Silenzi Vuoti

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Mamoru entrò stanco e dolorante a casa dove finalmente dopo una giornata lavorativa poteva riposarsi. Aveva visto Usagi solo due giorni prima e già gli mancava sentire la sua voce ed il suo profumo, stava davvero iniziando a diventare matto e… ed ora ci si metteva anche il campanello insistente. Quando capì che l’ospite non voleva andarsene si decise ad aprire la porta mostrando il suo migliore amico pettegolo. Motoki da quando aveva rivelato la sua colpa dell'influenza di Usagi, non l’aveva più visto e in quel momento intendeva sapere il perché non si era più fatto sentire, ecco perché gli aveva portato la cena.
«Mamoru finalmente dove sei stato? Ero preoccupato» entrare senza permesso era ormai un'abitudine per lui, per fortuna che non aveva le chiavi pensò Mamoru.
«Motoki rilassati, sto bene ho solo avuto da fare. Cosa ti porta qui?» chiese un po’ sbuffando, era stanco e voleva solo dormire. «Oh scusa se ti ho disturbato ma come tuo migliore amico volevo sapere come stavi dato che sono tre giorni che non ti fai vedere al locale.» il broncio di Motoki rivelava una stizza curiosa e diabolica
«Motoki devi proprio fare l’offeso adesso? Sono stanco e oggi ho avuto i primi consigli di classe e mi hanno distrutto possiamo parlarne domani? Ho sonno!» Motoki era arrabbiato si era preso mezza giornata per andare a trovare il suo amico e questo voleva andare a dormire, alle otto di sera. Cosa gli stava succedendo?
Mamoru si sedette sul divano gli occhi rivolti al soffitto e la mente a lei.
«Cosa ti succede Mamoru non sei più tu! E’ successo qualcosa?» ma possibile che Motoki debba essere sempre come il prezzemolo? «Motoki te l’hanno mai detto che sei peggio di una donna?» il sorriso sulle sue labbra si trasformò in una risata vera, che il biondino non aveva mai sentito.
«Sono serio, dottor cuore di ghiaccio!» Quel soprannome gli fece tornare in mente periodi in cui ora non voleva nemmeno avere, non seppe cosa lo spinse a fare una cosa del genere ma Mamoru decise di confidarsi con Motoki, magari per farsi aiutare o magari per togliersi quell’enorme peso.
«Cosa posso fare per farmi piacere da una ragazza?» chiese con gli occhi rivolti verso il balcone.
«Eh?» La domanda l’aveva lasciato perplesso ma era pronto a scavare nell’armadio del cinico Chiba.
«Lascia stare! È troppo piccola!» disse senza riflettere bene a ciò che voleva dire.
«Chi Mamoru? Usagi non è troppo piccola semmai sarà bassa, certo in confronto a te, ma piccola non credo avete solo tre anni di differenza!» Motoki aveva capito che qualsiasi cosa avesse il suo amico o era un esame o era una sola persona e quella aveva un nome ed era Usagi. Ecco perché aveva risposto così e la reazione del suo amico lo confermò.
«Che cosa?» gli occhi sbarrati squadrarono il biondino che si sedette sulla poltrona di fronte.
«Avanti Mamoru vuoi che non mi sia accorto di come guardi Usagi? O di come lei guarda te? Non sono cieco, siete voi che siete due testoni.» Mamoru lo guardò come se avesse visto un alieno,come poteva Motoki essersene accorto se aveva sempre cercato di evitare di mostrare i suoi sentimenti?. Motoki gli si sedette accanto, non lo aveva mai visto così preso da una donna e sapere che fosse Usagi lo faceva sorridere di felicità. «Allora vuoi spiegarmi cosa intendevi dire prima?» di certo Mamoru non gli avrebbe raccontato del sogno altrimenti lo avrebbe preso sicuramente per uno psicopatico, doveva andarci piano, sia con Motoki che con Usagi.
Da quando aveva avuto quel sogno non aveva più dormito preoccupato e sorpreso da ciò che aveva sognato ma era riuscito ad andarla a trovare e si era sentito riempito di vita. Mamoru aveva cercato di non pensarci troppo ma puntualmente quando la sua mente era libera da altri pensieri quell’immagine gli appariva e gli scaldava il cuore…sicuramente non l’avrebbe confidato al suo migliore amico.
«Non so cosa fare! Io e Odango...io e Usagi ci siamo baciati e non so nemmeno come spiegartelo perché è come se l'avessi fatto da sempre. Poi mi sono reso conto che non poteva piacermi lei, così ho accettato l’invito di una donna che lavora con me e siamo andati a letto ma….ma dopo mi sono sentito un infame. Motoki io non so più cosa fare, sono tre giorni che cerco di pensare ad una soluzione a questo problema ma non c’è.» Mamoru era sull'orlo di una crisi di nervi e il suo aspetto stanco e trascurato lo confermò «Tu stai sbagliando. Perché credi che tutto ciò sia un problema, innamorarsi è come una nevicata non la puoi fermare e il fatto che ciò ti sia successo con Usagi è fantastico. Non sai quante volte ho pensato, durante le vostre litigate, che sembravate una coppia sposata da anni, che affronta i problemi scherzandoci su.» rise di quell’uscita perché i suoi genitori si comportavano esattamente allo stesso modo.
«Quindi secondo te dovrei assecondare questo mio...sentimento verso Usagi? Cosa dovrei fare secondo te Motoki?» Mamoru stava diventando esasperato, voleva sapere come tirarsene fuori come non pensarla più, come non sognarla la notte, come evitare di innamorarsi di lei senza capire che era già innamorato perso. Più si vuole dimenticare una persona più quella ti rimane in testa e lui era già arrivato a sognarla. Motoki sospirò e si alzò deciso
«Io non posso dirti cosa devi fare, devi decidere da solo, deve essere una tua scelta, se devi pensarci, pensaci bene e qualsiasi sia la tua scelta agisci ma attento Mamoru perché se scegli male prima o poi te ne pentirai» detto ciò lasciò la cena che gli aveva portato e uscì. 

«Ah che bella giornata di sole, mi ci serviva proprio» Guarita e spumeggiante Usagi girovagava tra le vie di Tokyo come se la febbre non le avesse nemmeno fatto visita «Usagi non ti far trasportare troppo che dopo una bella influenza hai bisogno di riprenderti piano piano» una linguaccia colpì la ragazza mora che aveva parlato.
«Sto benissimo, su su andiamo.» Rei e Ami scrollarono la testa sconfitte. Usagi si era ripresa bene, non aveva più avuto linee di febbre e quello era stato un buon segno, poi aveva ripreso a mangiare e le ore di sonno erano tornate normali così in pochi giorni era tornata a lavorare.
Ma non era del tutto felice.
Usagi dopo la visita di Mamoru,in cui si erano baciati, non l’aveva più visto nemmeno al Crown e lei ormai stava perdendo la speranza.
Motoki sapeva che Mamoru aveva bisogno di tempo, non si era mai innamorato di una persona quindi doveva capire che se ne valeva la pena o no, cosa che secondo lui era davvero ingenua.
Vedendo Usagi triste e senza il suo solito sorriso aveva compreso che il motivo del suo cambio di umore fosse dovuto alla presenza del moro che ormai era diventata più unica che rara. Usagi aveva ripreso anche i turni serali per cercare di vederlo ma lui non si era presentato.
Usagi iniziava a pensare che non fosse destino. Dopo quel sogno si era sentita sicura, protetta e amata, certo aver compreso di essersi innamorata del suo più acerrimo nemico oltre che suo temporaneo insegnante di inglese, l’aveva spiazzata ma non poteva farci niente, era successo!
A scuola cercava momenti per parlargli ma lui era sempre impegnato, almeno così le diceva, quei silenzi lasciano dentro di lei un vuoto, un vuoto da colmare. Mamoru si era imposto di non guardarla altrimenti sarebbe caduto nella tentazione di baciarla ancora e ancora, cercava di comportarsi normalmente ma lo sguardo fisso di lei lo faceva impazzire.
Aveva capito che lei voleva parlare ma lui non era pronto, la guardava uscire da sola e gli faceva male vederla così, ma doveva pensare e capire se davvero voleva provarci, se davvero valeva la pena di innamorarsi.
Uno come lui aveva bisogno di spazi mentre lei li riempiva tutti.
Era passata più di una settimana e non si erano ancora parlati, Usagi si era rassegnata e ormai aveva smesso di uscire con le ragazze che pensavano ad una possibile ricaduta lui, invece aveva ragionato ed ora era pronto per parlare ma lei lo respingeva. Mamoru aveva collegato la loro storia ad una versione moderna di “Orgoglio e Pregiudizio” e all’inizio ci aveva riso su ma poi aveva deciso.
Se il silenzio fosse servito a qualcosa forse avrebbero avuto il coraggio di parlarsi ma solo il vuoto imperviava i loro cuori deserti. Motoki decise che era ora di agire e se non agiva Mamoru lo avrebbe fatto lui.
Il suo amico si era innamorato di Usagi Tsukino e lui doveva assolutamente riuscire a farli mettere insieme a qualunque costo.

«Hei, sono io….devi darmi una mano….ti spiegherò tutto dopo...sì aspettami lì!»

Ciliegie al cioccolatoWhere stories live. Discover now