Capitolo 6

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Il suo sonno però fu interrotto da un botto. Si alzò di scatto e guardò verso la porta allarmata. La porta tremò e sbatté di nuovo, qualcuno stava cercando di entrare. Il panico assalì Yukie, era terrorizzata e non sapeva cosa fare, il suo sguardo era fisso sulla porta e implora a che la porta non cedesse. I colpi si fermarono e il silenzio riempì l'aria. Yukie respirava a fatica mentre il suo cuore batteva all'impazzata.
Altro silenzio.
"Forse si è arreso" pensò Yukie, ma le sue speranze furono vane perché con una spinta più forte la porta cedette e Ayato, suo padre era sulla soglia. Yukie scattò via cercando di allontanarsi il più possibile da lui. Non sapeva dove andare e cercava freneticamente una via d'uscita, trovando solo la porta ormai rotta. L'uomo si fece avanti verso di lei, la faccia rossa dal troppo bere e gli occhi pieni di follia.
"LI HAI UCCISI TU BRUTTA PUTTANA, È TUTTA COLPA TUA!" sbraitò all'improvviso facendosi avanti velocemente. Yukie si mosse velocemente cercando di schivare i suoi attacchi confusi e furiosi, il letto venne buttato da un lato insieme a vari oggetti che ostacolavano il suo cammino. Yukie schivò i colpi e quando vide una piccola speranza di scappare corse velocemente verso la porta prima di essere fermata da un forte strattone ai capelli. Urlò di agonia tenendosi la testa mentre veniva trascinata e scaraventata sulla parete, l'aria uscì di botto dai suoi polmoni a causa dell'impatto e rimase stordita, si riprese velocemente ma non abbastanza affinché fosse in grado di schivare un calcio diretto al suo stomaco. Altri colpi susseguirono il calcio e Yukie poteva solo subire, perché appena cercava di scappare veniva picchiata più forte. Le lacrime si erano mischiate al suo sangue, la sua vista era sempre più sfocata ma prima che potesse svenire lui la lasciò andandosene nella sua stanza sbattendo la porta. Rimase lì rannicchiata in posizione fetale, le faceva male tutto e faceva fatica a respirare, pianse silenziosamente e alla fine cedette sul pavimento cadendo nell'incoscienza.
Si risvegliò nel pomeriggio del giorno seguente sul pavimento, il sangue ormai secco era incrostato dappertutto e il suo corpo implorava pietà. Cercò di alzarsi tremante appoggiandosi pesantemente ad ogni cosa che trovava per avere un appoggio sicuro. Si avviò verso il bagno e lentamente ci arrivò chiudendo la porta e prendendo il kit di pronto soccorso che era sotto il lavandino. Si guardò allo specchio leggermente polveroso e quasi si spaventò vedendosi. Aveva la faccia ricoperta di sangue e lividi, i capelli erano appiccicati alla sua testa, il labbro e il sopracciglio spaccato, l'occhio gonfio e un sacco di contusioni su tutto il corpo soprattutto sullo stomaco e sulle braccia. Distolse lo sguardo e con pazienza si applicò i vari cerotti e unguenti che l'avrebbero aiutata a guarire più velocemente. Provò anche a fare un ninjustu medico con però pochi risultati, sicuramente però meglio di niente. Sospirò pesantemente accasciandosi nella vasca vuota del bagno. Sentì poi il rumore della serratura e i dei passi che si dirigevano al piano superiore. Si tappò la bocca con le mani cercando di limitare il più possibile il suono del suo respiro. I passi continuavano, sembrava che suo padre stesse facendo il giro della casa. I suoi occhi si fecero acquosi e guardò con terrore la porta sentendo l'ansia divorarla viva. La maniglia della porta venne mossa e vedendo che la porta non si apriva la mosse più violentemente. Yukie piagnucolò piano mente la porta veniva sfondata e suo padre entrava di nuovo, questa volta con il volto coperto dai suoi capelli biondo scuro. Si avvicinò a lei e borbottò "non saresti mai dovuta esistere." ci fu un silenzio penetrante prima che lui con il pugno sinistro rompesse lo specchio e prendesse uno dei pezzi più grandi impugnando come un coltello. Yukie si sentì morire dentro e lo guardò negli occhi terrorizzata. Per un attimo lo sguardo negli occhi di Ayato cambiò. Si fermò davanti a lei e poi sussurrò tremante "che cosa diavolo sono diventato? Sono un mostro, Hanako ti prego perdonami..." detto questo guardò sua figlia e disse "un mostro come me non merita di vivere". Si pugnalò diretto in gola squarciando il collo. Yukie urlò a squarciagola, in un attacco di panico mentre il sangue la schizzava e il corpo cadeva sul pavimento. I suoi occhi erano spalancati e guardava impotente il cadavere e la chiazza di sangue che si spandeva sotto di esso. L'ultima cosa che ricordò furono dei passi e delle persone con delle maschere che la portavano via dal corpo e poi più nulla.

Yukie si svegliò in ospedale, era stata bendata e curata. La sua testa doleva e i suoi ricordi erano estremamente confusi. Ricordava solo una cosa, una marea di sangue. Il terzo Hokage venne avvertito da un infermiera che la bambina era sveglia e così entrò nella stanza osservandola attentamente. Yukie tremava leggermente e guardava le sue mani vedendo nella sua testa tutto quel sangue. La sua mente però venne riportata alla realtà da un tocco gentile sulla sua spalla, guardò verso la mano e vide che apparteneva al vecchio Hokage che la guardava con compassione. "Mi dispiace enormemente per la tua perdite giovane Senju. Da ora in poi però sarai sotto la mia ala, ti proteggerò io te lo prometto" le disse lui sorridendo dolcemente. Lei lo guardò e disse debolmente "se ti avvicinerai a me morirai come tutti gli altri per colpa mia" e detto questo distolse lo sguardo fissando un punto indefinito della stanza sotto lo sguardo preoccupato del terzo Hokage.

~Kintsugi~Where stories live. Discover now