25. Rebeka, Newt

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*Rebeka's pov*

Era sera, poco prima dell'ora di cena, le Porte si erano finalmente chiuse e mi ero appena fatta una doccia in contemporanea con Ashley.
Ci eravamo separate solo perché lei aveva appuntamento con Thomas al Casolare e io avevo semplicemente voglia di stare un po' per i fatti miei. Il via vai della Radura poteva essere particolarmente stressante alle volte, soprattutto se lo si vive dopo essere tornati dal Labirinto.
Ero seduta con la schiena completamente appoggiata alla corteccia di un albero relativamente largo nei pressi della foresta, faceva abbastanza freddo e il leggero venticello serale mi muoveva i capelli.
Mi limitai a chiudere gli occhi e godermi quel momento di pace, inspirai ed espirai la brezza fresca con ritmo regolare, e rilassai i muscoli.
"Ti stavi rilassando senza di me?" chiese Newt comparendo all'improvviso davanti a me.
"Pensavo stessi ancora lavorando" sorrisi prendendogli una mano, costringendolo a sdraiarsi tra le mie gambe.
"Ho appena finito, ti stavo cercando" mormorò appoggiando la testa su una di esse, dandomi la possibilità di far vagare la mano tra i capelli biondi.
"Ah si?" risi abbassando lo sguardo.
"Novità dall'esterno?" domandò sospirando rilassato.
"Oggi ho fatto una breve ricognizione della Sezione 2, niente Dolenti" risposi continuando ad accarezzargli la testa.
"Mmh" annuì a sua volta lui, probabilmente pensando a cosa potesse significare.
"Newt, sta tranquillo" sorrisi prima di vederlo alzare la testa verso di te, facendo incontrare i miei occhi e i suoi.
Alzò leggermente il mento e lo baciai, lui in risposta si tirò su facendo pressione sugli avambracci e si ritrovò al mio fianco, mi lasciai scivolare senza staccare le labbra dalle sue e finì nella stessa posizione in cui lui si trovava prima, con la testa appoggiata alla sua coscia.
"Preferisci ancora stare da sola?" rise lui appena riuscimmo a staccarci.
In risposta dal basso inarcai un sopracciglio e velocemente feci pressione con il palmo sulla sua fronte, spostandogli la testa all'indietro.
"Conosco già la risposta" cantilenò a sua volta, facendomi ridere sottovoce.
"Hai finito?" risi alzando gli occhi al cielo.
Iniziò ad accarezzarmi i capelli, passando ogni tanto i polpastrelli anche sulla nuca e sul collo, cosa che mi faceva essere ancora più rilassata di prima.
Passarono svariate decine di minuti, e tra baci, spintoni e coccole arrivò il momento di spostarci verso le cucine.
"Fame?" chiesi all'improvviso ridendo nel sentire il suo stomaco brontolare.
"Assolutamente" scoppiò a ridere in risposta premendomi un altro bacio sulle labbra, prima di alzarsi e tendermi la mano per seguirlo.

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