Capitolo 29

31 2 0
                                    

Iniziava a prosciugarli, lentamente.
Il crepuscolo era quasi vicino.
Sogghignava dietro le telecamere.
Tra non molto, l'intera specie umana, sarebbe stata riscritta.
C'erano voluto quasi un secolo per studiare il piano. Era figlia di un demone dopotutto, la vendetta è l'odio erano parte di lei.
Nulla di più però.
Si sentiva esclusa.
Una nullità.
Lei doveva essere quella speciale.
E lo diventò.
Era in grado di assorbire energia vitale e sottrarre i poteri con il solo contatto.
Ma lei voleva molto di più.
Voleva essere potente.
Voleva essere l'unica.

Amelia

-Siamo qui da non so quanto e non è successo nulla-, esclamai perplessa.

-Non sa neanche lei cosa vuole fare-, rispose Alec ridendo nell'auricolare.

-Credevo di averti perso-.

-Avevo perso il contatto-.

-Con chi parli?-, mi chiese San.

-Con Alec-, sospirai, -ok mi sono stancata-.

Slegai i polsi e le caviglie e mi alzai.

San fece lo stesso.

-Se il suo piano è quello di darci la caccia.... beh lasciamoglielo fare e poi la uccidiamo-.

Iniziammo a correre.

~

I corridoi erano molto lunghi.
Stretti.
Quasi claustrofobici.
Di Althea nessuna traccia.

San si fermò.
Eravamo stanchi, quasi privi di energia.

-Ok basta-.
Si grattò la nuca.
-Stiamo correndo a vuoto, Amy!-.

Stavo per rispondergli quando venne trafitto da un paletto di ferro.

-JENSEN!-.

Urlai e prima che potessi avvicinarmi a lui fui colpita alla testa.

Caddi a terra, inerme.

Ripresi conoscenza poco dopo.
Sdraiata su un asse di ferro, particolarmente freddo al contatto.

Portai la mano alla testa, dolorante. Alzai lo sguardo e vidi San, poco più lontano da me, non aveva più il paletto nel suo corpo. Tentai di alzarmi ma ero legata con delle corde attorno caviglie e al busto.

-CHE COSA VUOI?!-, urlai.

Ma non ci fu nessuna risposta.

Avevo una grande voglia di urlare.

Qualcuno era molto vicino a morire.

La sensazione di trovarmi in un cimitero era talmente forte, che non riuscendo a resistere, urlai.
Alzai il più possibile il volume della mia voce fino a far esplodere qualche lampadina e i ganci che mi tenevano ferma.

Poi smisi.

Mi terrorizzava quando era lei a prendere il sopravvento.

Corsi verso San ancora privo di vita.
Controllai la sua ferita quasi del tutto guarita.

-Come hai fatto?-.

Mi volsi di scatto verso quella, che avevo consideravo mia amica. Ma di cui, sostanzialmente, non mi ero mai fidata del tutto.
Le lunghe vesti rigorosamente nere, le mettevano in risalto la pura cattiveria che forgiava la sua anima. 
Un'anima nuda e corrotta.
Compromessa dall'invidia, dall'odio e dal dolore di chi aveva visto e perso troppo.
Irrimediabilmente salvabile.
Non riuscivo a vedere nient'altro.
La Althea di cui avevo letto.
La Althea di cui avevo sentito parlare.
Non esisteva più da anni.
Cancellata.

I Prescelti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora