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«Mami» sento la voce di mio figlio chiamarmi dalla sua cameretta; prima di alzarmi per raggiungerlo, lancio velocemente un'occhiata allo schermo del computer per vedere l'ora e mi accorgo di come sia volata la mattinata. Una volta entrata in camera, lo trovo a terra circondato dai giochi di Brian, segno che stavano giocando insieme fino a poco tempo fa; mi siedo sul letto, poco prima di essere raggiunta da Gabriele che si siede al mio fianco. «Ma papà?»

«Starà arrivando, è uscito con lo zio Davide; andiamo a preparare il pranzo?» Rispondo alla sua domanda, passando una mano tra i suoi capelli e ricevendo un segno di assenso da parte sua; afferra la mia mano e, una volta in cucina, si accomoda su una sedia e rimane nella stanza per farmi compagnia. «Gabri, sai che oggi io e papà dobbiamo andare dalla dottoressa?» Mi siedo al suo fianco mentre inizio a tagliare le verdure, in attesa di una reazione da parte sua; visto come è andata l'ultima volta, oggi lasceremo che sia nostro figlio a decidere se venire o non venire con noi alla visita per il quinto mese.

«Se vuoi venire, sai che a noi fa piacere; altrimenti, puoi andare al parco con Leo e Dede e poi noi ti raggiungiamo. Oggi potremmo scoprire se sarà un maschietto come te o se invece arriverà una sorellina, ma se vieni sentirai ancora il cuoricino.» Non appena finisco di parlare, sentiamo la porta chiudersi, segno che è rientrato Patrick e, infatti, poco dopo ce lo ritroviamo in cucina; si avvicina a noi, lasciandomi un bacio tra i capelli e ricevendo un abbraccio dal figlio. «Ciao papi.»

«Ciao piccoletto.» Lo saluta, girando il volto per lasciargli un bacio sulla guancia. «Che avete fatto stamattina?»

«Io il bravo, la mamma le cose brutte che fa lei.» Patrick mi guarda confuso, chiedendomi implicitamente una spiegazione. «Io ho lavorato un po' e stavo per buttare il computer fuori dalla finestra per colpa di un cliente, ma lui ha fatto seriamente il bravo; prima ha colorato un po' vicino a me e poi è andato in cameretta per giocare con Brian, ma non l'ho sentito tutta la mattina.» Patrick scompiglia i capelli di Gabriele ridendo, poco prima di iniziare ad apparecchiare per il pranzo.

«E adesso stavamo parlando della visita, ma non mi ha ancora dato una risposta.» Abbasso il tono della voce per non farmi sentire da nostro figlio. «Ci provo io adesso, però Davide mi ha ripetuto che se c'è bisogno possiamo portarlo da loro e passare a riprenderlo più tardi.» Mi sorride, prima di dedicarsi a nostro figlio.

«Zio Davide mi ha detto che quando ci vedremo vuole sapere se avrai un fratellino o una sorellina; glielo vuoi dire tu o dobbiamo pensarci io e la mamma?»

«Ma io ho paura.» Ammette Gabriele con un filo di voce, confermando i nostri dubbi. «Amore, non ti obblighiamo; se verrai con noi, dovrai sentire quel rumore che ti fa paura, altrimenti andiamo noi e poi ti diciamo se avrai un fratellino o una sorellina. Ma tu lo sai che non devi avere paura perché è una cosa bella sentire quel rumore; e, soprattutto, se vuoi piangere fallo, perché anche la mamma piangerà.»

«Cutrone, fai poco il figo che fino a prova contraria ti emozionerai pure tu.» Cerco di mantenere un tono serio, ma purtroppo non mi riesce e mi ritrovo a ridere alla provocazione di mio marito.

«Adesso mangiamo e dopo decidi, va bene?» Intervengo io, portando i piatti a tavola e, inaspettatamente, la risposta non tarda ad arrivare. «Mami, vengo.» Patrick gli scompiglia ancora una volta i capelli, prima di alzare lo sguardo verso di me e sorridere: entrambi eravamo convinti che sarebbe venuto con noi oggi.

***
«Gabri, appena sei pronto, inizio con la visita; sai già che sentirai il battito del cuoricino, ma è una cosa bella.» Il piccoletto annuisce, appoggiandosi al petto del padre e afferrando la mia mano; non appena il rumore del battito si diffonde nella stanza, sento la mano di Gabriele aumentare la forza della stretta, ma poco dopo si rilassa sotto il tocco delle carezze del padre.

Con uno sguardo|| Patrick CutroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora