10.La mia morte

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Pov's Levi (Epilogo)
Ormai erano ore che sedevo sul terreno gelido, il solito terreno d'inverno arido e bagnato, respirando aria pura ma fredda, quella che ti gela il naso e i polmoni, quella che vorresti respirare solo con una persona accanto che ti scalda con i suoi sorrisi e i suoi abbracci.
Avevo passato tutto il tempo a parlare al vento, sapevo che non potevi sentirmi ma sentivo la necessità di sfogarmi.
"Io non avevo capito i tuoi veri sentimenti cosa stavi provando, il dolore la pena e la colpa che ti affibbiavi, avevo deciso di credere a quel, palesemente, falso sorriso per pura arroganza; sapevo che non non sarei riuscito a colmare il vuoto che ormai sentivi, quello che silenzioso prende possesso di te e ti inghiotte facendoti sprofondare in un abisso di oscurità da cui non sarei riuscito a tirarti fuori.
Io mi ero convinto che non fosse arroganza che ti eri veramente ripresa.
Ma non era cosi, non era per niente cosi.
Quel giorno partimmo per la spedizione, tu eri eccitata come sempre per l'incontro con nuovi giganti.
Tutto normale, tutto come sempre.
La prima tappa era il bosco degli alberi giganti.
La prima tappa era sempre quella.
Io tu ed Erwin ci appoggiamo ad un grande ramo di uno degli alberi.
Io e lui iniziammo a parlare di quello che avremmo dovuto fare, mentre tu stavi guardando i diversi esemplari di giganti che cercavano di scalare gli alberi ma senza successo.
Però, ti sporsi troppo, e scivolasti giù dal ramo precipitando verso morte certa.
Non hai provato a sopravvivere con il dispositivo di manovra, perché?
Perché hai deciso di cadere tra le luride mani di quel coso?
Perché ti sei fatta poggiare sulla sua lingua biforcuta che aveva assaporato tanti dei nostri compagni?
E perché prima che quel gigante chiudesse la bocca tranciandoti a metá tu, hai sorriso.
Come ti è venuto in mente di sorridere? Potevi farmi credere che fosse stato un incidente, invece hai deciso di farmi vedere la tua immensa gioia nel morire"
Ormai le lacrime percorevano il mio viso rigando le mie guance magre segno che stavo mangiando e dormendo troppo poco anche per i miei canoni.
"Hanji, perché?
Perché mi hai abbandonato?
Io avevo bisogno di te lo sapevi, lo sapevi benissimo, e allora perché?"
Adirato e distrutto mi alzai da terra risalii sul mio cavallo e galoppai verso un futuro senza di te.
Un futuro dove non mi sarei permesso di innamorarmi o affezionarmi.
Un futuro apatico.
Un futuro triste.
Un futuro solo.
Un futuro che mi avrebbe logorato dall'interno.
Un futuro in cui però non mi sarei permesso di morire.

✨Make it happends✨ {LeviHan}Where stories live. Discover now