6. Charlotte

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«Sometimes you've got to bleed to know,

That you're alive and have a soul, But it takes someone to come around to show you how.

The songs on the radio are ok, But my taste in music is your face,

And it takes a song to come around to show you how.»

Tear In My Heart - Twenty One Pilots

Charlotte


«Ho preparato i popcorn. Con il burro, come piacciono a te.»

Charlotte si chiede dove abbia trovato la forza di alzare il braccio per arruffargli i capelli; si domanda se quel sorriso che ha tentato di regalargli non sia più simile a una smorfia di dolore, che a un gesto d'affetto e di approvazione.

Arvin lo ha capito benissimo che presto non avrà più una madre, solo che ha anche capito che questo, lei, non dovrebbe capirlo. Non è possibile. Una madre non può non accorgersi della paura che risiede nella gabbia toracica di quella copia esatta di Willard, solo in miniatura. E gli occhi scuri di Arvin sono un pozzo profondo proiettati verso l'ignoto di quella vita che non ha più un'immagine vivida, ma spezzata, frammentata e con un vuoto incolmabile che lei lascerà.

Una madre è Dio agli occhi di un figlio e lei non sa più cosa raccontargli e cosa raccontarsi, per morire con la consapevolezza che andrà tutto bene. Niente andrà bene; niente di niente. Le viene da piangere, ma ricaccia il magone dentro l'antro oscuro della sua anima, si scioglie nella gola e fa male al fegato. Ha una fitta, che nasconde con un colpo di tosse.

«Vado a prenderti dell'acqua.» Arvin scatta in piedi, ma lei lo ferma alzando una mano; non ha nemmeno la forza di parlargli, vuole solo che resti. Vuole che resti il più possibile accanto a lei. Una madre non vuole altro.

Allarga le braccia e lo invita a farsi stringere. Arvin piega la bocca in una smorfia. È in quell'età in cui vorrebbe sentirsi grande e fingere che dei propri genitori non gliene importi un bel niente, ma dall'altro lato sa che quei momenti non dureranno per sempre. Charlotte lo vede deglutire un magone importante, doloroso, poi si arrampica sul letto, gattona verso di lei e si fa stringere fortissimo. Charlotte ci prova con tutta la forza che ha, come se potesse inglobarlo dentro di sé, imprimerselo addosso e fare in modo di viverlo ogni istante, prima di sparire per sempre senza lasciargli altro che un vuoto buco nel cuore.

Gli bacia la testa, annaspa il profumo del suo shampoo; lo imprime nel cervello come un tatuaggio, perché la vita gli sta dando la possibilità di ricordare per sempre il viso di suo figlio e un'ipotetica immagine di come diventerà in futuro; solo che forse Dio nemmeno esiste e lei chiuderà solo gli occhi sul buio per non riaprirli mai più; né in paradiso, né all'inferno e, con quel pensiero nella testa e una lacrima che le riga una guancia, Charlotte si rende conto che guardare Arvin fa male. Così male che sembra quasi di vedere il Diavolo tutto il tempo, invece che l'anima pura, frutto di un amore destinato a spezzarsi troppo presto, che pensa sia suo figlio.

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The Sweet Song From The Devil [ The Devil All The Time // One Shots ]حيث تعيش القصص. اكتشف الآن