"Molto bene, un piacere sentirlo. Hai già fatto la conoscenza del nuovo Pugno di Ferro dell'HYDRA, no?"
Cercai qualche ricordo legato a quel volto che mi scrutava in maniera completamente senza emozioni e non riuscii a trovare niente. "Temo di no, signore."
"Ah già, tutta la storia della cancellazione della memoria... Beh, lui è il Soldato d'Inverno 01, la Risorsa. Soldato 01, lei è il Soldato d'Inverno 00, il Prototipo. Ora che abbiamo fatto le presentazioni, possiamo partire."
Abbassai la testa e salii sull'elicottero, sedendomi al posto del pilota per poi mettermi le cinture e le cuffie con il microfono; di fianco a me si mise a sedere l'altro Soldato e dietro i due posti di pilotaggio c'era Schulz, che si allacciò le cinture con tranquillità, come se salisse in elicottero tutti i giorni. Comunicai alla torre di controllo che eravamo pronti a partire e sopra di noi vennero aperti due portelloni, che fecero riversare parte della neve dentro il garage. Misi in movimento le pale, presi fra le mani il joystick e decollai senza problemi.
Tutto quel candore bianco era quasi accecante, ma non potevo e non dovevo scompormi; inserii le coordinate e iniziammo a volare sulle distese deserte con direzione Mosca.
***
Quando arrivammo a Mosca, di certo non ci aspettavamo che le persone fossero indifferenti al trio particolare che eravamo: Adolf Schulz camminava davanti a me e il Soldato 01, che eravamo al suo fianco ma posti a qualche passo più indietro di lui.
Senza considerare che io avevo le gambe scoperte e non accusavo per niente il freddo della neve che mi cadeva tutt'intorno, mentre l'altro aveva un braccio di metallo in bella vista. Insomma, le persone erano terrorizzate e allo stesso tempo incuriosite dal nostro comportamento freddo tanto quanto l'inverno russo e dalla rigidità che riuscivamo a far trapelare dai movimenti. Seguendo Adolf Schulz che sapeva dove stesse andando, arrivammo alle mura del Cremlino, ma fummo fermati da un uomo della Militia che cominciò a sbraitare in russo, brandendo una baionetta e sistemandosi il colbacco sulla testa.
"Soldato 00, traduci." mi ordinò in tedesco.
Come risvegliata da una trance, feci due passi avanti e chiesi all'uomo di ripetere, che seppure stizzito, accolse la mia richiesta. "Dice che l'accesso al Cremlino oggi è stato negato per chiunque non abbia un permesso speciale del Ministro della Difesa Rodion Jakovlevič Malinovskij o non sia un giornalista del Partito." tradussi, assicurandomi di non dare le spalle né a nessuno dei tre uomini.
"Siamo qui per parlare con Dreykov del progetto New R.R. e la nuova Propaganda. Traduci."
Feci come richiesto e l'uomo cambiò presto atteggiamento: i lineamenti duri e severi si erano ammorbiditi in un espressione di timore, sopratutto rivolta a me e l'altro soldato. Mormorò un 'prego, passate pure' e si affrettò ad alzare la sbarra.
Non appena mettemmo piede nel Cremlino, una piccola folla ci raggiunse e iniziò ad assalire di domande Adolf Schulz, scattando fotografie e accalcandosi. Come richiedeva il protocollo, estrassi la pistola dalla fondina che avevo alla coscia e la puntai dritta davanti a me per diradare i giornalisti, cambiando obiettivo di tanto in tanto. "Назад! Назад!*"
"Отойди или умри!*" si aggiunse il Soldato 01, tenendo dritto davanti a sé una pistola come la mia.
La calca fece qualche passo intimorito indietro e ci lasciarono un po' di respiro per il breve tragitto che dovevamo coprire. Svoltammo a destra e altri due uomini della Militia ci fecero entrare in fretta in un enorme edificio bianco con il tetto verde e le cupole d'oro, sbattendo la porta in faccia ai giornalisti.
"Ottimo lavoro, soldati." si congratulò Adolf compiaciuto.
"Signor Schulz è pregato di seguirci e di lasciare tutte le armi all'ingresso." disse uno dei due uomini con un inglese attempato, lanciando uno sguardo rapido alle pistole ancora fra le mie e le mani della Risorsa.
"Questo non è possibile." ribatté l'altro soldato con una calma completamente opposta all'aggressività che avevo visto poco prima.
"Le armi rimangono con noi." gli diedi manforte, alzando appena le pieghe della gonna e rimettendo la pistola nella fondina.
"Li avete sentiti." sospirò Schulz, alzando le spalle come a lavarsi le mani delle nostre affermazioni.
I due uomini della Militia sarebbero stati molto più intransigenti e severi se non si fossero trovati davanti a due supersoldati pronti ad ucciderli senza versare neanche una goccia di sudore.
"La prima stanza a sinistra." borbottarono all'unisono i due, scostandosi per lasciarci passare.
Riprendemmo a camminare lungo il corridoio marmoreo, che aveva una leggera atmosfera fredda ma regale.
Sfuggii per un attimo al controllo mentale e realizzai quanto sarebbe stato più facile uccidere i due della Militia anziché incutere solo del semplice terrore. Ormai ragionavo come un assassina provetta, ma il controllo mentale lo mascherava giusto il poco che bastava per farmi sembrare solo una brava marionetta ubbidiente.
Mi fermai seduta stante, tirai di nuovo fuori la pistola e senza esitare sparai alle spalle dei due uomini, centrando perfettamente la nuca.
Soddisfatta, rimisi la pistola al suo posto e ripresi a camminare al fianco del Soldato 01, che si limitò a guardarmi con un espressione neutrale. Schulz al contrario, si voltò per un secondo e mi degnò di un occhiata dapprima perplessa, ma che mutò subito in un espressione di compiacimento.
Quella era stata la prima di tante falle nel sistema, la prima di tante disobbedienze al sistema che mi costarono molto dolore.
In fondo, ero solo una macchina con delle imperfezioni nel mio codice. Ero destinata a compiere errori e pagare per questi.
Non c'era verso di sottrarmi alle torture, perché non ero più umana, ero solo una macchina nelle mani dei poteri forti.
E tale sarei rimasta.
-
*"State indietro! State indietro!"
*"State indietro o morite!"
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𝒕𝒉𝒆 𝒔𝒕𝒂𝒓𝒕 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]
Fanfiction[prequel di 𝒕𝒊𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆] [alcuni eventi storici e filmografici sono stati modificati per facilitare la narrazione] - Zelda si è appena trasferita in una nuova città e soprattutto, un nuovo continente. Non avrebbe ma...
there are flaws in my code
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