#17 Sono stanca di amare

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La macchina avanzava indisturbata tra le strade di Bologna, la loro meta era sempre piú vicina e la macchina di Nelson gli stava alle costole, come a volergli ricordare che c'erano anche loro.
Cesare aveva insistito per stare seduto davanti, e Tonno gli aveva ceduto il posto senza troppi complimenti, come se pensasse che anche lo stare vicino alla ragazza potesse compromettere se stesso.
E forse lo pensava davvero, tra tutti i pensieri che gli schiacciavano la mente che lui non riconosceva, che cercava di evitare il piú possibile, che spezzava sotto false convinzioni.
"la tua playlist fa schifo Chiara, posso mettere qualcosa di decente almeno?"
Sentire Cesare lamentarsi non si poteva considerare come una delle cose piú confortevoli dell'universo, ma almeno cosí il suo cervello riusciva a concentrarsi su qualcosa che non fossero i suoi sentimenti
"se non hai buon gusto non è colpa mia Cesu" ribattè Chiara duramente, non staccando gli occhi dalla strada davanti a sé.
"buon gusto?" sputò lui, mettendo su un'espressione tra lo schifato e lo sconcertato. Tonno non riusciva a non chiedersi come facesse a sopportare entrambi.
Chiara era una persona distaccata, che non lasciava mai intravedere le sue insicurezze, i suoi dubbi, le sue emozioni, ma se i suoi punti deboli venivano anche solo sfiorati diventava ingestibile, capace di spezzarti con il solo guardo, una belva con lunghi capelli marroni e delle dita piene di pellicine tirate via con i denti. Cesare era il contrario: amante dei riflettori, non aspettava un attimo per mettersi in mostra. Non sembrava essere spaventato da nulla benchè meno avere dei punti deboli, eppure il ragazzo lo conosceva abbastanza bene per sapere che anche lui temeva qualcosa, anche lui aveva qualcosa che lo rendeva debole, in un modo o nell'altro.
Insieme stavano, perciò, come stanno bene due calzini spaiati sotto scarpe troppo basse per essere nascosti, che vanno a braccetto finchè qualcuno non si accorge di loro, poi é il caos.
"ti prego mi fai mettere qualcosa di decente?" il tono di Cesare era lamentoso, sia Chiara che Tonno esalarono un sospiro scocciato
"non per offenderti, non lo farei mai" iniziò Tonno, l'ironia nella sua voce era tagliente "ma hai rotto il cazzo"
Vide le labbra della ragazza incresparsi in una mezzaluna perfetta all'insú, mentre Cesare gli riservava uno sguardo falsamente offeso e metteva su un broncio, prima di tornare a guardare fuori dal finestrino.
"sei un bambino Cesare eddai" lo apostrofò Chiara, mentre entrava nello spiazzale dello studio e, con un paio di manovre, entrava nel primo parcheggio libero, seguita a ruota da Nelson e gli altri.
Lui, in risposta, la guardò con un espressione esausta in viso, che favorí il sorrisino storto della ragazza
"Oh il bambino è stanco" disse con una vocetta intenerita "vero?"
Tonno vide Cesare entrare nella parte, e annuire flebilente con un'espressione dolce e innocente in viso. Era incredibile quanto gli fosse facile immedesimarsi in tutto ciò che gli andava a genio nel giro di pochi secondi, ed essere il frontman di Space Valley gli aveva quasi affinato questa capacità.
Vide Chiara sporgersi in avanti per dare un bacio sulla guancia a Cesare, che sorrise timidamente e le scompigliò i capelli. Tonno era rapito da tutto quello, talmente tanto ipnotizzato da quella strana scena che non si accorse di Nicolas, che gli si era avvicinato e ora gli sussurrava in un orecchio le parole che Tonno temeva piú di tutte
"geloso, eh?" ridacchiò, rubando un attimo l'attenzione del ragazzo, che cadde immediatamente sul viso di Nicolas. Tonno alzò le sopracciglia
"io geloso? Per cosa dovrei essere geloso?"
Dietro gli occhiali da vista, Nicolas alzò gli occhi al cielo e si sporse per aprire lo sportello del suo lato
"non puoi negarlo per sempre Tone" gli sussurrò, prima di dare un cinque a Chiara e scendere dalla macchina, chiudendo la portiera con un colpo sordo.
"ci vediamo Chiaretta" disse Cesare, prima di far scontrare il suo pugnetto con quello della ragazza, poi anche il suo sportello si aprí e si richiuse con un colpo sordo.
"a dopo Chiaretta?" chiese Tonno, con un piede già fuori dall'abitacolo, la vide storcere il naso
"non credo. Voglio andare da Elia stasera e non credo riesco a venire da voi"
Il ragazzo mise su un finto broncio, oppure si sforzò per renderlo tale. Un serata nerd senza la loro fidata compagna di Netflix e cibo spazzatura non poteva considerarsi la stessa.
"se mai ti passasse per la mente di venire, ti assicuro io per Nelson che la porta è sempre aperta" sorrise mentre il bellissimo sorriso storto faceva capolino sul volto della ragazza. Si scambiarono un cinque e un pugnetto e la portiera venne chiusa con un botto sordo. Tonno si incamminò verso la porta dello studio dove Frank lo aspettava pazientemente e la vide uscire dallo spaziale, mentre oltrepassava l'entrata e l'aria accogliente dello studio gli inebriava la mente, con i suoi colori sgargianti e le varie stranezze che lo caratterizzavano.

Sorridi || Space Valley ||Where stories live. Discover now