quella fottuta notte

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rientriamo nel ristorante, Cami alla fine ha risposto "dobbiamo vederci appena possibile. dobbiamo parlarne.". Cole si è seduto alla mia sinistra e a Casey non piace molto questa cosa, dato che ogni tanto lui mi sussurrava cose e io ridevo. Casey è invece alla mia destra e, al contrario di Cole, non mi ha rivolto parola stasera.
è arrivato il momento di pagare, ognuno paga il suo, cioè ovvio, Roberto non poteva pagare per tutti noi. Cole paga per me. aspetta cosa? mi sono persa un passaggio. gli vado vicino
L: perché?
Cole: cosa?
L: perché hai pagato per me?
Cole: è un modo per farmi perdonare, sai, quelle cose che hai detto su di me, non sono totalmente errate
L: quindi stai riconoscendo di essere un totale idiota?
Cole: totale no. a tratti
L: confermo
Cole: confermi

mentre camminavamo verso l'hotel, la mano di Casey stringeva sempre di più la mia, fino a farmi male. strappo via la mia mano dalla sua. Cole mi vede dolorante e mi viene vicino
Cole: Lili tutto ok?
L: si
Cole: no

mi prende la mano, ormai tutta rossa, e me la bacia. è così tremendamente bello.
Lili ma che dici, tu stai con Casey!

a proposito di lui, ha visto tutta la scena e ora è tutto rosso dalla rabbia.
arriviamo in hotel e Casey non mi ha nemmeno salutato. dopo essermi struccata, io e Camila mettiamo uno dei nostri molti pigiami coordinati

 dopo essermi struccata, io e Camila mettiamo uno dei nostri molti pigiami coordinati

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~verso le 2:00 a.m.~
Camila dorme, ma io non ho chiuso occhio, continuo a pensare a me e Casey...e a Cole. decido così di andare a fare un giro in terrazza per godermi la vista di Vancouver di notte, ed è mozzafiato. c'è il cielo stellato che illumina la città e tutte le luci dei grattacieli accese. decido di stendermi a terra e arrotolare la mia felpa sotto la mia testa, come un cuscino. tutto tranquillo, tutto sereno, finché non sento il rumore della vetrata aprirsi. mi nascondo dietro un vaso per vedere chi sia e noto una figura incappucciata che fuma una sigaretta. decido di restare dove sono e di non fare rumore, ma la figura si gira verso di me e si avvicina. merda, ho paura. resto immobile. finché non sento
-"Lili, sei tu?"
mi giro e noto...Cole! si, era una voce familiare.
L: che ci fai qui?
C: potrei farti la stessa domanda
L: non ho sonno e preferisco guardare le stelle
C: beh, e se...mi unissi a te?
L: va bene
L: ma, perché fumi?
C: fumo solamente quando sono nervoso
L: e sei nervoso?
C: no, da cosa l'hai dedotto?
L: fanculo

in questo momento sto così bene, e non so nemmeno io il perché. guardo Cole negli occhi, tutti rossi e gonfi, l'ho notato solo ora.
L: Cole
C: dimmi
L: da quant'è che non dormi?
C: perché t'interessa?
L: perché m'interessa
C: da circa 3 o 4 notti credo
L: Cole..
L: c'è qualcosa che non va?
C: sono cose personali Lili
L: oh scusa allora
C: ma...credo di potermi fidare di te
L: non farlo se non vuoi
C: e io invece voglio
C: sai, Dylan in questi giorni non sta molto bene, credo che sia per via vi nostra madre. ci ha abbandonati all'età di soli 9 anni e siamo cresciuti solo con nostro padre. ora si è ripresentata solo da Dyl. e Dyl sta male per me, e io, a mia volta, sto male per lui che sta male. magari lei non ricorda neanche della mia esistenza
L: Cole non dire così. ovvio che si ricorda di te, un figlio non si può dimenticare così facilmente. e poi chi si dimenticherebbe di te, dai su, parliamoci chiaro, sei così..così
C: superficiale? stronzo? opportunista?
L: no. dolce. cortese. calmo. affascinante. incantevole. divertente. creativo.
C: davvero pensi tutte queste cose di me?
L: si..e tu...cosa, beh, cosa pensi..di me?
C: beh, quel vestito ti stava da dio, bimba. sei così dolce e genuina. io..io vorrei poter essere tuo amico
L: ma già lo sei Cole. già lo sei...

it's pretty, pretty lateWhere stories live. Discover now