«La tua ammissione di colpa non è sufficiente. Adesso le cose si complicano e rimediare sarà anche più difficile» sbottò subito dopo, non stentando a mantenere la sua compostezza. 

L'uomo annuì con tono grave. «Riparerò io stesso alla mia mancanza, ho solo bisogno di una cosa» lasciò la frase in sospeso mentre studiava l'atteggiamento del suo signore in attesa di conferma o di confutazione al suo azzardo.

Sapeva che stava chiedendo troppo, che aveva già esaurito tutta la sua scorta di fortuna che la situazione e la sua posizione avevano richiesto, eppure tentò ancora una volta sperando che il fato potesse aiutarlo ancora proprio come in passato.

L'uomo lo guardo con sguardo diffidente, ponderando tutte le alternative alla ricerca della risposta: avrebbe dovuto concedere un'altra possibilità? Oppure se ne sarebbe dovuto occupare da solo, proprio come sempre?

La prima missione era andata fin troppo bene, e per questo aveva deciso di ingaggiarlo ancora una volta per risolvere il problema che affliggeva le sue giornate e che gli procurava mille ed uno crucci che rendevano il suo prezioso sonno poco stabile e inquieto. 

Non aveva attualmente un'altra opzione al posto suo, per cui non potè esimersi dall'annuire silenziosamente ma con aria grave. «I tuoi bisogni, in base ai servigi che mi hai prestato, non sono mai stati proporzionati ma sono curioso di sapere cosa vuoi stavolta».

L'uomo fece un mezzo sorriso e rizzò le spalle, assumendo una posa sicura di sè e perfettamente dritta. Espose nel dettaglio il suo piano, gli occhi infervorati da una luce di vittoria assicurata e di certezza nella sicura riuscita di quel piano assolutamente perfetto che non vedeva l'ora di attuare -se solo gli fosse stata data la possibilità. Gli occhi scuri dell'altro divennero ancora più tetri mentre valutava attentamente le parole che fluivano con concitato vigore dalla bocca sottile del suo interlocutore, tutto intento a fargli toccare con mano la vittoria che avrebbe avuto.

«Hai il mio permesso, ma fai in modo che questa sia la volta definitiva» esordì infine quello, voltandogli le spalle ed andando via con passo lento e cadenzato sotto lo sguardo soddisfatto dell'altro.

Poteva già sentire la vittoria in pugno e la sensazione di euforia che ne derivava.

Perchè no, stavolta non avrebbe mancato il bersaglio.


...................................


«Mi avete mentito» fu il sibilare arrabbiato che seguì lo sbattere della porta dello studio del dottore, che rimbalzò per il contraccolpo contro il muro e cigolò singolarmente. Sulla soglia della porta, Taehyung strinse gli occhi verso Hoseok, che aveva guardato la scena con le sopracciglia alzate e l'espressione sorpresa.

«Nonostante siate parte della famiglia reale, le buone maniere impongono perfino a voi di annunciarvi prima di entrare nel mio studio» rispose con fare palesemente infastidito, facendo una smorfia nella direzione di Taehyung.

«Il rispetto lo porto a chi me lo da, non a chi tenta di rovinare il rapporto con mio marito» sbottò Taehyung, avanzando verso di lui fino a posare entrambe le mani sulla scrivania. Negli occhi cerulei lampeggiavano sentimenti diversi, tutti connotati dalla stessa grande irritazione dovuta alla presa di coscienza che Hoseok gli aveva mentito.

Quel giorno, quando era andato a chiedergli delle informazioni per provare ad estrapolargli qualsiasi notizia circa la terapia che stesse seguendo Jungkook e gli obiettivi raggiungibili tramite questa, Hoseok gli aveva espressamente detto che lui stava danneggiando la fragile psiche del principe quasi costringendolo ad avere degli incontri intimi, facendogli vivere attimi di panico che non avrebbe mai dimenticato.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now