8.Pensieri.

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Quella stessa sera Elysa aveva udito dei passi, poi la porta si era spalancata e sull'uscio era comparso Erik con in mano il vassoio della cena. Elysa odiava quell'uomo con tutta se stessa, per avergli lasciato fare. Aveva praticamente accettato di andare a letto con lui e poi aveva rimpianto la scelta. Era da quando il tutto era successo che la ragazza non si muoveva dal letto della camera, era rimasta sul matrimoniale a piangere tutto il pomeriggio.
Dalla rabbia si era conficcata le unghie nei palmi delle mani, perchè sapeva che se si fosse fatta male fisicamente sarebbe stato più logico e semplice da sopportare e, infatti, aveva versato lacrime anche per quell'ennesimo dolore.
Erik era entrato in stanza e aveva appoggiato il vassoio sul letto, vicino ad Elysa, la quale lo aveva spostato ai piedi del letto e aveva sussurrato che non aveva fame.
-Senti, io ti avevo avvertita di quello che sono e che faccio, quindi non puoi avercela con me- aveva detro lui con una pacatezza che non gli era mai appartenuta.
-Mi hai obbligata- aveva piagnucolato lei guardandolo male.
-Non è vero- aveva ribattuto lui.
-Comunque non ho voglia di parlarne e non ho fame- aveva risposto lei secca. Lui l'aveva ignorata e si era inginocchiato accanto al letto per poi tirare a sè le mani di lei con forza. Aveva scrutato i tagli, quasi tutti profondi, e poi li aveva baciati, piano, uno ad uno.
Infine si era alzato, si era diretto in bagno ed era tornato in camera con una confezione di dischetti di cotone in una mano e una bottiglietta di disinfettante nell'altra, si era lentamente inginocchiato di nuovo e aveva cominciato a medicare le mani di Elysa.
La ragazza, dal canto suo, non aveva più fiatato da quando Erik si era avvicinato e non lo aveva nemmeno guardato. Nella testa aveva un turbinio di emozioni e non aveva saputo dare un nome a tutte queste. Elysa sapeva solo che voleva urlare, piangere, ridere, baciarlo, morderlo a sangue, spintonarlo via e abbracciarlo, ma non capiva quale di quelle fosse la scelta migliore, quindi non fece nulla. Rimase impassibile.
Erik finì ben presto di curarla, poi si alzò in piedi, le stampò un bacio ed uscì dalla camera da letto.
Fu proprio in quell'istante che Elysa cominciò a mordersi il labbro. Lo fece violentemente, senza rendersene conto. Così violentamente che in breve si fece uscire sangue dal mezzo del labbro.
Solo quando sentì il sapore ferroso in gola, si accorse che forse c'era qualcosa che non andava. "Perchè mi devo sempre ferire?" pensava Elysa tra sè e sè.
Ogni volta che si feriva non se ne rendeva nemmeno conto. Si alzò dal letto e corse giù dalle scale a cercare Erik. Cercò in salotto, cercò nello studio di lui, cercò in cucina, ma tutto senza successo. Fece le scale in salita, nuovamente di corsa, ed entrò nella camera di Erik spalancando la porta. Sentì lo scrosciare dell'acqua e capì che Erik si stava facendo una doccia.
Senza farsi mille domande, come invece faceva di solito, cominciò a spogliarsi e a buttare per terra i vestiti. Col cuore in gola aprì la porta del bagno e si fiondò nella doccia. Erik si girò e la guardò stranito, ma non fece in tempo a dire nulla, perchè le labbra di Elysa violentarono le sue.



NDA: Buon pomeriggio mie care, eccomi, sono tornata sweeties, ho ritrovato un minimo di ispirazione. Spero che non vi siate disinteressate alla storia, che vi piaccia il capitolo nuovo e che mi lascerete molti votini\commentini.
Vi voglio bene! A presto

Una giovane sadomaso (In Sospeso)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora