Capitolo cinque.

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"Ciao piccola Luna"

Mi volto lentamente, con il cuore che batte all'impazzata.

Mi ritrovo davanti Lele, sorridente, e un ragazzo abbastanza innervosito, per l'appellativo usato, guardarmi.

Ed eccoli lì.

Con gli occhiali da sole fissi sopra il suo inseparabile capello per tenere in ordine i capelli schiariti.

Indossa una maglia a maniche lunghe nonostante sia settembre e faccia ancora caldo, ma la cosa non mi stupiva.

L:'Ti volevo presentare un mio amico, lui è..'

N:"Ciao T" - sussurro.

T:'Ciao Noe' - sussura anche lui.

Non so spiegare cosa sia la mia testa e il cuore in questo momento, non ci capisco nulla.

É davanti a me il mio incubo e il mio sogno assieme.

Le sensazioni erano reali.

Lele ci osserva confuso e decide di dileguarsi con la scusa, pessima, di aver sentito Valerio chiamarlo, con tanto di scenetta comica.

L:"Ops, scusatemi, Valerio mi chiama! Uffa, io volevo PROPRIO rimanere qui a sentirvi parlare, vabbe... ARRIVO VALE ECCOMI!"

Sento Tancredi ridacchiare, io mi limito a sorridere. È strano ciò che sento.

È qui, davanti a me, ma è una persona completamente diversa.

T:"Sentivo che fossi qui, sai? È da qualche settimana che ti percepisco" - dice poi mi guarda incuriosito. - "Che ci fai qui, Noe?"

N:" Il cuore mi ha portato qui, dovevo andarmene da Napoli.. troppi ricordi" - mi fermo e lui osserva, forse anche per lui sono diversa.

T:" Io sto lavorando qui per roba del web, i ragazzi con cui hai fatto amicizia sono miei amici, è pesante ma è..."

N/T:"... Quello che ho sempre voluto fare"

Mi guarda sorpreso, poi abbassa la testa e sorride rialzando lo sguardo.

T:" Non hai dimenticato nulla, vero?"

Ricambio il sorriso e lo guardo. - "Non potrei mai, no."

-

Le settimane passano, finalmente si avvicina la data per un ritorno, anche se di pochi giorni, a Napoli.

Ho visto i ragazzi spesso durante questo tempo, abbiamo creato un bel gruppo e sono felice di avere qualcuno qui con cui stare.

Tanc è comparso spesso dopo il nostro incontro, ma non ci siamo mai fermati a parlare più di tanto.

Lele aveva preso l'abitudine di chiamarmi 'piccola Luna', in riferimento al mio tatuaggio, perché a detta sua, la Luna è il primo elemento che si vede.

La cosa non è piaciuta a Tancredi, ma ovviamente nessuno sa della nostra situazione, sanno solamente che siamo stati insieme in passato, quindi non ha obbiettato.. anche se guardava male Lele appena lo sentiva pronunciare quelle parole

Sembra essere passata una vita eppure è passato quasi un'anno.

Decido di uscire da sola oggi, ne ho bisogno per rimettere insieme alcuni pensieri.

Prendo due metro e mi fermo a corso como per andare allo Starbucks e poi dirigermi verso Citylife.

Mi siedo nel solito posto e prendo il quaderno, scrivendo frasi senza senso.

"Ciao piccola Noe"

Alzo lo sguardo e guardo Tanc in piedi davanti a me.

N:"Ciao T, vuoi sederti?"

Annuisce e si siede al mio fianco, gettando uno sguardo sul quaderno e ridacchiando.

Rimaniamo in silenzio per un po' e stiamo bene così.

Non abbiamo bisogno di parlare, bastano le occhiate che ci lanciamo, lui che sbircia sul mio quaderno, io che lo guardo mentre gioca con il telefono.

T:" Non mi piace il fatto che Lele ti chiami 'piccola Luna'.." - dice, rompendo il silenzio.

N:" Potresti dirglielo, sai?"

Chiudo il quaderno e lo poso nello zaino.

N:" Ancora ci penso a quando si è avvicinato pensando di presentarmi una persona nuova e chiamandomi cosi, sono rimasta spiazzata... ma infondo sapevo che non era nel tuo stile... non ti saresti neanche avvicinato se mi avessi vista"

Tiro le gambe verso il corpo e appoggio la testa sulle ginocchia continuando a guardarlo, lui sospira e poi ricambia il mio sguardo.

T:" Ti ho vista spesso, non mi sono mai avvicinato, anzi spesso cambiavo posto.. poi non ce l'ho più fatta, scusami"

N:" Non ti ho chiesto io di andartene Tancredi, hai fatto tutto da solo"

Non mi risponde, si limita a lasciarsi andare contro il muretto.

N:" Il tuo biglietto l'ho consumato, sai cosa vuol dire? Non me ne sono fatta una ragione per mesi.. poi semplicemente ti ho lasciato andare, ho deciso di trasfermi con Alice ed eccoci qui, a quasi ottocento kilometri da casa, insieme a parlare.. non era nei miei piani"

Lui ascolta tutto con gli occhi chiusi e ciò mi porta a continuare ancora il mio discorso.

N:" Ho deciso di andarmene quando non ti sentivo più.. ho sempre percepito la tua presenza ovunque andassi, specialmente nei nostri posti.. una parte di me sapeva ovunque tu fossi, poche volte non ho percepito la tua presenza, ma compariva sempre quando tornavo sul nostro muretto dopo pochi giorni.. ho capito che avessi lasciato la città quando passata la settimana la sensazione non tornava e mi sono decisa.. non puoi immaginare il dolore Tancredi, non puoi nemmeno sopportare il vuoto che avevo ed ho dentro"

A questo punto, con gli occhi gonfi dalle lacrime, raccolgo il mio zaino e mi alzo, ma lui mi ferma, afferrandomi il braccio.

T:" Tu non puoi immaginare il mio nel doverti lasciare andare"

Lo guardo negli occhi, pieni di lacrime come i miei.

Ed in quel momento mi rendo conto, anche se già sapevo nel profondo del cuore che, nonostante tutto, lui sarebbe sempre stato l'unico per me.



Congelato nel tempoWhere stories live. Discover now