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Sophie's pov

Oggi pomeriggio sarebbe venuta la mamma di Millie ad accompagnare me e il resto dei ragazzi in qualche località di campeggio di cui io non sapevo neanche l'esistenza. Così decisi di iniziare a prepararmi.

Entrai in doccia, e qualche minuto dopo uscii con l'accappatoio indosso.

Misi la biancheria e poi tornai in camera, iniziando a scegliere i panni che mi sarei messa e quelli che avrei portato.

Misi dentro ad uno zaino due pantaloni di tuta di cui uno lo avrei messo il giorno stesso, un jeans, e scelsi un leggings. Qualche maglioncino, una maglia a maniche corte in caso facesse freddo e poi chiusi la cerniera.

Iniziai a vestirmi, e neanche il tempo di farlo che mia mamma mi chiamò per pranzare.

Dopo mangiato mi distesi sul divano e mi addormentai per un bel po' di tempo, ma la suoneria del mio cellulare mi svegliò.

«Pronto?» risposi cercando di far risultare la mia voce non troppo assonnata.

«Hey, sono Noah. Ti chiamo io perché Millie si deve fare le foto e non vuole scaricare la batteria del cellulare se posso farlo io al posto suo. Comunque, se sei pronta siamo fuori.» strabuzzai gli occhi alla notizia che fossero già fuori, così corsi di sopra saltellando su un piede mentre mi allacciavo l'altra scarpa, e tenendo il telefono tra l'orecchio e la spalla.

«Uhm... sì, il tempo di prendere lo zaino e scendo. Ciao!»

***

«Ciao ragazzi. Millie, chiamami solo se siete in pericolo di morte.» ci salutò la mamma della bruna sventolando il braccio fuori dal finestrino.

Ci aveva appena accompagnati in macchina, e con noi c'era anche quello che avevo capito si chiamasse Louis. Era un ragazzo piuttosto carino e gentile.

«Ragazzi, iniziamo a salire? Magari prima che faccia buio.» ci incitò Millie, e così iniziammo a camminare.

Dopo molto che camminavamo la salita iniziò a diventare straziante, e nonostante tutto dovevamo anche subirci le lamentele di Finn.

«Con tutta questa umidità i capelli mi diventano paglia, guardate!» esclamò Finn indicandosi l'ammasso di ricci che si trovava in testa, neanche fosse una ragazza.

«Finn, sei un caso perso.» lo rimproverò Louis, che ormai aveva già capito di che pasta era fatto il corvino.

Intanto le gambe mi facevano un male assurdo da tutti quei passi fatti, ma non volevo comunque fermarmi per non fare la figura della cretina.

Probabilmente appoggiai male il piede a terra, tanto che la caviglia iniziò a farmi un male inimmaginabile. Come se qualcuno mi ci avesse lanciato su un masso di cemento e non lo riuscissi più a muovere.

«Ahia, oddio...» esclamai con voce soffocata dal dolore provocato.

«Cosa succede?» mi chiese Millie preoccupata, camminando a passo svelto verso si me.

«Non lo so, credo sia una storta ma fa molto male.» le risposi.

«Oh, uhm... tranquilla, ci siamo quasi. Ragazzi, perché non l'aiutate?» chiese alzando lo sguardo dalla mia caviglia a loro, e io feci lo stesso.

✓ | 𝐄𝐕𝐄𝐑𝐘𝐃𝐀𝐘 - 𝑵𝒐𝒂𝒉 𝑺𝒄𝒉𝒏𝒂𝒑𝒑Where stories live. Discover now