Capitolo 4

142 10 0
                                    

Il terzo Hokage guardava la bambina che ora si trovava su un lettino dentro una tenda ospedaliera, i suoi occhi gonfi e la faccia arrossata per il troppo pianto. Hiruzen si sentiva male per la piccola ma non poteva fare molto se non ridarla al padre che ora era all'esterno della tenda con la testa tra le mani appisolato. Quella mattinata era stata terribile per tutti, le perdite erano enormi e il villaggio era semi-distrutto, avevano perso anche il loro nuovo Hokage, che era stato in carica per solo un anno e già aveva perso la sua vita da così giovane. Passò il giorno e Yukie finalmente si svegliò trovando al suo fianco suo padre che non vedeva da due anni, un parte era felice ma il suo cuore sprofondò di nuovo ricordandosi della morte della coppia che l'aveva curata tutto quel tempo. "Kushina... Minato..." pensò tristemente, non riusciva a parlare e si sentiva un enorme peso sul cuore, sentendo la colpa trapassargli il petto. "tutti quelli che si prendono cura di me muoiono, perché tutti devono morire, io non voglio rimanere sola" urlò nella sua mente tirandosi i capelli mentre le lacrime roventi ricominciarono a scorrere. Dondolò avanti e indietro leggermente distaccandosi dalla realtà e chiudendosi in sé stessa, ignorando i ninja medici che cercavano di calmarla e lo sguardo freddo e duro del padre. Continuava a piangere sentendosi debole, incapace e soprattutto colpevole delle morti di sua madre, di Kushina e di Minato. Alla fine visto che non riuscivano a calmarla normalmente i ninja medici le iniettarono un tranquillante nonostante le dure proteste e i suoi tentativi di attacco. Era di nuovo scivolata nel sonno ma ora era tormentata dagli incubi e rivedeva quegli spaventosi occhi scarlatti della volpe che stranamente le ricordavano quelli dell'assassino di sua madre.
Kakashi stava girando per le tende, la sua divisa da Anbu addosso, si era svegliato da non molto e ora aveva bisogno di fare una camminata per schiarirsi le idee, era ancora shockato dalla morte del suo sensei e sentiva un grosso peso sul cuore. I suoi passi si interruppero e guardò nella direzione in cui sentì delle urla. Si avvicinò lentamente e quando guardò nella tenda riconobbe la bambina che conobbe un anno prima, Yukie. Kakashi rimase per un po' lì ad osservarla mentre i ninja medici le iniettavano un tranquillante e lei si addormentava. Il cuore di kakashi si era un po' stretto alla vista delle sue grida di agonia ma purtroppo non c'era molto che potesse fare così si allontanò dalla tenda sentendo però la piccola sensazione che qualcosa sarebbe andato storto.
Il padre di Yukie sedeva su una sedia affianco al lettino, fissava sua figlia dormire con un misto di emozioni pericolose che si miscelavano nel suo petto, ma erano ben nascoste sotto la superficie, non visibili alle persone circostanti ma c'erano. Il villaggio era già in via di ricostruzione e le persone di affaccendavano portando travi di legno e tutto il materiale necessario per le ricostruzioni. Ayato era mortalmente silenzioso e ogni tanto usciva a fare un giro e guardava distrattamente i ninja che sfrecciavano per le strade. Fece un profondo respiro e poi si avviò per il villaggio. Yukie aveva avuto molti incubi quella notte, aveva dormito contro la sua volontà e non si sentiva affatto riposata. Delle infermiere entrarono nella sua tenda guardandola cautamente pronte ad intervenire in caso avesse un'altro attacco ma non accadde nulla. Yukie era rimasta lì, senza fiatare, guardando con guardo perso un punto non definito delle tenda. Le due infermiere si guardarono preoccupate e si avvicinarono lentamente a lei cercando di non turbarla in nessun modo. Yukie rimase mortalmente silenziosa mentre le due infermiere lavoravano, non le guardò neanche per sbaglio, troppo persa nella sua mente. Quando le infermiere uscirono lei chiuse chi occhi tremando, altre lacrime uscirono ma questa volta rimase in silenzio mentre il suo dolore la logorava e la consumava. Passarono i giorni e poi qualcuno entrò nella sua tenda. Erano il terzo Hokage e suo padre che parlavano di qualcosa, Yukie non li ascoltò anche se in realtà la loro conversione interessava anche lei, infatti il terzo Hokage aveva trovato una sistemazione per loro, una casetta modesta non troppo lontana dal ristorante di Ichiraku che era rimasto intatto dall'attacco. Il ninja medico che teneva sotto controllo Yukie diceva che lei poteva anche uscire ma bisognava trattarla con delicatezza e attenzione, la psiche della bambina era danneggiata quindi non la si doveva stressare. Il terzo Hokage guardò la bambina con profonda tristezza e compassione, aveva un cuore troppo morbido e grande e ne era rimasta gravemente ferita, la vita era stata troppo dura con lei. Ayato sorrideva falsamente al terzo Hokage mentre parlavano e aspettava solamente che lui gli desse la casa e lo lasciasse stare. Passarono due giorni dopo che si erano parlati e Yukie fu rilasciata e il padre la prese facendo finta di ascoltare i consigli del medico. La prese per una mano e con finta gentilezza la portò fino alla loro nuova casa. Non era la più bella delle case né la più grande ma andava bene. Ayato condusse la figlia verso l'ingresso e lei lo seguiva docilmente, i suoi occhi vitrei. Ayato la lasciò in pace per un po' tempo, non si videro quasi mai, lui andava spesso ai bar che avevano riaperto e si ubriacava mentre Yukie quando si sentì meglio ritornò all'accademia, rinchiuse il suo cuore cercando di ignorare il suo dolore e gli occasionali abusi del padre.

~Kintsugi~Where stories live. Discover now