a vagare nervoso per la lunghezza del suo studio e quando la segretaria, Angy, bussò, lui sobbalzò, poi la invitò ad entrare.

-Signore c'è una chiamata per lei sulla linea uno- disse nel tono più pacato possibile. Erik se la sarebbe scopata per bene se non fosse stata la sua segretaria.

-Grazie Angy- rispose avvicinandosi al telefono/interfono.

-Pronto?-

Dall'altro lato del telefono lo accolse una voce femminile, vellutata.

-Pronto, mi scusi, so che mi aveva detto che avrebbe chiamato lei, ma ero troppo in ansia per attendere la sua chiamata, sono Elysa Thompson-
Ah ah. Ansiosa la ragazza. Sorrise, consapevole che Elysa non avrebbe potuto vederlo.

-Signorina Thompson, quale onore! Senta, perché non viene qui, così ne discutiamo nel mio ufficio? Guardi, le do l'indirizzo, si procuri carta e penna-

Era stato fortunato, lo aveva chiamato lei e lui non aveva dovuto trovare una scusa per andare a trovarla.

Mezz'ora più tardi Angy aveva bussato alla porta d'ufficio di Erik, lasciando entrare un'Elysa un po' spaesata. Erik l'aveva congedata e aveva pregato Elysa di accomodarsi. La ragazza era seduta su una delle due sedie oltre la scrivania, dall'altra parte la sedia di Erik, con lui seduto sopra. Elysa stava per cominciare a parlare, quando Erik si alzò e fe il giro della scrivania, appoggiandosi ad essa. Fece una lieve carezza sulla guancia della ragazza guardandola intensamente negli occhi. Lei sentì la gola seccarsi e raschiare un po'.

-Scusi signor...?-

-Erik Peterson. Ma ti prego, dammi del tu, Elysa- disse sorridendole.

-Mmm bene, Erik, potrei avere un po' d'acqua per favore?- chiese intimidita.

Erik si sporse verso l'interfono e, schiacciando un bottone, chiese alla segretaria di portare un bicchiere d'acqua per la sua ospite.

La guardava, a disagio veramente come poche, la tensione che attraversava i suoi nervi palpabile, come del resto il suo culo...

Seno non ne aveva molto, non più di una terza decise Erik, d'altronde le ballerine avevano da sempre poco seno e poi la cosa per lui non sarebbe stata un grosso problema. Erik non sapeva ancora come agganciare la ragazza, non riusciva a trovare un modo...

-Erik, la prego, non dica niente ai miei genitori, mi ucciderebbero. Lo so che la cosa potrà sembrarle strana, visto che ho vent'anni e che, diciamo, appartengo a un ceto medio-alto, ma mi creda quando le dico che i miei genitori sanno essere tremendi su queste cose- aveva detto tutto d'un fiato, Elysa, senza guardarlo negli occhi.
Trovata. Aveva trovato la falla.

Prese un enorme respiro e buttò lì la domanda:-E io cosa ottengo in cambio, Elysa?-

NdA: Buon pomeriggio a tutti, comincio col dire che non ho mai scritto le note, perciò scusatemi davvero se non sarò all'altezza. Questa storia è nata ieri, da un colpo di fulmine, da un'idea lampo e spero davvero che vi stia piacendo almeno un pochino, anche perché mi sto impegnando al massimo. Volevo solo farvi presente che potete scrivermi qualunque cosa pensiate, qualunque opinione, io vi risponderò. Grazie mille, alla prossima

Xoxo.

Clo

Una giovane sadomaso (In Sospeso)Where stories live. Discover now