dodici.

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alla fine sì, akaashi e bokuto uscirono.

si fecero un giro per il parco; ma bokuto ci tenne a precisare che non era un appuntamento quando vide che akaashi arrossì più del solito.

decisero di andare ad un parchetto vicino il college e si presero un gelato.

"quindi conosci kenma?" bokuto chiese, una volta seduti sulla panchina.

"si, ci conosciamo da quando siamo piccoli. io, lui, oikawa e un altro ragazzo."

"quello bassino con i capelli arancioni?"

akaashi annuì, mangiando il suo gelato alla nocciola.

"il mio migliore amico non la smette di parlare di questo kenma. kenma qua, kenma là"

"potrei farglielo conoscere." disse tranquillamente il bruno, ma bokuto spalancò gli occhi.

"oh no, no nono, sarà la fine. per me, per te e per kenma."

akaashi rise, "come mai dici così?"

"lo conosco. già ora che lo vede e basta è una palla, figurati quando lo conoscerà. gli starà attaccato e quando non c'è, si riverserà o su di me o su di te"

"non mi sembrava così tanto drastico."
akaashi finì la coppetta e, buttandola nel cassonetto alla sua sinistra, rigirò lo sguardo su bokuto, che aveva anche lui finito già da un po'.

"dove andiamo?"
chiese poi, cambiando argomento.

"che ne dici se passiamo alla pizzeria qua e la portiamo in stanza?"
bokuto propose quando keiji annuì, sorrise.

presero due margherite e si avviarono verso il college, non smettendo di parlare.

"comunque da ubriaco sei più stupido del solito." il bruno scherzò, ricordandosi della sera prima.

bokuto ridacchiò, "me lo dicono in tanti, ma non ricordo spesso cosa faccio quando non sono sobrio, quindi non capisco mai il perché."

ad un certo punto, keiji si fermò.

oh no. no no. assolutamente no.

"ehm, dobbiamo per forza continuare dritto?" prese a mordicchiarsi un'unghia, provando a non guardare in quella direzione;

koutaro alzò un sopracciglio, "perché?"

ma prima che akaashi potesse rispondere, si sentì una voce.

"hey, kei! da quanto tempo!"

bokuto, non capendo perché il bruno fosse in imbarazzo, e iniziando a percepire tensione nell'aria, si girò verso la voce.

tu, non mi piaci.

akaashi, con un po' di esitazione, alzò lo sguardo, e vide dopo tanto tempo colui che lo salvò.

"hey, miya."

"ti ho detto molte volte di chiamarmi pure atsumu!" il biondo sorrise, girando il viso verso bokuto, il quale stava osservando la scena con le mani in tasca.
"e tu sei?"

colui che ti darà un pugno, amo.

"bokuto koutaro." rispose semplicemente. c'era qualcosa di pesante nell'aria, era tensione.

e non gli piaceva.

specialmente perché akaashi sembrava una dodicenne che ha appena incontrato la sua cotta.

"va bene dai! ci vediamo in giro?" atsumu salutò tenendo su il suo sorriso - che bokuto voleva menare-, e senza aspettare risposta superò il bruno, procedendo dritto.

"kei?"

bokuto chiese, provando a non suonare infastidito, e alzò un sopracciglio, guardando ora akaashi.

"è un diminutivo di keiji-"

"lo so questo. come mai?"

"è stato lui ad aiutarmi di più con il mio ex ragazzo. e quando era violento spesso mi difendeva, se era davanti. quindi abbiamo legato parecchio — diciamo"

"e ti piace?"

bokuto. cosa.

"cosa? no! di che parli?" akaashi
rispose di fretta, ridacchiando e guardando in basso, muovendo la mano per negare.

"te l'ho detto, mi ha aiutato e non lo vedevo da tanto."

bokuto non disse niente, annuì e si girò, continuando a camminare.

non parlarono per tutto il tragitto rimanente, e arrivato nella stanza bokuto ignorò gli argomenti di akaashi.

ovviamente.

finì la pizza e si alzò, disse un veloce "notte" al bruno e si chiuse in camera.

akaashi posò la fronte sul tavolo e sospirò.

cosa è successo? conosce atsumu e lo odia? hanno fatto a botte? hanno provato ad uccidersi? lavoravano insieme nella mafia?

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raga ho fatto le ciocche dei capelli davanti rosse 😭😭😭
SEMBRERÀ strano ma esiste una ship atsumu x akaashi si lo so LO SO. vabbè.

bokuaka ✯ room 102.Where stories live. Discover now