Paris; Robert Shwartzman

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[One-shot per
Alessiaaa_0357.
Spero ti piaccia💞]

Era stato stupido da parte mia credere di potermi fidanzare e, conseguentemente, sposare con il ragazzo che amassi realmente. Io non provavo nulla per lui, né lui per me, eravamo unicamente due ragazzi, troppo giovani, costretti a sposarsi. Trascorrevamo pochissimo tempo insieme, a causa del suo lavoro, e nei primi tempi lo considerai una fortuna. Anche se non potevo frequentare chi davvero mi piacesse, perché c'era sempre il rischio che i miei genitori lo scoprissero, almeno non dovevo vederlo ogni giorno e fingere che tutto andasse per il verso giusto. Odiavo la mia vita ed i miei genitori, mentre colui che era mio marito mi era indifferente. Lo tolleravo ed a volte mi mostravo comprensiva nei suoi confronti, perché, alla fine, anche lui aveva avuto il mio stesso triste destino. Robert, invece, cercava di lasciarmi lo spazio vitale di cui necessitavo e, anche nei giorni in cui tornava a casa, non ci vedevamo mai. Probabilmente usciva con gli amici o con altre ragazze, non che mi importasse più di tanto. D'altronde non si può tradire una persona verso la quale non si prova alcun sentimento amoroso. Eppure, tolti i primi tempi, avevo iniziato a mal tollerare questo suo, presunto, libertinaggio e la sua poca attenzione rivolta alla mia figura. Non pretendevo di essere amata, ma almeno di essere notata o considerata. Andava contro tutti i miei antecedenti pensieri e le mie convinzioni. E, forse, questo cambiamento aveva preso piede durante l'unica uscita che avessimo mai fatto di nostra spontanea volontà.

《Vorrei portarti in un posto.》 Mi disse Robert, infilando le mani nelle tasche e dondolando sui suoi piedi. 《Ti farebbe piacere oppure preferiresti rimanere qui a casa?》 Scossi le spalle, non mi sarebbe dispiaciuto uscire, anche se il dover stare con lui non mi emozionava più di tanto.
《È ok.》Risposi semplicemente, senza far trasparire la sorpresa, seppur minima, a quella sua domanda. Annuì più volte, imbarazzato, non sapendo cosa dire o cosa fare. Spostò lo sguardo, più volte, dalla strada all'auto, non sapendo se preferissi camminare o meno. 《Se è un breve tragitto, possiamo anche andare a piedi.》 Non sapevo il motivo di quella mia scelta, poiché significava trascorrere più tempo in sua compagnia, eppure era proprio ciò che volessi. Rimanemmo in silenzio a lungo, nessuno dei due aveva il coraggio di parlare. Lo vidi gettare delle occhiate, ogni tanto, ed allora alzai un sopracciglio. 《Cosa c'è, Robert?》Scosse la testa e tornò a guardare innanzi a lui. Era strano, e non poco. Ben presto si fermò. 《Una foresta? Vuoi uccidermi, per caso?》 Lo guardai con fare sospetto e lui ridacchiò.
《No affatto, seguimi.》Mi allungò la mano e, con un attimo di titubanza, la afferrai saldamente e ci incamminammo, fino a quando non fummo di fronte ad una casa sull'albero. Quella situazione diventava sempre più strana. 《Fidati di me.》Mi fece segno di salire ed obbedii, ritrovandomi ben presto sulla piattaforma e sedendomi su di essa. Robert mi affiancò poco dopo.
《Perché mi hai portata qui?》 Volsi il capo verso di lui. 《Non siamo mai usciti insieme... O almeno, mai di spontanea volontà.》Abbozzò un sorriso.
《Volevo condividere con te questo posto.》Non spostò lo sguardo.
《Perché proprio con me? Alla fine, nessuno dei due prova nulla per l'altro.》La sua espressione mutò, come in dispiaciuta, ma con un movimento del capo, ritornò tutto normale, tanto che ebbi il sospetto di essermelo immaginato.
《Credevo fosse giusto mostrarlo a te.》Continuò, lasciandomi sorpresa, per la seconda volta in quella giornata. Tacqui ed alzai lo sguardo sul cielo stellato. Una folata di vento mi attraversò i vestiti, facendomi rabbrividire. Iniziai ad accarezzarmi le braccia, nella speranza di riscaldarmi. Ben presto, però, Robert posò il suo giaccone sulle mie spalle. Lo guardai e lui mi sorrise. Lo avevo visto sorridere davvero pochissime volte e dovevo ammettere che il suo sorriso fosse davvero bello. Anzi, mi resi conto solo allora che fosse davvero un ragazzo affascinante. L'odio nei riguardi dei miei genitori mi aveva completamente accecata e non gli avevo mai realmente prestato attenzione.
《Quando l'hai scoperta?》 Iniziai ad interessarmi alla sua storia, pensando che, forse, si poteva recuperare quel rapporto che in quell'anno di matrimonio non c'era mai stato.
《In realtà me l'aveva costruita mio padre quando ero bambino. Vengo sempre qui, è per questo che non sono mai a casa.》I suoi occhi si velarono di lacrime, ma non pianse.
《Ti manca molto, non è vero?》Annuì.
《Aveva i suoi difetti, ma era pur sempre mio padre e mi ha formato. Se sono pilota, in gran parte è merito suo.》Appoggiai una mano sulla sua spalla, per dargli conforto. 《E poi era l'unico con cui potessi sfogarmi, l'unico che mi capisse realmente e che mi sostenesse. Ha commesso i suoi errori, che hanno coinvolto, purtroppo, anche me, ma questi non potranno mai farmi dimenticare il bene che, invece, mi ha fatto.》 Sospirò. 《E quando sono lontano, quando sono in Italia e non posso venire qui, sento come se lo stessi tradendo.》
《Rob...》Era la prima volta che lo chiamassi in quel modo e lui se ne sorprese, ma cercò di non darlo a vedere. 《Tu lo stai rendendo fiero di te ed anche solo il fatto che tu lo pensi, lo mantiene ancora vivo.》 Mi guardò confuso. 《Dentro di te c'è tuo padre e c'è anche nei tuoi movimenti, nel tuo modo di pensare e di parlare. Lui è ancora con te, non c'è bisogno di venire qui per sentirlo vivo.》Pose la sua testa sulla mia spalla e rimase così per un tempo indeterminato.
《Ale, mi dispiace.》 Inclinai il capo per guardarlo.
《Ti dispiace per cosa?》Domandai, non capendo a cosa si riferisse.
《Per averti rovinato la vita.》 Sorrisi e scossi la testa.
《Non me l'hai rovinata.》Sorrise amaramente.
《Sì. Avresti potuto sposare un ragazzo che amassi realmente e vivere la vita che desideravi. Invece sei costretta a stare con me.》Iniziai ad accarezzare la sua mano con la mia, per confortarlo.
《Credo che avremmo potuto convivere e, forse, anche volerci bene, se ci avessimo mai provato.》Dissi sinceramente. 《Alla fine nessuno dei due si è impegnato a farsi accettare dall'altro. Magari saremmo riusciti anche ad amarci, se avessimo avuto la possibilità di frequentarci e conoscerti realmente, piuttosto che giungere ad un matrimonio affrettato e non voluto. Siamo troppo giovani, tu hai ventun'anni ed io quasi venti, non abbiamo avuto alcuna possibilità di goderci la vita. Tu gareggi ed è chiaro che quella sia la tua priorità, io avrei voluto interessarmi al campo della moda. Purtroppo è andata così e credo dovremmo iniziare a convivere, almeno quando torni qui, per poter instaurare un minimo di rapporto.》Non parlò ed io tacqui, non sapendo se mi stesse ancora prestando attenzione. Pensai di averlo infastidito con quel discorso. Ad un tratto si levò e si voltò verso di me, iniziando ad intrecciare le ciocche dei miei capelli biondi tra le dita. Mi guardò negli occhi e sentii un brivido, mai provato prima, attraversarmi la schiena.
《Vieni a vivere con me in Italia.》Con la mano mi accarezzò la guancia e socchiusi gli occhi al gesto. La luna illuminava i nostri volti e sembrava quasi darci quel coraggio e quella forza che non avevamo mai avuto. 《Cambiare aria potrebbe farci bene.》Continuò ed io scossi la testa senza volerlo. 《Che ne pensi?》Riaprii gli occhi e lo vidi molto vicino al mio viso, più di quanto avrei immaginato, ma meno di quanto desiderassi. Non capivo il motivo di quei pensieri e del perché volessi baciarlo, ma nulla sembrava importarmi in quel momento, come se non potessero avere delle conseguenze sui miei sentimenti o sui suoi.
《Va bene.》Risposi semplicemente, spostando lo sguardo, cercando, così, di non prestargli attenzione e di non assecondare i miei istinti repressi. Robert, però, con una mano, mi fece voltare nuovamente verso di sé e, dopo avermi lanciato un'occhiata, fece scontrare le nostre labbra, come se lo desiderasse tanto quanto me. Circondai il suo collo con le braccia e, chiusi gli occhi, mi abbandonai alle emozioni ed alle sensazioni che sentivo grazie a quel contatto. Rese, man mano, il bacio sempre più intenso e mi fece sedere a cavalcioni sulle sue gambe, spingendomi ancora di più a sé. Era il primo bacio che ci scambiassimo, dopo quello del giorno del matrimonio, e non avrei potuto immaginarlo migliore di quello. Si allontanò da me e mi sorrise dolcemente ed io posai il capo sul suo petto, e rimanemmo così per tutta la serata.

One-Shot// Motorsport (SOSPESO)Where stories live. Discover now