24- E' bravissimo anche a consolarti, no?

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''Non sto dicendo che tu l'abbia fatto, sto dicendo che non lo so. E ho sempre preferito non pormi il problema, dato che sei libero di fare ciò che vuoi'' capì dal suo sguardo che non fu del tutto entusiasta delle ultime parole, anche se in quel momento avevo riacquistato un minimo di lucidità. Io e Niccolò non stavamo insieme, non eravamo nulla e io non ero nessuno per proibirgli di frequentare qualcun'altro, se lui lo avesse voluto. Fece per rispondere ma l'uscita di Marco dalla porta scorrevole che dava alla sala operatoria lo bloccò, qualsiasi cosa avesse da dirmi in quel momento poteva aspettare, dato che era Lorenzo ad avere la priorità. Ci alzammo a quelle sedie scomode andando verso il ragazzo.

''E' andato tutto bene, nessun tipo di complicazione. Lo terremo un paio di giorni in osservazione, giusto per precauzione'' Gaia e Adriano in quel momento tirarono un sospiro di sollievo, così come anche noi che avevamo deciso di non abbandonarli in quel momento. Lorenzo stava bene ed era uscito in quel momento dalla sala operatoria, nonostante per i prossimi due giorni sarebbe dovuto restare li.

***

Quella giornata sembrava non conoscere una fine, era iniziata nel peggiore dei modi con la perdita del piccolo Mirko e con il passare delle ore non accennava per niente a migliorare. Per fortuna però mancavano poche ore alla fine, Gaia e Adriano avevano deciso di passare la notte in ospedale mentre io ero ero rientrata a casa da poco, giusto il tempo di una doccia e di indossare qualcosa, dato che il giorno successivo sarei dovuta tornare in ospedale. Il mal di testa quella sera non ne voleva sapere di lasciarmi pace eppure non feci in tempo a stendermi sul divano che dovetti alzarmi sbuffando, dato il suono insistente del campanello.

''Che fai qua?'' il moro era davanti a me con un sacchetto di cibo spazzatura. Niccolò sapeva bene quanto fosse la mia salvezza il cibo spazzatura dopo una lunga giornata pesante.

''Hai detto che è stata una giornata pesante, no? E ti conosco abbastanza bene da sapere che non hai fatto cena'' Niccolò non si sbagliava per niente, quando avevo queste lunghe giornate la maggior parte delle volte saltavo la cena, sia per mancanza di voglia per mettermi a cucinare, sia perchè la stanchezza prevaleva anche sulla voglia di mangiare, dato che non si poteva parlare di fame. Non potevo pensare che la mia incazzatura fosse del tutto sparita, o la sua dato che ero stata io a utilizzare parole anche fin troppo pesanti e sbagliate, ma quando lo vidì davanti alla porta non riuscì a non farlo entrare.

''Divano?'' Avevo sempre reputato che se dovessimo mangiare schifezze era giusto farlo sul divano, magari davanti ad una serie tv, anche se poi probabilmente avremmo fatto un casino con le briciole, ma non c'era nulla che non potesse essere pulito. Io annuì sorridendo, felice di sentirlo ricordare quelle piccole cosa a cui io davo particolarmente importanza.

''Nì, mi dispiace per le parole che ho usato oggi, non pensavo che..''Avevo rotto quel silenzio che si era venuto a creare dato l'impegno che stavamo mettendo nel goderci quei due panini. Niccolò per non mi diede nemmeno il tempo di finire di parlare, che appoggiò un dito sulle mie labbra, facendo segno di non dire altro con la testa.

''Sarè, io ti amo'' Rimasi ferma guardando Niccolò, senza riuscire più a dire nulla e data la sua espressione sconvolto direi che nemmeno lui si era davvero reso conto delle parole che era appena uscite dalla sua bocca.

''Cosa?'' Il moro accanto a me soltanto in quel momento alzò lo sguardo, che aveva abbassato qualche minuto prima, facendo così incrociare i suoi occhi color cioccolato con i miei blu mare.

''Non ho più voglia di nascondere ciò che provo. Ti amo e sei sempre stata la donna della mia vita, nulla di tutto ciò è cambiato'' io sorrisi abbassando lo sguardo imbarazzata, facendo però cosi uscire quel lato di Niccolò fatto di paranoie.

''Non sei costretta a..''non lo feci finire a parlare che appoggiai delicatamente le labbra sulle sue, avevo ben capito che cosa stesse per dirmi e non volevo nemmeno che potesse pensare una cosa cosi. Tutto ciò non significava stare insieme e lo sapevo benissimo, quello era un altro passo che aveva bisogno di altro tempo.

''Moriconi, sta zitto. Ti amo anche io'' non feci in tempo a finire la frase che vidi comparire sul suo viso, il suo sorriso, quello di cui ero sempre stata innamorata. Quel sorriso che ne era sempre stato la causa del mio e anche in quel momento non era da mano, dato che incosciamente mi ritrovai a sorridere anche io, almeno fino a quando lui, in risposta alle mie parole, appoggiò delicatamente le labbra sulle mie, facendo così iniziare ad intrecciare le nostre lingue, per poi ritrovarci ad essere un tutt'uno su quel divano.

La nostra era sempre stata una storia travagliata, eppure non avevamo mai smesso di amarci. Spesso è complicato, non ci diciamo tutto e le parole che non diciamo diventano rabbia, così ci prendiamo a schiaffi con gli sguardi fino a che non sciogliamo i nostri cuori neglli abbracci.

Buonasera,
chiedo scusa per il ritardo ma sono stata parecchio impegnata negli ultimi giorni.

Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi. - UltimoWhere stories live. Discover now