Prologo

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A V V I S O

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Sahara occidentale, 1926

La sabbia del deserto ardeva a quell'ora del giorno e lentamente scivolava via, trascinata dal vento caldo che spirava da sud. L'orizzonte era incerto e si perdeva completamente oltre le dune. L'odore aspro della polvere da sparo, misto a quello del sangue, rendeva l'aria, densa per il caldo, ancora più soffocante.

Corpi di uomini morti erano disseminati ovunque e il silenzio che di colpo era sceso dopo una raffica di spari, era turbato ora da un fievole rumore di cavalli al galoppo che veniva da lontano.

La nube di polvere, che si alzava in direzione di quel rumore, bastò a spaventare i ribelli fautori di quella strage, che presero a scappare nella direzione opposta.

Il maggiore della legione straniera Antoine Legros, accasciato al suolo, per un attimo ringraziò il cielo per la fine di quell'incubo, ma non appena si guardò intorno e vide solo corpi inermi, prese disperatamente a cercare con lo sguardo anche quello di sua moglie, che, come purtroppo immaginava, giaceva immobile e ricoperto di sangue a qualche metro da lui. Fu preso dall'angoscia e in un impeto di rabbia cercò di alzarsi, ma un dolore lacerante al petto lo fece ricadere. Perse i sensi per qualche secondo finché sentì un flebile pianto non molto lontano da lui. Cercò di aprire gli occhi e pur sforzandosi di gridare più forte che poté, dalle sue labbra uscì solo un suono quasi afono.

- Mylène... - fu tutto quello che riuscì a mormorare e quel pianto si fece ancora più forte. I suoi occhi finalmente videro per l'ultima volta il volto di sua figlia Mylène.

Era viva, sì, almeno lei era ancora viva e in quel momento si aggrappava angosciosamente al corpo del padre.

La nube di polvere, nel frattempo, si era fermata e degli uomini si stavano avvicinando. Se fossero arrivati prima, forse la vita di tutti quei soldati legionari che scortavano l'ufficiale e la sua famiglia non sarebbe andata perduta e Mylène Legros non avrebbe perso i suoi genitori.

Uno degli uomini appena arrivati, in apparenza il loro capo, si era inginocchiato accanto al maggiore, ma ormai non c'era più nulla da fare. Antoine lo vide e prima di chiudere gli occhi per sempre, confidò nell'onestà che vedeva negli occhi di quell'uomo sconosciuto, per dirgli le sue ultime parole in un arabo stentato.

- Prenditi cura di lei... - riuscì a mormorargli mentre stringeva con le sue ultime forze la mano di sua figlia. Poi di colpo chinò il capo e, con la speranza che almeno Mylène sarebbe uscita sana e salva da quella terribile tragedia, la sua anima disse addio al suo corpo librandosi nel cielo, verso la dimensione di un'altra vita.

L'uomo, che immobile aveva assistito alla scena, guardò la ragazzina che era inginocchiata vicino a lui: era molto giovane, non doveva avere più di quindici o sedici anni.

Senza nessun indugio, giurò su Allah che si sarebbe occupato di lei per sempre e che avrebbe riscattato l'affronto che il suo onore di uomo del deserto aveva subito.

Guardò intorno i cadaveri e decise che non avrebbe avuto più pace finché, anche a costo della propria esistenza, non avrebbe lavato l'offesa e l'umiliazione col sangue del suo nemico che aveva osato invadere i confini del suo territorio e decidere al suo posto della vita degli stranieri che lo attraversavano.

Poi guardò ancora Mylène e gli sembrò così indifesa che nessun uomo le avrebbe negato la sua protezione. Capiva infatti, che quella piccola donna non aveva forse più nessuno al mondo e un padre che muore non può non sperare per la propria figlia una persona che gli sia accanto e la guidi durante la sua eterna assenza.

Lasciò che Mylène sfogasse le sue lacrime vicino ai corpi senza vita di suo padre e sua madre, poi la prese e la condusse via.

Non sapeva neanche che cosa dirle per consolarla, perché non conosceva una sola parola di francese, ma dentro di sé sentiva che lei sarebbe stata molto importante per lui.

Una piccola voce nel profondo del suo cuore forse gli aveva già predetto che quella ragazzina di quindici anni presto sarebbe diventata sua moglie e lei, guardandolo negli occhi, gli aveva dedicato un suo primo sorriso di speranza.

Desert RoseOnde as histórias ganham vida. Descobre agora