Non che Taehyung se ne fosse stato con le mani in mano senza fare nulla, comunque. Aveva ricercato modalità di dialogo alternative anche con la complicità del consigliere Yoongi, che sembrava essere dalla sua parte. Almeno lui. 

I risultati erano stati scadenti e deludenti, ma Taehyung non si era posto delle aspettative troppo alte. Attualmente, ciò che desiderava come se ne valesse della sua vita, era incontrare gli occhi color caffè di Jungkook per potercisi specchiare e magari leggervi gli stessi sentimenti che si agitavano nel suo animo in tempesta. 

Perchè gli occhi di Taehyung esprimevano una sorta di lento e agonizzante malessere dovuto alla distanza, alla mancanza di una mano gentile tra le sue, di un piccolo e segreto sorriso scambiato con le guance rosse e il naso arricciato, un odore di lamponi e miele cullarlo nei suoi sogni e nei suoi risvegli. 

Mancavano come l'aria quelle piccole gocce di normalità delle loro vite. 

Essere separati era peggio di qualunque punizione Taehyung avesse mai sperimentato, soprattutto perché ingiustamente inflitta.

Pregò mentalmente e con il cuore a battergli furiosamente nel petto che Jungkook si voltasse verso di lui, che lo guardasse anche solo per qualche attimo senza far finta che neanche esistesse, ma fu costretto a deglutire silenziosamente per sciogliere il nodo alla gola come non accadde nulla.

Il principe guardava solo re Jeon, che si era issato dalla sua comoda poltrona per avvicinarsi a Jungkook e scrutare la mappa aperta con occhi rischiarati dalla punta di dubbio. La pesante corona gli pendeva dalla testa e Taehyung si chiedeva per quale motivo la indossasse anche per starsene a parlare di strategie militari nel suo studio. 

Per certi versi, era peggio di suo padre, che teneva la corona esattamente affianco al letto su un cuscinetto in velluto rosso. Si addormentava e si risvegliava guardandola, ma non la teneva sul capo se non in situazioni formali o in cui era richiesto indossarla. 

«Vostra Maestà, l'ipotesi avanzata da sua altezza non è da escludere. Abbiamo ricevuto due stesure ufficiali, e secondo quanto affermato dalle sentinelle da poco rientrate, i barbari non hanno nemmeno portato via tutti gli accampamenti». Un consigliere di re Jeon aveva fatto un passo avanti e un inchino prima di iniziare a parlare e come finì la frase, fece un altro inchino e tornò a mettersi nell'angolo.

Re Jeon alzò lo sguardo su di lui, un'espressione vuota era in lotta con gli occhi scuri simili a quelli di Jungkook, che esprimevano irritazione. «E perchè vengo informato solo adesso?».

Il consigliere sbiancò visibilmente e strinse le labbra in una linea dura. «Perdonatemi, Vostra Maestà, non abbiamo ritenuto rilevante tale informazione fino a che Sua altezza Jungkook non ha avanzato la sua ipotesi più che valente» ammise quello.

Re Jeon non gradì particolarmente quell'affronto, e Taehyung pensò che quella sarebbe stata l'ultima volta che quel consigliere toccava il pavimento reale. Azioni del genere non rimanevano mai impunite.

«Cosa ci si aspetta dai barbari? Che siano dei signori? Potrebbe essere un fatto da non sottovalutare ma non è sufficiente per continuare a rimanere sulla difensiva» asserì il re con tono che non metteva repliche, passando poi a guardarli alternativamente. 

Stava silenziosamente intimando che non venisse proferita alcuna parola dopo la sua, in quanto lui era il sovrano e la sua parola era legge.

«Potrebbe essere utile continuare a pattugliare il confine per una settimana almeno, in modo da poter monitorare eventuali movimenti sospetti. Proporrei l'invio di truppe di ricognizione per scongiurare ogni pericolo e limitare eventuali danni in caso di attacco» s'intromise allora Taehyung, alzando gli occhi cerulei su quelli del re, in modo da sostenere lo sguardo del reale senza esitazione alcuna. 

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now