33- Resti stasera?

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''Sarè, so de avè fatto na cazzata enorme a vende casa nostra e non ho nessuna giustificazione pe tutto ciò, se non che so un coglione. Tornassi indietro è la prima cosa che eviterei, però voglio viverti sempre, nun me va più di vederti qualche sera a settimana. Vieni a vivere qui con me'' Niccolò, che aveva completato di prepare la crema per la carbonara, spense il fornello sul quale era posizionata la padella con il guanciale, che essendo bello croccante era già pronto e si avvicinò al tavolo prendendo il suo bicchiere di vino e facendo un enorme sorso, per poi sedersi davanti a me aspettando che la pasta si cuocesse. Lui prese le mie mani e io mi accorsi soltanto in quel momento che era già da un po che stavo trattenendo il respiro. Avrei voluto davvero baciarlo subito e dirgli di si, eppure non potevo, la vita di Niccolò non era cambiata da anni fa, aveva più impegni e passava tutti i giorni, o quasi, in studio dato che ormai si autoproduceva e si doveva occupare anche delle pratiche amministrative, anche se aveva sempre l'aiuto e il supporto di Gabriele e Adriano, ma per me era diverso, non ero più la ragazza che andava all'università e che si organizzava i turni al bar con Gaia, in base alle proprio esigenze, adesso il mio compito era quello di salvare delle vite e non potevo permettermi di gestire i miei turni in base alle esigenza di un altra persona. A Niccolò però andava bene tutto questo? Notti in cui io non ci sarei stata, chiamate in piena notte e pieno giorno dove ogni secondo poteva cambiare la vita di un bambino.

''Nì, lo sai che non sarà più come prima? Voglio dire, ci saranno giorni e notti in cui io dovrò stare in ospedale, momenti in cui c'è la possibilità che mi chiameranno all'improvviso e dovrò..'' Il moro davanti a me sembrava parecchio confuso dalle mie parole, probabilmente si aspettava un semplice si o no, ma io non potevo decidere se prima non avevo la certezza che Niccolò fosse a conoscenza di tutto ciò. Lui aveva ripreso in mano la bottiglia di vino, ma si era bloccato nel versarlo nei due calici.

''Che stai dicendo? Che c'entra?'' Non mi fece finire a parlare che mi interruppe, non capendo esattamente il senso del discorso, ormai conoscevo fin troppo bene ogni sfumatura del suo sguardo e non ci misi molto a capire quanto il suo fosse uno sguardo confuso. Versò di nuovo il vino rosso nei due calici per poi alzarsi e andare a controllare la pasta, che essendo pronta scolò per poi ripassare in padella con il guanciale e la crema per la carbonara. Non era facile riuscire a intrapendere quel discorso in quel momento, dato che Niccolò, non solo era estremamente sexy quando si destreggiava tra i fornelli, ma essendo quasi a fine luglio era senza maglia e indossava soltanto i pantaloncini.

''Nì, però mettiti na maglia almeno'' Niccolò scoppiò a ridere versando nei piatti la pasta per poi tornare da me con i due piatti porgendomene uno, fortunatamente quello meno pieno, dato che sembrava avesse cucinato davvero un chilo di pasta soltanto per noi due. Lui sorrise maliziosamente sapendo che dopo tutto questo tempo mi faceva ancora lo stesso effetto, mentre io alzai gli occhi al cielo per la sua spavaldaggine.

''Non ti stuferai di tutto ciò?'' Avevamo iniziato a mangiare e davanti a una carbonara, sopratutto se cucinata da Niccolò, nessuno dei due riusciva più a dire nulla. I nostri pranzi o cene erano sempre stati così, in silenzio, non un silenzio imbarazzante ma quello che ci faceva godere a pieno il cibo. Quel giorno però ero stata io a rompere quel silenzio, facendo rimanere il moro di stucco, tanto che era rimasto con la forchetta ferma in aria, dato che stava per mangiare l'ultimo boccone di rigatoni.

''Amore ma che dici? So benissimo cosa comporta il tuo lavoro. E quando ho deciso di volerti ad ogni costo, ho deciso di accettare anche questo'' Io, dopo aver ascoltato quelle parole, rimasi in silenzio per  qualche secondo, sorseggiando ancora un sorso di vino ma non riuscì a trattenere un sorriso sincero e non riuscì a non diventare tutta rossa in viso, cosa che ovviamente non sfuggì a Niccolò che scoppiò in una risata riempendo la stanza. Sapevo che l'amore, sopratutto quello di Niccolò, ti riempe il cuore di gioia, ma quando sentì che Niccolò mi voleva ad ogni costo, sentì dentro di me nascere una felicità immensa.

''Allora fammi almeno fare i piatti, dato che verrò a vivere qua non puoi fare tutto te'' Mi alzai sparecchiando la tavola, facendo alzare gli occhi al cielo al mio uomo. Niccolò, in casa, aveva la lavastoviglie eppure sapeva quanto fossi fissata che prima di essere messi dentro, i piatti andavano sciacquati, così come sapevo quanto Niccolò non sopportasse che facessi le cose da sola, infatti si era alzato aiutandomi con piatti, bicchiere e posate, facendo in modo di riuscire a sistemare il tutto in meno tempo possibile. Quando Niccolò cucinava, sembrava essere appena passato l'uragano Catrina e aver preso di mira la cucina, infatti in quel momento stavo pulendo il ripiano della cucina, dove c'era di tutto, tra olio, pepe, pecorino e uovo.

''Quanto sei testarda! Ma ti amo anche per questo'' In quel momento sentì due braccia cingermi la vita, il moro mi tolse la spugna, con il quale stavo pulendo la cucina, dalle mani per poi costringermi a voltarmi, i miei occhi si era fiondati direttamente sui suoi color cioccolato. Avevo delicatamente intrecciato le mani intorno al suo collo mentre le sue mani erano ormai finite sotto la maglietta.

''Ti amo anche io'' Sorrisi mordendomi il labbro come provocazione per il moro che delicatamente fece combaciare le nostre labbra, chiedendo subito l'accesso con la lingua che ovviamente gli fu concesso all'istante, le nostre lingue iniziarono a danzare tra loro e io sentivo l'adrenalina nascere dentro di me, sopratutto dopo che Niccolò aveva delicatamente poggiato le mani sui miei glutei e mi aveva sollevato leggermente per poi farmi poggiare sulla penisola della cucina.

"Resti stasera?" Fummo costretti a staccarci da quel bacio soltanto nel momento in cui ad entrambi era venuto a mancare il fiato, anche se nessuno dei due aveva intenzione di spostarsi di un solo centimetro dalla posizione in cui eravamo. Niccolò con sguardo speranzoso, anche se non sapeva che non avrebbe dovuto sperare perchè io sarei restata comunque.

"Resto stasera"Non feci in tempo a rispondere che le labbra del moro si fiondarono di nuovo sulle mie, iniziando ancora una volta una danza tutta loro.

Niccolò aveva voglia di me e io ormai gemevo quasi per la voglia che avevo di lui. Delicatamente mi afferrò di nuovo sui glutei portandomi in camera da letto, mentre le nostre labbra non avevano nessuna intenzione di staccarsi, se non quei pochi secondi per riprendere fiato. Il mio ragazzo mi stese delicatamente sul letto, poggiandosi su di me con delicatezza, in quel momento le labbra del moro scivolavano lungo il mio collo fino al mio seno, fermandosi nel punto in cui il mio corpo era ancora coperto da reggiseno e cannottiera. Lui delicatamente si spostò, facendo alzare di poco la parte superiore del mio corpo per sfilare la mia cannottiera e dopo avermi lasciato vari baci sulle spalle anche il reggiseno, mentre io giocherellai con l'elastico dei suoi pantaloni per poi lasciarlo soltanto in boxer e prendere il controllo della situazione. Sfilai delicatamente anche i miei shorts per poi farlo stendere sul letto e  mettermi a cavalcioni su di lui e strusciarmi lentamente all'altezza del suo bacino.

''Amo, te prego..'' Niccolò emise un piccolo gemito di piacere, mentre io mi chinai su di lui, facendo appoggiare il mio seno sul suo petto e facendo combaciare di nuovo le nostre labbra. Dopo tutto ciò che era successo negli ultimi due giorni, avevo bisogno di sentire quanto Niccolò mi desiderasse e in quel momento mi stava dimostrando davvero quanto mi volesse, mi divertivo a farlo soffrire un po, almeno fino a quando lui non capovolse di nuovo la situazione, facendomi stendere sotto di lui. In poco tempo ci trovammo entrambi completamente nudi e i nostri corpi si erano uniti a diventare un tutt'uno.

Fare l'amore con Niccolò era qualcosa di unico ed eccezionale, non era mai sesso, non era un bisogno fisico, era il bisogno di espressione, era passione e il fuoriuscire di sentimenti che tenevamo dentro e che non riuscivamo a far uscire mai, eravamo noi e tutti i problemi, i conflitti, le litigate, in quei momenti scomparivano completamente, non c'era nient'altro se non io e Niccolò.


Buonasera, strano ma vero..sto pubblicando ad un orario normale. Sto già scrivendo il prossimo capitolo, che però non so quando uscirà, cercherò di pubblicare il prima possibile.

Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi. - UltimoWhere stories live. Discover now