Giochiamo a scacchi a 300km/h

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Intervista a: MartinaT22

Quando mi chiedono di nominare uno sport imprevedibile, la prima cosa che mi viene in mente è la Formula E.

Si avete capito bene, non la Formula uno ma la Formula E.

Il primo assaggio che ho avuto di Formula E è stato l'E-Prix di Roma della Stagione cinque. Non avevo idea di che cosa fosse la Formula E, né di come funzionasse, sapevo solo che si trattava di una corsa con le macchine elettriche. Mio padre la stava guardando e io ricordo di aver detto:

"La Formula E, che schifo! Macchine elettriche che non fanno rumore, non c'è divertimento!". Io seguo la Formula uno e la Formula E mi sembrava solo una brutta copia. Infatti la gara non l'ho neanche vista tutta. Ma mi sono dovuta ricredere!

Ho iniziato a seguire la serie quest'anno con la prima gara a Riad ed è stato amore a prima vista. Io non conoscevo nulla delle gare, dei piloti, nulla di più assoluto. Gli unici due piloti che conoscevo erano quelli della Mercedes EQ, Stoffel Vandoorne e Nyck de Vries, che hanno avuto una storia legata alla Formula uno e alle categorie minori.

A mano a mano però ho iniziato a voler conoscere di più della storia di questa categoria, della parte tecnica e di come è strutturata una gara. Seguivo ogni minuto di ogni gara del tentativo di sapere più cose possibili e anche di divertirmi.

Perché la prima cosa che ti viene da pensare che la Formula E sia noiosa.

Vi dico solo che ce n'è da divertirsi!

Gli E-Prix di Formula E ti tengono incollata alla TV più di qualsiasi altra gara di motorsport. È come una roulette: può succedere sempre di tutto. È divertente perché le macchine sono di base tutte uguali e quindi non ci sono top team o squadre a basso livello. Tutti in Formula E possono vincere o perdere. Se parti tredicesimo o ultimo puoi ancora giocartela, cosa che invece non succede quasi mai in Formula uno.

In Formula E ci sono molti più contatti tra le monoposto e quindi il divertimento è assicurato.

Pensate i primi due circuiti cittadini della Formula uno.

Baku o Monaco, no?

Ecco pensate un totale campionato con quel tipo di piste. Si corre sempre in circuiti cittadini dove il muro è sempre pericolosamente il buon amico dei piloti.

Lucas di Grassi, uno dei primi piloti di Formula E ad entrare nella categoria e campione nel 2017, nel documentario "And we go green" ha detto che è come giocare a scacchi a 300 km/h. Gli E-Prix di Formula E sono davvero molto divertenti da vedere e i piloti danno veramente il massimo e di sorpassi ce n'è in ogni minuto dei 45 della gara.

Come ho detto prima, non conoscevo quasi nessuno dei piloti. Quindi, tra le prime cose che ho fatto è andarmi a documentare su internet, tramite video su YouTube e vecchie gare.

Sono sicura che vi stupirete dalla grande quantità di piloti di Formula E che sono stati in Formula uno. Almeno metà griglia ha avuto un passato nella Formula uno. La maggior parte di loro è stata sbattuta fuori dalla massima categoria perché considerata mancante di talento o non adatta agli standard della corsa automobilistica più famosa al mondo.

Giusto per citarne qualcuno: Jean-Eric Vergne che è il pilota mio preferito, è stato pilota nella scuderia Toro Rosso dal 2012 al 2014. Aveva fatto parte del Red Bull Junior Team per diverso tempo, ma poi, per motivi a me ancora sconosciuti, è stato sbattuto fuori come era successo a tanti piloti prima di lui. E proprio nel 2014, dopo la Formula 1, aveva disputato il suo primo E-Prix di Formula E a Punta del Este con il più brutto stato morale possibile.

Sapete cos'era successo in quell'E-Prix?

Aveva preso la pole, ma poi in gara aveva avuto dei problemi tecnici, ma comunque se la stava giocando per il podio. Alla faccia di chi alla Formula uno non ha visto il talento!

Nel 2018 ha vinto il suo primo mondiale di Formula E e l'anno dopo si è ripetuto. È l'unico pilota ad oggi ad aver vinto due mondiali consecutivamente e anche con due tipi di macchine differenti.

La sua storia mi ha colpito più di chiunque altro. Ma non è l'unico: Sebastien Buemi, pilota della Toro Rosso dal 2009 al 2011, Lucas di Grassi, pilota della Virgin nel 2010, Jerome D'Ambrosio, Sam Bird, terzo pilota Mercedes dal 2010 al 2012, e lo stesso Vandoorne che era stato pilota McLaren dal 2016 al 2018, hanno tutti vinto o campionati o gare in Formula E.

Questo dovrebbe far riflettere tante persone.

Purtroppo, non sono ancora riuscita ad incontrare nessuno di questi piloti e nemmeno ad andare a vedere una gara di Formula E, cosa che mi piacerebbe tantissimo.

L'unico E-Prix che fanno in Italia è a Roma ed è davvero speciale, consiglio a tutti di andare a vederlo una volta nella vita.

Molta gente dice è dell'idea che le macchine non facendo rumore non è per niente emozionante come vedere la Formula uno.Non è perché il rumore della macchine è simile a quello di un frullatore, allora le gare devono essere brutte. Anzi la maggior parte delle volte sono anche più divertenti.

Adesso tutti i fan dei motori combustili mi diranno che sto dicendo un sacco di cavolate, ma io rispondo "provare per credere". Guardate una gara di Formula E, anche passata, poi mi fate sapere. Uno dei miei E-Prix preferiti di Formula E è stato Messico Season 5, perchè Lucas di Grassi ha fatto il sorpasso per la vittoria proprio sulla linea del traguardo! È stato qualcosa di incredibile!

Concludo con il dire che la Formula E è la serie di motorsport più imprevedibile che io abbia mai visto e puoi tifare per chiunque tu voglia perché tutto può succedere.

Concludo con il dire che la Formula E è la serie di motorsport più imprevedibile che io abbia mai visto e puoi tifare per chiunque tu voglia perché tutto può succedere

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Buongioorno tutti. Ecco un'altra bellissima intervista, dove non si parla completamente di Formula uno. È una versione diversa che mi piacere portare avanti magari anche con altri bellissimi sport motoristici e non.
Ringrazio Martina per avermi fatto scoprire un lato completamente diverso della Formula E, che non conoscevo a pieno.

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