Capitolo 16

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Quella notte non riuscii a dormire particolarmente bene e i pochi giorni che passammo a casa mia erano finiti così in fretta, non me n'ero neanche reso conto.

Avevo fatto conoscere a Louis alcuni posti della mia città, tra cui la mia scuola, il parco dove andavo solitamente con i miei amici e pure l'albero dove avevo dato il mio primo bacio.
Inutile dire che dopo la storia del mio 'primo bacio' Louis aveva voluto che gli mostrassi come fosse successo:

"io ero messo da questa parte" spiegai tenendo una posizione ferma ed eretta davanti all'albero "Lei era davanti a me" continuai.
"Ah, una lei?" mi prese in giro Tomlinson con quel ghigno che aveva sulle labbra.
"Sì, una ragazza!" grugnii, stava disturbando la mia spigazione "Io mi sono avvicinato" feci qualche passo in avanti e Louis iniziò in indietreggiare fino a quando la sua schiena non andò a sbattere contro il tronco "esattamente in questo modo!"
Allontanai il mio viso dal suo ma Louis prese subito la mia maglia e mi spinse contro le sue labbra.
"Harold, devi farmi vedere anche il bacio. Non vale" mi sussurrò vicino alle labbra. Inumidii subito le mie e in pochi secondi si avvicinò baciandomi.
Presi il suo viso fra le mie mani e il mio corpo andò a sbattere contro il suo. "L'hai baciata in questo modo?"  mi chiese e io sorrisi.
"Più o meno, ma con te ho messo più affetto" risposi.

Piccoli momenti di felicità che avrei ricordato per sempre, ogni momento che passavo con quel ragazzo serviva a riempirmi il cuore di gioia. Gli volevo molto bene.

Eravamo tornati a casa, non pensavo di sentire tanta nostalgia di  Holmes Chapel. Avevo pure chiamato i miei amici della band ma a quanto pare due di loro avevano rinunciato a proseguire come gruppo, era stata dura anche per loro il mio trasferimento.
Non avevo avuto il piacere di farglieli conoscere, sicuramente Louis ci sarebbe andato d'accordo. Stessa passione per la musica e poi non erano neanche antipatici, mi mancava stare con loro, scrivere canzoni dentro il solito garage, provare tutti i giorni e fare le ore piccole.
"Ti manca quel posto, vero?" disse Louis.
"Abbastanza" risposi sincero.
Il suo sguardo si abbassò, si sentiva sicuramente in colpa per aver contribuito a farmi rimanere in questo posto ma a me piaceva davvero tanto.
Londra era bellissima, Louis lo era ancora di più. Poi avevo conosciuto Zayn e Liam, qua avevo incontrato Niall, il mio amico a distanza Irlandese e sicuramente avrei conosciuto altre persone.

"Non è colpa tua" spiegai a Louis "a me piace Londra"
"Non è vero Harry, né a te né a Gemma piace questo posto e sono sicuro che neanche a tua madre" il suono della voce di Louis era spezzata, distrutta.
"Mia madre ha Simon, io ho te e troveremo qualcuno anche per mia sorella" alzai il tono di voce.
"L'amore non è tutto Harry"
"Sì invece, perché potrei stare nel peggiore dei posti in tua compagnia" grugnii "perché mi piaci" tirai un sospiro dopo aver detto le ultime parole.

Ed era tutto vero, a me piaceva questo posto perché mi ricordava lui ed ero felice di avergli fatto conoscere una fetta di me portandolo nel posto dove ero cresciuto, perché volevo aprirmi con lui più che potevo e renderlo parte integrante della mia vita.

"Harry.."
"Andiamo a cena, ho fame" feci cenno di seguirmi e andammo in cucina.
Entrammo, presimo posto e iniziammo a mangiare tranquillamente.
Mia madre come sempre si era superata in cucina, da quando stavamo in questa casa ogni piatto aveva un gusto speciale.

Dopo qualche minuto vidi le mani di Louis iniziare a tremare. Misi subito la mia sopra cercando di rassicurarlo.
Avevo capito che intenzioni aveva, voleva sicuramente dire tutto a mia madre e a Simon sulla nostra relazione.
"Non devi farlo per forza" gli sussurrai.
Lo sguardo di mia sorella si posò subito su di me e io scossi la testa cercando di rassicurarla, aveva sicuramente capito cosa stava per succedere perché alzò subito le sopracciglia stupita e mimò un "davvero?" con le labbra.

"Louis, tu fai il compleanno per la vigilia giusto?" chiese mia madre. Louis alzò subito il viso guardandola terrorizzato "Stai bene? Sei pallido" si preoccupò.
"Louis" lo richiamai accarezzandogli la mano "Va bene anche così" feci un sorriso.
Mi bastava stare con lui, la famiglia poteva anche non saperlo, non mi importava.
"sto bene, comunque il 24 dicembre" rispose a mia madre.

Louis compieva gli anni il giorno della vigilia. Non mi ero mai informato su quando fosse il suo compleanno e dovevo assolutamente trovare un regalo adatto a lui.
"Comunque, io e Harry volevamo dire una cosa" lo vidi alzarsi all'impiedi.
Scossi subito la testa, era per caso impazzito?
"Louis non devi per forza alzarti e fare scena quando parli" lo riprese Simon "Stai buono e finisci di mangiare" gli fece cenno di sedersi.

Tirai la mano di Louis e lui si mise seduto fissando il piatto.
"Di cosa volevi parlare?" le domandò mia madre.
"Niente di importante, volevamo solo che alla festa di natale si aggiungesse anche una torta per il compleanno di Louis" risposi io al posto di Louis.
Non era il momento giusto, sapevo che lui non era pronto e sicuramente non lo ero neanche io.

"Harry" mi chiamò Louis.
Presi un tavagliolo pulendomi la bocca e mi alzai.
"Io ho finito, vado in camera mia" dissi prima di uscire dalla cucina.
"Harry" mi richiamò Louis seguendomi "Perché? Hai paura?" prese la mia mano fermandomi.
"Sì Louis, ho paura!" cercai di farmi lasciare, non volevo che mi toccasse perché poteva mandarmi in confusione ogni suo gesto "Louis io... Se dovessero allontanarci?" avevo paura.
"Lo so ma... Prima poi lo dovranno sapere" spiegò Louis "Voglio non dovermi nascondere" concluse.

Spostai lo sguardo da Louis alla figura che c'era vicino l'entrata della cucina. Simon ci stava ascoltando e teneva le braccia conserte senza dire nulla.
"Lo-Louis.." balbettai.
Il moro si voltò e fece subito un passo indietro non appena vide Simon.
"Venite tutte e due in salotto. Subito!" ci ordinò Simon.

They Don't Know About Us// Larry StylinsonWhere stories live. Discover now