The world through your eyes

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Scese dallo Shinkansen in quell'assolata mattina di Giugno, e anche in mezzo alla caotica folla di Tokyo notò subito quei capelli assurdi; Kuroo lo accolse con discrezione, salutandolo come un vecchio amico e Kei ringraziò che almeno in pubblico mantenesse una parvenza di pudore.
Lo accompagnò al suo appartamento, quello che da un paio di mesi divideva con un altro studente universitario e già nell'atrio iniziò a stuzzicarlo al suo solito modo. Kei lo lasciò fare, ma quando, nelle vicinanze della porta, cercò di sollevarlo e varcare la soglia come due novelli sposini rispose con un calcio negli stinchi, dando a Kuroo il pretesto per lamentarsi di quanto fosse spietato ed insensibile il suo ragazzo, dopo più di due settimane che non si vedevano.
Ma era tutta una commedia e Kei lo sapeva bene, così com'era finzione anche la propria, perchè quando la porta si chiuse e Kuroo lo avvolse nel suo abbraccio, Kei sospirò, si lasciò toccare e spogliare, abbandonò ogni resistenza e si lasciò completamente andare all'urgenza dell'altro, che lo travolse con parole sussurrate, insopportabilmente loquace anche in quel frangente. Kei rimase in silenzio, si lasciò sopraffare, non proferì neppure una parola in risposta, ma si crogiolò in quelle del suo amante .
Tutto il resto tacque.

Sentì una mano sfiorargli il capo e aprì gli occhi distinguendo i contorni del suo ragazzo, seppur molto offuscati.
"Ehi, è ora di cena." disse Kuroo "Alziamoci e prepariamo qualcosa, così parliamo un po'".
Dopo l'amore si erano appisolati per quel che restava del pomeriggio, avvinghiati nei modi più strambi e scomodi, respirando l'uno l'aria dell'altro; Kei sarebbe andato avanti ad oltranza, ma poi la decenza lo aveva richiamato all'ordine, strappandolo da quel mondo di lenzuola umide, gambe sudate e baci assetati. Era sempre così, quando era con Kuroo.
Prepararono una cena semplice, chiacchierando e aggiornandosi su tutti quegli argomenti troppo lunghi o importanti per essere discussi al telefono o su Skype.
"Il fatto è che lui non capisce, non si rende conto." stava dicendo Kei, più prolisso del solito, mentre Kuroo lo ascoltava in silenzio mescolando la zuppa di miso "Yamaguchi ha sempre avuto bisogno di figure di riferimento, è più forte di lui, ha sempre bisogno di qualcuno che lo guidi e tende ad attaccarsi a chiunque si dimostri un minimo assertivo. E così facendo tende ad equivocare certi sentimenti, considera amore quello che in realtà è bisogno di conferme,di sicurezza o che so io..." intrecciò le dita di entrambe le mani di fronte a sé, come tutte le volte che era inquieto e non sapeva come spiegarsi "Il problema è che a lungo andare qualcuno potrebbe approfittarsene, soprattutto se ha molti più anni ed esperienza di lui, non dico che sia questo il caso ma..."guardò Kuroo, aspettandosi un qualche commento che però si fece attendere, dato che l'altro ragazzo si prese il suo tempo per assaggiare il brodo, fare una smorfia e aggiungere altro sale. Poi lo guardò sornione e disse:
"Secondo me vorresti farti Yamaguchi" disse tranquillo, come se avesse appena commentato il sapore del cibo.
"Ma che diavolo dici, mentecatto." rispose Kei oltraggiato.
"Ma sì, sembra che tu voglia una specie di esclusività, fino a poco tempo fa eri tu il suo unico punto di riferimento e adesso che non è più così ti rode, eccome se ti rode!" disse con un sorrisino canzonatorio, ma gli occhi inteneriti.
"Sai, a volte quando parlo con te mi sembra di sprecare fiato, sembra che tutto quello che dico sia una barzelletta..." sbuffò Kei.
"Ma è meglio no? Almeno alleggerisco i tuoi discorsi tetri ." disse affettuosamente Kuroo abbracciandolo da dietro, prima di aggiungere: "Io penso che a Yamaguchi tu sia sinceramente affezionato e questo è senz'altro positivo."
"Preferirei solo che non ci restasse male perchè dopo sarò io a dovermi sorbire i suoi piagnistei."
"Starà bene." affermò Kuroo "Non lo conosco quanto te, ma non mi pare così fragile come appare, né così ingenuo e sprovveduto. Sembra un uccellino spaurito, ma al momento giusto..."
"Non cominciare con le solite pessime metafore." lo interruppe Kei prima che si lanciasse in uno dei suoi voli pindarici.
"Lascialo fare, sarà lui stesso a capire se questo Shimayama..."
"Shimada..."
"...se questo Shimada va bene per lui e in caso di errore subirà le conseguenze e ne verrà fuori a testa alta"
Kei rimase in silenzio riflettendo.
"E comunque sei adorabile quando fai la mammina apprensiva" disse arpionandolo e trascinandolo sul pavimento, ignorando le sue proteste.

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