7. Il Diavolo

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Il Diavolo

Brucia. La gola brucia. Ha ingollato un sorso intero di whiskey e ne è riemerso con un suono gutturale che gli corrode da dentro. Colpa pure di tutte quelle dannatissime sigarette che ha fumato, strette dalle dita che tremano per la paura e per i sensi di colpa. Ha ancora davanti l’immagine vivida di quella donna che abbandona la vita, lentamente, come il sangue che zampillava con spruzzi irregolare dalla sua carotide. L’ha vista spegnersi lentamente e, a differenza di quel dannato stronzo di Teagardin – pervertito, pedofilo del cazzo – e di quel tipo, quel fotografo malato, lei un po’ di speranza di abbracciare una vita diversa, ce l’aveva scritta negli occhi blu. 

Cristo, non ha mai ammazzato nessuno in vita sua, e nell’arco di nemmeno ventiquattro ore ha tre anime sulla coscienza. Se davvero Dio esiste, e se morirà alla fine di questo viaggio – cosa più che probabile – lo sa bene, sarà davvero molto incazzato con lui. Sempre che gli dia la possibilità di sedere alla tavola del paradiso¹ e mangiare con lui, perché la possibilità che lo spedisca all’inferno è molto più probabile.

Si concede una risata, che sa di fame lurida e birra calda. Come se quel vecchio barbone di Dio esistesse davvero… se così fosse non avrebbe lasciato che sua madre morisse di cancro. Non avrebbe lasciato impazzire suo padre e non gli avrebbe dato lil permesso di picchiarlo e accusarlo di cose che non ha fatto – c’ha messo una vita, Arvin, a capire che non è colpa sua, e a volte ha ancora qualche dubbio. Se quel dannato esistesse davvero, non avrebbe lasciato morire Lenora, con in grembo un bambino non suo, ma che Arvin avrebbe comunque scelto di crescere con amore e, chissà, magari lui avrebbe pure potuto regalargli qualche momento felice – uno di quelli che avrebbe tanto voluto che suo padre gli avesse impresso nei ricordi. Se quel Dio maledetto esistesse, non lo avrebbe costretto a scegliere la via della giustizia.

Ha scelto lui se quella gente poteva vivere oppure no. Ha scelto lui se vendicarsi delle ingiustizie che imbrattano il mondo, con la violenza ereditata da un padre soldato. Ha scelto lui di premere il grilletto e mirare al punto giusto per giustiziare il male. 

Arvin non riesce a non nasconderlo: si è sentito Dio, mentre guardava quei corpi esamini che lui ha svuotato dal peccato. Si è sentito Dio ogni volta che ha protetto Lenora dai bulli, infilando loro le teste in sacchetti di plastica sperando di vederli soffocare nel loro stesso vomito. Si è sentito Dio quando è ha scelto per gli altri, perché è questo che Dio fa. Non il suo, però. Il suo Dio ha punito i buoni e ha protetto i cattivi.

Lui ha solo aggiustato il tiro, a modo suo e forse, più che il Padre Eterno, Arvin è il Diavolo che apre le porte all’inferno e ci butta dentro le carcasse già marcite di persone di merda. Stronzi partoriti dal culo di chissà quale baldracca. Pervertiti e corrotti che inquinano la terra e la rendono meno accogliente ogni giorno che passa. 

Un mondo su cui non ha mai riposto fiducia; un mondo su cui Lenora ne ha riposta, e ha finito crepare senza un vero motivo. Un mondo dove sua madre ha custodito un male che non meritava. Un mondo dove suo padre ha solo perso e mai guadagnato. Un mondo dove Emma ha cresciuto due ragazzini senza speranza. Un mondo dove lui non ha chiesto di vivere, ma dove è in ballo e allora ballerà.

Il Diavolo lo attende sopra quella collina, a casa; gli tende la mano, lo invita a danzare. Violini stridenti gli corrodono le orecchie. Le sente quasi sanguinare. 

Il Diavolo ha il suo volto, i suoi occhi, la sua anima. Il Diavolo è il suo riflesso sempre meno sbiadito. 

Il Diavolo è lui, lo è sempre stato. Per tutto il tempo. 

Un mondo migliore non è contemplato e allora che bruciasse sotto al suo tocco fino all’ultimo pezzo di terra che lo compone. 

«Vuoi che balli, Dio? Guardami danzare sopra le macerie del mondo, a ritmo del crepitio del fuoco e delle urla strazianti dei suoi abitanti, mentre lo riduco in cenere.» 

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Fine

The Sweet Song From The Devil [ The Devil All The Time // One Shots ]Where stories live. Discover now