Capitolo 11

322 16 0
                                    

Jensen

Restai ed immobile come un cretino mentre la vidi allontanarsi velocemente.

Confuso.

Non sarei riuscito a starle distante a lungo era come fossimo attratti l'uno all'altra da qualcosa più di grande di noi.

Me ne ero reso conto sin dal nostro primo incontro ma certo quando l'avevo salvata fuori dall'ospedale.
Avevo percepito il pericolo, ancora prima che accadesse.

Non sapevo spiegarmelo.

Lei era diversa da Juliette. Completamente, una persona di forte sensibilità, a tratti dolce ma completamente nascosta dalla sua testardaggine, freddezza e dal uso essere così distaccata.

Un carattere forte ed intimidatorio che ammiravo.
Lei era immortale che secondo la Signora era il primo dono che avesse sbloccato ma non come; quello restava un mistero.

Non che non avessi avuto occasione di chiederlo ad Amy ma evitava sempre di rispondermi.
Forse era così doloroso che faticava ad accettarlo lei stessa o semplicemente non amava parlare della sua vita privata.

Non eravamo in confidenza.

Tornai in giardino raggiungendo le ragazze.

-Perché non la smetti di attaccarla? Qual'è il problema?-, chiesi a Juliette, una volta raggiunta.

-Ti piace Amelia?-.

Non proprio.
Non era quel genere di amore che sentivo per lei.
Era più fraterno, un forte senso di protezione che non ricordavo di aver mai avuto. Nemmeno con mio fratello credo...non eravamo poi legati.

Non gli parlavo da anni, mi disprezzava perché ero diverso. Lui era normale. Persino nostro padre aveva qualcosa di diverso... invecchiava lentamente forse neppure.

-A volte sei proprio insopportabile-, dissi aprendo le braccia per poi lasciale andare ai miei fianchi.

-Oh andiamo dai! Passi del tempo con lei. E la maggior parte, tanto per chiarire, invece di stare con me. Stavamo bene prima che arrivasse-.

Avanzi di qualche passo.

-Stavamo bene? No, Juliette. Abbiamo problemi son prima del suo arrivo-.

Ero stanco della sua prepotenza.

-Io sto tenendo in piedi il nostro rapporto nonostante tutto, ti amo ancora. Ma devi metterla di fare la stronza o fra noi è finita-.

Mi passi una mano fra i capelli, consapevole di averla ferita.

-Io tu non...-.

Un urlo la interruppe, facendo sussultare tutti i presenti.

Mi volsi di scatto.

Proveniva dall'istituto, dove avevo lasciato Amelia.

Corsi dentro velocemente, lasciami il resto alle spalle.

Entrai ma non la vidi.
C'era del sangue e segni di trascinamento.

Mi inginocchiai e toccai le righe sul pavimento.
Erano state delle unghie a rovinarlo.

-Cos'è successo?-, mi chiese Thea raggiungendomi.

-Hanno rapito Amelia-.

~

-Sieda-.

Guardai La signora e poi la sedia.
Che voleva? Non c'era tempo per discutere, dovevo essere lì fuori a cercarla e non qui.

I Prescelti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora