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Yoongi

Era ormai passato un mese da quando mi trasferii a Seoul, la tournée era finita da un pezzo e finalmente potevo permettermi un po' di relax, tanto che cercai una casa non troppo grande per stare nella grande città che mi aveva consigliato tempo fa il mio migliore amico e assistente Jimin, che oltretutto quando non viaggiava insieme a me, abitava proprio lì.

Uno di quei giorni, non volendo rimanere ancora chiuso in casa, decisi di andare un po' in giro per controllare se vi fossero negozi che vendevano vinili, li adoravo e avevo sempre fatto la collezione fin da ragazzino.

Fin da piccolo infatti, i miei genitori, per quanto severi nel momento in cui mi sedevo al mio amato pianoforte, mi avevano sempre viziato abbastanza.
Certo io non ero questo granché di ragazzino, ero piuttosto tranquillo e sempre dedito alla musica, quindi l'unica cosa che gli chiedevo ogni qual volta riuscissi a vincere una gara era proprio un vinile.

I miei preferiti erano dei più grandi artisti degli anni '70 e '80, ma apprezzavo anche quelli più vecchi di qualche secolo, proprio perché abituato ad ogni gara ad ascoltarne due o tre così da poter imparare alla perfezione tutte le note che avrei dovuto suonare ad una certa competizione.

Amavo suonare il pianoforte, posare le dita su quei tasti era la cosa più rilassante che potessi fare da mattina a sera nonostante fosse piuttosto stancante visti i ritmi a cui i miei genitori mi avevano fatto abituare.

Eppure non avevo molti amici a scuola, l'unico che ero riuscito ad avere e conservare nonostante tutti gli anni passati era proprio Jimin, un ragazzo alto quanto me e in quel periodo con dei capelli biondi, tendenti al platino, piuttosto magro e sempre molto allegro.

Era il mio totale opposto, ma ero sempre andato abbastanza d'accordo con lui, inoltre mi aveva seguito da quando sono diventato un pianista abbastanza famoso e affermato in tutto il mondo, cercava sempre di non farmi mancare nulla e di stare sempre al mio stesso passo per quanto affrontare quella vita fosse difficile quasi anche per me stesso.

Gli volevo un gran bene, anche se non lo dimostravo quasi mai, al contrario di lui che spesso e volentieri si prendeva cura di me quando io invece non ci riuscivo completamente.

Dopo essermi ripreso dai miei pensieri, indossai un paio di occhiali da sole, il mio adorato cappello nero a tesa larga e una mascherina, per poi uscire di casa e salire sulla nuova auto che ero riuscito ad acquistare al mio arrivo qui a Seoul.

Quando arrivai in centro il primo luogo ad incuriosirmi, oltre a qualche ristorante in cui sarei passato magari a cena quella stessa sera, fu un negozio di vinili, proprio ciò che cercavo.
Lessi l'insegna e la osservai attentamente, i colori erano piuttosto accesi, forse troppo per i miei gusti e tra la prima e la seconda parte del nome vi era un enorme 33 giri.
"Pure Vinyl.. Chissà se troverò qualcosa di interessante" dissi per poi mettere piede all'interno del negozio.

La solita campanellino suonò per annunciare che un cliente, in questo caso proprio io, fosse appena entrato e subito dopo aver salutato, mi misi a vagare per il negozio, era piuttosto grande e le corsie erano molte e piuttosto larghe, niente male direi.

Tutto era perfettamente in ordine di nome e di epoca e apprezzai non poco quel particolare.

Dopo alcuni minuti a girare tra le varie corsie sentii uno sguardo bruciante addosso, non ci feci troppo caso, non era fastidioso, quindi decisi semplicemente di continuare il mio giro.

Più passava il tempo, però, e più quello sguardo mi seguiva, quasi mi perseguitava.
Finché non sentii una voce, "Posso aiutarla?" al che mi voltai, leggermente spaventato, e osservai con enorme attenzione colui che aveva appena parlato, notò con piacere che si trattava di un ragazzo, aveva i capelli azzurri pastello, un colore che sinceramente alla sola vista non faceva che rilassarmi.

La mia stanzetta, nella casa in cui abitavo quando ero piccolo, infatti, era esattamente di quel colore.

I suoi occhi, la seconda cosa che notai del ragazzo, erano molto scuri ma di una forma particolari, mi ritrovai a pensare che fossero molto attraenti.

Mi soffermai per ultimo sulle sue labbra, che tornarono a muoversi, ma che non facevo altro che osservare, senza realmente ascoltare ciò che mi veniva detto.
Erano sottili e rosee, davvero adorabili.

Poco dopo sentii un piccolo colpetto alla spalla, che proveniva sempre dallo stesso ragazzo, che si era a quel punto avvicinato a me visto che non lo avevo totalmente degnato di una singola parola.

"Signore? Mi sente?" disse il ragazzo senza nome, che proprio in quel momento avrei voluto sapere.
"Sì, mi scusi.. Mi ero distratto.. In realtà non cercavo nulla in particolare, mi piacerebbe provare qualche nuovo artista" dissi schietto, d'altronde era proprio per questo che ero entrato lì.

"Da questa parte, prego" disse, dopo essere rimasto pochi secondi a squadrarmi da capo a piedi, forse per comprendere il significato delle mie parole e consigliarmi qualcosa che mi sarebbe potuto piacere.

"Penso di avere qualcosa che fa per lei signore" mi avvertì, invitandomi a seguirlo.

Vinyl LoveWhere stories live. Discover now