Apice

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Il suo appartamento era arredato in maniera elegante e abbastanza sobria, al contrario del proprietario. Oikawa accese lo stereo e offrì una birra a Hinata, che rifiutò perchè non gli piacevano gli alcolici. Lo prese in giro per i suoi gusti infantili da perfetto chibi-chan.
Andò in cucina a prendere una birra e un succo di frutta lasciando Hinata a gironzolare per la casa e a guardare i suoi trofei e le sue riviste sportive. Sembrava abbastanza tranquillo, al contrario di lui che invece iniziava a innervosirsi. Quella notte era quella giusta, gli aveva dato delle buone vibrazioni fin da subito, come quando stava per fare un servizio vincente. Si avviò in salotto e trovò Hinata che gli dava le spalle sfogliando un vecchio giornale scolastico. Oikawa lo osservò senza farsi notare, aveva in mano colui che aveva desiderato di nascosto per così tanto tempo, eppure era irrequieto. L'atmosfera era rarefatta, irreale come quella di un sogno, sembrava potesse disfarsi da un momento all'altro. Si avvicinò attirando l'attenzione di Hinata e gli passò da bere.
"Perchè hai questo vecchio giornale dove parlano di Ushiwaka?"
"Perchè così posso rodermi d'invidia pensando che su quei giornali io non ci sono mai finito, era un privilegio riservato agli assi." commentò sarcastico bevendo dalla sua bottiglia.
"Però una volta sei stato intervistato in televisione, proprio quando dovevano inquadrare noi! Tanaka-san e Noya-san avrebbero voluto ucciderti per averci rubato la scena, Dio che ricordi..."disse Hinata con un sorriso "Mi mancano quei tempi, così tanto..."
Oikawa gli prese il viso tra le mani "Che cosa vuoi adesso, Hinata?" .
"Io...non so." disse esitante.
Oikawa gli baciò dolcemente le palpebre chiuse, le guance morbide, il collo esposto.
"Io voglio te" gli sussurrò a un orecchio "Lasciati andare, affidati a me."
"Non ne posso più" sibilò dolorosamente Hinata. Non capì a cosa si riferisse ma lo lasciò parlare. "Non voglio più pensare, ti prego." aggiunse il più piccolo mentre lo sentiva sciogliersi nelle sue carezze, abbandonarsi completamente alla sua mercé e capì di aver vinto.
"Tutto quello che vuoi." disse Oikawa prima di calarsi su di lui.
Era proprio il momento in cui l'altro era più fragile, smarrito e bisognoso.
E visto che Oikawa non era assolutamente una brava persona, ne approfittò.

Lo fece stendere sul letto e lo spogliò piano, cercando di dissimulare la sua urgenza. Gli baciò il petto e l'addome, sentendolo sospirare piano sotto di sé. Poi lo sentì muoversi e prima che se ne rendesse conto si era messo seduto.
"Anche tu." disse prima di tirargli la maglia affinchè la togliesse.
Oikawa sorrise lievemente e obbedì. Vista l'apparenza infantile e il modo di fare ingenuo si dimenticava troppo spesso che non aveva a che fare con uno alle prime armi. Hinata era più smaliziato di quanto non sembrasse e dimostrava una sorta di agonismo anche in quel contesto intimo.
"Calma, chibi-chan, nessuno ci corre dietro."
"E' Shouyo" disse lui, cercando di fare una faccia decisa ma finendo solo per sembrare più buffo.
"Sho-chan." disse allora Oikawa, catturando le sue labbra e premendolo contro il materasso, facendo aderire i loro petti.
"Ho detto Shouyo" protestò debolmente Hinata.
"Sho-chan" ripetè Oikawa "ti chiamerò solo così, rassegnati. E tu chiamami Tooru, intesi?" disse iniziando a toccarlo più intimamente e a muoversi su di lui. Lo guardò un'ultima volta, i suoi occhi più seri e intensi, occhi di chi non scherzava più "Perchè te lo farò invocare tante, tante, tante volte."
Hinata non disse più nulla. Non che avesse potuto o voluto.
Oikawa quella notte lo prese su quel letto ampio e non solo nel corpo. Il suo non era solo un atto sessuale ma una dichiarazione d'intenti, non voleva possederlo solo carnalmente. Cuore, anima, mente, voleva tutto di lui. Perchè era un perfezionista e se faceva una cosa, la faceva a regola d'arte.
Voleva riprendersi quello che gli era stato negato per troppo tempo.
"Guardami, guardami Sho-chan. Guardami sempre, non staccare gli occhi da me." gli sussurava sulla bocca quando lo vedeva distaccarsi troppo. Voleva che si perdesse, ma voleva anche che rimanesse cosciente di chi lo stava portando alla deriva, doveva sprofondare con lui, non solo a causa sua, voleva che lo guardasse negli occhi mentre godeva dandosi completamente a lui e gettava alle spalle il suo passato.
Il puro atto meccanico l'avrebbe potuto fare con chiunque e Oikawa odiava essere interscambiabile, si era sempre distinto in tutto e quel momento non doveva fare eccezione.
Gli bisbigliò una serie di parole dolci e oscene e vide Hinata mettere gradualmente da parte ogni pudore cominciando a rispondergli e a lasciarsi coinvolgere in quel gioco perverso.
Quando arrivarono all'orgasmo sentì che il suo piccolo amante era sfiancato non solo fisicamente ma anche psicologicamente, tanto che crollò subito addormentato per le emozioni troppo intense.
Oikawa lo spiò soddisfatto mentre lo cullava tra le braccia, sapendo in cuor suo di aver appena conquistato una dolce, agognata e meritata vittoria.

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