Capitolo 19

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Dopo quel bacio rimasimo in silenzio, nessuno diceva niente, guardavamo solo il cielo stellato.
Simon non si era accorto neanche che avevamo passato tutta la serata fuori, aveva bevuto troppo vino e ora toccava a mia madre riaccompagnarci a casa.
Arrivammo e ognuno andò nella propria camera, in silenzio.

***
"Devi venire con me!" cercai di convincere Louis.
"Ma dove?" diede un occhiata alla porta per vedere se ci fosse qualcuno e si infilò la maglietta bianca.
"Quante domande!"
"Sai che non possiamo uscire insieme" rispose serio, ultimamente lo era anche troppo, mi mancava il suo sorriso.
"Io sto uscendo con Gemma e tu con Zayn" gli feci l'occhiolino. Volevo dargli il suo regalo ed ero così impaziente.

Tutto questo dopo una giornata passata in chiamata con Niall.
"Non ti lascerò venire in Irlanda se non fai un regalo a Louis" disse puntando il dito contro la telecamere del computer.
"Abbiamo litigato, lo sai bene" risposi seccato.
"Ma vi siete baciati, un dolce bacio sotto le stelle e tu non puoi andare via senza fargli qualcosa che gli ricordi te. Qualcosa che gli rimanga"

Ed eccomi nella stanza di Louis per dargli quel famoso regalo.
"Perché vuoi uscire?" mi domandò il moro.
"Perché prima che parto voglio farti avere il regalo" risposi sorridente.
Louis tese la mano verso di me.
"Dammelo" disse secco.
"Non si trova qua"
"Se Simon ci becca.."
"Simon! Simon! Basta!" gli urlai contro "Lo vuoi questo regalo oppure me ne devo tornare in camera?" grugnii.

Louis si arrese e mi annuì facendomi poi cenno di uscire dalla sua stanza.
Lentamente uscii fuori e lo aspettai al piano di sotto.
Lui venne dopo poco, indossammo il cappotto e uscimmo fuori.
"Dove stiamo andando?" chiese curioso ma decisi di non rispondere e continuammo a camminare.

Finalmente arrivammo nel posto tanto atteso, lui mi guardò confuso, non riusciva a capire dove si trovasse o quale fosse il regalo.
"Quindi?" mi domandò "Dov'è?" si guardò attorno.
"Entra!" gli indicai una piccola porta con delle tende rosse fuori.
"Come?" disse incredulo.
Misi le mie mani sulle sue spalle e lo spinsi dentro.

Si sentii subito uno strano odore di inchiostro.
"Harry" sembrava spaventato "che posto è?"
Si fece avanti uno strano uomo ricoperto di tatuaggi con pochi capelli in testa, lui ci guardò sorridendo.
"Tu sei?" domandò l'uomo.
"Harry Styles, ho preso un appuntamento con Edward" risposi.

Edward era un mio carissimo amico, anche lui appassionato di musica. Per qualche tempo mi aveva dato lezioni, soprattutto mi aveva insegnato a suonare la chitarra e a scrivere testi di canzoni.
Gemma mi aveva detto che si era trasferito a Londra, era di Halifax, gli piaceva molto viaggiare per il Regno Unito e non si fermava più di tanto in un posto.

"Chi sarebbe Edward?" sbuffò Louis.
Dalla stanza sbucò una testa arancione che mi sorrise.
"Harold!" mi sorrise Ed.
Presi la mano di Louis costringendolo ad avvicinarsi a lui.
"Lui è Louis, il ragazzo di cui sono innamorato" spiegai.
Non sapevo se fossimo ancora fidanzati o meno.
"Il che?" si voltò verso di me Louis.
"Io sono Edward, per gli amici Ed" pose la mano a Louis che strinse.

"Ma che ci facciamo da un tatuatore?" mi sussurrò Louis, in modo che potessi sentirlo solo io.
"È il mio regalo di compleanno per te" feci un sorriso al ragazzo accanto a me.
Tolsi la giacca buttandola sul divano e Louis fece la stessa cosa.
"Perché proprio un tatuaggio? Devo decidere io cosa farmi?" continuava a farmi tantissimi domande ma volevo che fosse tutto una sorpresa.

Scossi la testa e mi andai a sedere sullo sgabello davanti a Ed che stava già preparando tutto.
Louis mi guardò ancora più confuso.
Mi tolsi la maglietta e avvicinai il mio braccio sinistro al rosso che stava già attaccando lo stencil proprio sul bicipite.
"Non era per me?" domandò Louis.
"Louis stai in silenzio ed aspetta il tuo turno, per favore" risposi.

Louis si mise seduto stando buono tutto il tempo. Edward ci mise davvero pochissimo tempo a farmi il tatuaggio, un semplicissimo "Hi" con la stessa ortografia di Louis.
"Il tuo turno" fece cenno Ed a Louis di avvicinarsi e prese subito il mio posto "Quale braccio?" domandò il rosso.
Louis tese il suo braccio destro e glielo avvicinò.
"Qua" indicò un punto del braccio e Ed si mise subito all'opera tatuando a Louis "Oops!" con tanto di liniette sotto.

Louis iniziò a ridere dopo aver visto il suo tatuaggio, io nel frattempo mi stavo rimettendo la maglietta.
"Davvero Harold?" mi domandò voltandosi verso di me "Un tatuaggio? Ti avrò sulla mia pelle per sempre"
"Puoi sempre coprirlo" alzai le spalle.
"Tua madre ha acconsentito a tutto questo?" mi domandò curioso il moro.

Beh, Ed era mio amico e si fidava sulla parola. Mi mamma lo avrebbe saputo molto più avanti di questo tatuaggio.
"Certo" mentii.
"Fai davvero schifo a mentire" Louis si avvicinò a me prendendo il mio viso fra le mani e mi baciò.
"Mi farei uscire pazzo un giorno" dissi timidamente e lui ne approfittò per scombinare i miei capelli.

"Le nostre prima parole tatuate sul nostro corpo" ammonì Louis.
Feci un sorriso per poi voltarmi e ringraziare Edward.
"Regalo ben riuscito" sorrisi dando la mano ad Ed.

Ci accompagnò all'uscita dal suo studio. Lo salutammo e ci avviammo verso casa.
"Come ti è venuto in mente di regalarmi un tatuaggio?" sembrava sorpreso.
"Non so, volevo qualcosa che rimanesse" risposi "perché voglio essere come quel tatuaggio, voglio rimanere per sempre e non essere coperto o nascosto"
Louis mi guardò sorpreso per le mie parole.
"Troveremo un modo Harry, troverò per te un modo per stare insieme"

Prese la mia mano facendo incrociare le nostre dita, le strinse forte e continuammo a camminare così, sotto gli occhi di tutti. Perché non c'era niente di più bello che amare, perché dovevamo nasconderci se ci amavamo? Non facevamo niente di brutto, nessuno si faceva male ma se continuavamo a stare lontani le uniche persone che si ferivano eravamo noi due.
"Forse è meglio se uno di noi entri dopo" proposi, non volevo rovinare tutto.
"Sì" confermò "vai tu allora, io faccio una passeggiata e torno dopo" continuò.
"Sei sicuro?"
"Sì Harry, sono sicuro"

They Don't Know About Us// Larry StylinsonWhere stories live. Discover now