CAPITOLO 22

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Ho dovuto ripubblicare il capitolo a causa di un problema che ha avuto il sito. Se vi va di lasciarmi un nuovo commento, se lo avete fatto con la mia pubblicazione precedente, mi fareste davvero piacere. Saluto gli hacker che hanno letto la mia strampalata storia sul presidente del consiglio italiano e vi auguro buona lettura!




"Ma si può sapere cosa cazzo avevi in mente?!" Rossella sbatte con forza il portone alle sue spalle, sentendo tutta la rabbia, che è riuscita a tenersi dentro per tutte le scale, venire furiosamente fuori. "Prendere a pugni la gente, ma sei pazzo?"
"Rossella?! Ma che succede?!" Dalla cucina spunta la testa di Antonio, attirato dall'ira funesta della donna, ma viene subito interrotto dalla mano di Andrea che sbatte con rabbia contro il muro. "Io sarei pazzo?! Ma ti rendi conto di cosa ha fatto quell'uomo?! Di cosa avete fatto?!"

"Andrea, basta! Ti ho già spiegato molte volte che è finita tra noi, finita!"
"Eppure lui stasera era qui e ti stava aspettando!" Continua ad urlare lui, con ancora più fervore.

"Ma che cazzo c'entra?! Non gli ho mica aperto io! Antonio!"

In quel momento, il povero coinquilino, che cautamente e con religioso silenzio cercava di andare in camera sua, si ritrova bloccato da due paia di occhi infuocati.

"Sei stato tu ad aprire a Giu-al premier, vero?"
"Beh, veramente gli ho offerto solo una birra..."
"UNA BIRRA?!" Andrea si porta le mani tra i capelli, preso dallo sconforto. "Ma si può sapere perché fraternizzi col nemico, per la miseria?!"

"Il nemico?"

"Sì! L'infame, lo stronzo, il traditore della patria!"

"Beh, ora cominci un po' ad esagerare." Afferma, Antonio, scambiando poi uno sguardo preoccupato con Rossella.

"Io starei esagerando?!" Il volto di Andrea sembra essere più rosso della sciarpa che ha intorno al collo. "Quello lì è un mascalzone, un approfittatore! Si presenta nella mia concessionaria per ingannarmi, seduce Rossella per avere potere su di lei! Ringrazio Dio, ogni giorno, di non aver mai simpatizzato per lui politicamente, ha ragione Salvini!"

"Cosa?" A quel nome, qualcosa in Rossella sembra destarsi. "Cosa hai detto?"

"Che ha ragione Salvini, ha sempre avuto ragione su tutto!"

"Fuori."

"Rossella?"

La donna non lo ascolta nemmeno. Fa scattare immediatamente la mandata del portone, per poi spalancarlo. "Ho detto: fuori."

"Ma sei matta?!"
"Posso accettare il fatto che tu possa aver dato un pugno a Giuseppe Conte, ma non posso accettare che a te piaccia Salvini, questo no. Ho una dignità io, non ci scopo con un leghista."

Andrea non riesce a credere a quello che sta sentendo. "Ma dici sul serio? Tu sei più folle di quello là!"
"Ti ho detto di andare via da casa mia o la denuncia per Vilipendio nei confronti del Presidente del Consiglio ti arriva per direttissima da parte mia. Allora, cosa ti conviene scegliere?" Conclude perentoria, facendogli capire che non accetta un no come risposta.

"Non posso credere che tu l'abbia lasciato perché è un leghista." Commenta Antonio, mentre guarda, con occhi divertiti, un furioso e sconfitto Andrea correre giù per le scale.
"Quello è un buon motivo, lo ammetto." Risponde Rossella, tenendo le braccia incrociate sul petto. "Ma nessuno può osare toccare Giuseppe in quel modo senza il mio permesso. Nessuno."

Quella sera stessa, dopo essere ritornato a Palazzo Chigi con la coda fra le gambe, ad accogliere il Premier non c'è una banda di crocerossine pronte a curarlo come sperava, ma proprio no, tutt'altro.

La favorita del PresidenteWhere stories live. Discover now